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    Si terrà il 16 marzo a Bruxelles la Conferenza dei donatori a supporto dei terremotati in Turchia e Siria

    Bruxelles – Mentre continua senza sosta l’invio di aiuti umanitari a Turchia e Siria attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue, le istituzioni comunitarie hanno fissato la data dell’appuntamento-chiave per raccogliere fondi per il sostegno immediato e il coordinamento della ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del 6 febbraio, che ha causato la morte di oltre 45 mila persone nei due Paesi. Il prossimo 16 marzo a Bruxelles si terrà la Conferenza dei donatori, organizzata dalla presidenza di turno del Consiglio dell’Ue in collaborazione con la Commissione, per portare allo stesso tavolo “Paesi Ue e vicini, membri delle Nazioni Unite, istituzioni finanziarie internazionali e parti interessate” a partecipare a questo sforzo di solidarietà a sostegno delle popolazioni terremotate.
    Antiochia, Turchia (credits: Sameer Al-Doumy)
    A renderlo noto sono state entrambe le istituzioni Ue, a partire dal ministro degli Esteri e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Tobias Billström, facendo ingresso questa mattina (20 febbraio) al Consiglio Affari Esteri: “Vogliamo fare tutto il possibile” per fornire “supporto addizionale per alleviare le terribili conseguenze di questo terremoto”. Il ministro svedese ha precisato di aspettarsi “un’alta partecipazione e anche di raccogliere più soldi possibile” nel corso di una Conferenza il cui obiettivo – come ha spiegato la portavoce dell’esecutivo comunitario Dana Spinant – è quello di “raccogliere risorse e coordinare la risposta a supporto della ricostruzione nelle aree colpite in entrambi i Paesi”.
    Della volontà di organizzare una Conferenza dei donatori si era a conoscenza da qualche giorno a Bruxelles, quando la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e il primo ministro della Svezia, Ulf Kristersson, ne avevano discusso nel corso di una conversazione telefonica. Ma ancora non erano stati forniti dettagli sulla data. La conferenza di alto livello sarà presieduta dal commissario per la Politica di vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, e dal ministro svedese per la Cooperazione internazionale allo sviluppo, Johan Forssell. “Stiamo inviando un messaggio alle popolazioni della Turchia e della Siria, l’Ue sosterrà le vostre comunità perché nessuno dovrebbe essere lasciato solo quando una tragedia come questa colpisce un popolo”, aveva sottolineato la presidente von der Leyen, anticipando la decisione di organizzare una Conferenza dei donatori.
    La mobilitazione Ue a sostegno di Turchia e Siria
    Jindires, Siria (credits: Afp)
    In parallelo al Consiglio Affari Esteri di oggi si è svolta anche una nuova riunione del meccanismo integrato di risposta politica alle crisi (Ipcr) dell’Ue “per affrontare la situazione a seguito del sisma in Turchia e Siria”, ha fatto sapere la presidenza di turno svedese del Consiglio dell’Ue. I Ventisette hanno fatto il punto “sul sostegno dell’Ue e degli Stati membri, al fine di coordinare gli sforzi per soddisfare le esigenze immediate e affrontare i colli di bottiglia“. In vista della Conferenza del 16 marzo, la riunione di oggi tra le istituzioni Ue, le autorità turche e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) “ha fornito un aggiornamento della situazione sul campo”, in particolare sull’assistenza attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue.
    A proposito del Meccanismo di protezione civile dell’Ue, a sostegno della Turchia si sono mobilitati 21 Stati europei – Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia, Spagna e Svezia – con squadre mediche e milioni di articoli, come attrezzature per rifugi, stufe, generatori, mobili, attrezzature mediche, kit igienici, cibo e indumenti caldi. In totale per Ankara sono stati stanziati 5,5 milioni di euro di aiuti umanitari, ma anche duemila tende e ottomila letti attraverso la riserva rescEu ospitata dalla Romania e 500 unità abitative di soccorso dotate di 2.500 letti dalla riserva ospitata dalla Svezia. Per la Siria si sono mobilitati 12 Paesi europei – Austria, Bulgaria, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Romania, Slovenia e Norvegia – attraverso gli hub di Beirut e Gaziantep (Turchia) e l’Unione ha stanziato 10 milioni di euro in aiuti umanitari per offrire un rapido soccorso alle vittime del sisma.

    La Commissione Europea e la presidenza di turno svedese del Consiglio dell’Ue ospiteranno la riunione aperta ai Ventisette, Paesi vicini, Nazioni Unite, istituzioni finanziarie e tutte le parti interessate a “raccogliere fondi e coordinare la risposta per la ricostruzione” post-sisma

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    L’Ue ha inviato squadre di soccorso da 13 Paesi membri per aiutare Turchia e Siria nel dopo terremoto

    Bruxelles – C’è anche l’Italia tra i Paesi membri Ue che stanno sostenendo l’azione di supporto di Bruxelles a Turchia e Siria per affrontare le conseguenze del terremoto di magnitudo 7.8 sulla scala Richter, il primo di uno sciame sismico che da questa mattina (6 febbraio) ha colpito i due Paesi. “La situazione sta evolvendo velocemente e la nostra reazione è in aggiornamento, ma sono 13 gli Stati membri che hanno già offerto aiuto alla Turchia e alla Siria“, ha spiegato il portavoce della Commissione Ue responsabile per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Balazs Ujvar, precisando alla stampa l’intervento dell’Unione attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue.
    I danni del terremoto del 6 febbraio 2023 ad Adana, Turchia (credits: Can Erok / Afp)
    Dopo il primo terremoto di questa mattina nella regione di Gaziantep (sud della Turchia) sono state “rapidamente mobilitate dieci squadre di ricerca e soccorso urbano da Bulgaria, Croazia, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca e Romania per sostenere i primi soccorritori sul campo”, mentre “Italia, Malta, Slovacchia, Spagna e Ungheria hanno offerto le loro squadre di soccorso“, è stata la riposta immediata dell’alto rappresentate Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il commissario europeo per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, al “potente terremoto, uno dei più forti nella regione da oltre 100 anni”.
    Dopo la richiesta di attivazione del Meccanismo di protezione civile Ue da parte di Ankara, Bruxelles ha non solo mobilitato le squadre di ricerca e soccorso, ma ha anche messo a disposizione il sistema satellitare Copernicus “per fornire servizi di mappatura di emergenza”, mentre sul fronte siriano l’Unione “è pronta a sostenere le persone colpite attraverso i suoi programmi di assistenza umanitaria”. Mentre ancora i mezzi di soccorso stanno coordinando le operazioni nelle regioni di confine tra i due Paesi, la Turchia conta più di mille vittime e la Siria almeno ottocento, mentre il bilancio dei feriti è oltre i cinquemila. “Il sostegno dell’Europa è già in arrivo e siamo pronti a continuare ad aiutare in ogni modo possibile”, ha assicurato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, esprimendo la “piena solidarietà con le popolazioni dopo il terremoto mortale che le ha colpite”.
    La presidenza di turno svedese ha poi convocato questa sera una riunione dell’Ipcr (i Dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi) per coordinare le misure di sostegno dell’Ue in risposta al terremoto, in stretta collaborazione con la Commissione europea.
    Insieme alla numero uno della Commissione anche gli altri vertici delle istituzioni comunitarie hanno espresso la vicinanza dell’Unione ad Ankara e Damasco. “Le mie più sentite condoglianze alle numerose famiglie che hanno perso la vita e auguro una rapida guarigione ai feriti”, è stato il commento del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel: “L’Ue è pienamente solidale con voi”. Gli ha fatto eco la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola: “L’Europa è al fianco del popolo turco e siriano in questo momento di difficoltà”, in particolare per “le persone intrappolate, i feriti e tutti i soccorritori che stanno facendo del loro meglio per salvare vite umane”.

    Deeply saddened after the terrible earthquake at the Turkish-Syrian border.
    My thoughts are with those killed, those trapped, those injured & with all rescuers doing their utmost to save lives.
    Europe stands with the people of Türkiye & Syria at this moment of distress 🇪🇺🇹🇷🇸🇾
    — Roberta Metsola (@EP_President) February 6, 2023

    Il Meccanismo di protezione civile Ue contro il terremoto (e altri disastri)
    Il Meccanismo di protezione civile Ue è stato istituito nel 2001 dalla Commissione ed  è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 8 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia e Turchia) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti, come fatto questa mattina dalla Turchia. La Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto – per evitare la duplicazione degli sforzi – e contribuisce ad almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi.
    Il Meccanismo comprende un pool europeo di protezione civile Ue, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze è il cuore operativo ed è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. A questo si aggiunge la riserva rescEu, una flotta di aerei ed elicotteri antincendio (oltre a ospedali da campo e stock di articoli medici per le emergenze sanitarie) per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi. Nell’estate 2022 Bruxelles ha finanziato anche il mantenimento di una flotta antincendio rescEu aggiuntiva in stand-by, messa a disposizione da Italia, Croazia, Francia, Grecia, Spagna e Svezia, e la riserva medica di attrezzature e dispositivi di protezione in Belgio, Croazia, Danimarca, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Romania, Slovenia, Svezia e Ungheria. Dallo scorso 17 gennaio è anche iniziata la fase di sviluppo in Finlandia della riserva strategica contro incidenti chimici, biologici, radiologici e nucleari (Cbrn).

    Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio uno sciame sismico di magnitudo 7,8 sulla scala Richter. Bruxelles ha attivato il Meccanismo di protezione civile dell’Ue (coinvolta anche l’Italia) e il sistema Copernicus per la mappatura d’emergenza