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    Le sanzioni oltre l’embargo al petrolio. Cosa ci sarà nel sesto pacchetto contro Mosca approvato dai leader UE

    Bruxelles – Banche, media di regime, oligarchi e ufficiali delle forze armate. Se l’embargo al petrolio russo è la portata principale sul tavolo del sesto pacchetto di sanzioni UE contro la Russia, il contorno continua a colpire a fondo la cerchia stretta di Vladimir Putin e la propaganda di regime. Con le conclusioni approvate nella notte tra ieri (lunedì 30 maggio) e oggi, i leader UE hanno dato il via libera al nuovo round di misure restrittive contro Mosca, con l’obiettivo di tenere alta la pressione sul regime russo.
    L’esecutivo comunitario ha previsto di inserire nella lista delle sanzioni altri 58 tra militari e responsabili di crimini di guerra a Bucha e nell’assedio “disumano” della città di Mariupol (in aggiunta ai 1.093 individui e 80 entità già inserite), come aveva sottolineato la numero uno della Commissione, Ursula von der Leyen, al momento della proposta. Il nome più caldo nella lista è quello del capo della Chiesa ortodossa russa e patriarca di Mosca, Kirill, a cui la Commissione vorrebbe estendere il congelamento dei beni e la revoca del visto. Il nome era stato inserito nella proposta per il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, ma dai palazzi delle istituzioni comunitarie ancora non filtrano certezze: “Anche Kiril dovrebbe esserci, se me lo aveste chiesto una settimana fa avrei risposto sicuramente di sì”, ha lasciata aperta la questione l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, entrando questa mattina al Consiglio Europeo.
    Quello che invece è certo è l’aggiunta di altre tre banche nella lista di quelle scollegate dal sistema dei pagamenti internazionali SWIFT, facendo salire il numero a dieci. Ci sarà sicuramente Sberbank, una delle più grandi banche russe, mentre le altre due – secondo quanto riferiscono fonti UE – dovrebbero essere Credit Bank of Moscow and Russian Agricultural Bank. Il gabinetto von der Leyen per ora non tocca Gazprombank, la banca controllata del gigante energetico russo Gazprom, che serve all’UE per continuare a pagare le forniture di gas e nonostante le recenti complessità legate all’apertura di un secondo conto in rubli. L’obiettivo rimane quello di colpire le banche “critiche” per il sistema finanziario russo, isolandole sul piano finanziario. Inoltre, considerato il fatto che il Cremlino si affida a contabili, consulenti e spin-doctor europei, Bruxelles vieterà la fornitura di questi servizi alle società russe e sta puntando a rafforzare il regime di sanzioni con la proposta di confiscare e riutilizzare i beni degli oligarchi nel caso di violazione delle misure restrittive (anche attraverso contabili e consulenti dei Ventisette).
    Infine, il sesto pacchetto di sanzioni UE contro la Russia colpisce tre grandi emittenti statali russe, ovvero Rossiya RTR/RTR Planeta, Rossiya 24 e TV Centre International. Come già accade da inizio marzo con Russia Today e Sputnik, le tre emittenti non saranno più autorizzate a distribuire i loro contenuti nei Paesi membri dell’Unione Europea via cavo, satellite, Internet o tramite app per smartphone. “Abbiamo identificato questi canali come organi che amplificano la disinformazione e la propaganda di Putin in modo aggressivo, non dobbiamo più dare loro un palcoscenico per diffondere queste bugie”, aveva attaccato von der Leyen a Strasburgo.

    Nel nuovo round di misure restrittive che i 27 leader dell’Unione hanno approvato saranno colpiti anche 58 tra oligarchi e ufficiali militari che si sono macchianti di crimini di guerra in Ucraina. Sberbank scollegata dal sistema di pagamenti SWIFT e banditi altre tre media di regime

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    Nuova stretta dell’UE contro Russia e Bielorussia: sanzioni per altri 160 oligarchi, anche Minsk fuori da Swift

    Bruxelles – Si allunga e tocca quota 915 la lista di entità (53) e individui (862) colpiti dalle sanzioni UE contro Russia e Bielorussia, dopo l’invasione dell’Ucraina. Lo ha annunciato oggi (mercoledì 9 marzo) il Consiglio dell’UE, dopo l’accordo di questa mattina degli ambasciatori dei 27 Stati membri riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper). Si aggiungono altri 160 responsabili della cerchia di Vladimir Putin, mentre il sistema finanziario di Minsk viene tagliato fuori dal sistema dei pagamenti internazionali Swift e la Banca Centrale bielorussa dalle transazioni globali.
    Come si legge nella nota del Consiglio, nella lista di sanzioni UE compaiono ora altri 14 oligarchi e uomini “di spicco” coinvolti in settori economici-chiave (metallurgia, agricoltura, farmaceutica, telecomunicazioni) per supportare la guerra della Russia contro l’Ucraina, ma anche i 146 membri del Consiglio della Federazione Russa che hanno ratificato le decisioni di Putin sui “Trattati di amicizia” tra Mosca e le autoproclamate Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. Saranno congelati i loro beni nell’UE (alcuni sono anche in Italia), sarà vietato mettere a loro disposizione fondi e saranno vietati viaggi e transiti sul territorio comunitario.
    Sempre nella sezione russa, il Consiglio ha introdotto ulteriori misure restrittive per l’esportazione di beni per la navigazione marittima e la tecnologia delle radiocomunicazioni: da oggi sarà vietato vendere, fornire, trasferire o esportare beni in questi settori “a qualsiasi persona fisica o giuridica, entità o organismo” per l’uso o l’installazione a bordo di una nave che batte bandiera russa. Cruciale anche la precisazione su servizi d’investimento, valori immobiliari, prestiti e strumenti del mercato monetario da cui devono essere esclusi coloro che sono stati colpiti dalle sanzioni, che va a includere “chiaramente” anche gli asset in criptovalute.
    Non c’è solo la Russia, ma anche l’ormai Stato-satellite Bielorussia, nell’inasprimento delle sanzioni UE, già implementate giovedì scorso (3 marzo) per la partecipazione del regime di Alexander Lukashenko alla guerra in Ucraina e per le implicazioni del referendum-farsa sulla fine dello status di Paese non-nucleare. Sulla falsariga di quanto messo in atto una settimana fa per sette istituti bancari russi, tre banche bielorusse sono state tagliate dal sistema di pagamenti internazionali Swift: si tratta di Belagroprombank, Bank Dabrabyt e Development Bank of the Republic of Belarus. In aggiunta, sono state vietate tutte le transazioni con la Banca Centrale di Bielorussia e la quotazione di enti statali del Paese. Nella logica di prosciugare le riserve di liquidità di Minsk, è stato deciso anche di vietare la fornitura di banconote-euro al Paese, di limitare l’accettazione di depositi di cittadini bielorussi a 100 mila euro e di impedire loro l’accesso all’acquisto di titoli in valuta euro.

    Le misure restrittive sono state approvate dal Consiglio dell’UE contro i responsabili e i fiancheggiatori dei regimi di Putin e Lukashenko per il supporto all’invasione e alla guerra in Ucraina

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    L’Unione europea disconnette sette banche russe da Swift, ma risparmia la controllata di Gazprom

    Bruxelles – L’Unione Europea non ha alcuna intenzione di mettere a repentaglio le sue forniture di gas dalla Russia, nonostante i vari proclami sulla necessità di rendersi indipendente energeticamente da Mosca. Dopo l’accordo raggiunto in serata ieri (primo marzo) dagli ambasciatori degli Stati membri, l’Unione europea ha formalmente adottato oggi la decisione di escludere sette banche russe dal sistema dei pagamenti internazionali SWIFT per via dell’aggressione di Mosca ai danni dell’Ucraina, impedendogli quindi di effettuare transazioni finanziare in tutto il mondo.

    Si tratta di fatto di una delle sanzioni economiche più dure varate finora dall’UE e dagli altri Paesi occidentali (sono state stabilite insieme a Regno Unito, Canada e Stati Uniti) e per giorni è stata al centro delle discussioni tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Dopo l’accordo di massima raggiunto sabato sera, l’incognita era rimasta la portata delle sanzioni e i nomi delle banche che avrebbero colpito. Non è passata quindi inosservata la scelta di escludere dalle sanzioni gli istituti bancari più grossi, come Sberbank e Gazprombank, tra le principali banche russe che non a caso è controllata da Gazprom, la compagnia energetica russa che rifornisce il gas all’Europa. Il motivo è semplice: non sono state incluse nell’elenco perché sono i principali canali che l’UE ha per pagare petrolio e gas russo, che i Paesi europei continuano ad acquistare nonostante il conflitto in corso.
    La decisione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore tra dieci giorni, dal 12 marzo. Le sette banche tagliate fuori sono Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Rossiya Bank, Sovcombank, VNESHECONOMBANK (VEB) e VTB BANK e le sanzioni impediranno a queste banche di condurre le loro transazioni finanziarie in tutto il mondo. Un funzionario dell’UE ha spiegato a Reuters che non sarebbe stato possibile semplicemente consentire transazioni legate all’energia ed escluderne altre poiché SWIFT non è in grado di distinguere tra i vari tipi di pagamento, quindi fare una scelta se includerle o meno era inevitabile.
    Le sanzioni si estendono a qualsiasi persona giuridica, entità o organismo con sede in Russia i cui diritti di proprietà siano detenuti direttamente o indirettamente per più del 50 per cento da queste banche, precisa una nota del Consiglio. La decisione è stata presa in coordinamento con i partner internazionali dell’UE, Stati Uniti e il Regno Unito. “Alla velocità della luce, l’Unione Europea ha adottato tre ondate di pesanti sanzioni contro il sistema finanziario russo, le sue industrie high-tech e la sua élite corrotta”, ha commentato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. “Questo è il più grande pacchetto di sanzioni nella storia della nostra Unione. La decisione odierna di disconnettere le principali banche russe dalla rete SWIFT invierà un altro segnale molto chiaro a Putin e al Cremlino”.

    In Gazzetta Ufficiale UE l’esclusione di sette banche russe dal sistema dei pagamenti internazionali per via dell’aggressione in Ucraina, ma Bruxelles lascia fuori dall’elenco Sberbank e Gazprombank, tra i principali istituti finanziari che servono per pagare petrolio e gas russo

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    L’UE approva il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia (Putin e Lavrov inclusi). Si cerca l’unità anche sul tema SWIFT

    Bruxelles – Ormai non c’erano nemmeno più dubbi sul fatto che il presidente della Russia, Vladimir Putin, e il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, fossero inclusi nel nuovo pacchetto di sanzioni UE scatenate dall’invasione da parte di Mosca del territorio dell’Ucraina. Tuttavia, come sottolineato dall’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, “avere le più alte cariche di uno Stato come la Russia nella lista delle misure restrittive è un passo di una certa importanza”. Oltre a quanto reso noto dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, questa notte al termine del vertice straordinario dei leader UE, il secondo pacchetto di sanzioni contro la Russia in meno di tre giorni includerà il congelamento dei beni di Putin e Lavrov.
    Borrell ha confessato che si è trattato del “risultato finale delle discussioni non concluse al vertice di ieri, dopo un’intensa discussione questa mattina“. Adesso, con l’approvazione formale dei 27 ministri degli Esteri, dovranno essere adottati gli atti giuridici con applicazione diretta una volta pubblicati in Gazzetta Ufficiale dell’UE. Nella lista compaiono anche 26 persone che non fanno parte delle istituzioni politiche, “diciamo oligarchi del mondo finanziario russo”, che appoggiano l’invasione dell’Ucraina e che “consideriamo responsabili e beneficiari delle politiche militari di Mosca”, ha aggiunto Borrell.
    A livello generale, “le sanzioni prendono di mira il settore finanziario, commerciale, tecnologico ed energetico” del Paese, in particolare “vietando la quotazione delle azioni delle entità russe ed evitando il flusso di capitali da e verso l’UE”. In questo modo “si incrementeranno i costi per la Russia nell’ottenere prestiti, con un impatto sull’inflazione e sull’erosione della base industriale”. Un tema complesso sul tavolo rimane però l’esclusione di Mosca dal sistema di pagamenti internazionali SWIFT: “Al momento è solo una possibilità aperta, ancora non c’è un allineamento totale”, ha confessato l’alto rappresentante UE. “È per questo motivo che non l’abbiamo ancora inserito nel pacchetto, la discussione non è ancora matura“, anche se “non è per nulla escluso che non succederà presto“. Tutto sembra possibile a questo punto: basti solo pensare al fatto che fino a due giorni fa era una possibilità remota inserire Putin e Lavrov tra i destinatari delle sanzioni UE contro la Russia.
    Nel corso della conferenza stampa post-Consiglio, l’alto rappresentante Borrell ha confermato ai giornalisti che “il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha partecipato da remoto e ci ha spiegato come le truppe e il popolo stiano resistendo all’attacco russo“. Un’aggressione “anche contro civili e innocenti, che ci fa capire quanto la situazione sia drammatica”. L’Ucraina è un Paese indipendente invaso da “una potenza militare che possiede l’arma nucleare e minaccia di usarla contro chiunque voglia intervenire a risolvere la crisi“, ha attaccato Borrell. Tuttavia, deve essere chiara la distinzione tra Russia e Cremlino: “Tanti cittadini russi si sono esposti contro questa guerra insensata con manifestazioni”.
    A questo punto l’UE vuole portare la questione a livello ONU: “Chiediamo la condanna delle Nazioni Unite, in modo che la Russia capisca che è isolata internazionalmente“. L’alto rappresentante Borrell è consapevole che all’interno del Consiglio di Sicurezza “ci sarà ovviamente il veto della Russia, ma poi vedremo all’Assemblea Generale quanto Paesi sosterranno Mosca”. Da Bruxelles in giornata ci sono già stati i contatti con Cina e India, “per spiegare loro che non è solo una questione di Ucraina, ma di rispetto delle regole della Carta delle Nazioni Unite” e Borrell si è detto soddisfatto per le prime reazioni. “La Russia è stata sospesa dal Consiglio d’Europa con l’unanimità dei 27 Paesi dell’UE”, ma anche da molte competizioni sportive e dal concorso Eurovision in programma a maggio a Torino: “Può sembrare poca cosa, ma ha un impatto non indifferente sull’opinione pubblica globale“.
    Parlando del secondo pacchetto di sanzioni UE contro la Russia, il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, al termine del Consiglio Affari Esteri si è soffermato sul fatto che “colpiranno con intensità non solo Putin e Lavrov, ma anche banche, imprese di Stato e interi settori-chiave dell’economia russa”. Si tratta di “un nuovo passo per continuare a isolare la Russia”, a cui seguiranno i lavori per un terzo pacchetto. Alla domanda sulla possibile esclusione di Mosca da Swift, Di Maio ha messo in chiaro che “l’Italia ha votato e voterà compatta sulle proposte della Commissione e non escludiamo niente a priori“. L’iniziale contrarietà del governo Draghi potrebbe essersi modificata in un appoggio tiepido, pur di mantenere l’unanimità della voce dell’Unione contro l’aggressione di Mosca. “Quelle che arrivano dall’Ucraina sono immagini inquietanti, con carri armati sulle auto dei civili e bambini portati in salvo dalle zone dei combattimenti”, ha attaccato con forza Di Maio: “È la dimostrazione della crudeltà della Russia e dell’irresponsabilità della guerra, che mette a rischio tutti i cittadini europei e può destabilizzare un intero contenente”.

    I 27 ministri degli Esteri hanno completato il lavoro non concluso vertice dei leader UE di ieri: beni congelati per i due leader russi. Si inizia a trovare un allineamento sull’esclusione di Mosca dal sistema di pagamenti internazionali