Seminario dei repubblicani americani a Roma su crisi afghana, Europa e atlantismo
Si è svolto a Roma, venerdì 10 settembre, alla vigilia del ventennale dell’attacco alle Torri Gemelle, un importante seminario a porte chiuse per 15 giovani parlamentari europei, per parlare di nuovi equilibri geopolitici, di Europa e di patto atlantico, organizzato dalla fondazione Fare Futuro (presieduta dal senatore Adolfo Urso), dal più importante think thank dei repubblicani americani “International Repubblican Institute” e dal Comitato Atlantico. Da quanto si apprende da alcune fonti interne alla fondazione del senatore Urso, questo seminario dovrebbe dare l’avvio a un proficuo e continuo sodalizio fra le tre organizzazioni.
L’evento di natura formativa – uno dei principali tra quelli promossi in Europa dall’International Republican Institute – è parte di un più ampio programma avviato da tempo dall’Istituto statunitense con giovani parlamentari provenienti da vari Paesi europei appartenenti ai gruppi popolari, conservatori e liberali, che ricoprono per la prima volta incarichi a livello nazionale e sono destinati, secondo la valutazione dell’IRI, a futuri ruoli apicali.
Il seminario è stata occasione per discutere del nuovo ruolo del patto Atlantico e dell’Europa nella gestione della difficile situazione venutasi a creare in Afghanistan. Il fatto che un importante think thank repubblicano come IRI abbia scelto l’Italia per organizzare un simile evento rappresenta un segnale importante di come la parte repubblicana degli Stati Uniti veda nel nostro Paese un interlocutore assai importante nei prossimi scenari geopolitici internazionali. La presenza di Draghi sicuramente rassicura, ma certo per il partito dei conservatori americani non può essere considerato un interlocutore della propria area politica.
La fine dell’era Merkel in Europa apre sicuramente un vuoto di potere, che fino a ora nessuno sembra in grado di riempire. Questo perché, al di là di chi potrà essere il prossimo cancelliere tedesco, è chiaro che il lungo periodo di cancelleria tedesca che ha caratterizzato la politica europea negli ultimi 15 anni, non potrà essere replicato. Ecco allora che anche dall’estero si guarda a chi fra i nuovi leader potrebbe essere il punto di riferimento. E chissà che almeno per i conservatori americani questo non si trovi proprio in Italia.
Gli indizi e le indiscrezioni suggeriscono che da tempo ci sia sempre un maggiore interesse da parte del Grand Old Party (GOP) americano verso la leadership italiana di Giorgia Meloni, che non a caso è stata l’unica leader europea a essere stata invitata per ben due volte alla più importante convention annuale repubblicana. Il fatto che la leader di FDI sia da qualche mese anche presidente del partito conservatore europeo non fa che aumentare la sua credibilità e autorevolezza internazionale, con buona pace di Matteo Salvini.
Il seminario, tenutosi a porte chiuse, ha visto la partecipazione di 15 giovani parlamentari dell’Europa centro-orientale, che per ragioni geografiche, storiche e geografiche è saldissima nella sua fedeltà al Patto Atlantico.
Molti gli esperti e autorevoli esponenti politici intervenuti al seminario, a cominciare dal ministro della difesa, Lorenzo Guerini, il presidente del Copasir, Adolfo Urso, presidente Centro Studi di geopolitica economica, generale Carlo Jean, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, il presidente del Comitato Atlantico italiano, Fabrizio Luciolli, il presidente dell’Associazione parlamentare di amicizia Italia-lsraele, Lucio Malan, il presidente del CeSI, Andrea Margelletti, e il politologo Carlo Pelanda, esperto di studi strategici.
La delegazione di parlamentari europei e responsabili delle fondazioni ha deposto una corona all’altare della Patria in memoria delle vittime dell’11 settembre e dei militari civili caduti in Afghanistan durante le missioni USA e NATO. Toccante anche la decisione da parte di ognuno degli eurodeputati di deporre una rosa bianca, come segno commemorativo del ventennale degli attacchi terroristici del 2001.
Presente con decine di uffici nel mondo, e con una rete consolidata in Europa, da Vienna a Bratislava, da Bruxelles a Budapest, l’IRI è un vero punto di riferimento del mondo conservatore a stelle e strisce e nel suo board vanta pesi massimi dell’Elefantino come Lindsey Graham, Tom Cotton, Marco Rubio, Mitt Romney e, prima della scomparsa, John McCain.
Fonti interne alla fondazione fanno sapere che il sodalizio con il think thank repubblicano sarebbe solo all’inizio, e per il prossimo anno sarebbe già prevista una nuova iniziativa comune, anche se è tutto ancora rigorosamente top secret.
Organizzato dalla fondazione Fare Futuro e dal think tank International Repubblican Institute, ha ospitato 15 giovani parlamentari europei per un confronto sui nuovi equilibri geopolitici LEGGI TUTTO