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    E ora l’UE prepara un nuovo pacchetto di sanzioni “per sopprimere la crescita della Russia e far salire l’inflazione”

    Bruxelles – “Saranno sanzioni durissime, che sopprimeranno la crescita economica e industriale della Russia”. Oltre le parole di condanna, la reazione dell’UE di fronte all’invasione dell’Ucraina di questa notte da parte delle forze armate di Mosca rimane sui binari delle sanzioni contro la Russia del presidente Vladimir Putin. Uno strumento da impiegare “in maniera massiccia”, con effetti “enormi” sull’economia, le finanze e l’industria, che “renderà al Cremlino impossibile continuare con la sua azione aggressiva in Ucraina“. A confermarlo è la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio UE, Charles Michel, e il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg.
    A nemmeno 24 ore dall’approvazione del primo pacchetto di sanzioni, l’UE è pronta a mettere sul tavolo nuove misure restrittive contro la Russia, che “limiteranno l’accesso ai mercati dei capitali, eroderanno la base industriale, aumenteranno l’inflazione, intensificheranno i deflussi di capitale e aumenteranno i costi di prestito”. Secondo quanto anticipato dalla leader dell’esecutivo comunitario, le sanzioni “limiteranno anche l’acceso alle tecnologie critiche, per tagliare fuori l’industria russa da tutto ciò che può rispondere ai bisogni a livello high-tech e di software d’avanguardia”. Il coordinamento sulle misure restrittive sarà non solo con i partner degli Stati Uniti, Canada e Regno Unito, ma “anche con Norvegia, Giappone e Australia”, mentre con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è stato concordato un “supporto per l’organizzazione della difesa dall’attacco militare in corso“, ha aggiunto von der Leyen: “La Russia pagherà un prezzo pesante”.

    Spoke to President @ZelenskyyUa as he organises defence to the military attack from Russia.
    I reassured him that we are working non-stop to provide as much support as possible. Will discuss with other G7 leaders and at #EUCO later today.
    Russia will pay a heavy price.
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 24, 2022

    Oltre alle sanzioni contro la Russia, come confermato da entrambi i leader UE, “eravamo pronti da settimane al peggio” e per questo motivo “abbiamo rafforzato la nostra preparazione” sul piano delle forniture di gas, della sicurezza informatica e per l’accoglienza “immediata” di rifugiati dall’Ucraina. L’attacco a Putin è unanime: “Dovrà spiegare tutte queste cose ai suoi cittadini, sappiamo che il popolo russo non ha mai voluto questa guerra“. Ma per l’UE e la NATO, “è un dovere morale scagliarci contro un atto di aggressione sul suolo europeo”, che “ha ottenuto l’effetto esattamente opposto a quello sperato: siamo ancora più uniti e determinati di prima, nelle volontà e nelle azioni”, hanno ribadito con forza von der Leyen, Michel e Stoltenberg.
    Una manifestazione davanti all’Ambasciata russa a Bruxelles (Foto: Sebastian Robustelli Balfour)
    Proprio Stoltenberg aveva poco prima sottolineato l’unità tra gli alleati NATO nella risposta all’invasione russa dell’Ucraina e nel rafforzamento del fianco orientale dell’Alleanza. Ricordando che “è nostro dovere difendere tutti gli alleati”, il segretario generale NATO ha confermato ai due leader UE che “le sanzioni contro la Russia sono un grande segnale di unità e dimostrano quanto Mosca sia isolata“. A questo proposito, una discussione sulla portata del nuovo pacchetto di misure restrittive sarà sul tavolo dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea questa sera a Bruxelles, insieme a un pacchetto a sostegno del popolo ucraino. Attenzionata speciale è anche la Bielorussia di Alexander Lukashenko, da cui è partita un’incursione russa su territorio ucraino: “Avete l’opportunità di non seguire la Russia e di non far parte di questa tragedia ai danni dei vostri vicini”, si è appellato Michel a Minsk.

    I presidenti del Consiglio, Charles Michel, e della Commissione UE, Ursula von del Leyen, annunciano nuove misure restrittive “durissime” che “renderà al Cremlino impossibile continuare con la sua azione aggressiva in Ucraina”

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    Stoltenberg: “La guerra è in Europa”. I baltici spaventati attivano il processo per le Consultazioni d’emergenza NATO

    Bruxelles – Dall’Ucraina i timori per le azioni aggressive di Mosca si espandono a macchia d’olio. Con l’invasione da parte della Russia del territorio ucraino, Lituania, Lettonia ed Estonia, le tre ex-Repubbliche sovietiche affacciate sul Mar Baltico, a più di 30 anni dalla conquista dell’indipendenza tornano a temere la politica di espansionismo del Cremlino e mettono in allerta gli alleati dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO) sulla minaccia russa nei confronti di tutti i vicini dell’Ucraina.
    Dopo l’inizio delle operazioni di invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin nelle prime ore di giovedì 24 febbraio, i tre Paesi baltici hanno annunciato la volontà di attivare “quanto prima” di un confronto NATO ai sensi dell’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico. Si tratta del processo da attivare per consultazioni di emergenza se un membro dell’Alleanza teme un’aggressione esterna: “C’è una minaccia per l’intero mondo libero”, ha commentato la premier dell’Estonia, Kaja Kallas, per spiegare la decisione in cooperazione con Lettonia e Lituania. Proprio da Vilnius, il presidente lituano, Gitanas Nausėda, ha annunciato che “oggi firmerò un decreto che impone lo stato di emergenza” nel Paese, in parallelo con la richiesta di consultazioni per la minaccia di una potenziale aggressione.
    Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg
    La richiesta di consultazioni secondo l’articolo 4 è arrivata al Consiglio NATO e lo ha confermato il segretario generale, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa post-riunione straordinaria: “In linea con la nostra pianificazione difensiva per proteggere tutti gli alleati, abbiamo deciso di prendere ulteriori misure per rafforzare la deterrenza e la difesa in tutta l’Alleanza“, ha dichiarato. È sul tavolo la richiesta dei tre Paesi baltici, Polonia, Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca, nella logica di “difendere gli alleati da aggressioni da parte di un regime autoritario che usa la forza per imporsi su altri Paesi”, ha attaccato Stoltenberg. “La guerra è in Europa“, è stato lapidario il segretario generale della NATO, definendo l’invasione dell’Ucraina “un brutale atto bellico, arrivato dopo una lunga serie di menzogne e disinformazione della Russia negli ultimi mesi”.
    Dopo che Mosca “ha chiuso la porta alla soluzione diplomatica che abbiamo cercato di raggiungere in ogni modo”, il piano di difesa della NATO in risposta a Mosca è già elaborato nei dettagli e attivato. “Nei prossimi giorni invieremo ulteriori forze sul fianco orientale dell’Alleanza, dove già ci sono migliaia di truppe”, ha spiegato Stoltenberg. Il piano offre “più autorità ai comandanti sul campo e più velocità di spostamento delle forze”, anche se prevale la linea difensiva e la non-volontà di scatenare un conflitto con la Russia. Questo è dimostrato dal fatto che “non ci sono truppe NATO in Ucraina, né abbiamo piani di dispiegarle“, ha aggiunto il segretario generale Stoltenberg, precisando che “le nostre intenzioni sono di rafforzare il fianco orientale dell’Alleanza e incrementare il numero di truppe. Al momento, “gli alleati nordamericani ed europei hanno mobilitato migliaia di soldati, abbiamo oltre un centinaio di jet in allerta nel nostro spazio aereo e più di 120 navi dal Mare del Nord al Mediterraneo”.
    Nonostante sia “chiaro che le minacce russe impongono una nuova normalità per la sicurezza europea” (come già avvertiva lo stesso Stoltenberg una settimana fa), il segretario generale ha voluto rassicurare gli europei, affermando che “la Russia non ci attaccherà perché siamo la più forte alleanza della storia e siamo tutti allineati“. Questo “dovrebbe precludere qualsiasi espansione della tragedia che stiamo vedendo in Ucraina”, ma, in ogni caso, “qualsiasi attacco a un Paese alleato farà scattare la reazione immediata della NATO. Dopo l’articolo 4, c’è l’articolo 5: quello che afferma che “un attacco contro un alleato è un attacco contro ogni componente dell’Alleanza“, con la possibilità di far scattare una reazione di autodifesa. In altre parole, una guerra.

    Lituania, Lettonia e Lituania chiedono l’attivazione dell’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico: “Con l’invasione russa dell’Ucraina c’è una minaccia per l’intero mondo libero”

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    Putin invade l’Ucraina, ferma condanna dall’UE: “Siamo al fianco del popolo di Kiev”. L’Eurocamera convoca una plenaria straordinaria il primo marzo

    Bruxelles – L’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, iniziata giovedì 24 febbraio poco prima dell’alba, con varie città sotto assedio e bombardamenti segnalati nella capitale Kiev, ha provocato la ferma reazione di condanna da parte dell’UE che cerca di dare l’immagine di una potenza unita e decisa a parlare con una sola voce.
    “Condanniamo nel modo più forte possibile l’aggressione militare senza precedenti della Russia contro l’Ucraina. Con le sue azioni militari non provocate e ingiustificate, la Russia sta violando gravemente il diritto internazionale e sta minando la sicurezza e la stabilità europea e mondiale“, scrivono in una nota congiunta i presidenti del Consiglio, Charles Michel, e della Commissione UE, Ursula von der Leyen, annunciando un pacchetto di sanzioni mirate. “In queste ore buie, i nostri pensieri sono rivolti all’Ucraina e alle donne, uomini e bambini innocenti mentre affrontano questo attacco non provocato e la paura per le loro vite. Riterremo responsabile il Cremlino”, ha fatto eco in un tweet la presidente del Parlamento, Roberta Metsola.
    La conferenza dei capogruppo convocata d’urgenza da Metsola ha deciso di convocare una sessione straordinaria della plenaria per martedì prossimo, primo marzo. I leader dei principali gruppi politici all’Europarlamento hanno discusso con Michel e von der Leyen in vista del vertice straordinario di questa sera. “La Conferenza dei presidenti ha condannato con la massima fermezza l’attacco russo all’Ucraina”, si legge nella nota stampa diffusa dopo la fine della riunione. “L’Ucraina è una nazione indipendente e sovrana e la sua integrità territoriale non è negoziabile. L’invasione è ingiustificata e illegale. È una minaccia per la stabilità europea e regionale, nonché per l’ordine mondiale basato su regole. L’attacco prende di mira il nostro modello di società democratica. Non può rimanere senza risposta”.
    “A seguito degli attacchi militari della Russia sull’Ucraina, chiediamo un’urgente sessione plenaria straordinaria del Parlamento europeo. Tutta la forza della comunità internazionale deve unirsi per condannare gli attacchi russi e rispondere. La guerra è tornata in Europa”, ha evocato il capogruppo del PPE, Manfred Weber, e da molti altri deputati.

    Following the military attacks by #Russia on #Ukraine, we call for an urgent extraordinary plenary session of the European Parliament. The full force of the international community must unite to condemn the Russian attacks and respond. War has arrived in Europe again.
    — Manfred Weber (@ManfredWeber) February 24, 2022

    L’Aula di Strasburgo è compatta nella ferma condanna. “La NATO e l’UE devono reagire con decisione contro il sistema oligarchico di Putin e questa palese violazione del diritto internazionale. Siamo fermamente con l’Ucraina e il suo popolo”, commenta il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR).

    We condemn #Russia’s unprovoked attack on #Ukraine in the strongest possible terms. @NATO and the #EU must react decisively against #Putin’s oligarchic system and this blatant breach of international law.
    We stand firmly with Ukraine and its people. #Standwithukraine
    — ECR Group (@ecrgroup) February 24, 2022

    Parole dure arrivano anche dalla Lega all’Eurocamera. “La guerra non è mai la soluzione. Piena solidarietà al popolo ucraino, ora l’occidente reagisca compatto. L’obiettivo deve essere una risposta ferma e la fine immediata delle ostilità: le armi devono lasciare posto alla diplomazia”, si legge in una nota degli europarlamentari della Lega Marco Zanni (presidente gruppo Id) e Marco Campomenosi (capo delegazione Lega). “Oggi lo ribadiremo alla conferenza dei presidenti convocata d’urgenza da Metsola, davanti a Michel e von der Leyen. Necessario anche che sforzi di Ue e governo siano rivolti affinché non siano i cittadini a pagare il carico delle conseguenze del conflitto”.
    “La reazione può, e deve, essere solo una: fermezza. L’UE reagisca subito e si convochi immediatamente il Parlamento Europeo in seduta straordinaria”, evoca anche l’eurodeputato in quota dem Giuliano Pisapia (S&D). “Centinaia di migliaia di civili in Ucraina, tra cui donne, anziani e bambini, in questo momento sono in pericolo di vita per le ciniche politiche espansionistiche di Putin. Oltre che dal confine con il Donbass, le truppe russe si stanno infiltrando dalla Bielorussia e alla Crimea”. “Una guerra nel cuore dell’Europa, qualcosa di inimmaginabile per la mia generazione”, gli fa eco su twitter Brando Benifei, capo delegazione del partito democratico. “L’Unione Europea sia unita e risponda con la necessaria durezza: Putin va fermato, la pace e il diritto del popolo ucraino a libertà e sicurezza vanno difesi”.
    Dal Movimento 5 Stelle la capo delegazione Tiziana Begnin descrive l’aggressione della Russia “gravissima e ingiustificata, che calpesta il diritto internazionale e la pace in Europa. Il nostro pensiero va al popolo ucraino e in particolare alle donne e ai bambini che in questo momento sono in pericolo di vita per le scriteriate politiche espansionistiche di Putin. L’Unione europea deve reagire subito per porre fine alle violenze”.
    (Articolo in continuo aggiornamento)

    Le reazioni europee all’invasione dell’Ucraina. Convocata martedì prossimo la plenaria straordinaria del Parlamento di Strasburgo, che condanna all’unanimità l’azione di forza intrapresa da Putin

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    La Russia invade l’Ucraina, esplosioni anche a Kiev: “Se l’Occidente interferisce, conseguenze mai viste prima”

    Bruxelles – Come temuto, l’esercito russo nella notte tra mercoledì e giovedì ha iniziato l’invasione di ampie zone dell’Ucraina, avvicinandosi anche alla capitale Kiev. L’uomo forte di Mosca, Vladimir Putin, non si è fatto spaventare dalle minacce di sanzioni dall’Occidente e ha dato il via libera all’occupazione. Si punta all’annientamento delle infrastrutture militari ucraine, con un attacco dal Mar d’Azov, la Crimea, il Donbass e incursioni anche dalla Bielorussia.
    Potenti esplosioni e sirene antiaeree risuonano in diverse città – da Odessa a Mariupol, fino a Kharvik e la stessa capitale Kiev – con il governo ucraino che afferma che è in corso una “invasione su vasta scala”. In un discorso alla nazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato la legge marziale in tutto il Paese: “Non facciamoci prendere dal panico, vinceremo”. Secondo quanto riferiscono le autorità ucraine, l’invasione russa sarebbe avvenuta da nord, est e anche da sud, e iniziano ad arrivare le prime conferme di morti e feriti: il ministero degli Interni ha riferito di 6 soldati ucraini deceduti e almeno 19 dispersi dopo un bombardamento aereo nei pressi di Odessa (a sud), ma diverse fonti della CNN parlano di centinaia di morti.
    Mentre le Borse crollano, Putin non teme le sanzioni e, anzi, si sente nella posizione di poter minacciare un Occidente che reagisce debolmente, intimando ai Paesi stranieri di evitare interferenze, altrimenti, “ci saranno conseguenze mai viste prima”. La minaccia di Putin parte da lontano: “Gli Stati Uniti hanno superato la linea rossa della Russia con l’espansione della NATO” e con l’operazione militare russa vuole “smilitarizzare e de-nazificare” l’Ucraina. Di fatto si tratta di una dichiarazione di guerra, anche se Putin ha ribadito in conferenza stampa che “lo scopo è proteggere il Donbass“, ovvero il territorio dove lunedì ha riconosciuto le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk. Facendo appello ai soldati ucraini a “deporre le armi e tornare a casa”, Putin ha voluto assicurare che l’obiettivo “non è l’occupazione dell’Ucraina, ma la demilitarizzazione del Paese”. Anche se a questo punto è difficile credere alle parole – o meglio, la propaganda – del Cremlino.
    Gli attacchi e bombardamenti russi in Ucraina a partire dalla notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio (fonte: New York Times)
    “Condanniamo nel modo più forte possibile l’aggressione militare senza precedenti della Russia contro l’Ucraina. Con le sue azioni militari non provocate e ingiustificate, la Russia sta violando gravemente il diritto internazionale e sta minando la sicurezza e la stabilità europea e mondiale“, si legge nel duro comunicato congiunto firmato dai presidenti del Consiglio, Charles Michel, e della Commissione UE, Ursula von der Leyen. “Deploriamo la perdita di vite umane e la sofferenza umana”, aggiungono i due leader, intimando a Putin di “cessare immediatamente le ostilità, ritirare i suoi militari dall’Ucraina”. Se non fosse stato chiaro nei giorni immediatamente precedenti all’invasione “l’UE è fermamente al fianco dell’Ucraina e del suo popolo nell’affrontare questa crisi senza precedenti”.
    “L’obiettivo della Russia non è solo il Donbass, non solo l’Ucraina, l’obiettivo è la stabilità in Europa e l’intero ordine internazionale basato su regole. Per questo, riterremo responsabile la Russia”, accusa von der Leyen scendendo questa mattina in conferenza stampa per annunciare il nuovo pacchetto di sanzioni “massicce e mirate” verso Mosca che dovranno essere approvate dai leader europei il vertice straordinario dei leader UE a Bruxelles, in cui, a questo punto, si aggiunge anche il tema dell’invasione russa dell’Ucraina: “Delineeremo un ulteriore pacchetto di sanzioni  in stretto coordinamento con i partner, il Consiglio le adotterà rapidamente”.
    Con questo nuovo pacchetto, l’UE punterà a settori strategici “dell’economia russa bloccando il loro accesso a tecnologie e mercati chiave“, ha annunciato la presidente. “Cercheremo di bloccare la capacità di ammodernamento della Russia e congeleremo i vari asset della Russia nell’Unione banche europea e chiuderemo l’accesso alle europee e ai mercati finanziari dell’UE da parte della Russia”. Come con il primo pacchetto di sanzioni, “siamo strettamente allineati con partner e alleati”, ha precisato in riferimento agli Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone e Australia. “Queste sanzioni sono progettate per incidere pesantemente sugli interessi del Cremlino e sulla loro capacità di finanziare la guerra”. Al fianco di von der Leyen anche l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, che ha definito le sanzioni in arrivo  “il più duro pacchetto” mai proposto contro la Russia, che però ha la colpa di aver fatto ripiombare l’Europa “nell’ora più buia” dalla fine della seconda guerra mondiale.

    Russian forces invaded Ukraine, a free and sovereign country.
    We condemn this barbaric attack, and the cynical arguments used to justify it.
    Later today we will present a package of massive, targeted sanctions.https://t.co/AHtTVEvHgV
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 24, 2022

    (Articolo in continuo aggiornamento)

    Nella notte è iniziata l’operazione militare della Russia in Ucraina: esplosioni in varie città, anche a Kiev, e si contano già centinaia di morti. Condanna dell’UE: “Aggressione militare senza precedenti, nuovo pacchetto massiccio e mirato di sanzioni in arrivo” per colpire aree strategiche dell’economia russa

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    Le sanzioni UE contro la Russia sono in vigore. Domani vertice straordinario leader UE sulla crisi in Ucraina

    Bruxelles – Ora le sanzioni dell’UE contro la Russia e le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk nel Donbass ucraino sono in vigore. Oggi (mercoledì 23 febbraio) gli ambasciatori dei Ventisette riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) hanno completato “con successo” la procedura scritta sulle misure restrittive e sono stati adottati gli atti giuridici con applicazione diretta. Ora si aspetta solo la pubblicazione (a breve) in Gazzetta Ufficiale dell’UE.
    L’adozione del pacchetto di sanzioni da parte del Consiglio è stato accompagnato dall’attacco diretto dell’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, contro la Russia di Vladimir Putin: “Il riconoscimento delle zone non controllate dal governo ucraino a Donetsk e Luhansk come entità indipendenti e la successiva decisione di inviare truppe russe in queste zone sono illegali e inaccettabili”, dal momento in cui “violano il diritto internazionale, l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina e gli impegni internazionali della Russia”.
    Come emerso dall’accordo tra i ministri degli Esteri UE ieri a Parigi, nel quadro delle sanzioni già esistenti contro la Russia, l’Unione estenderà le misure restrittive a tutti i 351 membri della Duma di Stato russa che hanno votato il 15 febbraio a favore dell’appello al presidente Putin di riconoscere l’indipendenza dei due territori separatisti in Ucraina. Le misure saranno imposte anche ad altri 27 individui ed entità di alto profilo, “che hanno avuto un ruolo nel minare o minacciare l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”: ne fanno parte membri del governo, banche, uomini d’affari e oligarchi “che sostengono finanziariamente o materialmente le operazioni russe nei territori di Donetsk e Luhansk”, alti ufficiali militari “che hanno avuto un ruolo nell’invasione e nelle azioni di destabilizzazione” e individui responsabili della guerra di disinformazione contro l’Ucraina.
    Nei confronti di tutti questi soggetti (il cui numero sale ora a 555 individui e 52 entità) è previsto il congelamento dei beni e il divieto di mettere fondi a loro disposizione, oltre al divieto di viaggio che impedisce l’ingresso o il transito attraverso il territorio dell’UE. Il Consiglio ha deciso di introdurre anche un “divieto settoriale” di finanziamento alla Federazione Russa, al governo e alla Banca Centrale. In questo modo si limita la capacità dello Stato e del governo russo di accedere ai capitali, ai mercati e ai servizi finanziari dell’UE, per cercare di porre fine alle politiche aggressive di Mosca.
    Previste poi restrizioni alle relazioni economiche con le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk: “Le nuove misure prenderanno di mira il commercio dalle due regioni, per assicurare che i responsabili sentano chiaramente le conseguenze economiche delle loro azioni illegali e aggressive”, si legge nel testo. In particolare, sarà introdotto il divieto d’importazione di merci da queste aree nel Donbass ucraino, di investimenti, di fornire servizi turistici e di esportazione di beni e tecnologie.
    Nella settimana più concitata sul fronte orientale si aggiunge anche la convocazione da parte del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, di un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo UE sulla crisi Russia-Ucraina per domani sera (giovedì 24 febbraio). “L’uso della forza e della coercizione per cambiare i confini non può avere luogo nel ventunesimo secolo“, si legge nella lettera d’invito del numero uno del Consiglio. Michel ha sottolineato “l’unità dimostrata negli ultimi giorni, in particolare attraverso la rapida adozione del pacchetto di sanzioni”.
    Sul tavolo delle discussioni dei leader UE ci saranno gli ultimi sviluppi della crisi scoppiata in Ucraina per le azioni intraprese dalla Russia negli ultimi due giorni, le modalità di protezione dell’ordine internazionale, il rapporto con la Russia, “ritenendola responsabile delle sue azioni” e il sostegno al popolo e al governo ucraino. Il Consiglio UE straordinario si inserisce proprio nella logica del “continuare a essere uniti e determinati, per definire insieme l’approccio e le azioni collettive“, scrive Michel.
    Sempre per domani è stata convocata dalla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, una riunione straordinaria con i leader dei gruppi politici all’Eurocamera. All’incontro – che ha al centro i recenti sviluppi della crisi in Ucraina – parteciperanno anche Michel e la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. “L’Unione Europea rimane forte e unita”, ha sottolineato con forza la presidente Metsola.

    Just called an extraordinary meeting with leaders of political groups of @Europarl_EN for tomorrow.
    With @eucopresident @CharlesMichel & President of @EU_Commission @vonderleyen, we will discuss latest developments in #Ukraine 🇺🇦.
    EU 🇪🇺 remains strong & united.
    — Roberta Metsola (@EP_President) February 23, 2022

    Il Consiglio ha adottato formalmente il pacchetto di misure contro Mosca dopo il riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche nel Donbass. In programma per domani anche la riunione dei leader dei gruppi politici all’Eurocamera

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    L’UE invierà (in Ucraina) per la prima volta una squadra di esperti per sostenere un Paese sotto attacco informatico

    Bruxelles – Non ci sono solo le sanzioni contro la Russia e le autoproclamate Repubbliche Donetsk e Luhansk nella risposta dell’UE alla “violazione della sovranità dell’Ucraina”. Secondo quanto riferito ieri sera (22 febbraio) in conferenza stampa dall’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, Bruxelles è pronta a “inviare una missione di esperti per aiutare l’Ucraina ad affrontare gli attacchi informatici” che sta subendo da settimane.
    Si tratta del primo dispiegamento del Cyber Rapid Response Team, la squadra operativa di intervento rapido del programma di cooperazione per la difesa PESCO. Comprende una decina di funzionari nazionali di sicurezza informatica di sei Paesi membri (Croazia, Estonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia e Romania), che possono fornire assistenza ai Paesi UE ed extra-UE sotto cyberattacco. La richiesta di Kiev di ricevere il sostegno UE per affrontare gli attacchi informatici costanti alle infrastrutture critiche (civili e militari) era arrivata lo scorso 18 febbraio, in una lettera inviata dal ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, a Bruxelles che chiedeva anche l’invio di attrezzature tecniche e software.
    Il via libera è stato deciso durante il Consiglio Affari Esteri di lunedì (21 febbraio), al margine del quale l’alto rappresentante Borrell ha incontrato anche il ministro ucraino, confermandogli il sostegno dell’UE nell’affrontare gli attacchi informatici. A dire il vero, la disponibilità dell’Unione era già nota da metà gennaio, in occasione del primo cyberattacco su larga scala contro le infrastrutture di Kiev. Allora, Borrell aveva dichiarato senza mezzi termini che “l’Unione Europea sta mobilitando tutte le sue risorse per offrire supporto all’Ucraina” ed era anche stata convocata una riunione d’emergenza degli ambasciatori del comitato politico e di sicurezza “per capire quale assistenza tecnica si può fornire a Kiev”.
    Dopo l’episodio di gennaio, i siti web del governo ucraino sono stati colpiti la scorsa settimana da un’enorme quantità di attacchi mirati, che i servizi di sicurezza nazionali avevano indicato come “il più grande cyberattacco di sempre” al Paese. Nel 2017 l’Ucraina era stata anche l’epicentro di una ‘pandemia informatica’ di malware (programmi informatici usati per disturbare le operazioni svolte dagli utenti) nota come NotPetya, che aveva colpito l’Europa tra il 2016 e il 2017 e che si era poi diffusa in tutto il mondo, paralizzando multinazionali come il gigante danese delle spedizioni Maersk, della logistica FedEx e la società farmaceutica Merck.

    Quello a sostegno di Kiev sarà il primo dispiegamento del Cyber Rapid Response Team, la squadra operativa del programma di cooperazione per la difesa (PESCO) specializzata in risposte ai cyberattacchi

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    Accordo all’unanimità tra i 27 Paesi membri sulle sanzioni UE alla Russia: colpiti deputati, banche e separatisti ucraini

    Bruxelles – L’Unione Europea parla a una sola voce sulla crisi scoppiata nelle ultime 24 ore nel Donbass. “Con una risposta immediata, i 27 ministri degli Esteri hanno trovato un accordo all’unanimità su un pacchetto di sanzioni contro la Russia, che presenterò ora al Consiglio”, ha confermato con decisione l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al termine del Consiglio Affari Esteri straordinario convocato oggi pomeriggio (22 febbraio) a Parigi. “Saranno sanzioni che colpiranno a fondo e duramente la Russia, in accordo con Stati Uniti, Regno Unito e Canada, con cui siamo stati a contatto per tutta la giornata”, ha aggiunto l’alto rappresentante UE.
    Secondo quanto concordato in mattinata dagli ambasciatori dei Ventisette riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) e ribadito dalla dichiarazione della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, le sanzioni UE saranno mirate contro i 351 membri della Duma di Stato della Russia “che hanno richiesto il riconoscimento dell’indipendenza delle Repubbliche fantoccio di Donetsk e Luhansk” e contro altri 27 individui e entità “che hanno violato l’integrità e la sovranità dell’Ucraina”. Tuttavia, il presidente russo, Vladimir Putin, l’esecutore materiale della dichiarazione di riconoscimento dei due territori separatisti nel Donbass ucraino – che ha dato il via al vortice bellico da ieri – “non è in questa prima lista”. Saranno invece colpite le banche che stanno finanziando operazioni militari e la capacità dello Stato russo di accedere ai mercati e ai servizi finanziari e dei capitali dell’UE, “per limitare il finanziamento di politiche crescenti e aggressive”. Infine, al centro delle sanzioni ci saranno anche i separatisti, “con lo stesso livello di limitazioni [commerciali, politiche e finanziarie, ndr] della Crimea”, ha aggiunto Borrell.
    L’alto rappresentante UE ha però insistito sull’unità dei Ventisette contro la Russia, come dimostrato dalla decisione della Germania sullo stop al processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2, “che rende ancora più forti le nostre sanzioni”. Bruxelles guarda “con attenzione” anche a quello che succede in Bielorussia: “Sono pronto a mettere sul tavolo l’allargamento delle sanzioni contro gli oligarchi di Minsk che hanno agevolato la preparazione dell’aggressione russa dell’Ucraina dal territorio bielorusso”, ha messo in chiaro Borrell. Per l’UE si tratta di “un momento molto pericoloso, perché sappiamo chiaramente quali passi potrebbe mettere in atto il Cremlino“, che ha voluto mandare ieri un segnale simbolico nella sua decisione di compiere “un atto prevedibile, ma estremamente grave”. Ieri, 22 febbraio, era l’ottavo anniversario della destituzione dell’ex-presidente ucraino, Viktor Janukovyč, a seguito delle proteste di piazza a Minsk nel 2014: “È come se Putin volesse mettere fine alla ricreazione democratica dell’Ucraina”, ha attaccato Borrell, riferendosi all’ingresso di forze militari russe sul suolo ucraino.
    Da parte dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), il segretario generale Jens Stoltenberg ha definito le azioni di Mosca “passi sempre più palesi per l’aggravamento della situazione”, che hanno reso questo momento “il più pericoloso per la sicurezza europea da generazioni”. In conferenza stampa al termine della riunione straordinaria della Commissione NATO-Ucraina, Stoltenberg ha confermato che la richiesta del presidente Putin al Consiglio Federale per l’autorizzazione all’invio di forze militari all’estero (a sostegno dei separatisti nel Donbass) “aggiunge gravità alle dichiarazioni sul riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate Repubbliche di ieri sera”.
    L’accusa nei confronti della Russia è di voler “continuare a invadere un Paese già attaccato” dal 2014, quando era toccata la stessa sorte alla Crimea: “Ora ci sono forze militari russe nel Donbass, vogliono fare la stessa cosa che abbiamo visto otto anni fa”. Se da una parte sono state accolte le decisioni sulle sanzioni UE contro la Russia e della Germania sullo stop al gasdotto Nord Stream 2, a Kiev è stato chiesto di “non rispondere alle provocazioni”, dal momento in cui “è già seriamente in pericolo la possibilità di trovare una soluzione pacifica”. Per quanto riguarda la risposta della NATO, “le nostre forze sono in massima allerta da settimane, ma non sono state dispiegate“, ha precisato Stoltenberg, indicando però il “rafforzamento di alcuni partner nelle attività di preparazione”: la Germania in Lituania, il Regno Unito in Estonia, gli Stati Uniti in Romania e la disponibilità della Francia a comandare i battaglioni dell’Alleanza nello stesso Paese dell’Europa orientale.

    I ministri degli Esteri hanno trovato l’intesa sulle sanzioni contro Mosca per il riconoscimento e l’intervento nelle autoproclamate Repubbliche del Donbass: l’alto rappresentante Borrell le presenterà al Consiglio dell’UE per l’approvazione

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    La Germania blocca Nord Stream 2

    Bruxelles – La Germania ha adottato misure per fermare il processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2, progettato per portare gas dalla Russia. Lo ha annunciato oggi (22 febbraio) il cancelliere Olaf Scholz, mentre l’Occidente inizia a varare sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina.
    Scholz, riporta l’agenzia statunitense AP ha detto ai giornalisti a Berlino che il suo governo sta prendendo la misura “in risposta alle azioni di Mosca in Ucraina”. Il gasdotto che porta il gas naturale dalla Russia alla Germania è stato a lungo criticato dagli Stati Uniti e da alcuni paesi europei che sostengono che aumenta la dipendenza dell’Europa dalle forniture energetiche russe. Il presidente USA Joe Biden aveva chiesto nei giorni scorsi a Scolz di bloccarlo in caso di invasione russa dell’Ucraina. Scholz ha affermato che il governo ha deciso di “rivalutare” la certificazione del gasdotto, che non è ancora entrato in funzione, alla luce degli ultimi sviluppi. “Ci vorrà sicuramente del tempo, se così posso dire”, ha detto.
    La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, non ha mai nascosto che il Nord Stream 2 è sempre stato sul tavolo quando si parla “di risposta alle aggressioni della Russia nei confronti dell’Ucraina”, ha detto il capo dei portavoce della Commissione Europea, Eric Mamer, nel briefing quotidiano con la stampa, sottolineando che per il momento la Commissione non è a conoscenza della decisione della Germania di bloccare il processo di certificazione del gasdotto ancora non in attività che dovrebbe trasportare il gas dalla Russia direttamente in Germania. Mamer ha spiegato che Berlino in questo caso “ha esercitato la sua posizione in qualità di regolatore della certificazione ed è qualcosa di cui prendiamo nota: il Nord Stream 2 è un progetto politico e commerciale e va guardato in questa ottica”.
    Il gasdotto è stato completato a settembre dello scorso anno, ma non era ancora entrato in attività non avendo ricevuto l’autorizzazione a entrare in funzione da parte del regolatore tedesco delle reti, l’Agenzia federale (BNA -Bundesnetzagentur) che a novembre ne ha sospeso temporaneamente l’iter di autorizzazione perché non in linea con la legislazione europea. Nei piani del progetto, Nord Stream 2 dovrebbe replicare il percorso del gasdotto gemello Nord Stream che è già in attività: si parla di circa 55 miliardi di metri cubi all’anno di gas verso la Germania a capacità massima, da raddoppiare fino a 110 miliardi di metri cubi di gas che consentono a Mosca di trasportare il gas in Europa senza passare per via terrestre attraverso l’Ucraina, indebolendone la posizione strategica.
    Il gasdotto Nord Stream 2
    La costruzione del gasdotto, voluta dal presidente russo Vladimir Putin e dall’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, ha incontrato sin dall’inizio l’opposizione degli Stati Uniti ma anche di molti Paesi europei, Italia compresa, per i timori di una maggiore influenza di Mosca sul vecchio Continente che ne dipende energeticamente (quasi il 40 per cento dell’approvvigionamento di gas europeo arriva da Mosca). Solo a fine luglio 2021, Berlino e Washington hanno raggiunto un accordo di principio per portare a termine i lavori del progetto, promettendo sanzioni alla Russia in caso di nuove pressioni territoriali sull’Ucraina dopo l’annessione della penisola di Crimea del 2014.
    Scholz ha confermato la linea di Berlino, bloccando per il momento il progetto. Poco dopo l’annuncio, Dmitry Medvedev, l’ex presidente della Russia e ora vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ha scritto su Twitter: “Benvenuti nel nuovo mondo in cui gli europei molto presto pagheranno 2.000 euro per 1.000 metri cubi di gas naturale”, a voler suggerire che i prezzi del gas sarebbero raddoppiati bloccando la messa in funzione di Nord Stream 2. Anche prima dell’attuale escalation di tensione, la Commissione Europea ha sempre considerato Nord Stream 2 “non necessario per l’approvvigionamento energetico dell’Unione Europea”. Non è un progetto di interesse comune (PIC) europeo e nell’ultimo decennio Bruxelles ha mobilitato investimenti in altri gasdotti, terminali di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) e interconnettori in Europa che assicurano forniture sufficienti.
    “La Germania ha ragione sul Nord stream 2. Il gasdotto deve essere valutato alla luce della sicurezza dell’approvvigionamento energetico per l’intera Europa”, ha detto von der Leyen in una dichiarazione stampa. “Siamo ancora troppo dipendenti dal gas russo. Dobbiamo diversificare strategicamente i nostri fornitori e investire massicciamente nelle energie rinnovabili”.

    Germany is right on Nordstream2.⁰The pipeline has to be assessed in light of the security of energy supply for the whole of Europe.⁰We are still too dependent on Russian gas.⁰We have to strategically diversify our suppliers and massively invest in renewables. pic.twitter.com/RrKUZyCTSx
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 22, 2022

    Il cancelliere Scholz spiega ai giornalisti che è una “risposta alle azioni di Mosca in Ucraina”. Per la Commissione europea l’ipotesi di sanzionare il controverso gasdotto “è stata sempre sul tavolo quando si parla di rispondere all’aggressione di Mosca verso Kiev”, ha detto il capo portavoce dell’Esecutivo