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    Esponenti italiani del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta a Kiev per esprimere solidarietà

    Roma – Otto esponenti italiani del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, partecipato da 35 associazioni tra le quali Azione Cattolica, Movimento Scout Adulti, MoVi, Vita, Base e Sale della Terra, insieme all’associazione EUcraina odv, saranno martedì 28 maggio a Kiev, per una dimostrazione di solidarietà con la causa ucraina.Dal 28 al 30 maggio la delegazione incontrerà parlamentari, giornalisti, dirigenti religiosi e della società civile a livello centrale e periferico, per testimoniare la vicinanza della società civile europea, far crescere nella campagna elettorale in corso la consapevolezza dello stretto legame tra futuro ucraino e dell’Ue, consolidare i partenariati con la società civile e le confessioni religiose in Ucraina in vista di “Non possiamo tacere!”, la grande manifestazione europea di solidarietà dell’11 luglio a Kiev, in piazza Santa Sofia.Domani la delegazione sarà nella città liberata di Chernihiv, per incontrare sindaci della zona e testimoni dell’occupazione russa. Martedì saranno su Ukrainform per una diretta televisiva con ex prigionieri di guerra ucraini, che dialogheranno con candidati italiani alle elezioni europee. Mercoledì la delegazione sarà ricevuta dall’ambasciatore italiano Pier Francesco Zazo, e avrà un incontro al Congresso delle Autonomie Territoriali sui Corpi Civili Europei di Pace.Della delegazione fanno parte, tra gli altri, Angelo Moretti, presidente di Sale della Terra e portavoce Mean, opinionista per Avvenire e Vita; Marianella Sclavi portavoce Mean ed esperta internazionale di risoluzione dei conflitti; Tommaso Cappelli, rappresentante di Azione Cattolica Italiana; Tetyana Shyshnyak, cantante lirica e mediatrice culturale per Mean, oltre a Giovanni Kessler, fondatore di EUcraina, già direttore dell’ufficio europeo antifrode e magistrato.

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    L’Ue estende il sostegno commerciale all’Ucraina per un altro anno

    Bruxelles – La sospensione dei dazi all’importazione e delle quote sulle esportazioni ucraine verso l’Unione Europea sarà prorogata per un altro anno, a seguito dell’adozione odierna da parte del Consiglio e del voto del 23 aprile del Parlamento europeo.Le misure tengono conto anche delle preoccupazioni delle parti interessate dell’Ue e contengono un meccanismo di salvaguardia rafforzato. Esso consente di adottare rapidamente misure correttive in caso di gravi perturbazioni del mercato dell’Ue o dei mercati di uno o più Stati membri. Inoltre, alle uova, al pollame, allo zucchero, all’avena, al mais, alle semole e al miele si applica un freno di emergenza che scatterà automaticamente se i volumi delle importazioni raggiungeranno la media annuale delle importazioni registrate tra il 1° luglio 2021 e il 31 dicembre 2023.

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    L’Ue sanziona sei entità responsabili della guerra civile in Sudan

    Bruxelles – Il Consiglio dell’Ue ha adottato oggi (22 gennaio) misure restrittive nei confronti di sei entità “responsabili del sostegno ad attività che minano la stabilità e la transizione politica del Sudan“. Nel Paese più orientale del Sahel è in corso – dal 15 aprile 2023 – una guerra civile tra le forze armate sudanesi (Saf) e le forze di supporto rapido (Rsf).La decisione fa seguito all’istituzione, il 9 ottobre scorso, di un regime europeo di sanzioni dedicato alla crisi sudanese. Tra le entità inserite nel nuovo elenco figurano due società coinvolte nella produzione di armi e veicoli per l’esercito regolare, la Defence Industries System e la SMT Engineering, oltre alla Zadna International Company for Investment Limited, controllata da dalla Saf. Parallelamente, le misure restrittive toccheranno anche tre società coinvolte nell’approvvigionamento di attrezzature militari per la Rsf, la Al Junaid Multi Activity Co Ltd, la Tradive General Trading e la GSK Advance Company Ltd.Le società elencate sono soggette al congelamento dei beni sul territorio comunitario. Nei Paesi Ue sarà inoltre vietata la fornitura di fondi o risorse economiche , direttamente o indirettamente, a loro o a loro vantaggio . L’Ue “resta profondamente preoccupata per la situazione umanitaria in Sudan e riafferma il suo fermo sostegno e la sua solidarietà al popolo sudanese”, si legge in una nota pubblicata dal Consiglio dell’Ue.

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    Brexit, il leader laburista Starmer vuole allargare l’accordo con l’Ue

    Bruxelles – Se Downing Street dovesse tornare in mano ai labour, potrebbe aprirsi un nuovo capitolo della saga post Brexit. In un’intervista concessa al Financial Times, il leader laburista Keir Starmer ha definito l’accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra l’Ue e il Regno Unito, siglato faticosamente il 30 dicembre 2020 dall’allora primo ministro Boris Johnson, “un accordo troppo snello” e da rinegoziare.
    Un impegno preso in vista delle elezioni di fine 2024, visto che i sondaggi lo danno super-favorito, con circa 20 punti di vantaggio rispetto all’attuale premier Rishi Sunak e al suo partito conservatore. Il leader moderato ha assicurato che all’orizzonte non c’è alcun ritorno nel blocco Ue, né nel mercato unico europeo. Ma “possiamo trovare un accordo commerciale migliore perché l’intesa firmata da Boris Johnson è deleteria e limitante”, ha dichiarato, promettendo che “sarà una delle priorità una volta al governo“. L’ostacolo maggiore per Starmer potrebbe essere proprio Bruxelles, a cui si vuole riavvicinare: l’accordo dovrebbe essere aggiornato nel 2025 ed è difficile immaginare che l’Ue accetterà facilmente di rimettersi al tavolo dei negoziati con Londra.

    In un’intervista al Financial Times ha dichiarato che, se venisse eletto premier, sarebbe “una delle priorità” trovare un accordo commerciale migliore con Bruxelles

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    Brexit, la Corte Ue respinge il ricorso dei cittadini britannici contro la perdita della cittadinanza europea

    Bruxelles – La Corta di Giustizia dell’Ue ha deciso oggi il rigetto definitivo dei ricorsi dei cittadini britannici che contestavano la perdita dei loro diritti di cittadini europei a seguito della Brexit.
    La perdita dello status di cittadini dell’Unione e, pertanto, la perdita dei diritti connessi a tale status, argomenta la Corte, è una conseguenza automatica della sola decisione sovrana adottata dal Regno Unito di recedere dall’Unione, e non già dell’accordo di recesso o della decisione del Consiglio che approva l’accordo.

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    Il generale Barbano nuovo capo missione per EULEX Kosovo

    Bruxelles – Il Consiglio dell’Unione europea ha nominato oggi un nuovo capo missione (HoM) per la missione dell’Ue sullo stato di diritto in Kosovo (EULEX Kosovo). L’italiano Giovanni Pietro Barbano sostituirà Lars-Gunnar Wigemark come HoM. Barbano è un Maggiore Generale dell’Arma dei Carabinieri ed è l’attuale Direttore del Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità a Vicenza. Il suo mandato come capo di EULEX Kosovo durerà dal 26 giugno 2023 al 14 giugno 2025.
    La decisione di nominare Barbano è stata presa dagli Stati in seno al Comitato politico e di sicurezza (CPS).
    Inoltre, il Consiglio ha recentemente prorogato il mandato della missione fino al 14 giugno 2025 e, in linea con l’ultima revisione strategica di EULEX Kosovo, ha deciso che, oltre a continuare a svolgere i suoi compiti, la missione assisterà le autorità di contrasto del Kosovo nello sviluppo delle loro capacità di scambiare informazioni con le controparti regionali e internazionali nel campo dell’assistenza legale e della cooperazione in materia penale.
    EULEX Kosovo è stata lanciata nel 2008 come la più grande missione civile nell’ambito della Politica di sicurezza e difesa comune dell’Unione europea. La missione generale di EULEX consiste nell’assistere le autorità kosovare nella creazione di istituzioni dello Stato di diritto sostenibili e indipendenti, con particolare attenzione ai settori della polizia, del sistema giudiziario e delle dogane e attraverso i pilastri del monitoraggio e delle operazioni.
    Nell’ambito dell’attuale mandato di EULEX, la missione svolge attività di monitoraggio e ha limitate funzioni esecutive, tra cui quella di responder di secondo livello in materia di sicurezza. EULEX continua a sostenere le Camere specializzate e la Procura specializzata in linea con la legislazione del Kosovo. La missione opera nel quadro della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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    Dal Belgio 240 veicoli militari per l’Ucraina

    Bruxelles – Il Belgio fornirà 240 nuovi veicoli militari  all’Ucraina di cui 150 carri Volvo, seguiti da mezzi corazzati e automobili da fuoristrada.
    Il governo l’ha deciso lo scorso 27 gennaio, questi carri Volvo già in servizio dal 1990 sono stati ora rimessi a nuovo e sono dunque in ottime condizioni, assicurano le autorità.
    Ieri e stato deciso dal parlamento Olandese di mandare due navi cacciamine entro il 2025. Le marine belga e olandese collaborano strettamente, quindi il Belgio contribuirà all’addestramento di base dei militari ucraini e alla manutenzione dei due cacciamine. Il ministero della difesa Belga sta ancora studiando se il Belgio possa inviare propri cacciamine.

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    Ue “al fianco” del popolo iraniano, sanzionati altri 29 individui per la morte di Mahsa Amini e le violenze in piazza

    Bruxelles – Ferma condanna “dell’inaccettabile e violenta repressione” delle manifestazioni in Iran. Il Consiglio Affari Esteri riunito a Bruxelles ha deciso oggi (14 novembre) di sanzionare altre 29 persone e tre entità per il ruolo nella morte di Mahsa Amini, la 22enne morta lo scorso 16 settembre in carcere a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente l’hijab e nella repressione delle proteste che vanno avanti senza sosta da oltre un mese.
    Tra gli ultimi nomi aggiunti all’elenco di individui soggetti a misure restrittive (che si traducono in un divieto di viaggio e congelamento dei beni), come si legge in una nota del Consiglio Ue, c’è anche il ministro dell’Interno iraniano, Ahmad Vahidi, che è anche responsabile della LEF, le forze dell’ordine iraniane. Presi di mira altri quattro membri della squadra che ha arrestato arbitrariamente Mahsa Amini, i capi provinciali delle LEF e del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), nonché il generale di brigata Kiyumars Heidari, il comandante della Le forze di terra dell’esercito iraniano, per il loro ruolo “nella brutale repressione delle recenti proteste”, scoppiate nel Paese a seguito dell’uccisione della donna. Bruxelles prende di mira anche l’emittente televisiva di Stato iraniana Press TV responsabile “della produzione e della trasmissione delle confessioni forzate dei detenuti” e Vahid Mohammad Naser Majid, il capo della polizia informatica iraniana per la sua responsabilità nell’arrestare arbitrariamente persone per aver espresso critiche online al regime iraniano.
    Il regime di sanzioni per i diritti umani applicato in Iran include anche il divieto di esportazione in Iran di apparecchiature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna e di apparecchiature per il monitoraggio delle telecomunicazioni. Con l’aggiornamento della lista, l’elenco dei soggetti alle misure restrittive dell’UE sale a quota 126 persone e 11 entità. “L’UE condanna fermamente l’inaccettabile e violenta repressione dei manifestanti. Siamo con il popolo iraniano e sosteniamo il suo diritto a protestare pacificamente e ad esprimere liberamente le sue richieste e opinioni. Oggi stiamo imponendo ulteriori sanzioni ai responsabili della repressione dei manifestanti iraniani”, commenta l’alto rappresentato Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell.

    Dal Consiglio Affari Esteri via libera a nuove restrizioni contro individui ed entità coinvolte con “la violenta repressione”. Nell’elenco anche il ministro dell’Interno iraniano, Ahmad Vahidi