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    Dal Belgio 240 veicoli militari per l’Ucraina

    Bruxelles – Il Belgio fornirà 240 nuovi veicoli militari  all’Ucraina di cui 150 carri Volvo, seguiti da mezzi corazzati e automobili da fuoristrada.
    Il governo l’ha deciso lo scorso 27 gennaio, questi carri Volvo già in servizio dal 1990 sono stati ora rimessi a nuovo e sono dunque in ottime condizioni, assicurano le autorità.
    Ieri e stato deciso dal parlamento Olandese di mandare due navi cacciamine entro il 2025. Le marine belga e olandese collaborano strettamente, quindi il Belgio contribuirà all’addestramento di base dei militari ucraini e alla manutenzione dei due cacciamine. Il ministero della difesa Belga sta ancora studiando se il Belgio possa inviare propri cacciamine.

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    Ue “al fianco” del popolo iraniano, sanzionati altri 29 individui per la morte di Mahsa Amini e le violenze in piazza

    Bruxelles – Ferma condanna “dell’inaccettabile e violenta repressione” delle manifestazioni in Iran. Il Consiglio Affari Esteri riunito a Bruxelles ha deciso oggi (14 novembre) di sanzionare altre 29 persone e tre entità per il ruolo nella morte di Mahsa Amini, la 22enne morta lo scorso 16 settembre in carcere a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente l’hijab e nella repressione delle proteste che vanno avanti senza sosta da oltre un mese.
    Tra gli ultimi nomi aggiunti all’elenco di individui soggetti a misure restrittive (che si traducono in un divieto di viaggio e congelamento dei beni), come si legge in una nota del Consiglio Ue, c’è anche il ministro dell’Interno iraniano, Ahmad Vahidi, che è anche responsabile della LEF, le forze dell’ordine iraniane. Presi di mira altri quattro membri della squadra che ha arrestato arbitrariamente Mahsa Amini, i capi provinciali delle LEF e del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), nonché il generale di brigata Kiyumars Heidari, il comandante della Le forze di terra dell’esercito iraniano, per il loro ruolo “nella brutale repressione delle recenti proteste”, scoppiate nel Paese a seguito dell’uccisione della donna. Bruxelles prende di mira anche l’emittente televisiva di Stato iraniana Press TV responsabile “della produzione e della trasmissione delle confessioni forzate dei detenuti” e Vahid Mohammad Naser Majid, il capo della polizia informatica iraniana per la sua responsabilità nell’arrestare arbitrariamente persone per aver espresso critiche online al regime iraniano.
    Il regime di sanzioni per i diritti umani applicato in Iran include anche il divieto di esportazione in Iran di apparecchiature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna e di apparecchiature per il monitoraggio delle telecomunicazioni. Con l’aggiornamento della lista, l’elenco dei soggetti alle misure restrittive dell’UE sale a quota 126 persone e 11 entità. “L’UE condanna fermamente l’inaccettabile e violenta repressione dei manifestanti. Siamo con il popolo iraniano e sosteniamo il suo diritto a protestare pacificamente e ad esprimere liberamente le sue richieste e opinioni. Oggi stiamo imponendo ulteriori sanzioni ai responsabili della repressione dei manifestanti iraniani”, commenta l’alto rappresentato Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell.

    Dal Consiglio Affari Esteri via libera a nuove restrizioni contro individui ed entità coinvolte con “la violenta repressione”. Nell’elenco anche il ministro dell’Interno iraniano, Ahmad Vahidi

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    Iratxe Garcia (S&D): Piena fiducia nelle istituzioni brasiliane e pieno sostegno a Lula

    Bruxelles – La presidente dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, Iratxe García, ha incontrato l’ex presidente del Brasile e candidato alle elezioni presidenziali Luiz Inácio Lula da Silva, con il quale, spiega una nota ha condiviso le sue preoccupazioni “sulla deriva antidemocratica e autoritaria del presidente Jair Bolsonaro, nonché sulla gestione sconsiderata della pandemia di Covid e sull’aumento della povertà e della disuguaglianza”. García ha anche riaffermato la piena fiducia dei Socialisti e Democratici europei nelle istituzioni democratiche e nel sistema elettorale del Brasile.
    Anche il vicepresidente S&D Pedro Marques, il copresidente di Eurolat Javi López e la coordinatrice S&D di Eurolat Maria Manuel Leitão hanno preso parte a questo incontro, che giunge al termine di una missione S&D di quattro giorni a San Paolo.
    Durante l’incontro, Iratxe García, insieme al presidente del Partito del socialismo europeo, Sergei Stanishev e al presidente del Partido dos Trabalhadores, Gleisi Hoffmann, hanno concordato di firmare un memorandum di cooperazione per rafforzare i legami tra il Gruppo S&D, il PES e il PT e coordinare le posizioni politiche “su questioni globali comuni come democrazia, diritti umani, giustizia sociale, uguaglianza e solidarietà per società giuste, sostenibili e inclusive”.
    “Il Brasile ha bisogno di riportare la speranza in un futuro migliore per la maggioranza dei cittadini, come ha fatto Lula nel suo precedente mandato. Deve anche fermare – ha sottolineato Iratxe Garcia – la strategia populista dell’attuale governo, tesa a indebolire la democrazia e le sue istituzioni”. Secondo la presidente del gruppo S&D “c’è anche molto in gioco per l’Europa con queste elezioni: solo rafforzando i nostri legami e la nostra cooperazione con grandi attori come il Brasile saremo in grado di affrontare le sfide globali condivise, come la pandemia di Covid, la crisi del multilateralismo, l’ascesa del populismo o dell’emergenza ambientale”.
    “Dopo quattro giorni di ascolto dei leader politici brasiliani, della società civile, delle ONG e dei movimenti civici, è molto chiaro per me che il Brasile ha bisogno di un cambiamento- ha concluso Iratxe Garcia -. Tuttavia, siamo molto preoccupati per i tentativi di Bolsonaro di seminare dubbi sul funzionamento e sull’indipendenza della magistratura brasiliana. Ecco perché voglio riaffermare la nostra piena fiducia nelle istituzioni democratiche e nello Stato di diritto in Brasile”.

    La presidente del gruppo dei socialisti e democratici al Parlamento europeo ha incontrato il candidato alle presidenziali: “Il Brasile ha bisogno di riportare la speranza in un futuro migliore, come ha fatto Da Silva nel suo precedente mandato. Deve anche fermare la strategia populista dell’attuale governo”

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    Smith (USA): Stiamo mettendo insieme tutte le prove possibili per dimostrare la responsabilità di Putin negli eccidi

    Bruxelles – Raccogliere tutte le prove, da un numero più vasto e diversificato possibile di fonti, per dimostrare che in Ucraina i militari russi hanno commesso “crimini di guerra” dei quali “Putin è responsabile”. E’ molto esplicita e ferma la rappresentante USA presso la NATO Julianne Smith, parlando oggi con i giornalisti in un incontro virtuale.
    “Dobbiamo assicurare che emerga la verità, per questo dobbiamo raccogliere più informazioni possibile, da satelliti, ONG, altre organizzazioni, testimoni… per costruire il racconto e il senso delle cose accadute”, ha spiegato l’ambasciatrice.
    Secondo Smith siamo di fronte “a crimini di guerra, atrocità, delle quali (il presidente russo Vladimir, ndr) le responsabilità di Putin e i suoi devono essere dimostrate. Il nostro focus è trovare più prove possibili, usando tutte le fonti”.

    La rappresentante presso l’Alleanza atlantica: “Useremo satelliti, testimonianze, documentazione raccolta dalle ONG, dobbiamo assicurarci che emerga la verità: sono stati commessi crimini di guerra”

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    La società civile organizzata dell’UE “è al fianco dell’Ucraina e del suo popolo”

    Bruxelles – Nella sua risoluzione sulla guerra in Ucraina e il suo impatto economico, sociale e ambientale adottata giovedì, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) “condanna fermamente l’aggressione unilaterale in corso contro l’Ucraina ordinata dal presidente della Federazione russa”. Una nota spiega che “il CESE esorta a intensificare le azioni umanitarie a sostegno del popolo ucraino” e chiede una politica di immigrazione che assicuri che nessun Paese di accoglienza abbia un onere sproporzionato.
    Il CESE sottolinea inoltre le sfide che l’Europa deve affrontare a seguito della guerra e invita i leader dell’UE “ad agire, in particolare in materia di politica migratoria, inflazione, aumento dei prezzi dell’energia, per la creazione di un sistema alimentare sostenibile, la riduzione delle dipendenze e la costruzione dell”autonomia strategica e tecnologica dell’Europa”.
    “La guerra e ciò che ne deriva, in particolare le sanzioni alla Russia, avranno un prezzo da pagare. Se prendiamo sul serio i nostri valori europei e se vogliamo che gli altri prendano l’Europa sul serio, dobbiamo essere preparati a pagare questo prezzo”, afferma la presidente del CESE Christa Schweng. 

    “La guerra e ciò che ne deriva, in particolare le sanzioni alla Russia, avranno un prezzo da pagare. Se prendiamo sul serio i nostri valori europei e se vogliamo che gli altri prendano l’Europa sul serio, dobbiamo essere preparati a pagarlo

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    Di Maio: La diplomazia è l’unica strada da seguire

    Roma – “Non possiamo permetterci di perdere la  fiducia nella diplomazia come unica via d’uscita alternativa ad uno  scontro militare frontale con la Russia, che porterebbe ad un  annientamento reciproco e catastrofico”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante un’informativa alla Camera sulla situazione della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina.
    Il Ministro ha poi sottolineato che “l’Italia continua a fare  tutto il possibile per trovare una soluzione pacifica […] il presidente Draghi ha  sentito più volte il presidente Zelensky, per rinnovare il nostro completo sostegno all’Ucraina. Io stesso mi tengo personalmente in  costante contatto con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba”.

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    L’UE ha coordinato la prima operazione di evacuazione di bambini ucraini malati dalla Polonia all’Italia

    Bruxelles – Si è messa in moto l’operazione MEDical EVACuation (Med Evac), la prima operazione di trasporto di persone ferite per prestare le cure mediche necessarie messa in piedi dall’Unione Europea all’interno del meccanismo europeo di solidarietà per i trasferimenti medici intra-UE di rifugiati e sfollati. Sostenuta finanziariamente e operativamente dal meccanismo di protezione civile dell’UE, l’operazione ha coordinato l’evacuazione di bambini ucraini malati dalla Polonia all’Italia.
    Dopo i bombardamenti delle città in Ucraina, tra cui anche l’ospedale pediatrico di Mariupol mercoledì scorso (9 marzo), Bruxelles ha coordinato l’operazione di evacuazione dei bambini ucraini malati e sfollati in Polonia. Su richiesta proprio delle autorità polacche, un team medico italiano ha condotto la missione ieri (domenica 13 marzo).
    Nel frattempo, di fronte a un numero di rifugiati dall’Ucraina che ha superato la soglia delle 2,5 milioni di persone, l’UE sta continuando a fornire assistenza di emergenza alla Polonia. In coordinazione con Italia, Francia, Germania, Danimarca e Austria, sono stati offerti medicinali, attrezzature mediche e di ricovero e vaccini pediatrici.

    La prima operazione MEDical EVACuation (Med Evac) è stata condotta da un team medico italiano, all’interno del meccanismo europeo di solidarietà per i trasferimenti medici intra-UE di rifugiati e sfollati dell’Unione Europea

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    Brexit, l’UE accoglie la richiesta di Londra e sospende la procedura sul protocollo irlandese

    Bruxelles – La Commissione europea accoglie la richiesta arrivata da Londra di sospendere momentaneamente la procedura di infrazione intentata da Bruxelles per il non rispetto britannico del protocollo sull’Irlanda del Nord stipulato in seguito alla Brexit.
    La procedura era stata avviata lo scorso marzo, e la Commissione si apprestava ad aprire la seconda fase, inviando un parere motivato a Londra. Ma, spiega oggi un portavoce dell’esecutivo comunitario, “la Commissione valuterà attentamente le nuove proposte avanzate dal Regno Unito, secondo le necessarie procedure di consultazione, sia interna che con il Parlamento europeo”. Dunque, e solo “al fine di fornire lo spazio necessario per riflettere su questi temi e trovare soluzioni durature all’attuazione del protocollo, abbiamo deciso, per il momento, di non passare allo stadio successivo della procedura di infrazione”.