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    Draghi al telefono con Putin chiede il cessate il fuoco per sostenere i negoziati

    Roma – Mario Draghi e Vladimir Putin, un’ora al telefono,  “un colloquio per fare il punto “sull’andamento del negoziato tra la Russia e Ucraina” e gli ultimi sviluppi dopo il tavolo di trattative di Istanbul. In una nota diffusa da Palazzo Chigi spiegano che il presidente del Consiglio “ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale”.
    Dopo il gelo dei giorni scorsi e le accuse all’Italia, è stato riaperto il contatto tra Roma e Mosca con Draghi che “ha ribadito la disponibilità del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia”.
    Durante il colloquio è stato affrontato anche il tema del pagamento delle forniture di gas in rubli, richiesto da Putin. Il presidente russo, secondo come riferito anche dall’agenzia Tass, ha spiegato le ragioni di tale richiesta e “sono stati forniti chiarimenti” sulla decisione di passare alle transazioni con la valuta russa per le forniture di gas naturale a diversi paesi, tra cui l’Italia.
    I due leader, secondo la nota del governo, “hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto”.

    Nessuna concessione da Mosca. Al centro della telefonata l’andamento dei negoziati il giorno dopo l’incontro delle due delegazioni in Turchia. Il presidente russo insiste sul pagamento delle forniture di gas in rubli

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    Iniziato l’incontro tra russi e ucraini a Gomel

    Bruxelles – E’ iniziato nella tarda mattinata italiana il “negoziato” tra Ucraina e Russia per por termine all’aggressione di Mosca.
    Le due delegazioni si stanno incontrando a Gomel, una città bielorussa vicina al confine ucraino e russo, una località  e una situazione che il presidente autoproclamato Alexander Lukashenko in un messaggio di auguri per la trattativa ha assicurato essere assolutamente sicura per i delegati.
    Nel messaggio, letto da un suo delegato ai negoziatori , l’ultimo dittatore d’Europa dice di sperare “sinceramente che con i dialoghi di oggi si possa trovare una soluzione a questa situazione critica. Tutti bielorussi – ha assicurato – stanno pregando per questo”.

    FM #Makei: President Lukashenko sincerely hopes that during today’s talks it will be possible to find solutions to the critical issues. And all Belarusians are praying for this pic.twitter.com/kkRwdIxY0Y
    — Belarus MFA 🇧🇾 (@BelarusMFA) February 28, 2022

    Dopo alcune ore i negoziatori sono tornati in patria “per consultazioni”, ma sul dialogo pesa comunque la dichiarazione di oggi del presidente russo Vladimir Putin il quale ha detto che la pace potrà giungere solo accettando “in modo incondizionato” i “legittimi interessi della Russia nella sfera della sua sicurezza”, specificandoli poi nel: “Riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea, la demilitarizzazione e la denazificazione dello Stato ucraino e la garanzia dello status neutrale dell’Ucraina”.

    Le due delegazioni sono in una cittadina bielorussa vicina ai confini dei due Paesi