L’Ue ha istituito la missione civile Eupm in Moldova con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza da crisi e minacce ibride
Bruxelles – Inizierà presto l’impegno concreto dell’Unione Europea a supporto della Repubblica di Moldova per rispondere alle minacce alla sicurezza nazionale portate in particolare dalla Russia di Putin, secondo gli allarmi intensificatisi nel corso dell’ultimo anno di invasione russa dell’Ucraina. Oggi (24 aprile) il Consiglio dell’Ue ha istituito la missione civile di partenariato in Moldova (Eupm Moldova) con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la sicurezza del Paese contro crisi e minacce ibride, incluso l’ambito informatico, la manipolazione e l’interferenza delle informazioni.
“Essendo uno dei Paesi più colpiti dalle conseguenze dell’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia, siamo testimoni dei crescenti e continui tentativi russi di destabilizzare la Moldova con azioni ibride”, ha commentato il risultato l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, sottolineando che “oggi stiamo intensificando il sostegno dell’Ue per proteggere la sicurezza, integrità territoriale e sovranità” di Chișinău. Il dispiegamento della nuova missione Eupm Moldova va letto come“un altro importante segnale politico” fornito da Bruxelles per affrontare le “attuali difficili circostanze”, ha aggiunto Borrell.
Come si legge nella nota pubblicata dopo la decisione del Consiglio Affari Esteri, la missione Eupm Moldova avrà un mandato iniziale di due anni e il suo quartier generale operativo sarà nel Paese partner, come da richiesta dell’allora premier moldava, Natalia Gavrilița, in una lettera indirizzata lo scorso 28 gennaio all’alto rappresentante Borrell prima delle dimissioni. A guida dell’operazione civile è stato posto il direttore generale della Capacità civile di pianificazione e condotta del Servizio europeo per l’Azione esterna (Seae), Stefano Tomat, mentre a breve sarà nominato un capo missione per le operazioni sul terreno. La missione fornirà consulenza a livello strategico su strategie e politiche attraverso una cellula di progetto responsabile dell’identificazione e dell’attuazione dei progetti, che individuerà le esigenze di sviluppo delle capacità per l’allerta precoce, l’identificazione, l’attribuzione e la risposta alle minacce.
Le tensioni interne in Moldova
Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina il 24 febbraio 2022 sono aumentate le tensioni nella Repubblica di Moldova e in particolare nell’autoproclamata Repubblica filo-russa della Transnistria, nell’est del Paese, con attacchi a Tiraspol e lungo il confine con l’Ucraina (primi segnali di strategia di destabilizzazione russa e di tentativo di trovare un pretesto per un possibile intervento armato). Nei primi mesi del 2023 si sono registrati sempre più numerosi atti di provocazione palese di Mosca, con missili che hanno attraversato lo spazio aereo della Repubblica di Moldova in direzione del territorio ucraino.
Lo scorso 9 febbraio il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha informato per primo i 27 leader Ue del piano del Cremlino per “rompere l’ordine democratico e stabilire il controllo” russo sul Paese che ha ottenuto lo status di candidato dal 23 giugno 2022. Pochi giorni dopo la presidente della Moldova, Maia Sandu, ha confermato il tentativo di Mosca di “un cambio di potere a Chișinău”, attraverso “azioni violente, mascherate da proteste della cosiddetta opposizione“, con il coinvolgimento anche di “cittadini stranieri”. Il dito è puntato contro il Movimento per il Popolo che riunisce diversi gruppi filo-russi come Șor, il partito di Ilan Shor, oligarca moldavo sanzionato nell’ottobre dello scorso anno dagli Stati Uniti per la sua vicinanza al governo russo e oggi in esilio in Israele per proteggersi da un furto bancario da 1 miliardo di dollari.
Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e la presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu
Sul piano politico la situazione si è aggravata con le dimissioni a sorpresa lo scorso 10 febbraio da parte della premier europeista Gavrilița. Il suo successore, Dorin Recean, ha subito tranquillizzato i partner occidentali sulla linea di continuità nelle politiche e nelle alleanze della Moldova, Paese che ha fatto richiesta formale per aderire all’Ue il 3 marzo dello scorso anno, a una settimana dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Dopo l’ulteriore allarme lanciato a Bruxelles dalla ministra degli Interni moldava, Ana Revenco, sul fatto che “la Repubblica di Moldova si trova sulla strada di Mosca per rompere la stabilità e l’unione in Europa”, sette persone legate al Cremlino sono state arrestate durante le proteste antigovernative guidate da Șor, che tra l’altro intimavano le dimissioni della presidente Sandu. Nel corso della sua visita istituzionale a Chișinău, il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha confermato l’intenzione di avviare i negoziati per l’adesione della Moldava all’Unione Europea “entro la fine dell’anno”.
La decisione è arrivata dal Consiglio Affari Esteri su richiesta di Chișinău. L’alto rappresentante Ue, Josep Borrell: “Importante segnale politico, siamo testimoni dei crescenti e continui tentativi russi di destabilizzare il Paese”. Il mandato iniziale è di due anni, sotto la guida di Stefano Tomat