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    La Commissione Ue pronta all’esborso di 127 milioni di euro per la Tunisia. Ma solo 42 sono collegati al Memorandum d’Intesa

    Bruxelles – Un annuncio per calmare le acque, ma che a ben vedere rimane un annuncio di facciata. La Commissione europea è pronta a mobilitare 60 milioni per rimpinguare le casse vuote della Tunisia e 67 milioni per un pacchetto di assistenza operativa sulla migrazione. Ma di questi 127 milioni, solo 42 sono collegati all’implementazione del Memorandum d’Intesa siglato a luglio per arginare l’emergenza sbarchi dal Mediterraneo centrale. Gli altri riguardano accordi già in corso da tempo tra l’Ue e Tunisi.
    Messa con le spalle al muro sul mancato esborso dei fondi promessi a Kais Saied, nonostante un’estate da oltre 60 mila ingressi di persone migranti sul territorio italiano, Ursula von der Leyen ha voluto lanciare un segnale. A Giorgia Meloni, che anche all’Assemblea generale dell’Onu a New York ha parlato in toni drammatici della situazione nel Mediterraneo e della necessità di combattere in ogni modo i trafficanti, ma anche a Saied, che finora non sembra aver mosso un dito per contrastare l’aumento di partenze di migranti dalle coste tunisine, anzi. Il punto è che la Commissione Ue ha riciclato cifre già note: come ha ammesso la portavoce dell’esecutivo comunitario, Ana Pisonero, i 60 milioni di supporto al budget erano già previsti da un piano di aiuti relativo alla crisi post-pandemica e non hanno nulla a che vedere con i 150 milioni di assistenza finanziaria previsti dal Memorandum, e lo stesso vale per buona parte dei 67 milioni annunciati per la cooperazione sulle migrazioni.
    Di questi ultimi fanno parte 24,7 milioni di euro per finanziare “progetti già in corso adottati nel 2022” e 42 milioni che rientrano effettivamente nel pacchetto da 105 milioni per le migrazioni concordato nell’intesa tra Ue e Tunisi. Questa prima tranche sarà “contrattata e consegnata rapidamente”, perché ha già avuto il via libera degli Stati membri nelle procedure previste per la destinazione dei fondi attraverso lo strumento Ndici-Global Europe. Un pacchetto “costruito in stretta cooperazione con la Tunisia” per “minare le reti criminali dei trafficanti”: prevede il refitting di navi, veicoli e altre attrezzature per la guardia costiera tunisina, oltre alla fornitura di nuove imbarcazioni, termocamere e altra assistenza operativa. E programmi di formazione per il personale.
    Oltre a finanziare direttamente le autorità tunisine, una parte – non specificata dalla Commissione- di questi 42 milioni sarà mobilitata “attraverso l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr)”, in programmi dedicati alla “protezione dei migranti e ai ritorni volontari” dalla Tunisia ai Paesi d’origine. Programmi in ogni caso già in corso, che Bruxelles vuole ora “accelerare per affrontare la situazione che vediamo oggi a Lampedusa”, su cui von der Leyen ha annunciato il 17 settembre un ennesimo piano d’azione in 10 punti.
    La Commissione ha reso noto che una delegazione di funzionari si recherà in Tunisia la prossima settimana per “discutere l’attuazione del protocollo d’intesa, in particolare le azioni prioritarie”. Che sono state ribadite anche ieri in una telefonata tra il commissario Ue per il vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, e il ministro degli Esteri tunisino, Nabil Ammar: “reprimere le reti di trafficanti, intensificando l’assistenza dell’Ue per lo sviluppo delle capacità delle autorità di contrasto tunisine, e supportare i ritorni volontari e il reinserimento dei migranti nei paesi di origine, nel pieno rispetto del diritto internazionale”.

    Annunciata la consegna di 60 milioni di supporto al budget “nei prossimi giorni” e di 67 milioni per la migrazione. Di questi, circa 25 per finanziare programmi già in corso dal 2022. Varhelyi fissa le priorità con il ministro degli Esteri tunisino: “Reprimere le reti di trafficanti e supportare i ritorni volontari”

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    Borrell: per molti Stati Ue la decisione di firmare il memorandum con la Tunisia è “incomprensibile”

    Bruxelles – Alcuni  Stati membri dell’Ue hanno espresso “incomprensione” per la scelta della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di stringere un patto sulle migrazioni con la Tunisia.
    Queste osservazioni sono state espresse all’Alto rappresentate per la Politica Estera Josep Borrell sia a voce sia per iscritto, spiega lui stesso in una lettera datata 7 settembre e visionata dal Guardian.
    “Come sai… a luglio, diversi Stati membri hanno espresso la loro incomprensione riguardo all’azione unilaterale della Commissione per la conclusione di questo [memorandum] e le loro preoccupazioni riguardo ad alcuni dei suoi contenuti“, ha scritto Borrell in una lettera a Olivér Várhelyi, il commissario europeo per le Politiche di Vicinato. “Dopo la riunione del Consiglio Affari Esteri del 20 luglio – insiste Borrell – alcuni Stati membri ti hanno comunicato queste preoccupazioni con procedura scritta”.
    Il patto, firmato a luglio con la Tunisia dalla Von der Leyen, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e dal primo ministro olandese, Mark Rutte, mira ad arginare la migrazione verso l’Europa dalla Tunisia, una delle rotte più battute per i trafficanti di esseri umani, dopo che la Libia era diventata troppo pericolosa anche per le bande criminali organizzate, ricorda il quotidiano britannico.
    Borrell ricorda al collega che i ministri degli Affari Esteri hanno “osservato che la Commissione non ha seguito le fasi corrette della procedura di adozione”, non ha cioè portato il testo all’approvazione preventiva dei governi di tutti i Ventisette, e che quindi il memorandum d’intesa non può essere “considerato un modello valido per accordi futuri”.
    In quella che il Guardian definisce “una bordata contro Meloni e Rutte”, Borrell ha scritto che “la partecipazione ai negoziati e alla cerimonia di firma di un numero limitato di capi di governo dell’Ue non compensa l’equilibrio istituzionale tra il Consiglio e la Commissione”.

    L’alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione lo sottolinea in una lettera (inviata dieci giorni prima della visita di von der Leyen ieri a Lampedusa) al collega responsabile per le Politiche di vicinato Olivér Várhelyi