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    La Moldova al voto sulla lama del rasoio tra Ue e Russia

    Bruxelles – Le imminenti elezioni in Moldova sono descritte da diversi osservatori come le più cruciali nella storia recente della giovane democrazia balcanica. Domenica, gli elettori si giocheranno nelle urne il futuro del proprio Paese. Nel rinnovare il Parlamento di Chișinău, gli elettori dovranno scegliere se rimanere sul sentiero europeista tracciato dalla presidente della Repubblica Maia Sandu o ascoltare le sirene delle opposizioni virando verso l’orbita di Mosca.Al momento attuale, nessun partito o coalizione sembrerebbe in grado di ottenere la maggioranza assoluta nell’assemblea di 101 membri, fissata a quota 51 seggi. Virtualmente tutti i sondaggi dipingono un quadro generale di profonda incertezza ed elevata frammentazione. Un’eventuale stallo complicherebbe i negoziati per formare un esecutivo, rischiando di paralizzare il piccolo ma strategico Paese balcanico lasciandolo particolarmente esposto alle forti tensioni geopolitiche regionali, e mettendo potenzialmente in naftalina anche l’avvicinamento all’Ue.Le proiezioni della vigiliaDa un lato, il Partito di azione e solidarietà (Pas) di Sandu – il cui candidato di punta è il presidente della Camera Igor Grosu – è in caduta libera. Dopo il folgorante successo alle ultime parlamentari del 2021, quando ha ottenuto il 52,8 per cento dei consensi e 63 seggi, la principale forza europeista nazionale è data oggi in una forchetta tra il 34 e il 48 per cento.Il presidente del Parlamento moldavo Igor Grosu (foto: Antoine Tardy via Imagoeconomica)Gli elettori sono scettici delle promesse non mantenute dai liberal-conservatori, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei pesanti impatti economici causati dalla guerra in Ucraina e la mancata realizzazione dell’agenda riformatrice. L’unica cosa certa, se tali stime verranno confermate, è che il Pas perderà la maggioranza assoluta che ha detenuto nella legislatura uscente e dovrà dar vita ad una coalizione per governare.D’altro canto, a insidiare da vicino il Pas c’è il Blocco patriottico (Bep), un cartello elettorale composto dai socialisti del Psrm, i comunisti del Pcrm, il Cuore della Moldova (Prim) e il Futuro della Moldova (Pvm). Complessivamente, questa variegata alleanza di forze della sinistra – raccoltasi dietro il leader socialista Igor Dodon, predecessore di Sandu alla presidenza della Repubblica – potrebbe attestarsi tra il 21 e il 36 per cento delle preferenze, contendendosi il primo posto col Pas. Il Bep spinge per un approccio geopolitico più “equilibrato”: un riavvicinamento a Mosca, pur senza strappare con Bruxelles, e la neutralità strategica di Chișinău (che rimarrebbe dunque fuori dalla Nato).Altri partiti tendenzialmente filorussi sono il Nostro partito (Pn), guidato da Renato Usatîi e accreditato con un tesoretto tra l’8 e il 12 per cento dei voti, e il Blocco alternativo (BeA), altra coalizione di centro-sinistra sedicente europeista ma legata indirettamente al Bep, che viaggia attualmente sul 7-8 per cento. Anche se finissero in vantaggio le sfaccettate forze della sinistra filorussa, ad ogni modo, la strada per la formazione di un governo non sarebbe necessariamente in discesa. Dodon potrebbe doversi fare da parte, lasciando a una figura terza (magari un tecnico) l’incarico di primo ministro e guidando dalle retrovie l’azione dell’esecutivo.Il leader del Psrm, Igor Dodon (foto: Daniel Mihailescu/Afp)In realtà, l’accuratezza dei sondaggi è limitata anche dal fatto che, nella gran parte dei casi, non prendono in considerazione i moldavi della diaspora. Come già accaduto nelle tornate elettorali dello scorso autunno, sono stati proprio i voti dall’estero (circa l’8 per cento del totale) a ribaltare risultati che parevano solidi, facendo pendere la bilancia dalla parte di Sandu e del Pas sia nei due turni delle presidenziali sia nel referendum costituzionale sull’adesione all’Ue.La dimensione geopoliticaLa posta in gioco in queste elezioni, più che la guida del governo, sembra dunque essere la stessa traiettoria geopolitica della Moldova. Secondo gli analisti, si tratterà del voto più importante dall’indipendenza del 1991: su un piatto c’è il cammino di Chișinău verso l’ingresso nel club a dodici stelle, sull’altro il ritorno della nazione balcanica nell’orbita del Cremlino, abbandonata dopo la dominazione sovietica.Il Paese è ufficialmente candidato dal giugno 2022, il via libera politico all’avvio dei negoziati di adesione risale al dicembre 2023 e la prima conferenza intergovernativa coi Ventisette è stata convocata nel giugno 2024, in parallelo a quella dell’Ucraina. Al momento, si registrano progressi sostanziali soprattutto in ambito di giustizia, anticorruzione e smantellamento delle strutture oligarchiche ereditate dall’Urss. Tuttavia, dato l’accoppiamento informale con quella di Kiev (sulla quale permane il veto di Budapest), anche la pratica di Chișinău rimane bloccata nonostante l’esecutivo comunitario ritenga entrambe le nazioni “pronte” per aprire il cluster dei Fondamentali.Il Paese balcanico è del resto cruciale anche da un punto di vista geostrategico per il sostegno occidentale a Kiev. Dall’avvio dell’aggressione russa nel 2022, ha ospitato oltre un milione e mezzo di rifugiati ucraini e fornisce attualmente protezione a oltre 100mila profughi. Soprattutto, la Moldova rappresenta una base fondamentale per il trasferimento dei rifornimenti militari al Paese invaso, e allo stesso modo costituisce uno snodo chiave per il trasporto di prodotti cerealicoli da e per l’Ucraina. A questo si aggiungano i rischi connessi alla presenza militare russa in Transnistria, la regione separatista pro-Cremlino.Le interferenze di MoscaDa diversi mesi, e con insistenza sempre maggiore nelle ultime settimane, Sandu e i suoi alleati europei stanno suonando l’allarme circa le massicce campagne di interferenza elettorale orchestrate dalla Federazione per sabotare il voto di domenica. Seguendo il copione già visto nell’ultimo anno non solo nella stessa Moldova (si stima che 130mila voti siano stati comprati dalla Russia lo scorso autunno) ma anche in Romania e in Georgia, Mosca starebbe facendo ricorso a tattiche ibride online e offline, già ampiamente note a Bruxelles.Oltre alla tradizionale compravendita di voti, le autorità moldave hanno segnalato una serie di campagne di disinformazione che hanno come bersaglio sia Bruxelles sia il Pas, anche tramite contenuti generati con l’intelligenza artificiale per discreditare personalmente i politici pro-Ue più in vista. Siti web fasulli imitano ad arte le testate giornalistiche reali per diffondere in rete la propaganda filorussa e addirittura falsi proclami governativi, e parrebbe essersi mobilitata addirittura la Chiesa ortodossa russa.Il presidente russo Vladimir Putin (foto: Vyacheslav Prokofyev/Sputnik via Afp)A inizio mese, Sandu ha invocato di fronte all’Eurocamera il sostegno dell’Ue in difesa della fragile democrazia moldava. A fine agosto, un trio di pesi massimi del calibro di Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Donald Tusk si erano recati a Chișinău per mostrare simbolicamente la vicinanza dei Ventisette. Giusto ieri (24 settembre), il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammonito l’Assemblea generale dell’Onu sui pericoli della manipolazione elettorale russa.Per la capogruppo dei liberali di Renew a Strasburgo, Valérie Hayer, “il futuro della Moldova risiede in un’Ue forte e unita”. “Siamo al fianco di tutti i moldavi che difendono la loro democrazia”, ha dichiarato, aggiungendo che “i tentativi della Russia di interferire nella democrazia moldava sono riprovevoli e devono avere delle conseguenze“. Secondo il suo vice Dan Barna, “l’Ue deve rafforzare la resilienza della Moldova e garantire l’integrità del voto“.La portavoce del Berlaymont per gli Affari esteri, Anitta Hipper, ha dichiarato stamattina che Bruxelles ripone “piena fiducia nelle autorità moldave” e garantisce “supporto completo” a Chișinău, incluso tramite un nuovo “hub europeo di monitoraggio dei media digitali” nonché i 1,9 miliardi di euro erogati nel quadro del Piano di crescita per la Moldova approntato dall’Unione nell’autunno 2024. “L’Ue sta addestrando, consigliando e offrendo equipaggiamento tecnico” al Paese, ha aggiunto Hipper.

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    Macron, Merz e Tusk in Moldova per sostenere il percorso europeo di Chisinau

    Bruxelles – L’Unione europea rimane salda al fianco della Moldova, nella sua resistenza all’assertività della Russia e nel suo percorso verso l’adesione. O almeno questo è il messaggio consegnato da Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Donald Tusk alla presidente della Repubblica, Maia Sandu. La visita, in occasione del 34esimo anniversario dell’indipendenza di Chisinau, arriva ad un mese da elezioni legislative che si preannunciano ad alta tensione a causa delle temute interferenze del Cremlino.Il presidente francese Emmanuel Macron ha offerto il “sostegno determinato” di Parigi alla Moldova nel suo percorso per aderire all’Ue, ammonendo sulle “menzogne” russe durante una visita nella capitale con il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro polacco Donald Tusk. I tre leader europei, rappresentanti del cosiddetto triangolo di Weimar, si sono recati in Moldova oggi (27 agosto) per mostrare a Chisinau la vicinanza di Bruxelles in questa delicata fase storica.La padrona di casa, la presidente pro-europea Maia Sandu, ha accolto il trio con tutti gli onori, sottolineando che la presenza dei leader “dimostra non solo il vostro sostegno alla Moldova, ma anche che il progetto europeo continua e che noi ne facciamo parte”. “Non c’è alternativa all’Europa“, ha scandito la presidente, in un momento in cui “la nostra indipendenza, la nostra sovranità e la nostra pace sono messe alla prova forse più che mai“.So glad to welcome our dear friends @EmmanuelMacron, @donaldtusk, @_FriedrichMerz — honoured to celebrate Moldova’s Independence Day together. pic.twitter.com/QTvA0WZMJG— Maia Sandu (@sandumaiamd) August 27, 2025La scelta della data è tutt’altro che casuale. Il simbolismo politico richiama il passato ma parla anche al presente e all’immediato futuro del piccolo ma strategico Paese balcanico. Il 27 agosto 1991, Chisinau dichiarò la propria indipendenza dall’Unione sovietica, tre giorni dopo Kiev.Quanto al presente, la visita odierna va letta nel contesto regionale di crescente volatilità geopolitica, acuita dall’aggressione russa dell’Ucraina. Tra un mese, il prossimo 28 settembre, gli elettori saranno chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento monocamerale moldavo, in un voto cruciale che segnerà anche la traiettoria geopolitica del Paese per i prossimi anni. Il timore, a Chisinau come a Bruxelles, è che il Cremlino scateni l’ennesima campagna di interferenze elettorali.È già accaduto lo scorso novembre, quando Sandu centrò il bis per il rotto della cuffia e l’ultranazionalista filorusso Călin Georgescu vinse a sorpresa il primo turno delle presidenziali romene, sprofondando Bucarest in una profonda crisi politico-istituzionale. L’incubo peggiore sarebbe uno sviluppo analogo a quello avvenuto in Georgia, scivolata (di nuovo) nell’orbita di Mosca a seguito delle elezioni truccate di ottobre.“La propaganda del Cremlino ci dice che gli europei vogliono prolungare la guerra e che l’Ue opprime i popoli: queste sono menzogne”, ha dichiarato Macron. “A differenza della Russia, l’Ue non minaccia nessuno e rispetta la sovranità di tutti“, ha aggiunto intervenendo alla conferenza stampa congiunta accanto alla sua omologa moldava.Il presidente russo Vladimir Putin (foto: Vyacheslav Prokofyev/Sputnik via Afp)Sandu suona da tempo l’allarme circa il rischio di “un’ingerenza elettorale senza precedenti” nel prossimo appuntamento con le urne. Ad oggi, i sondaggi pre-elettorali danno il suo Partito di azione e solidarietà (Pas), di centro-destra, in vantaggio con circa il 39 per cento dei consensi, mentre il Partito socialista (Psrm), filorusso, si attesta nei dintorni del 15 per cento. Alle elezioni del 2021, il Pas aveva ottenuto poco meno del 53 per cento.Del resto, Mosca può far ricorso a varie armi nel suo ampio arsenale di guerra ibrida: non solo disinformazione e interferenze elettorali, ma anche la strumentalizzazione dei flussi energetici, ad esempio. Una tecnica già collaudata proprio nella regione separatista moldava della Transnistria, lasciata senza elettricità lo scorso inverno con l’obiettivo di mettere sotto pressione Chisinau.Infine, il viaggio dei leader europei a Chisinau aveva anche l’obiettivo di riaffermare l’impegno dei Ventisette ad accogliere la nazione balcanica nel club a dodici stelle nel futuro prossimo, magari nel giro di qualche anno. “La porta dell’Ue è aperta per la Moldova“, ha dichiarato Merz, aggiungendo che Berlino “farà tutto il possibile per aprire il primo capitolo dei negoziati in autunno“.Il Paese è ufficialmente candidato dal giugno 2022 ma i negoziati di adesione sono cominciati due anni dopo, in parallelo a quelli dell’Ucraina. Nonostante i progressi compiuti dallo Stato balcanico, riconosciuti in diverse occasioni dai vertici comunitari, al momento attuale non è aperto nessuno dei 35 capitoli negoziali per allineare le leggi moldave all’acquis communautaire.Nelle ultime settimane è addirittura circolata l’ipotesi di un disaccoppiamento delle domande d’adesione di Moldova e Ucraina, dato che sulla seconda continua a mettersi di traverso l’Ungheria di Viktor Orbán. Tra i corridoi di Bruxelles si ragionerebbe sulla possibilità di aprire a breve il primo cluster per Chisinau, prima delle elezioni, per consentire a Sandu – che ha fatto dell’adesione all’Ue, considerata “irreversibile”, un pilastro centrale della propria piattaforma politica – di tirare la volata nelle urne.Ma potrebbe trattarsi di una mossa politicamente rischiosa, capace d’incrinare i rapporti con Kiev nel momento in cui la diplomazia internazionale sembra brancolare nel buio e non si vede all’orizzonte una fine della guerra con la Russia. Gli stessi ucraini si dicono fiduciosi che l’intercessione di Donald Trump nei confronti del premier magiaro possa sbloccare l’impasse.

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    Moldova: Costa a Chișinău parla di allargamento, la presidente Sandu: “Solo nell’Ue saremo protetti”

    Bruxelles – In vista del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo per la sicurezza dell’Ucraina, l’Ue torna a riaffermare il suo sostegno alla Repubblica di Moldova. Fortemente minacciata dal taglio delle forniture di gas russo e dalla presenza di truppe russe nell’autoproclamata repubblica di Transnistria, la Moldova è stata la meta della visita ufficiale di questa mattina (3 marzo) del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa alla presidente della Repubblica di Moldavia Maia Sandu, a tre anni esatti dalla firma, da parte della seconda, della domanda di adesione all’Ue.Ingresso del Paese nell’Ue, indipendenza energetica dalla Russia, sostegno allo sviluppo economico, pace e sicurezza sono stati i temi principali del vertice. In conferenza stampa Sandu ha ricordato come nonostante le minacce di Mosca, la Moldova abbia scelto di rimanere sul percorso verso l’adesione e di come abbia riaffermato questa volontà attraverso il referendum del 20 ottobre 2024: “Abbiamo scelto libertà e democrazia” ha sottolineato la presidente. Maia Sandu ha espresso gratitudine per i 250 milioni di euro stanziati dall’Unione per sostenere l’economia moldava nel 2025 e riguardo al tema della sicurezza del Paese, ha dichiarato solennemente che: “Solo nell’Ue saremo protetti, solo nell’Ue avremo la pace“.Antonio Costa ha lodato i progressi fatti dalla Moldova in direzione dell’adesione negli ultimi tre anni e, riferendosi agli attacchi ibridi, alle fake news e ai ricatti energetici di Mosca, ha sottolineato che l’Ue è un partner affidabile e che “continueremo a lavorare fianco a fianco per modellare il nostro futuro comune secondo i nostri termini, senza interferenze e nessuno che possa decidere per noi“. Costa è tornato sul tema della sicurezza europea sottolineando l’importanza delle decisioni concrete che verranno prese dai leaders europei il 6 marzo e la necessità di una pace giusta per l’Ucraina, necessaria anche per la sicurezza della Moldova, secondo maggior beneficiario della European peace facility con 37 milioni di euro già erogati per l’aumento delle sue capacità di difesa ed altri 60 milioni in arrivo per il 2025. “Stiamo investendo nella difesa per la pace, non per la guerra” ha tenuto a precisare il presidente.Il Consiglio e il Parlamento Ue, lo scorso 20 febbraio, hanno raggiunto un accordo politico sul pilastro fiscale del Piano di crescita della Moldova che, una volta adottato, fornirà al Paese 1,9 miliardi di euro per dare spinta all’economia, attrarre investimenti e promuovere la crescita. I fondi saranno essenziali per una rapida transizione energetica per la Moldova, che per raggiungere l’autonomia necessita di accrescere le sue capacità di stoccaggio e generazione di elettricità pulita. Di questi 1,9 miliardi di euro, 300 milioni saranno resi disponibili già entro la fine di aprile. In merito alla Transnistria, Antonio Costa ha ricordato come l’offerta di 60 milioni di euro, fatta alla regione in cambio di misure concrete in materia di libertà fondamentali e diritti umani, è ancora sul tavolo.Come la commissaria Ue per l’Allargamento Marta Kos prima di lui (4 febbraio 2025), Costa a Chisinau ha enfatizzato la sua fiducia in una rapida conclusione del processo di adesione della Moldova nell’Ue.

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    La pro europea Maia Sandu ha vinto al secondo turno le presidenziali in Moldova

    Bruxelles – L’esito finale delle presidenziali moldave regala un sospiro di sollievo alle cancellerie occidentali, con la conferma del capo dello Stato uscente, l’europeista Maia Sandu, per altri quattro anni. Dopo il primo turno dello scorso 20 ottobre, gli elettori hanno premiato nel ballottaggio la presidente della Repubblica in carica, che vuole blindare il percorso di Chisinau verso l’Ue. Secondo le autorità, il voto è stato inquinato per l’ennesima volta dalle interferenze di Mosca. Di sicuro, per l’ennesima volta, c’è che Sandu è stata “salvata” dalla diaspora, mentre in patria avrebbe vinto lo sfidante filorusso.I numeri della sfidaA scrutinio quasi completato (99,86 per cento dei seggi) il quadro che emerge dalle presidenziali moldave di ieri (3 novembre) è chiaro: la presidente uscente Maia Sandu ha vinto il secondo turno con il 55,41 per cento dei consensi, staccando di oltre dieci punti l’ex procuratore generale filorusso Alexandr Stoianoglo, fermo al 44,59 per cento. Il capo dello Stato ha commentato così il responso delle urne: “Moldova, oggi sei vincitrice. Insieme, abbiamo dimostrato la forza della nostra unità, democrazia e impegno per un futuro dignitoso”.Moldova, today you are victorious. Together, we’ve shown the strength of our unity, democracy, and commitment to a dignified future.Thank you, dear Moldovans, at home and abroad. Walk with pride—you are freedom, hope, and resilience. I am proud to serve you all. pic.twitter.com/yGGlrjAMEC— Maia Sandu (@sandumaiamd) November 3, 2024I dati aggregati non restituiscono pienamente la dinamica del voto. Per farsi un’idea più completa occorre considerare la provenienza geografica dei consensi espressi. Nei 1988 collegi in cui è divisa la Moldova, Stoianoglo ha sorpassato Sandu di oltre due punti (51,19 a 48,81 per cento), mentre la presidente in carica ha stravinto il voto dall’estero: con 228 su 231 collegi scrutinati, Sandu si è portata a casa l’82,77 per cento delle preferenze degli expat moldavi, mentre Stoianoglo è rimasto inchiodato al 17,23 per cento. Nella capitale Chisinau, il vantaggio di Sandu sullo sfidante è di una quindicina di punti: 57,38 contro 42,62 per cento.Gioco sporco?Fino alla chiusura delle urne, il ballottaggio si annunciava particolarmente combattuto e il suo esito difficile da prevedere. Sandu, un’ex economista della Banca mondiale candidatasi come indipendente di area del Partito di azione e solidarietà (Pas), la forza di governo liberale ed europeista, aveva ottenuto il 42,5 per cento al primo turno, mentre Stoianoglo si era attestato al 26,5 per cento. Ma quest’ultimo, appoggiato dal Partito dei socialisti (Psrm), filo-russo, aveva ricevuto l’endorsement di diversi altri candidati sconfitti il 20 ottobre.Un altro ostacolo alla riconferma di Sandu, almeno stando alle dichiarazioni delle autorità moldave e della stessa presidente, è stata poi l’ennesima campagna di interferenza orchestrata dalla Russia di Vladimir Putin, che avrebbe preso di mira il processo democratico del Paese balcanico tramite fake news, disinformazione, propaganda e varie forme di coercizione degli elettori, inclusa la minaccia di attacchi ai seggi all’estero. Il segretario di Stato per la sicurezza, Stanislav Secrieru, ha denunciato il trasporto coatto di centinaia di elettori moldavi da parte russa, mentre il premier Dorin Recean ha affermato che diversi cittadini hanno ricevuto “minacce di morte anonime tramite chiamate telefoniche”.Sandu ha parlato di “attacchi senza precedenti” mossi da “forze ostili fuori dal Paese”, e ha accusato lo sfidante (che lei stessa aveva destituito dall’incarico di procuratore generale l’anno scorso) di essere un “cavallo di Troia” putiniano. Stoianoglo ha contrattaccato dipingendosi come l’uomo del dialogo sia con l’Occidente che con la Russia e imputando al capo dello Stato una retorica “divisiva” in un Paese in cui, affianco alla maggioranza romena, abita una nutrita comunità russofona.La partita geopoliticaL’esito del voto è fondamentale per la collocazione internazionale della Moldova e potrebbe anticipare le dinamiche che caratterizzeranno le prossime elezioni legislative, che si terranno entro la prima metà del 2025. Con la riconferma della presidente in carica per un altro mandato di quattro anni, il piccolo Paese balcanico parrebbe essersi ancorato più saldamente nel campo occidentale, ma non è ancora detto che il Pas (al potere dal 2021) riesca a mantenere il controllo del governo il prossimo anno.La stessa Sandu ha dichiarato che l’ingresso nel club europeo sarà l’imperativo strategico più importante della politica estera di Chisinau e che si augura di centrare l’obiettivo entro la fine del decennio. “Entrare nell’Unione europea è il piano Marshall della Moldova”, ha dichiarato, riferendosi al piano di investimenti monstre con cui gli Stati Uniti hanno sostenuto la ricostruzione dell’Europa occidentale nel secondo dopoguerra. Bruxelles ha recentemente adottato un pacchetto di finanziamenti da quasi 2 miliardi di euro per assistere Chisinau nel suo percorso verso l’Ue.L’alternativa, per la piccola repubblica balcanica, è il ritorno nell’orbita del Cremlino. La Moldova è uno degli Stati che costituiscono il cosiddetto spazio post-sovietico: una “cintura” di Paesi che secondo molti analisti Putin vorrebbe mantenere sottoposti alla Federazione Russa al fine di creare una zona cuscinetto in funzione anti-Nato, e che cerca di trattenere tramite interventi più o meno diretti, militari e ibridi. Oltre alle interferenze nei processi elettorali moldavi, Mosca mantiene da decenni delle truppe nella regione separatista della Transnistria, un lembo di terra moldava al confine con l’Ucraina.Bruxelles festeggia SanduEcco perché a Bruxelles la vittoria di Sandu è stata salutata con particolare sollievo. “Ci congratuliamo con le autorità moldave per il successo delle elezioni, nonostante le interferenze senza precedenti della Russia, anche con schemi di compravendita di voti e disinformazione”, si è complimentato l’Alto rappresentante per la politica estera comunitaria Josep Borrell, che ha denunciato i “tentativi ibridi” del Cremlino “di minare le istituzioni democratiche del Paese e il suo percorso nell’Ue”.Lo stesso giorno in cui si è tenuto il primo turno delle presidenziali, i moldavi avevano anche votato in un referendum che li interrogava sull’eventualità di introdurre in Costituzione l’obiettivo di aderire all’Ue. Sandu aveva convocato la consultazione popolare sperando in un plebiscito a favore del “sì”, ma alla fine il fronte europeista ha vinto sul filo del rasoio, sempre grazie al voto della diaspora e della capitale. Anche in quell’occasione erano state denunciate forti ingerenze di Mosca, facilitate da schemi di frodi elettorali ricondotti dagli inquirenti all’oligarca filorusso Ilan Shor.La domanda di adesione moldava risale al marzo 2022 e lo status di candidato è arrivato lo scorso dicembre. A giugno di quest’anno si è tenuta la prima conferenza intergovernativa Ue-Moldova, con cui sono stati formalmente avviati i negoziati per l’ingresso in Ue.

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    Il doppio voto in Moldova avvicina Chisinau all’Europa

    Bruxelles – Per il rotto della cuffia i cittadini moldavi hanno deciso che il futuro del loro Paese è quello di entrare nell’Unione europea. Il “sì” al referendum popolare sull’adesione è passato in testa lunedì mattina (21 ottobre), il giorno dopo la chiusura delle urne, e pare che la volata sia stata tirata dai residenti all’estero. Ma domenica si è votato anche per le presidenziali: la presidente uscente Maia Sandu, un’europeista che ha ripetutamente denunciato ingerenze russe nel processo democratico nazionale, è in vantaggio, ma dovrà andare al ballottaggio tra due settimane.Chisinau verso BruxellesSembrava fosse già l’ora di intonare il de profundis delle ambizioni europee della Moldova, con il fronte contrario all’ingresso nell’Ue del piccolo Paese esteuropeo sembrava in netto vantaggio fino alle prime ore di lunedì. Ma all’ultimo miglio dello scrutinio si è registrato il sorpasso, spinto dal voto della diaspora che è stato conteggiato solo alla fine e a quello della Capitale Chisinau, arrivato all’alba di oggi. Per tutta la notte tra domenica e lunedì era rimasto saldamente in testa (con una percentuale che oscillava tra il 55 e il 57) il “no” al referendum, ma poi la situazione si è ribaltata – almeno stando ai dati preliminari forniti dalla commissione elettorale centrale.Il distacco tra i due schieramenti corre sulla lama di un rasoio, ma sarebbe sufficiente a far vincere il fronte europeista: 50,39 contro 49,61 per cento con oltre il 99 per cento dei voti scrutinati. Lo scarto sarebbe di poche migliaia di voti, poco più di 11mila su una popolazione totale da 2 milioni e mezzo di abitanti. L’affluenza è stata ampiamente superiore alla soglia necessaria ai fini della validità del referendum (33,3 per cento), con oltre la metà degli aventi diritto (51,68 per cento) che si sono recati alle urne.Nel quesito referendario si chiedeva ai cittadini se inserire nella carta fondamentale l’impegno dell’ex repubblica sovietica verso l’integrazione nel club europeo. Nello specifico, il preambolo della Costituzione dovrebbe ora venire arricchito da due nuovi paragrafi per “riconfermare l’identità europea del popolo della Repubblica di Moldova e l’irreversibilità del percorso europeo” e per “dichiarare l’integrazione nell’Unione Europea un obiettivo strategico della Repubblica di Moldova”.Ombre russeSecondo molti osservatori, il successo del fronte anti-Ue sarebbe dovuto anche ad una pesante campagna di interferenza orchestrata da Mosca, che ha tutto l’interesse a tenere la Moldova lontana da Bruxelles. Quando il “no” al referendum era ancora in vantaggio, Sandu ha accusato “gruppi criminali” legati al Cremlino di aver interferito con il voto, per impedire all’ex repubblica sovietica di abbandonare l’orbita russa. “Abbiamo prove chiare che questi gruppi criminali hanno tentato di comprare 300mila voti”, ha dichiarato, con l’obiettivo “di minare un processo democratico” e di “diffondere paura e panico nella società”.Da Bruxelles le ha fatto eco il portavoce per gli Affari esteri dell’esecutivo comunitario, Peter Stano: “Abbiamo notato che questa votazione si è svolta sotto un’interferenza e un’intimidazione senza precedenti da parte della Russia” e di altri attori riconducibili alla Federazione, ha dichiarato durante una conferenza stampa, “con l’obiettivo di destabilizzare i processi democratici nella Repubblica di Moldova”. Del resto, non si tratta certo di un fulmine a ciel sereno. “Questa interferenza straniera e manipolazione delle informazioni” da parte del Cremlino “ha molti volti, e sta accadendo in molte forme non solo pochi giorni prima del voto”, ha aggiunto Stano, parlando di “uno sforzo a lungo termine” che è finito nel mirino della Commissione “molto tempo fa”.Le autorità moldave avevano già smantellato un massiccio schema di compravendita di voti a inizio mese, che avevano ricondotto alle ingerenze dell’oligarca Ilan Shor, vicino a Mosca e attualmente residente in Russia. La settimana scorsa, hanno sventato un altro complotto in cui erano coinvolti oltre un centinaio di giovani che avrebbero ricevuto un addestramento da parte di gruppi militari privati russi su come creare disordini in occasione del doppio voto di domenica scorsa.Le aspirazioni europee della leadership in caricaUn’ex repubblica sovietica, la Moldova è guidata dal 2021 da un governo filo-occidentale e dalla presidente pro-Ue Maia Sandu eletta l’anno precedente.Esecutivo e capo dello Stato stanno cercando di sganciare la nazione balcanica da quella che il presidente russo Vladimir Putin continua a considerare la “sfera d’influenza” della Federazione. Da decenni Chisinau è alle prese con i separatisti della Transnistria, un lembo di terra al confine con l’Ucraina che si è autoproclamata indipendente nel 1990 e continua a sfidare la sovranità e l’integrità territoriale moldave grazie all’appoggio della Russia.Nel marzo 2022 la Moldova ha fatto domanda per entrare in Ue insieme all’Ucraina ed ha ottenuto lo status di Paese candidato nel giugno di quello stesso anno, sempre in tandem con Kiev. Lo scorso dicembre, il Consiglio europeo ha dato il via libera per avviare formalmente i negoziati di adesione, una decisione concretizzatasi a giugno di quest’anno con la prima conferenza intergovernativa.Ballottaggio presidenzialeMa l’appuntamento elettorale di domenica era doppio. Oltre ad esprimersi sul futuro europeo di Chisinau, i moldavi erano anche chiamati a scegliere il nuovo capo dello Stato, che si dovrà insediare alla scadenza del mandato della presidente uscente, la 52enne Sandu (il prossimo dicembre).L’attuale presidente (la prima donna a ricoprire tale incarico, già prima ministra per qualche mese nel 2019) ha ottenuto il 42,31 per cento dei consensi a scrutinio quasi completo, che la posizionano saldamente in testa ma non le hanno permesso di centrare il bis al primo turno. Ora dovrà sfidare il candidato filorusso Alexandr Stoianoglo (che ha preso il 26,09 per cento) al ballottaggio in calendario per il 3 novembre.

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    La Moldova scaccia i fantasmi filo-russi. Michel annuncia l’avvio dei negoziati per l’ingresso in Ue entro la fine dell’anno

    Bruxelles – Le bandiere russe che un mese fa hanno riempito le strade di Chișinău nelle violente manifestazioni contro la presidente Maia Sandu potrebbero presto essere sostituite da quelle a dodici stelle dell’Unione Europea. Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, in visita in Moldova, ha posto il suo obiettivo: aprire i negoziati per l’adesione del Paese all’Unione “entro la fine dell’anno”.
    Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e la presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu (28 marzo 2023)
    Il viaggio del leader Ue a Chișinău non è casuale. Dopo le mobilitazioni filo-russe fomentate dal partito di opposizione Șor e con il sospetto di ingerenze dell’intelligence di Mosca, c’era bisogno di riaffermare il “pieno sostegno” dell’Ue “per il popolo moldavo” nel suo cammino verso l’ingresso nell’Unione. E di accelerarlo, se necessario, per scongiurare le mire espansionistiche del Cremlino, che vorrebbe fare della Moldova una nuova Bielorussia. Michel ha reso onore al “coraggio e alla determinazione” con cui il Paese partner ha risposto alle minacce russe, che ha tentato di destabilizzare il Paese “usando l’arma dell’energia, gli attacchi informatici, fomentando proteste antigovernative”.
    Come a voler scacciare definitivamente qualsiasi fantasma filo-putiniano dall’orizzonte, la presidente Sandu ha dichiarato che “l’integrazione europea è l’unica strada che possa assicurare la sopravvivenza della Repubblica di Moldova come un Paese libero e prospero, l’unica possibilità per vivere in libertà, pace e benessere”. La premier europeista ha rivendicato la “determinazione a restare parte del mondo libero” con cui la Moldova sta affrontando gli attacchi ibridi che partono da Mosca, sottolineando al contempo il “supporto solido” ricevuto da Bruxelles.
    Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, con il presidente del Parlamento della Moldova, Igor Grosu (28 marzo 2023)
    Un miliardo di euro mobilitati nel corso del 2022 a sostegno della stabilità del Paese, e la volontà a “fare ancora di più”. I 27 Stati membri hanno chiesto, nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo, che la Commissione Ue presenti un pacchetto di misure per la Moldova “prima dell’estate”. Nel frattempo, ha ricordato Michel, è importante che il governo guidato da Dorin Recean “continui a implementare i nove passi richiesti dall’esecutivo europeo” per soddisfare i requisiti per l’ingresso nell’Unione. La presidente moldava ha assicurato di essere già al lavoro per “raggiungere gli alti standard necessari per essere un Paese membro”. Gli sforzi del governo si concentrano soprattutto su “un sistema giudiziario indipendente, sulla lotta alla corruzione, sull’eradicazione dell’influenza degli oligarchi nella politica, nell’economia, nei mass media e nella giustizia”.
    Nel corso della sua visita, Michel ha incontrato anche il primo ministroRecean e il presidente del Parlamento di Chișinău, Igor Grosu. Il numero uno del Consiglio Europeo ha infine confermato che la capitale moldava ospiterà, il prossimo primo giugno, la seconda riunione della Comunità politica europea: “Siamo certi che sarà un successo”, ha concluso Michel.

    Il presidente del Consiglio Ue in visita a Chișinău ha ringraziato la presidente, Maia Sandu, per il “coraggio e la determinazione” con cui ha risposto ai tentativi di destabilizzazione di Mosca. Il Paese è al lavoro per soddisfare i nove requisiti posti dalla Commissione Europea

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    L’Ue al fianco della Moldova nella lotta contro i disordini sobillati dalla Russia: “Supporto incrollabile a Chișinău”

    Bruxelles – Dopo l’allarme, la reazione. Le autorità della Repubblica di Moldova hanno annunciato di aver arrestato sette persone con l’accusa di favoreggiamento di disordini durante le proteste antigovernative filo-russe di ieri (12 marzo). Una rete “orchestrata da Mosca” per destabilizzare la situazione interna al Paese candidato all’adesione all’Unione Europea, di cui farebbero parte cittadini moldavi e “agenti russi” inviati direttamente dal Cremlino per organizzare “disordini di massa” a Chișinău.
    Proteste anti-governative a Chișinău, Moldova, il 12 marzo 2023 (credits: Daniel Mihailescu / Afp)
    “Congratulazioni alla polizia moldava, che ha arrestato persone sospettate di aver pagato per promuovere disordini filorussi e antigovernativi”, è il commento della commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, ricordando che “il sostegno dell’Ue alla Moldova rimane essenziale“. Una dimostrazione è stata la riunione di venerdì (10 marzo) del Nucleo di sostegno Ue insieme alla ministra degli Interni moldava, Ana Revenco, in cui è stata firmata una lettera di intenti con Europol per garantire un supporto nella lotta al crimine organizzato. A margine dello stessa riunione a Bruxelles la ministra Revenco ha avvertito che “la Repubblica di Moldova è la seconda linea dell’aggressione russa contro l’Ucraina”. Nel corso della giornata di ieri migliaia di manifestanti filo-russi hanno marciato nella capitale del Paese, guidati da esponenti di Șor, il partito di Ilan Shor, oligarca moldavo sanzionato nell’ottobre dello scorso anno dagli Stati Uniti per la sua vicinanza al governo russo (la stessa cosa il governo moldavo chiede a Bruxelles di fare) e oggi in esilio in Israele per proteggersi da un furto bancario da 1 miliardo di dollari.
    Prima della riunione con la commissaria Johansson la ministra Revenco aveva fatto un riferimento implicito alle responsabilità anche di Shor nel rischio di colpo di Stato in Moldova, parlando di “sforzi e risorse di Mosca, gruppi di interesse e oligarchi fuggiti per aumentare il livello di destabilizzazione nel Paese”. Le autorità di polizia hanno anche informato che nell’ultima settimana è stato negato l’ingresso in Moldova a 182 cittadini stranieri – tra cui un “possibile rappresentante” del gruppo militare privato russo Wagner – mentre l’agenzia anti-corruzione ha effettuato un sequestro pari a oltre 200 mila euro per un presunto finanziamento illegale di Șor da parte di un gruppo di criminalità organizzata legato a Mosca. “La Moldova è uno dei Paesi più negativamente colpiti dalle conseguenze della guerra russa in Ucraina, negli ultimi mesi è diventato sempre più target degli attacchi ibridi e della disinformazione russa”, ha ricordato alla stampa il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna, Peter Stano: “L’obiettivo è chiaro, minare e destabilizzare il Paese e le sue riforme anti-corruzione del governo pro-Ue”.
    Nelle ultime settimane si sono svolte diverse proteste da parte del gruppo Movimento per il Popolo – che riunisce diversi gruppi, associazioni e partiti filo-russi come Șor – per spingere la presidente europeista Maia Sandu a rassegnare le dimissioni. Non è un caso se poco meno di un mese fa Sandu ha confermato un report dell’intelligence ucraina, secondo cui il Cremlino ha messo in atto un piano per “rompere l’ordine democratico e stabilire il controllo” russo sul Paese candidato all’adesione Ue: l’obiettivo sarebbe “un cambio di potere a Chișinău”, attraverso “azioni violente, mascherate da proteste della cosiddetta opposizione“, con il coinvolgimento di “cittadini stranieri”. Per sostenere la leadership moldava, il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha telefonato ieri alla presidente Sandu: “Il sostegno dell’Ue è incrollabile“, ha confermato il numero uno del Consiglio, precisando che è necessario “continuare a lavorare insieme in questa nuova fase di relazioni strategiche”. La conversazione telefonica è stata anche un’occasione per discutere della seconda riunione della Comunità Politica Europea, che il primo giugno porterà i capi di Stato e di governo dei Paesi proprio a Chișinău, ma anche della “determinazione della Moldova a portare avanti le riforme e gli sforzi per avanzare sulla strada Ue”.
    Le tensioni interne in Moldova
    Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina il 24 febbraio 2022 sono aumentate le tensioni nella Repubblica di Moldova e in particolare nell’autoproclamata Repubblica filo-russa della Transnistria, nell’est del Paese, con attacchi a Tiraspol e lungo il confine con l’Ucraina (primi segnali di strategia di destabilizzazione russa e di tentativo di trovare un pretesto per un possibile intervento armato). Nell’ultimo mese si sono registrati sempre più numerosi atti di provocazione palese di Mosca, con missili che attraversano lo spazio aereo della Repubblica di Moldova in direzione del territorio ucraino, mentre lo scorso 9 febbraio il presidente Volodymyr Zelensky ha informato per primo i 27 leader Ue (come poi confermato dalla presidente Sandu) del piano del Cremlino per “rompere l’ordine democratico e stabilire il controllo” russo sul Paese che ha ottenuto lo status di candidato dal 23 giugno dello scorso anno.
    Sul piano politico la situazione è particolarmente delicata, con le dimissioni dimissioni a sorpresa dello scorso 10 febbraio da parte della prima ministra europeista, Natalia Gavrilița. A succederle è stato scelto l’ex-segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza ed ex-ministro degli Affari Interni, Dorin Recean, che ha subito tranquillizzato sul fatto che sicurezza, economia e integrazione Ue saranno le priorità del governo, a partire dalla “realizzazione di tutte le condizioni per l’adesione all’Unione Europea” nel più breve tempo possibile. La Moldova aveva fatto richiesta formale per aderire all’Ue il 3 marzo dello scorso anno, a una settimana dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ricevendo il via libera della Commissione tre mesi più tardi e il successivo benestare del Consiglio Ue alla concessione dello status di Paese candidato il 23 giugno.

    La polizia ha arrestato sette persone legate al Cremlino durante le proteste antigovernative guidate da Șor, il partito filo-russo dell’oligarca Ilan Shor. Colloquio telefonico tra i presidenti del Consiglio Ue, Charles Michel, e del Paese candidato all’adesione Ue, Maia Sandu

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    La presidente della Moldova conferma l’allarme di Kiev per un possibile colpo di Stato nel Paese, sobillato da Mosca

    Bruxelles – Arrivano le conferme anche da parte della numero uno della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, alle rivelazioni del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sul piano del Cremlino per “rompere l’ordine democratico e stabilire il controllo” russo sul Paese candidato all’adesione Ue. Nel corso di una conferenza stampa in cui non è stato lasciato quasi nulla all’immaginazione, la presidente moldava ha attaccato il Cremlino per i tentativi di “destabilizzare la Repubblica di Moldova”, così come “confermato dalle nostre istituzioni” dopo che la questione della “sicurezza nel nostro Paese è apparsa nello spazio pubblico”.
    La presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, alla sessione plenaria del Parlamento Europeo (18 maggio 2022)
    Dopo diversi tentativi russi di destabilizzare il Paese nel corso dell’ultimo anno – tra cui “anche lo scorso autunno” – il nuovo piano del Cremlino “per il prossimo periodo prevede azioni che coinvolgono diversivi con addestramento militare, camuffati in abiti civili, che avrebbero intrapreso azioni violente, effettuato attacchi a edifici di istituzioni statali o addirittura preso ostaggi”, è l’accusa della presidente Sandu. L’obiettivo sarebbe “un cambio di potere a Chișinău”, attraverso “azioni violente, mascherate da proteste della cosiddetta opposizione”, con il coinvolgimento anche di “cittadini stranieri”. Questo sarebbe dimostrato dalle indicazioni sui materiali intercettati, con le regole d’ingresso in Moldova per “cittadini della Federazione Russa, della Bielorussia, della Serbia e del Montenegro”.
    La richiesta della presidente moldava a “tutte le istituzioni statali, e in particolare a quelle preposte alla sicurezza e all’ordine pubblico” è quello di “mostrare la massima vigilanza”. Questo perché “gli autori si affidano a forze interne per la realizzazione del piano” che punta a “rovesciare l’ordine costituzionale e cambiare il potere legittimo con uno illegittimo, che metterebbe il nostro Paese a disposizione della Russia e fermerebbe il processo di integrazione europea“, è l’avvertimento della leader moldava. Per Mosca, Chișinău diventerebbe così uno strumento “nella guerra contro l’Ucraina”.

    ‼️The President of #Moldova said that a pro-#Russian coup is being prepared in the country
    At a briefing, Maia #Sandu spoke about the threat of destabilization of the situation in the country by the Russian special services and forces under their control. pic.twitter.com/nBrzDP9vMF
    — NEXTA (@nexta_tv) February 13, 2023

    Le dichiarazioni di Sandu arrivano a pochi giorni dall’avvertimento del leader ucraino Zelensky al Consiglio Europeo straordinario a Bruxelles, ma soprattutto dalle dimissioni a sorpresa della prima ministra europeista, Natalia Gavrilița, che ha accusato l’opinione pubblica nel Paese di non sostenere il processo verso l’adesione Ue “come i partner internazionali”. In ogni caso il nuovo premier nominato, Dorin Recean (ex-segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza ed ex-ministro degli Affari Interni), ha assicurato che sicurezza, economia e integrazione Ue saranno le priorità del suo governo, se confermato dal Parlamento nazionale. “A partire dalla Seconda Guerra Mondiale non abbiamo mai corso rischi come quelli attuali”, sono state le prime parole del premier incaricato: “Dobbiamo consolidare il sistema di sicurezza in modo tale che tutti i cittadini si sentano protetti” e puntare sulla “armonizzazione della legislazione nazionale e la realizzazione di tutte le condizioni” per l’adesione alla Ue
    A meno di quattro mesi dalla seconda riunione della Comunità Politica Europea, che il primo giugno porterà i capi di Stato e di governo di tutti i Paesi del continente proprio nella capitale moldava, si registrano sempre più tensioni nel Paese che ha ottenuto lo status di candidato dal 23 giugno dello scorso anno. Alle esplosioni della scorsa primavera nell’autoproclamata Repubblica separatista della Transnistria, lungo il confine con l’Ucraina, si sono sommate le recenti azioni di provocazione di Mosca, con il missile che la scorsa settimana ha attraversato lo spazio aereo della Moldova per colpire il territorio dell’Ucraina.
    La solidarietà degli eurodeputati alla Moldova
    “Putin vuole cambiare il potere legittimo di Chișinău in uno illegittimo, distruggendo le aspirazioni europee della Moldova”, ha attaccato dall’emiciclo del Parlamento Europeo di Strasburgo l’eurodeputata ceca del Partito Pirata Europeo (Verdi/Ale) Markéta Gregorová. Intervenendo in apertura della sessione plenaria dell’Eurocamera, Gregorová ha chiesto una “dichiarazione di sostegno alla Moldova nel suo percorso di adesione all’Ue“, dal momento in cui “tre giorni fa la premier [Gavrilița, ndr] si è dimessa e questo ha creato una situazione che rischia di portare a squilibri in un Paese che ha da alcuni mesi lo status di candidato”. Ringraziando la collega per la richiesta, anche la numero uno del Parlamento Ue, Roberta Metsola, si è detta “d’accordo” con una nuova espressione di sostegno al Paese partner.
    Anche il capo-delegazione del terzo polo al Parlamento Ue, Nicola Danti (Italia Viva), sottolineando su Twitter che “c’è un rapporto forte che lega il nostro Paese alla Moldova”, ha chiesto a Italia e Unione Europea di “garantire il massimo sostegno” a Chișinău di fronte ai “tentativi di infiltrazione russa e di golpe denunciati dalla presidente Sandu, inquietanti e da non sottovalutare“.

    C’è un rapporto forte che lega il nostro Paese 🇮🇹 alla #Moldova 🇲🇩. I tentativi di infiltrazione russa e di golpe denunciati dalla Presidente @sandumaiamd sono inquietanti e da non sottovalutare. Siamo con lei e con il Governo. Italia e Ue garantiscano il massimo sostegno.
    — Nicola Danti 🇪🇺🇮🇹 (@DantiNicola) February 13, 2023

    In conferenza stampa Maia Sandu ha denunciato il tentativo del Cremlino di “rovesciare l’ordine costituzionale e cambiare il potere legittimo a Chișinău, per fermare il processo di integrazione europea”. Il nuovo primo ministro moldavo, Dorin Recean, ribadisce l’indirizzo filo-Ue del governo