More stories

  • in

    Liz Truss si è dimessa da prima ministra del Regno Unito dopo 45 giorni dall’inizio del mandato

    Bruxelles – La prima ministra del Regno Unito, Liz Truss, ha rassegnato le dimissioni. L’annuncio è arrivato oggi (giovedì 20 ottobre) davanti alla residenza di Downing Street 10, dopo soli 46 giorni dall’inizio del suo mandato (iniziato lo scorso 5 settembre). “Sono entrata in carica in un momento di grande instabilità economica e internazionale” – ha esordito Truss nel suo discorso di dimissioni – in cui “famiglie e imprese erano preoccupate su come pagare le bollette”. Tuttavia, affermando che “considerata la situazione attuale, non posso più rispettare il mandato per cui sono stata eletta” leader del Partito Conservatore e premier britannica.
    Per questo motivo “ho parlato con il re [Carlo III, ndr] per notificargli che rassegno le dimissioni”. Truss ha rivendicato che l’obiettivo del suo mandato prevedeva la necessità di “cambiare la situazione, risparmiando sulle bollette energetiche e tagliando sulle tasse”, anche grazie alla “libertà fornita dalla Brexit“. Quanto accaduto a Londra negli ultimi 45 giorni – dove è emerso chiaramente il clima di instabilità con le dimissioni del Cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, e della segretaria degli Interni, Suella Braverman – ha cambiato però le carte in tavola, mettendo sempre più pressione sulla stessa premier britannica.
    Questa mattina Truss ha incontrato i membri del Comitato 1922 – il gruppo parlamentare del Partito Conservatore alla Camera dei Comuni – ed è stata raggiunta la decisione che “entro la prossima settimana ci sarà l’elezione del nuovo leader“, che assumerà poi anche la guida del Paese. Il cambio di leadership dei tories “assicurerà il mantenimento del piano fiscale, della stabilità economica del Paese e della sicurezza nazionale”, ha sottolineato Truss, precisando che rimarrà “in carica fino al momento in cui sarà scelto il nuovo leader”. Quello di Liz Truss è stato il governo più breve della storia del Regno Unito, prima di lei la maglia nera toccava a quello presieduto da Boris Johnson conclusosi il 7 luglio dopo 2 anni e 349 giorni.
    “Continueremo a lavorare per le relazioni più forti e strette possibili con il Regno Unito, anche se esprimo nuovamente il mio rammarico per la Brexit”, ha commentato la presidente della Commissione Europea, Roberta Metsola, in conferenza stampa a Bruxelles, dopo il suo intervento al vertice dei leader Ue. A proposito delle dimissioni della premier Truss, “quando si prendono alcune decisioni economiche, può derivarne instabilità politica o governativa, ed è una lezione per tutti i Paesi”, ha aggiunto Metsola, auspicando che “la crisi nel Regno Unito sia risolta il prima possibile”.
    Preoccupazioni e auspici analoghi arrivano anche dal presidente francese, Emmanuel Macron. “Auspico che il Regno Unito ritrovi quanto prima la stabilità politica. E’ un bene per loro, ed è un bene per noi”. Micheal Martin, premier irlandese, attende di tornare a lavorare per l’Irlanda del nord, visto che Truss si era spera proprio per questo. Il taoiseach auspica “stabilità” in Regno Unito, “quanto mai necessaria in tempi cosi difficili”, anche per l’Ue.

    “Considerata la situazione attuale, non posso più rispettare il mandato per cui sono stata eletta” leader dei conservatori e del Regno Unito, sono le parole della premier dimissionaria. “Entro la prossima settimana” ci sarà l’elezione per la nuova leadership tory

  • in

    La prima mossa di Liz Truss: ammorbidire Bruxelles con la promessa di accordo sull’Irlanda del Nord entro aprile 2023

    Bruxelles – Dopo la tempesta, l’Unione Europea si aspetta un atteggiamento più distensivo da parte di Londra. La nuova prima ministra britannica, Liz Truss, da New York apre a un accordo con l’Ue per l’implementazione del protocollo sull’Irlanda del Nord, che potrebbe avere come data ultima il 10 aprile 2023, ovvero il 25esimo anniversario dalla firma dell’Accordo del Venerdì Santo, che nel 1998 aveva sancito la fine del conflitto nell’isola d’Irlanda. A favorire la distensione dei rapporti tra le due sponde della Manica è stato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, preoccupato ancora una volta per un conflitto diplomatico tra Unione Europea e Regno Unito di cui al momento non si vede una via d’uscita.
    Da sinistra: la prima ministra del Regno Unito, Liz Truss, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (New York, 21 settembre 2022)
    “Siamo impegnati a proteggere l’accordo del Venerdì Santo”, ha confermato l’inquilino della Casa Bianca rivolgendosi alla premier britannica in carica da due settimane. L’impegno diplomatico di Washington potrebbe aprire nuovi spiragli per un ammorbidimento delle posizioni della Commissione Europea, che a metà giugno ha scongelato una procedura d’infrazione contro il Regno Unito e ne ha attivate altre due per la decisione di Londra di tentare la strada della modifica unilaterale del protocollo sull’Irlanda del Nord. In qualità di capa negoziatrice delle relazioni post-Brexit nel precedente gabinetto Johnson, è stata proprio Truss la principale artefice della crisi tra Ue e Regno Unito e dopo la sua nomina a prima ministra sono iniziate a intensificarsi le voci di un’attivazione dell’articolo 16 del Protocollo, che sospenderebbe temporaneamente buona parte dei controlli mentre le due parti negoziano la sua applicazione.
    Ecco perché è cruciale l’impegno della premier Truss per arrivare a un accordo sostenibile con Bruxelles, che risponda alle preoccupazioni della Commissione sulla possibilità che Downing Street 10 voglia cancellare con un colpo di spugna tutti i controlli sulle merci trasportate tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord, mettendo di fatto fine all’integrità del Mercato Unico dell’Ue sull’isola d’Irlanda. Il nuovo calendario su cui si sta convergendo suggerisce che Truss sarebbe disposta ad adottare un approccio meno conflittuale a proposito delle relazioni post-Brexit e, a confermare l’intensificarsi del dialogo a New York a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è arrivato anche l’incontro tra la stessa Truss e la numero uno della Commissione, Ursula von der Leyen: nel condannare le recenti dichiarazioni di Vladimir Putin sulla guerra in Ucraina, la mobilitazione generale e la minaccia nucleare per difendere la Russia, le due leader hanno anche “discusso delle relazioni Ue-Regno Unito, tra cui l’energia, la sicurezza alimentare e il protocollo sull’Irlanda del Nord”, si legge nella dichiarazione congiunta.

    Good discussion with Prime Minister @trussliz on EU-UK relations and Russia’s invasion of Ukraine.
    We condemn Putin’s actions and agree that his calls to mobilise parts of the population are a sign of weakness.
    Russia’s invasion is failing. pic.twitter.com/b1Q3oZVmMn
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) September 21, 2022

    Al centro della contesa tra Bruxelles e Londra c’è in particolare la questione del periodo di grazia per il commercio nel Mare d’Irlanda, ovvero la durata della concessione temporanea ai controlli Ue sui certificati sanitari – e non – per il commercio dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord. Il tentativo di prorogare unilateralmente il periodo di grazia da parte del governo guidato da Boris Johnson aveva scatenato lo scontro diplomatico tra le due sponde della Manica, apparentemente risolto tra luglio e ottobre dello scorso anno: l’esecutivo comunitario aveva prima sospeso la procedura d’infrazione contro Londra, per cercare poi delle soluzioni di compromesso su tutti i settori più delicati, ma senza mai mettere in discussione l’integrità della parte dell’accordo di recesso tra Ue e Regno Unito siglato per garantire l’unità sull’isola d’Irlanda. La mossa unilaterale di Downing Street 10 di giugno ha però causato una dura risposta da parte della Commissione, con la riattivazione della procedura d’infrazione del marzo 2021.

    La neo-premier britannica si è confrontata con la leader della Commissione, Ursula von der Leyen, a New York. Anche il presidente statunitense, Joe Biden, in campo per un compromesso non oltre il 10 aprile, 25esimo anniversario dalla firma dell’Accordo del Venerdì Santo

  • in

    Liz Truss è la nuova leader dei conservatori britannici e (da domani) prima ministra. Ma per l’Ue non è una buona notizia

    Bruxelles – Segretaria di Stato per gli Affari esteri, capa negoziatrice delle relazioni post-Brexit con l’Unione Europea, leader dei conservatori britannici e da domani (martedì 6 settembre) prima ministra del Regno Unito. L’ascesa di Liz Truss nell’ultimo anno sembra essere inarrestabile, suggellata dalla vittoria contro lo sfidante Rishi Sunak, l’ex-cancelliere dello Scacchiere (l’equivalente del ministro dell’Economia), per la leadership dei Tories e del Paese. L’annuncio è arrivato oggi alle ore 12.30 locali da parte del Comitato 1922 – il gruppo parlamentare del Partito Conservatore alla Camera dei Comuni – dopo le dimissioni del leader Boris Johnson a inizio luglio. Truss ha ottenuto 81.326 voti espressi dai militanti conservatori nel corso delle ultime settimane, contro i 60.399 di Sunak.
    La nuova leader dei conservatori britannici e dal 6 settembre 2022 prima ministra del Regno Unito, Liz Truss
    La proclamazione di Truss a numero uno dei Tories fa scattare automaticamente la sua ‘promozione’ a prima ministra del Paese, considerato il fatto che in conservatori possono contare sulla maggioranza a Westminster, e domani è attesa al Castello di Balmoral in Scozia per essere formalmente confermata dalla regina Elisabetta II (non a Buckingham Palace, a causa di problemi di mobilità della sovrana). Sulla carta il programma del governo guidato da Liz Truss spingerà sui tagli delle tasse, in particolare per le classi più abbienti, sul congelamento temporaneo delle bollette energetiche per rispondere al caro-prezzi, sul prosieguo della linea dura di Johnson contro la Russia di Putin, ma anche sul piano della sfida a Bruxelles a proposito del Protocollo sull’Irlanda del Nord. Ecco perché la nomina di Truss a Downing Street 10 per molti aspetti non è una buona notizia per l’Ue, nonostante da Bruxelles il portavoce della Commissione, Eric Mamer, auspichi “un nuovo inizio” nei rapporti tra le due sponde della Manica e nella “piena implementazione di tutti gli accordi siglati“.
    Proprio Truss, in qualità di capa negoziatrice delle relazioni post-Brexit nel gabinetto Johnson, è stata la principale artefice della crisi tra Ue e Regno Unito che dura ormai da metà giugno, quando l’esecutivo comunitario ha scongelato una procedura d’infrazione contro il Regno Unito e ne ha attivate altre due per la decisione di Londra di tentare la strada della modifica unilaterale del protocollo sull’Irlanda del Nord. La proposta di legge è stata presentata proprio dall’allora segretaria di Stato per gli Affari esteri, animata dalla volontà di stralciare quanto concordato nel momento della firma dell’accordo di recesso tra Ue e Regno Unito. Ora a Bruxelles si teme che la nuova premier segua la linea dura dei conservatori intransigenti che hanno sostenuto la sua leadership: un colpo di spugna a tutti i controlli sulle merci trasportate tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord, mettendo di fatto fine all’integrità del Mercato Unico dell’Ue sull’isola d’Irlanda.
    Il vicepresidente della Commissione UE per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, Maroš Šefčovič, e la futura premier britannica, Liz Truss
    A indicare la possibilità che venga seguita questa strada, il Financial Times ha riportato che Liz Truss, come prima mossa di politica estera, sarebbe pronta ad attivare l’articolo 16 del Protocollo, che sospenderebbe temporaneamente buona parte dei controlli mentre le due parti negoziano la sua applicazione. Già a metà estate Londra aveva annunciato che esistevano tutte le condizioni previste dall’articolo a cui può ricorrere una parte che ritenga che il Protocollo abbia determinato “gravi difficoltà economiche, sociali o ambientali“. Una volta attivato, iniziano “consultazioni immediate” nel comitato congiunto che regola l’accordo, ma possono anche essere adottate unilateralmente “misure di riequilibrio proporzionate”, se non è possibile raggiungere un’intesa. Ad appesantire la situazione è arrivata la notifica dell’l’HM Revenue & Customs (il dipartimento governativo non ministeriale del Regno Unito responsabile per la riscossione delle imposte) di una tariffa del 25 per cento ai produttori di acciaio britannici che vogliono vendere prodotti da costruzione in Irlanda del Nord, proprio per le “conseguenze negative” del Protocollo.
    Al centro della contesa tra Bruxelles e Londra c’è in particolare la questione del periodo di grazia per il commercio nel Mare d’Irlanda, ovvero la durata della concessione temporanea ai controlli Ue sui certificati sanitari – e non – per il commercio dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord. Il tentativo di prorogare unilateralmente il periodo di grazia da parte del governo guidato da Boris Johnson aveva scatenato lo scontro diplomatico tra le due sponde della Manica, apparentemente risolto tra luglio e ottobre dello scorso anno: l’esecutivo comunitario aveva prima sospeso la procedura d’infrazione contro Londra, per cercare poi delle soluzioni di compromesso su tutti i settori più delicati, ma senza mai mettere in discussione l’integrità della parte dell’accordo di recesso tra Ue e Regno Unito siglato per garantire l’unità sull’isola d’Irlanda. La mossa unilaterale di Downing Street 10 di giugno ha però causato una dura risposta da parte della Commissione, con la riattivazione della procedura d’infrazione del marzo 2021: Londra ha tempo per rispondere entro il 15 settembre (grazie a un mese di proroga concesso da Bruxelles) ma, se non lo farà, l’esecutivo comunitario potrà valutare di deferire il Regno Unito alla Corte di Giustizia dell’Ue, così come previsto dall’accordo di recesso. La strategia di Truss a questo punto potrebbe essere attivare l’articolo 16 del Protocollo nei prossimi 10 giorni, aprendo un capitolo tutto nuovo – e sicuramente non più sereno – nei rapporti tra Londra e l’Unione.
    A cercare di rasserenare l’ambiente, iniziano ad arrivare da Bruxelles messaggi di congratulazioni alla nuova leader dei conservatori per il prossimo incarico a premier del Paese: “L’Ue e il Regno Unito sono amici e alleati naturali, con gli stessi interessi fondamentali, le democrazie devono rimanere unite contro l’autocrazia e l’aggressione”, ha commentato su Twitter la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, mettendo in risalto i punti di accordo tra le due sponde della Manica e ricordando che l’Eurocamera “sarà sempre un partner del popolo britannico”. La numero uno della Commissione, Ursula von der Leyen, ha esortato a “instaurare un rapporto costruttivo, nel pieno rispetto dei nostri accordi“, dal momento in cui le due parti affrontano “insieme molte sfide, dal cambiamento climatico all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”. Anche il premier ceco e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Petr Fiala, ha sottolineato che “la Gran Bretagna continuerà a essere un prezioso alleato della Repubblica Ceca e dell’Unione Europea”, mentre il numero uno del Consiglio, Charles Michel, si è richiamato ai Beatles per ricordare che “all we need is… friends“.

    Congratulations to @trussliz, the next Prime Minister of the UK.
    The EU & UK are natural friends & allies, with same core interests at heart.
    Democracies must remain united, in standing against autocracy and aggression.@Europarl_EN will always be a partner to the 🇬🇧 people.
    — Roberta Metsola (@EP_President) September 5, 2022

    La segretaria di Stato per gli Esteri nel gabinetto Johnson è la prima responsabile della lacerazione dei rapporti con Bruxelles per la decisione di modificare unilateralmente il Protocollo sull’Irlanda del Nord. E avrà tempo fino al 15 settembre per rispondere alle azioni legali dell’Ue

  • in

    UK: David Frost si dimette da negoziatore post Brexit con l’UE. Al suo posto la ministra degli Esteri Liz Truss

    Bruxelles – Un nuovo colpo di scena nel romanzo senza fine intitolato ‘Brexit’: David Frost, capo negoziatore per il Regno Unito nelle trattative con l’UE per l’implementazione dell’accordo di recesso entrato in vigore il primo gennaio 2021, si è dimesso tra le polemiche dal governo britannico guidato da Boris Johnson. Al suo posto nell’Ufficio di gabinetto la segretaria di Stato per gli Affari esteri, Liz Truss, da ieri (domenica 19 dicembre) incaricata anche di prendere le redini dei negoziati con Bruxelles sul protocollo sull’Irlanda del Nord.
    Frost ha fatto un passo indietro dal ruolo di primo negoziatore per le relazioni con l’UE post-Brexit, dicendosi “disilluso” sulla direzione che sta prendendo il governo conservatore sul fronte della lotta alla pandemia COVID-19, in particolare sulla decisione di reintrodurre le restrizioni sui viaggi (obbligo di doppio tampone, uno 48 ore prima del viaggio e uno dopo l’ingresso, con isolamento in attesa del secondo risultato). A questo si aggiunge la batosta politica nel North Shropshire, nell’Inghilterra centro-occidentale, seggio conservatore da oltre 200 anni e finito giovedì scorso (16 dicembre) nelle mani dei liberal-democratici, dopo uno scandalo di corruzione che ha portato a elezioni suppletive.
    La segretaria di Stato per gli Affari esteri del Regno Unito e capo negoziatrice delle relazioni post-Brexit con l’Unione Europea, Liz Truss
    La perdita di Frost – consigliere di Johnson quando era ministro degli Esteri nel governo di Theresa May e successivamente capo negoziatore Brexit – allunga le ombre di un possibile voto di sfiducia nei confronti di BoJo da parte del suo stesso partito. La nomina di Truss appare una mossa tattica del primo ministro nel tentativo di disinnescare una delle personalità più popolari nel suo gabinetto, che sta emergendo sempre più come potenziale candidata ad assumere la leadership in caso di cambio di guida del governo. “Liz Truss assumerà la responsabilità ministeriale per le relazioni del Regno Unito con l’Unione Europea con effetto immediato e guiderà i negoziati in corso per risolvere i problemi derivanti dall’attuale funzionamento del protocollo sull’Irlanda del Nord”, ha comunicato l’ufficio di Johnson.
    Ma l’uscita di scena di Frost e la comparsa di Truss al tavolo dei negoziati post-Brexit per Bruxelles potrebbe non essere un male. Al contrario, l’ex-capo negoziatore è stato spesso indicato come l’artefice principale della caotica strategia di Downing Street di uscita dall’Unione Europea, nonché responsabile delle continue tensioni sul commercio nel Mare d’Irlanda tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord. “Penso che Frost abbia sempre sottovalutato l’unità degli europei, il nostro attaccamento al Mercato Unico e il mandato che avevo dai leader dell’Unione”, ha commentato l’ex-negoziatore Brexit per l’UE, Michel Barnier. Va ricordato che l’attuale segretaria di Stato per gli Affari esteri e nuova capo negoziatrice per il Regno Unito era stata una sostenitrice del Remain nella campagna referendaria del 2016 sulla Brexit: nonostante ora sostenga la politica del governo Johnson, potrebbe presentarsi con posizioni più concilianti al primo incontro con la controparte comunitaria.
    Dopo l’annuncio del passaggio di testimone a Londra, il vicepresidente della Commissione UE per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, Maroš Šefčovič, ha ribadito su Twitter che “la mia squadra e io continueremo a cooperare con il Regno Unito con lo stesso spirito costruttivo su tutti gli importanti compiti futuri, compreso il protocollo sull’Irlanda del Nord”. Dopo la proposta dello scorso venerdì (17 dicembre) da parte della Commissione UE per garantire la continuità della fornitura a lungo termine di medicinali dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord, le due parti dovrebbero riprendere i negoziati a gennaio su tutta una serie di questioni sulle verifiche doganali e i controlli dei prodotti agroalimentari che si spostano nel Mare d’Irlanda, che nel contesto post-Brexit sono essenziali per mantenere integro il Mercato Unico sull’isola d’Irlanda.

    I take note of the appointment of @trussliz as co-chair of the 🇪🇺🇬🇧 Joint Committee and Partnership Council. My team and I will continue to cooperate with the UK in the same constructive spirit on all important tasks ahead, including the Protocol on Ireland/Northern Ireland.
    — Maroš Šefčovič🇪🇺 (@MarosSefcovic) December 19, 2021

    Passaggio di testimone a Downing Street alla guida dei negoziati con Bruxelles sull’accordo di recesso e il protocollo sull’Irlanda del Nord. Il vicepresidente della Commissione UE Šefčovič: “Continueremo a cooperare con lo stesso spirito costruttivo”