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    L’Unione sempre più determinata contro Mosca: “Intensificheremo la fornitura di armi a Kiev”

    Bruxelles – In attesa di una soluzione sulla non semplice questione energetica, avanti con il sostegno militare dell’UE all’Ucraina. Su questo i Ventisette sembrano avere non solo idee chiare, ma pure unità di intenti. “Insieme come UE, come amici dell’Ucraina, in futuro intensificheremo la fornitura di armi” a Kiev per rispondere all’aggressione russa. La linea viene espressa da Annalena Baerbock, ministra degli Esteri della Germania che sul tema ‘brucia’ l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell.
    La tedesca non attende la conferenza stampa di fine lavori di Borrell, parla lasciando Lussemburgo e anticipa i contenuti della riunione. Un modo di fare che riaccende anche il dibattito su una politica estera comune ancora tutta da costruire e getta ombre sul ruolo oggi ricoperto da Borrell. Che conferma lo slancio dell’UE in questo senso. “Sono stati messi a disposizione 1,5 miliardi di euro solo attraverso fondi europei” per rifornire l’Ucraina di ciò che serve per contrastare le operazioni militari dell’armata russa. “A questo si aggiungono i contributi nazionali a titolo personale, e quindi la cifra è molto più grossa”, anche se ammette di non averla sotto mano. “Se quanto messo sul piatto non dovesse essere sufficiente, ne riparleremo” con l’obiettivo di incrementare gli aiuti. “Per non entrare in guerra la sola cosa da fare è rifornire l’Ucraina di ciò di cui ha bisogno“, sottolinea poi.
    L’Alto rappresentante riassume quello che è il sentimento e la presa d’atto comune. “Si tratta di una guerra”. Quello che sta avvenendo in Ucraina “ha più dimensioni, inclusa quella militare”, con cui occorre fare i conti e l’Europa ritiene che la intensificare la fornitura di armi sia la via obbligata.

    🇮🇹🇪🇺| Intervista della Vice Ministra @MarinaSereni a @RaiNews a margine dei lavori del Consiglio affari esteri #CAE odierno a #Lussemburgo pic.twitter.com/tcwhTtt0Lm
    — Italy 🇮🇹 in EU (@ItalyinEU) April 11, 2022

    La rotta è tracciata, e anche l’Italia la sposa. “Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina, anche militarmente“, chiarisce la vice-ministra degli Esteri italiana, Marina Sereni. L’obiettivo di questo rinnovato sostegno militare intende costringere Mosca a cessare le ostilità e sedersi al tavolo negoziale “con una atteggiamento genuino e costruttivo”.

    L’accordo raggiunto dai ministri degli Esteri nella riunione di Lussemburgo. L’annuncio della Germania, che anticipa l’Alto rappresentante Borrell. Anche l’Italia favorevole

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    A Kiev von der Leyen indica la strada UE all’Ucraina: “Vi consegno il questionario per l’adesione, lavoriamoci insieme”

    Bruxelles – Procede a gonfie vele il processo di adesione dell’Ucraina all’UE. Con un gesto più che mai simbolico, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha consegnato al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, una busta con stampate le due bandiere gialle e blu dell’UE (il cerchio di 12 stelle) e dell’Ucraina (a bande orizzontali) con dentro un plico di documenti: “È il questionario per l’adesione all’Unione, andrà compilato e poi si dovrà fare la raccomandazione al Consiglio”, ha spiegato la presidente dell’esecutivo comunitario.
    Dopo la visita ai luoghi del massacro di Bucha, la presidente von der Leyen è arrivata a Kiev insieme all’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il primo ministro della Slovacchia, Eduard Heger (a proposito di leader, domani si recherà nella capitale ucraina il cancelliere austriaco, Karl Nehammer). A Kiev ha incontrato il presidente Zelensky, a cui ha spiegato che “siamo qui per darvi una prima risposta positiva, in questa busta c’è l’inizio del vostro percorso verso l’UE”. L’esecutivo comunitario è pronto a “lavorare con voi 24 ore su 24, sette giorni su sette”, ha assicurato von der Leyen: “Se lavoreremo insieme, non sarà come al solito questione di anni, ma di settimane“. Entusiasta il leader ucraino: “Lo compileremo in una settimana”.

    Президент України Володимир Зеленський розпочав зустріч із Президентом Європейської комісії @vonderleyen та Високим представником Європейського Союзу із закордонних справ та політики безпеки @JosepBorrellF, які прибули з візитом до нашої країни. pic.twitter.com/uYuqYuIzP6
    — Офіс Президента (@APUkraine) April 8, 2022

    Come specificano fonti europee, il questionario fa parte della procedura di elaborazione del parere della Commissione UE sulla domanda di adesione di un Paese extra-UE – l’Ucraina in questo caso – e sembra comunque difficile che questa fase possa davvero concludersi nel giro di qualche settimana. È più verosimile fare riferimento alla promessa fatta a metà marzo dalla stessa presidente von der Leyen a Zelensky, che aveva parlato di “pochi mesi” per la valutazione e la trasmissione del parere formale al Consiglio. Quanto affermato oggi a Kiev dalla numero uno dell’esecutivo comunitario si inserisce nel tentativo di veicolare un forte messaggio di speranza e di solidarietà a un popolo bombardato dall’esercito russo da più di sei settimane.
    Il processo di adesione UE dell’Ucraina si è messo in moto lo scorso 7 marzo, quando gli ambasciatori dei 27 Stati membri riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) avevano concordato di invitare la Commissione Europea a presentare il proprio parere. La domanda formale di Kiev era stata inoltrata a Bruxelles il 28 febbraio, a soli quattro giorni dall’inizio dell’invasione russa del Paese, con la richiesta di una “procedura speciale accelerata“. La prospettiva europea dell’Ucraina ha ricevuto l’endorsement prima del Parlamento Europeo il primo marzo e poi del vertice dei leader UE dell’11 marzo a Versailles.
    Dopo aver inviato la proposta formale di candidatura all’adesione e una volta che arriverà il parere positivo della Commissione (questionario incluso), per diventare un Paese membro dell’UE l’Ucraina deve superare l’esame dei criteri di Copenaghen, ovvero le basilari condizioni democratiche, economiche e politiche (istituzioni stabili, Stato di diritto, rispetto dei diritti umani, economia di mercato, capacità di mantenere l’impegno). Dopodiché si arriva alla firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione, un accordo bilaterale tra UE e Paese richiedente, e a questo punto si può presentare la vera e propria domanda di adesione all’Unione: se accettata, viene conferito lo status di Paese candidato. Segue la raccomandazione della Commissione al Consiglio UE di avviare i negoziati: solo quando viene dato il via libera all’unanimità dai Paesi membri si possono aprire i capitoli di negoziazione (in numero variabile). Alla fine di questo processo si arriva alla firma del Trattato di adesione.

    Il questionario fa parte della procedura di elaborazione del parere della Commissione UE sulla domanda di adesione del Paese. A riceverla, il presidente ucraino Zelensky: “La compileremo in una settimana”

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    Von der Leyen e Borrell sono arrivati a Bucha: “Qui è successo l’impensabile, l’umanità è andata in frantumi”

    Bruxelles – “Qui è successo l’impensabile, abbiamo visto l’umanità andare in frantumi”. Con queste parole la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha commentato la sua visita a Bucha, città di circa 35 mila abitanti nella regione di Kiev, dove domenica scorsa (3 aprile) sono state scoperte le scene agghiaccianti del massacro di civili ucraini commesso dall’esercito russo nei territori occupati dal 24 febbraio scorso.
    “A Bucha abbiamo visto il volto crudele dell’esercito di Vladimir Putin, la sconsideratezza e la spietatezza di chi ha occupato la città”, ha aggiunto von der Leyen. Abitanti uccisi e gettati in fosse comuni, una stanza per le torture, cadaveri con le mani legate dietro la schiena dopo la fucilazione sul posto, altri ancora freddati mentre erano in bicicletta e lasciati a imputridire per strada. “Tutto il mondo è con Bucha oggi“, ha concluso la sua dichiarazione la presidente von der Leyen.

    It was important to start my visit in Bucha.
    Because in Bucha our humanity was shattered.
    My message to Ukrainian people:
    Those responsible for the atrocities will be brought to justice.
    Your fight is our fight.
    I’m in Kyiv today to tell you that Europe is on your side. pic.twitter.com/oVEUOPDuD6
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) April 8, 2022

    La numero uno dell’esecutivo comunitario – insieme con l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il primo ministro della Slovacchia, Eduard Heger – è in viaggio da questa mattina in Ucraina, nel corso della missione diplomatica che la porterà oggi pomeriggio a Kiev, per incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e primo ministro, Denys Šmihal’. “I responsabili delle atrocità saranno assicurati alla giustizia, la vostra lotta è la nostra lotta”, ha attaccato von der Leyen, rivolgendo un messaggio al popolo ucraino: “Oggi sono a Kiev per dirvi che l’Europa è dalla vostra parte“.
    “Siamo testimoni di immagini strazianti”, ha commentato l’alto rappresentante Borrell, in riferimento alle “atrocità commesse dalla Russia, con un prezzo indicibile pagato dal popolo ucraino innocente”. Massacri che “devono essere indagati e perseguiti”, ha ricordato l’alto rappresentante UE, annunciando che la missione dell’Unione nel Paese “sosterrà il procuratore generale ucraino nel fornire formazione e attrezzature per sostenere le indagini e la raccolta di prove”. Inoltre, da Bruxelles sarà lanciato “un progetto del valore di 7,5 milioni di euro per sostenere la raccolta di dati sulle persone scomparse“, ha anticipato Borrell.

    I am also launching a project worth €7.5 million to support data collection of missing persons. 3/3 pic.twitter.com/TiPhdIAVzJ
    — Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) April 8, 2022

    A proposito di massacri, oltre a quello di Bucha, le istituzioni UE oggi hanno rivolto un messaggio di solidarietà anche per le vittime del bombardamento alla stazione ferroviaria di Kramatorsk: “È un attacco spregevole, sono inorridita dalla perdita di vite umane e porgerò personalmente le mie condoglianze al presidente Zelensky”, ha fatto sapere su Twitter von der Leyen. “Questo è l’ennesimo tentativo di chiudere le vie di fuga per coloro che fuggono da questa guerra ingiustificata e causare sofferenza umana”, ha sottolineato l’alto rappresentante Borrell.
    Gli attacchi missilistici hanno avuto luogo nella città di 150mila abitanti nella parte di regione di Donetsk controllata dalle forze ucraine e da cui si stanno organizzando le evacuazioni di profughi dal Donbass: “Donne, bambini e famiglie sono stati uccisi e feriti mentre speravano di prendere un treno e fuggire dalla guerra”, ha commentato con sdegno la presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola. “Gli attacchi missilistici russi non sono né falsi né bugie, i responsabili dei crimini di guerra affronteranno la giustizia”, ha messo in chiaro la numero uno dell’Eurocamera, mentre il presidente del Consiglio UE, Charles Michel, ha promesso “più sanzioni alla Russia e più armi all’Ucraina“, ricordando l‘approvazione del quinto pacchetto di sanzioni UE questa mattina.

    Brutal killing of civilians in #Kramatorsk is sickening.
    Women, children, families were killed and wounded whilst they were hoping to catch a train & flee the war.
    Russian missile strikes are neither fake nor lies. Those responsible for war crimes will face justice.
    — Roberta Metsola (@EP_President) April 8, 2022

    Visita della presidente della Commissione e dell’alto rappresentante UE sui luoghi del massacro compiuto dai soldati russi prima della liberazione della città da parte delle forze ucraine: “Abbiamo visto il volto crudele dell’esercito di Putin, la sua sconsideratezza e spietatezza”

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    Von der Leyen e Borrell sono in viaggio per Kiev. Con loro anche il premier slovacco Heger

    Bruxelles – “Verso Kiev”. Un breve tweet, così come era successo per l’inizio del viaggio della presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola, annuncia che è iniziata la missione diplomatica della leader della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e dell’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, con destinazione Kiev, Ucraina. Ad accompagnarli, anche il primo ministro della Slovacchia, Eduard Heger, che un mese fa si era sfilato dal viaggio organizzato dai premier di Slovenia, Repubblica Ceca e Polonia nella capitale ucraina.
    Nel tweet da cui si è saputo che è in corso la missione a Kiev, von der Leyen ha pubblicato una foto che la ritrae al fianco di un treno con i colori giallo e azzurro dell’Ucraina, mentre sul profilo Twitter dell’alto rappresentante Borrell compiano i due leader UE in cammino. Il viaggio era stato confermato martedì (5 aprile) dai portavoce dello stesso esecutivo comunitario, dopo le indiscrezioni filtrate dal premier sloveno, Janez Janša.
    Oggi la presidente von der Leyen, l’alto rappresentante Borrell e il premier slovacco Heger incontreranno il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a Kiev per portare il sostegno dell’Unione al Paese sotto assedio russo dal 24 febbraio scorso, mentre nel primo pomeriggio domani (sabato 7 aprile) la numero uno dell’esecutivo comunitario sarà a Varsavia per l’evento evento #StandUpForUkraine, una chiamata a raccolta dei donatori da tutto il mondo a supporto dei profughi ucraini, insieme al premier del Canada, Justin Trudeau.

    Looking forward to Kyiv.@JosepBorrellF @eduardheger pic.twitter.com/YFAgGr5Tlc
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) April 8, 2022

    Ricondividendo il tweet della presidente della Commissione Europea, il premier slovacco Heger ha fatto sapere che “siamo pronti a discutere le nostre proposte per aiutare l’Ucraina”, insieme al presidente Zelensky e al primo ministro, Denys Šmihal’. Le discussioni sul tavolo riguarderanno tre aspetti: creare un “ReformTeam” (una squadra operativa di supporto) per aiutare Kiev a “ottenere la prospettiva UE”, offrire “opzioni per il trasporto di cereali, incluso il grano” e “aumentare l’utilizzo degli hub umanitari” messi a disposizione dei profughi ucraini dalla Slovacchia.

    È iniziata la missione diplomatica della presidente della Commissione, dell’alto rappresentante e del primo ministro della Slovacchia, che oggi incontreranno nella capitale il presidente ucraino Zelensky e il primo ministro Šmihal’ per discutere di profughi, trasporto di cereali e adesione UE

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    L’UE in pressing sulla Serbia: “Si allinei alle sanzioni contro la Russia e si impegni sul rispetto dello Stato di diritto”

    Bruxelles – Si riparte, ancora, da Aleksandar Vučić e dal suo rapporto ambiguo con Vladimir Putin. Dopo il trionfo alle elezioni di domenica (3 aprile) da parte del suo Partito Progressista Serbo, Bruxelles torna a pressare Belgrado per un maggiore allineamento della Serbia a livello di politica estera con l’Unione – in quanto Paese candidato all’adesione – e soprattutto perché cambi la sua posizione sulle sanzioni contro la Russia. La volontà del presidente Vučić di rimanere “neutrale” rispetto al campo occidentale, nel quale comunque sta cercando di entrare, e al Cremlino, tradizionale alleato politico e partner commerciale, nasconde tutta l’ambiguità di una scelta che sta creando non pochi problemi all’UE per il possibile aggiramento delle misure restrittive.
    L’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić
    Proprio in virtù dell’aggressione militare russa “non provocata e ingiustificata” contro la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, “ci aspettiamo che la Serbia, come Paese che sta negoziando la sua adesione all’UE, si allinei progressivamente alle nostre posizioni, comprese le dichiarazioni e le misure restrittive, in linea con il quadro negoziale”, hanno dichiarato in una nota l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il commissario per la Politica di vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi. I Ventisette sono “il principale partner politico e, di gran lunga, economico della Serbia” ed è per questo che la condivisione dei pacchetti di sanzioni contro la Russia dovrebbe essere la naturale conseguenza dell’impegno dell’Unione nel Paese: “Continuiamo a sostenere la ripresa economica, l’energia, la sicurezza alimentare”, anche attraverso il Piano economico e di investimento per i Balcani occidentali.
    Oltre all’allineamento sulle sanzioni, c’è bisogno anche di un maggiore impegno della Serbia sul rispetto dello Stato di diritto, a partire dal risultato delle elezioni di domenica. “Il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche è un pilastro centrale del processo di adesione all’UE”, hanno ricordato Borrell e Várhelyi, puntualizzando che “una serie di carenze hanno portato a una competizione ineguale” alla vigilia del voto, come fatto notare dagli eurodeputati dopo la missione di osservazione elettorale in Serbia. “Incoraggiamo il nuovo Parlamento e la leadership politica a continuare a lavorare per un dialogo autentico e costruttivo in tutto lo spettro politico”, con l’obiettivo di arrivare a “un ampio consenso interpartitico sulle riforme“, necessario per il cammino verso l’UE: indipendenza del sistema giudiziario, lotta alla corruzione e al crimine organizzato, libertà di stampa e condanna senza eccezione dei crimini di guerra. Un riferimento particolare anche alla normalizzazione delle relazioni con il Kosovo attraverso il dialogo mediato dall’UE, “che determina il ritmo generale” dei negoziati di adesione all’UE di entrambe le parti.
    Il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, e l’autocrate russo, Vladimir Putin
    Ma nello stesso momento in cui Bruxelles chiede alla Serbia di allinearsi alle sanzioni contro la Russia, proprio da Mosca arrivano le congratulazioni di Putin a Vučić per la sua “convincente vittoria” alle elezioni presidenziali. Come riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, in un telegramma l’autocrate russo ha invitato il presidente serbo a “rafforzare la partnership strategica” tra i due Paesi, dimostrando quanto la politica di Vučić sia più vicina al Cremlino di quanto le sue dichiarazioni di “neutralità” vogliano far sembrare.

    Dopo l’esito delle elezioni di domenica 3 aprile, che hanno sancito il triplice trionfo del partito al potere, la Commissione Europea ha chiesto a Belgrado di “avvicinarsi alle posizioni dell’Unione” e prendere le distanze da Putin (che si è congratulato per la vittoria del presidente Vučić)

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    L’Unione Europea ha espulso 19 diplomatici russi

    Bruxelles – L’Unione Europea ha espulso 19 diplomatici della Missione Permanente russa in Ue. Ad annunciarlo è stato l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Josep Borrell, dopo la presentazione del quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia: da oggi sono personae non gratae, “persone non gradite” all’Unione “per attività contrarie al loro status diplomatico”.

    I decided to designate persona non grata a number of officials of the Permanent Mission of Russian Federation to the EU for engaging in activities contrary to their diplomatic status.https://t.co/vdqnLvoAAV
    — Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) April 5, 2022

    “L’Unione Europea agisce in risposta alle azioni illegali e senza precedenti da parte di membri designati della Missione Russa, contro gli interessi e la sicurezza dell’Ue e dei suoi Stati membri”, ha reso noto anche il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) in un comunicato. “Queste azioni hanno violato la Convenzione di Vienna delle relazioni diplomatiche del 1961”, prosegue il comunicato. La Convenzione di Vienna integra tutte le convenzioni e norme del diritto internazionale che disciplinano i rapporti tra gli Stati e ambasciatori e altri funzionari diplomatici.
    Ciò ha comportato la sospensione dei privilegi e dell’immunità dei 19 “non graditi”, a cui verrà chiesto di lasciare il territorio belga. Il Segretario generale del SEAE Stefano Sannino aveva convocato Vladimir Chizhov, l’ambasciatore russo in Ue, nel pomeriggio per informarlo della decisione.

    L’annuncio è arrivato dall’Alto rappresentante Borrell, privilegi e immunità sospesi

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    Divieto d’import di carbone e ipotesi stop a petrolio dalla Russia: l’energia è nel quinto pacchetto di sanzioni

    Bruxelles – Sei pilastri per il quinto pacchetto di sanzioni UE contro la Russia, in cui l’energia inizia a ritagliarsi il ruolo di protagonista. Dopo quattro pacchetti che “hanno colpito duramente e limitato le opzioni politiche ed economiche del Cremlino, con risultati tangibili”, la Commissione Europea ha deciso di reagire alle “immagini raccapriccianti di Bucha” proponendo ai governi una nuova tornata di misure restrittive, per “sostenere la massima pressione su Putin e sul governo russo in questo momento critico”. Lo hanno annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, sottolineando la necessità di rendere le sanzioni contro la Russia “ancora più ampie e dure”.
    Il primo pilastro della quinta tornata di misure restrittive è il divieto di importazione di carbone dalla Russia, “un mercato che ha un valore di 4 miliardi di euro all’anno”. Sempre sul piano energetico – anche se per il momento non rientra in questo pacchetto – si inizia a considerare anche lo stop alle importazioni di petrolio, su cui “siamo al lavoro”, ha precisato la presidente von der Leyen. Previsto poi il taglio delle transazioni verso quattro banche che rappresentano il 23 per cento della quota di mercato nel settore bancario russo, “tra cui la VTB, la seconda più grande banca russa”.
    La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell (5 aprile 2022)
    A livello commerciale, alle navi russe sarà vietato di accedere ai porti dell’Unione, con alcune eccezioni previste per il trasporto di beni essenziali, “come i prodotti agricoli e alimentari, gli aiuti umanitari e l’energia”, e lo stesso si applicherà a operatori del trasporto stradale russi e bielorussi. Presi di mira anche settori vulnerabili per Mosca, con un divieto di esportazione di computer quantistici e semiconduttori avanzati “che vale 10 miliardi di euro”, mentre 5,5 miliardi sono quelli che saranno tagliati dalle importazioni di prodotti specifici: legno, cemento, frutti di mare e liquori: “Chiudiamo anche le scappatoie tra la Russia e la Bielorussia”, ha precisato von der Leyen.
    Infine, entrerà in vigore un divieto generale di partecipazione delle imprese russe agli appalti pubblici negli Stati membri e l’esclusione di ogni sostegno finanziario, europeo o nazionale, agli enti pubblici russi, “perché il denaro delle tasse dei nostri cittadini non deve arrivare a Mosca in nessuna forma”. L’alto rappresentante UE Borrell ha anche anticipato che tra le sanzioni contro la Russia “ci sarà anche un aggiornamento della lista degli individui e delle entità” colpiti dalle misure restrittive dell’Unione. In fase di studio anche “alcune idee presentate dagli Stati membri, come tasse o canali di pagamento specifici come un conto di garanzia”, hanno concluso i due leader UE.

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    Von der Leyen e Borrell in missione a Kiev “questa settimana” per incontrare Zelensky

    Strasburgo, dall’inviato – La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, si recheranno a Kiev “questa settimana”, per incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo ha annunciato il portavoce dell’esecutivo comunitario, Eric Mamer, in un tweet pubblicato questa mattina (martedì 5 aprile).
    La missione è prevista “prima dell’evento #StandUpForUkraine di sabato a Varsavia” – una chiamata a raccolta dei donatori a supporto dell’Ucraina alla presenza anche del premier del Canada, Justin Trudeau – che come ha precisato la portavoce della Commissione, Dana Spinant, si svolgerà a partire dalle ore 15. Incrociando gli impegni di von der Leyen e Borrell a Strasburgo per la sessione plenaria del Parlamento Europeo e in Svezia e Bulgaria per la presentazione dei rispettivi piani nazionali di ripresa e resilienza, è probabile che il viaggio a Kiev inizi tra giovedì notte e venerdì mattina, per concludersi sabato nella capitale polacca.

    President @vonderleyen and HRVP @JosepBorrellF will travel this week to Kyiv to meet President @ZelenskyyUa prior to the pledging event #StandUpForUkraine on Saturday in Warsaw.
    — Eric Mamer (@MamerEric) April 5, 2022

    La missione diplomatica a Kiev della presidente della Commissione e dell’alto rappresentante UE ricalca la decisione e l’azione intrapresa dalla numero uno del Parlamento UE, Roberta Metsola, che tra giovedì e venerdì scorso (31 marzo-2 aprile) si era recata nella capitale ucraina per incontrare il presidente dell’Assemblea nazionale, Ruslan Stefančuk, il premier Denys Šmihal’ e il presidente Zelensky, dopo aver rivolto un messaggio incisivo ai deputati ucraini nella sessione straordinaria della Verchovna Rada. Anche nel caso di Metsola, che è stata la prima leader di un’istituzione comunitaria a recarsi nel territorio invaso dall’esercito russo, il viaggio si era concluso in Polonia, per un incontro con il premier, Mateusz Morawiecki, e le organizzazioni di solidarietà ai profughi ucraini. Proprio la presidente Metsola, aprendo ieri la sessione plenaria dell’Eurocamera, ha sottolineato che la sua presenza a Kiev è servita per “portare il nostro messaggio e mostrare che siamo al loro fianco in questi tempi bui”.
    L’annuncio del viaggio a Kiev di von der Leyen e Borrell è arrivato a poco meno di un’ora dall’anticipazione del premier sloveno, Janez Janša, che sempre su Twitter si era rallegrato del fatto che i due leader dell’Unione raggiungeranno i diplomatici sloveni e lituani nella capitale dell’Ucraina sotto assedio russo dal 24 febbraio scorso: “Questa volta la Slovenia ha mostrato la strada”, ha commentato Janša. Il tweet del premier sloveno è apparso fuori luogo per una questione di sicurezza e di incolumità personale per la missione dei due leader dell’Unione, dal momento in cui rappresentano un obiettivo sensibile in un territorio dove si stanno svolgendo combattimenti armati. La stessa presidente Metsola la scorsa settimana aveva annunciato di essere diretta a Kiev solo giovedì sera, quando era effettivamente in viaggio per l’Ucraina, senza nessuna informazione filtrata alla vigilia della partenza.
    È probabile che la decisione del premier sloveno sia dipesa dalla volontà di mettere pressione sull’esecutivo comunitario, in modo da costringerlo a non poter fare nessun passo indietro. Prima dell’annuncio da parte del gabinetto von der Leyen – che ha evitato alla presidente e all’alto rappresentante Borrell di trovarsi in una posizione scomoda di fronte a probabili domande degli eurodeputati a Strasburgo – da Bruxelles è arrivato un commento secco all’indirizzo di Janša: “Non è compito dei capi di Stato e di governo anticipare comunicazioni a nome della Commissione Europea”, hanno precisato fonti europee.

    President @vonderleyen will travel to Kyiv this week with High Representative @JosepBorrellF
    She will meet President @ZelenskyyUa before the pledging event #StandUpForUkraine which she convenes jointly with Prime Minister @JustinTrudeau on 9 April, 15:00 CET.
    More details soon
    — Dana Spinant (@DanaSpinant) April 5, 2022

    I portavoce dell’esecutivo comunitario hanno confermato che la presidente della Commissione e l’alto rappresentante UE incontreranno il leader ucraino prima di sabato 8 aprile, quando si terrà a Varsavia l’evento #StandUpForUkraine