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    Norvegia, Jens Stoltenberg è il nuovo ministro delle Finanze, per tentare di salvare i socialdemocratici

    Bruxelles – A volte ritornano. Stavolta, a tornare è stato Jens Stoltenberg, l’ex primo ministro norvegese che, dopo un decennio alla guida dell’Alleanza nordatlantica, è stato arruolato nuovamente nell’esecutivo di Oslo al dicastero delle Finanze.L’annuncio è arrivato ieri (4 febbraio). Il 65enne ha assunto l’incarico di ministro delle Finanze nel gabinetto del premier Jonas Gahr Støre, dal 2014 alla guida del Partito laburista (Ap) a seguito della nomina di Stoltenberg (che a sua volta lo presiedeva dal 2002) a Segretario generale della Nato. Stoltenberg si è dichiarato “profondamente onorato di essere stato chiamato ad aiutare il mio Paese in questa fase critica”.Gahr Støre aveva dato vita ad un governo di minoranza nell’ottobre 2021 in coalizione col Partito di centro (Sp), ma lo scorso 30 gennaio quest’ultimo si è chiamato fuori dall’esecutivo in disaccordo coi socialdemocratici relativamente alle regole del mercato energetico dell’Ue. Questo sviluppo ha “liberato” diverse caselle ministeriali, tra cui appunto quella delle Finanze, occupata dal leader dell’Sp Trygve Slagsvold Vedum.Stoltenberg è una figura di lungo corso della politica nazionale: membro dello Storting (il Parlamento monocamerale di Oslo) dal 1993 al 2017, è stato ministro (prima dell’Industria e dell’energia, dal 1993 al 1996, poi delle Finanze, tra il 1996 e il 1997 e nuovamente ora) e ministro di Stato (come si chiama il premier norvegese) due volte (dal 2000 al 2001 e quindi tra il 2005 e il 2013).An honour to be appointed as Minister of Finance of Norway in PM @jonasgahrstore government. We face geopolitical challenges & a more uncertain world. Economic stability & prosperity will be my focus.It’s a privilege to serve my country, and I am ready to play my part. pic.twitter.com/UhGidpC2hT— Jens Stoltenberg (@jensstoltenberg) February 4, 2025Nell’ottobre 2014, qualche mese dopo l’annessione unilaterale della Crimea (e il sostegno ai separatisti del Donbass) da parte della Russia di Vladimir Putin, ha iniziato il suo mandato da Segretario generale della Nato – che all’epoca contava 28 Stati membri – per venire successivamente riconfermato quattro volte, stante la necessità di mantenere la continuità alla guida dell’Alleanza di fronte all’invasione su larga scala dell’Ucraina lanciata da Mosca nel febbraio 2022.In tale capacità, si è guadagnato il soprannome di “sussurratore di Trump” per aver apparentemente convinto il presidente statunitense a non ritirare Washington dalla Nato nel corso del suo primo mandato. Lo scorso ottobre ha lasciato il testimone di Segretario generale all’ex primo ministro olandese Mark Rutte.La Norvegia ha in programma delle elezioni legislative per il prossimo settembre, e il Partito laburista è dato in calo di oltre 7 punti (appena sotto il 19 per cento) dai sondaggi, mentre si troverebbero per ora in testa il Partito del progresso (FrP), di destra (quasi al 24 per cento), tallonato dal partito conservatore Høyre al 22,4 per cento.La chiamata di Stoltenberg da parte di Gahr Støre risponde dunque, oltre alla necessità di rimpolpare il gabinetto con figure di alto profilo, anche a quella di rinvigorire la campagna elettorale dell’Ap in vista di un appuntamento con le urne che si annuncia particolarmente difficile, anche considerato il rischio che Oslo diventi bersaglio dei dazi commerciali di Washington e, potenzialmente, anche di Bruxelles.

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    La Norvegia sceglie i laburisti: Jonas Gahr Støre sarà il prossimo primo ministro

    Bruxelles – Dopo 8 anni, la sinistra torna a vincere le elezioni in Norvegia. Con il 26,4 per cento dei voti, il partito laburista AP è la compagine più votata, staccando di sei punti i conservatori della primo ministro uscente Erna Solberg. “Come partito vincitore, ci assicureremo che la Norvegia abbia un nuovo governo e un nuovo corso. Nei prossimi giorni, inviterò i leader di tutti i partiti che vogliono un cambiamento, a cominciare dai centristi di SP e dalla Sinistra Socialista”, ha dichiarato il segretario di AP Jonas Gahr Støre. Solberg gli ha telefonato per congratularsi della vittoria e ha affermato che proverà ancora a correre per le prossime elezioni, fissate per il 2025.
    Il leader laburista sarà dunque il prossimo primo ministro norvegese. 61 anni, è stato tra il 2005 e il 2012 ministro degli Esteri del governo guidato da Jens Stoltenberg, l’attuale segretario generale della NATO. Pur essendo un milionario, Gahr Støre ha incentrato la sua campagna sulla promessa di combattere l’eccessiva diseguaglianza presente nel Paese. Il buon risultato ottenuto da centristi e Sinistra Socialista (rispettivamente 13.6 e 7.5 per cento) gli consente di tentare di creare una coalizione di governo senza lo scomodo appoggio dei marxisti del Partito Rosso, che con il 4.7 per cento hanno duplicato i consensi rispetto al 2017. Non sarà necessario nemmeno l’apporto dei Verdi, che con un risultato sotto le aspettative sono scesi sotto la soglia di sbarramento del 4 per cento ed entrano in Parlamento solo per il ripescaggio dovuto al voto nelle contee.
    La formazione del prossimo governo di centro-sinistra potrebbe però non essere così semplice. In campagna elettorale il leader centrista Trygve Slagsvold Vedum aveva escluso qualsiasi accordo con la Sinistra Socialista, per via della loro intransigenza sul tema dell’esplorazione per la scoperta di idrocarburi, punto centrale e divisivo del dibattito pre-elettorale. A differenza dei laburisti però, i due partiti condividono un certo euroscetticismo e hanno promesso di rinegoziare l’adesione della Norvegia allo Spazio Economico Europeo. A Gahr Støre il compito di fare sintesi, ma per la prima volta dal 1959 il centro-sinistra sarà nello stesso momento alla guida di tutti e cinque i Paesi nordici.

    I laburisti vincono le elezioni nel Paese scandinavo. L’ex ministro degli Esteri Gahr Støre intende creare una coalizione di governo con i centristi e Sinistra Socialista, con i partiti che sono divisi su rapporti con l’UE e transizione ecologica. Sotto le aspettative il risultato dei Verdi