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    Tra proteste e repressione continua la spirale di violenze in Georgia

    Bruxelles – Anziché diminuire, le tensioni in Georgia stanno salendo ogni giorno di più e non si intravede all’orizzonte uno spiraglio per ricomporle pacificamente. Mentre le proteste di piazza entrano nel loro ottavo giorno consecutivo, la violenza è in aumento sia dalla parte dei manifestanti sia, soprattutto, da parte degli apparati di sicurezza che stanno continuando a rispondere in maniera sproporzionata con la copertura del governo. L’episodio più eclatante è stato l’aggressione fisica nei confronti di uno dei leader dell’opposizione parlamentare, Nika Gvaramia, poi arrestato e portato via dalla polizia in stato di incoscienza. Il mediatore civico nazionale ha definito “sconcertanti” i comportamenti delle forze dell’ordine e ha accostato il trattamento dei detenuti ad atti di tortura.L’aggressione a Nika GvaramiaDurante le manifestazioni di ieri (4 dicembre) nella capitale Nika Gvaramia, uno dei leader di Coalizione per il cambiamento (Cfc), un’alleanza elettorale che riunisce diversi partiti di opposizione presentatisi uniti alle urne lo scorso 26 ottobre contro Sogno georgiano (il partito di governo al potere dal 2012), è stato aggredito fisicamente dalla polizia, che – almeno a quanto si vede nei filmati girati sul momento – lo ha gettato violentemente a terra per poi procedere con quello che ha tutta l’aria di un pestaggio.Nelle immagini concitate disponibili online si vede Gvaramia discutere animatamente con le forze dell’ordine, probabilmente lamentandosi dei raid nei locali dei partiti dell’opposizione, finché l’alterco verbale degenera in un attacco nei suoi confronti. Il leader 48enne di Ahali (“nuovo” in georgiano), un partito liberale confluito lo scorso luglio nella Cfc, viene strattonato dai poliziotti che, agguantatolo e scaraventatolo su un marciapiede, vengono poi immortalati mentre lo colpiscono ripetutamente con calci e pugni. Altri fotogrammi ritraggono le forze dell’ordine trasportare Gvaramia di peso, mentre questi appare privo di coscienza, verso un’automobile e allontanarsi con lui a bordo dopo averlo tratto in arresto.Footage – @NikaGvaramia212, one of our Coalition leaders, was dragged by the police and thrown into a detention car after getting physically assaulted and falling unconscious.He verbally insisted to be allowed into the search of our members parties’ office, as he’s a lawyer. pic.twitter.com/U5yTCGZqPo— Coalition 4 Change (@CoalitionGEO) December 4, 2024Non si tratta certo del primo arresto in quest’ultima, tesa fase delle proteste antigovernative che da oltre un mese stanno scuotendo la nazione caucasica – i fermi sono già arrivati a quota 300 – né di un’istanza isolata di violenza e di uso sproporzionato della forza da parte degli apparati di sicurezza georgiani. Tra gli arrestati delle ultime ore c’è anche un altro leader dell’opposizione, Aleko Elisashvili, insieme ad almeno altri sei politici appartenenti a partiti critici contro il governo, mentre sarebbe stato detenuto anche uno dei capi del movimento giovanile di protesta Dafioni.Maltrattamenti dei detenutiIl mediatore civico georgiano Levan Ioseliani ha dichiarato di aver visitato almeno 260 manifestanti, tra centri di detenzione e cliniche mediche, sottolineando che “188 di loro hanno denunciato maltrattamenti da parte della polizia” e che “i metodi usati dalle forze dell’ordine nell’arrestare i cittadini sono sconcertanti”.“Un numero allarmante di detenuti denuncia pestaggi e maltrattamenti”, ha spiegato, aggiungendo che “molti di loro hanno riportato ferite gravi al volto, agli occhi e alla testa, il che porta ad escludere l’eventualità che la polizia abbia utilizzato una forza proporzionata contro di loro ogni volta”. Le evidenze, ha concluso, portano a ritenere “che la polizia stia ricorrendo a metodi violenti contro i cittadini allo scopo di punirli”, e ha ricordato che “la violenza severa e intenzionale con intenti punitivi costituisce un atto di tortura”.Proteste ad alta tensioneDa giorni, le manifestazioni scatenate dalla decisione del governo di sospendere i negoziati di adesione all’Ue fino al 2028 stanno venendo represse dai reparti antisommossa della polizia con proiettili di gomma, granate stordenti e idranti. Dal ministero dell’Interno fanno sapere che almeno sette persone sono state arrestate con l’accusa di guidare violenze organizzate, un crimine per il quale sono previsti fino a nove anni di carcere, e che durante le perquisizioni in alcune abitazioni private sono stati rinvenuti fucili ad aria compressa, fuochi artificiali (che i manifestanti impiegano contro la polizia in risposta agli idranti e le granate nella guerriglia urbana) e delle bombe Molotov.Manifestanti con le bandiere della Georgia e dell’Ue fuori del Parlamento nazionale a Tbilisi, il 5 dicembre 2024 (foto: Karen Minasyan/Afp)Le autorità georgiane hanno accusato i manifestanti di complottare per il sovvertimento dell’ordine pubblico, con l’intenzione di mettere in scena un colpo di Stato sulla falsariga delle proteste ucraine dell’Euromaidan, che hanno insanguinato Kiev tra il novembre 2013 e il febbraio 2014 e hanno portato alla cacciata del presidente filorusso Viktor Janukovyc e, successivamente, all’annessione unilaterale della Crimea da parte di Mosca e all’inizio della guerra nel Donbass.Del resto, le azioni delle forze dell’ordine continuano a essere coperte dalla compiacenza del governo: “Non la chiamerei repressione, è più che altro prevenzione” ha dichiarato il premier Irakli Kobakhidze, che si è complimentato con la gestione delle proteste da parte della polizia. Il primo ministro ha suggerito, senza fornire prove, che siano i partiti dell’opposizione – i quali stanno boicottando il nuovo Parlamento, rifiutando di prendere parte ai lavori dell’Aula – a rifornire i manifestanti di “materiale pirotecnico e altri mezzi” con cui attaccare la polizia.

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    Georgia a rischio paralisi: si acuisce la crisi politica, tra tensioni istituzionali e violenze di piazza

    Bruxelles – La Georgia sembra sempre di più una polveriera pronta ad esplodere. Le proteste, violente, contro il governo filorusso durano da quattro giorni, con decine di feriti ricoverati in ospedale sia tra i manifestanti sia tra la polizia (che sta reprimendo con la forza il dissenso) e con i disordini estesi ormai a diverse città oltre la capitale Tbilisi. All’acuirsi dello scontro in piazza si sta sommando anche un duro scontro a livello politico e istituzionale, che rischia di paralizzare (o destabilizzare ulteriormente) il piccolo Paese caucasico, sempre più in bilico tra l’Europa e la Russia.Non si placano le protesteA cominciare dalla notte di giovedì (28 novembre), per quattro giorni migliaia di cittadini hanno occupato viale Rustaveli, l’arteria di Tbilisi dove ha sede il Parlamento nazionale. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’annuncio da parte del governo, guidato dal premier Irakli Kobakhidze e dal suo partito Sogno georgiano, di sospendere fino al 2028 i negoziati per l’adesione all’Ue (un obiettivo sancito dalla Costituzione).L’esecutivo ha addotto come giustificazione il “ricatto” da parte di Bruxelles – che ha congelato quest’estate il percorso di Tbilisi verso il club a dodici stelle in seguito all’approvazione di una serie di provvedimenti che considera liberticidi e antitetici ai valori europei – nei confronti della Georgia, la quale secondo Kobakhidze continuerà sul percorso di avvicinamento all’Unione “con dignità”, senza compromettere la propria sovranità. I georgiani hanno contestato questa decisione come l’ennesima dimostrazione che il partito di governo sta cercando di avvicinare Tbilisi alla Russia di Vladimir Putin e di allontanarlo dall’Europa.I manifestanti sparano fuochi artificiali contro la polizia in tenuta antisommossa per le strade di Tbilisi, nella notte tra il 30 novembre e il primo dicembre 2024 (foto: Giorgi Arjevanidze/Afp)Così, sono scesi in piazza con le bandiere nazionali e quelle dell’Ue: per quattro giorni, hanno eretto barricate e avviato una vera e propria guerriglia urbana, sparando fuochi artificiali contro le forze di sicurezza che, in tenuta antisommossa, hanno risposto caricando violentemente i manifestanti e impiegando proiettili di gomma ad altezza uomo, granate stordenti, spray urticanti e cannoni ad acqua per disperderli. Alcune immagini immortalano dei manifestanti dare fuoco a delle effigi di Bidzina Ivanishvili, l’oligarca filorusso fondatore di Sogno georgiano ed eminenza grigia della nazione caucasica.Durante il weekend le proteste, anziché placarsi, si sono intensificate e si sono estese anche a diverse altre città in tutto il Paese. Secondo le cifre circolate nelle prime ore di oggi (2 dicembre), almeno 44 persone sarebbero finite in ospedale, tra cui 27 manifestanti, 16 poliziotti e un giornalista, mentre gli arresti sarebbero già oltre il centinaio.Si aggrava lo scontro istituzionaleL’ondata di proteste sta scuotendo il Paese almeno dal 27 ottobre scorso, all’indomani di controverse elezioni che hanno visto trionfare per la quarta volta di fila Sogno georgiano e che le opposizioni parlamentari (e gli osservatori elettorali) hanno denunciato come irregolari, chiedendone la ripetizione sotto monitoraggio internazionale.Ma il caos in Georgia non è solo nelle strade. Anche ai più alti vertici dello Stato si sta andando verso un muro contro muro dagli esiti imprevedibili e potenzialmente rischiosi. Dopo aver partecipato di persona alle proteste di piazza, sabato scorso (30 novembre) la presidente europeista Salomé Zourabichvili ha dichiarato che “non c’è alcun Parlamento legittimo e, quindi, un Parlamento illegittimo non può eleggere un nuovo presidente”, aggiungendo che “nessuna inaugurazione può aver luogo e il mio mandato continuerà fino a quando un Parlamento legittimamente eletto sarà formato”.La presidente della Repubblica georgiana Salomé Zourabichvili durante un comizio anti-governativo di fronte al Parlamento, il 28 novembre 2024 (foto: Giorgi Arjevanidze/Afp)Zourabichvili, il cui mandato scade il prossimo 14 dicembre, ha più volte rifiutato di riconoscere i poteri del nuovo emiciclo definendolo “incostituzionale”, mentre i parlamentari delle opposizioni lo stanno boicottando evitando di occupare i propri seggi in Aula. Ma le forze governative dispongono ugualmente dei numeri per insediare la nuova legislatura e hanno avviato i lavori della nuova assemblea, nominando peraltro il proprio candidato alla successione di Zourabichvili nella figura dell’ex calciatore Mikheil Kavelashvili.Se le parti non scenderanno a compromessi – ed è difficile al momento vedere come possano farlo – il rischio è che lo scontro istituzionale frontale possa degenerare in un più concreto conflitto per catturare, o mantenere, il potere politico in un Paese le cui strutture democratiche stanno scricchiolando sempre di più e il tessuto sociale sembra prossimo al punto di rottura. A gettare ulteriore benzina sul fuoco, Kobakhidze ha riportato che l’intelligence e i servizi di sicurezza georgiani avrebbero riferito di tentativi di “rovesciare il governo con la forza” da parte di “specifici partiti politici”, senza scendere nei dettagli di queste gravi accuse.Nel frattempo, nelle ultime ore si sono susseguite una serie di dimissioni negli apparati statali georgiani tra ambasciatori, funzionari pubblici (inclusi quelli di vari ministeri e della banca centrale) e insegnati in polemica con la decisione di interrompere il dialogo con Bruxelles.Le reazioni dall’esteroGli sviluppi in Georgia continuano a rimanere sotto l’attenzione dei principali attori internazionali. A nome dell’Ue, l’Alta rappresentante Kaja Kallas e la commissaria all’Allargamento Marta Kos (entrambe entrate in carica il primo dicembre) hanno dichiarato in una nota congiunta che la sospensione dei negoziati di adesione “segna uno scarto rispetto alle politiche di tutti i precedenti governi georgiani e alle aspirazioni della vasta maggioranza del popolo georgiano”. Quanto all’eccessiva violenza contro i manifestanti, Bruxelles ammonisce Tbilisi che “queste azioni da parte del governo georgiano avranno dirette conseguenze” sulle relazioni bilaterali con l’Ue, che rimane in attesa del rapporto finale dell’Osce sulla condotta delle elezioni del 26 ottobre (elezioni che l’Eurocamera di Strasburgo ha chiesto di ripetere).L’Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas e la commissaria all’Allargamento Marta Kos rendono omaggio alle vittime dell’aggressione russa a Kiev, il primo dicembre 2024 (foto: Sergei Chuzavkov/EU)Dall’altro lato dell’Atlantico, gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione della Strategic partnership avviata con il Paese caucasico nel 2009, un meccanismo di cooperazione bilaterale nelle aree relative a democrazia, difesa e sicurezza, economia, commercio ed energia e scambi culturali. Le motivazioni di Washington sono da rintracciarsi nel “regresso democratico” dell’ex repubblica sovietica sotto la guida di Sogno georgiano, che “ha rifiutato l’opportunità per legami più stretti con l’Europa e reso la Georgia più vulnerabile al Cremlino”. Kobakhidze ha detto di non essere preoccupato dalla decisione del presidente uscente Joe Biden e di aspettare l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca per lavorare proficuamente con la nuova amministrazione.I commenti che giungono da Mosca sono invece di tenore opposto, con il dito puntato dal numero due del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev contro presunte interferenze straniere nelle vicende domestiche georgiane, volte secondo lui ad aizzare una rivoluzione colorata anti-russa. Secondo l’ex presidente della Federazione, Tbilisi si starebbe “muovendo rapidamente lungo il sentiero ucraino, verso l’oscuro abisso”, in un riferimento neanche troppo velato alla crisi iniziata a Kiev con le proteste dell’Euromaidan e precipitata con l’invasione russa del febbraio 2022. “Di solito, questo genere di cose finisce molto male”, ha aggiunto minaccioso.

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    In Georgia esplodono le proteste dopo che il governo ha interrotto il percorso di adesione all’Ue

    Bruxelles – Torna la violenza nelle strade di Tbilisi. Dopo che il partito di governo, Sogno georgiano, ha annunciato ufficialmente lo stop al processo di adesione all’Unione europea, migliaia di cittadini si sono riversati nella capitale per protestare contro quello che vedono come uno scivolamento del Paese verso l’orbita russa. Mentre sale di nuovo la tensione, che si era solo apparentemente abbassata nelle scorse settimane, anche l’Eurocamera di Strasburgo riconosce come illegittime le elezioni di un mese fa e chiede alle autorità georgiane di ripetere il voto.La decisione del governoNella serata di giovedì (28 novembre) il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha annunciato la decisione di non voler inserire nell’agenda governativa la questione dei negoziati per entrare in Ue “prima della fine del 2028”. In quella data scadrà la legislatura avviata lo scorso 25 novembre tra le proteste dei cittadini e il boicottaggio delle opposizioni parlamentari, i cui deputati rifiutano di occupare i propri seggi in un’Aula che la presidente uscente, l’europeista Salomé Zourabichvili, ha definito “incostituzionale”.Da quando, il 26 ottobre, il partito di governo Sogno georgiano (al potere dal 2012) ha vinto per l’ennesima volta le elezioni – denunciate dagli osservatori locali e internazionali come irregolari e dal capo dello Stato come illegittime – il piccolo Paese caucasico è sprofondato in una spirale di caos che rischia di sfociare in nuove tensioni politiche e sociali dall’esito imprevedibile.Il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze (foto: Irakli Genedidze/Afp)Ieri sera, il premier ha dichiarato anche che il governo rifiuterà qualunque finanziamento proveniente da Bruxelles, accusando l’Unione di strumentalizzare il processo dei negoziati di adesione per “ricattare” Tbilisi e “organizzare una rivoluzione” in Georgia. Nonostante questo, Kobakhidze ha confermato l’obiettivo di far entrare Tbilisi nel club a dodici stelle entro il 2030, ma ha ribadito (come già in campagna elettorale) la volontà di entrare in Ue “con dignità”, cioè senza “svendere” la sovranità nazionale.Le proteste di piazzaIn realtà, le tensioni sono già sfociate in violenza. Nella notte tra giovedì e venerdì, migliaia di manifestanti si sono riversati nelle strade della capitale per protestare contro la decisione del governo, sventolando insieme le bandiere georgiane e quelle dell’Ue e cantando cori anti-russi. La risposta delle forze di sicurezza è stata particolarmente dura, con la polizia in assetto antisommossa che ha caricato ripetutamente i cortei di civili impiegando anche granate lacrimogene, cannoni ad acqua e spray urticanti ed aggredendo, secondo alcune testimonianze, anche i giornalisti che documentavano le proteste.In prima fila con i manifestanti c’era anche Zourabichvili, che si sarebbe avvicinata ai poliziotti chiedendo provocatoriamente se servissero gli interessi della Georgia o della Russia e ha accusato il governo di aver “dichiarato guerra contro il suo stesso popolo”. Parlando alla stampa insieme ai leader dell’opposizione, ha etichettato i fatti svoltisi nel Paese nelle ultime settimane come “un colpo di Stato costituzionale” e si è dichiarata “l’unica rappresentante legittima” della nazione, bollando come “inesistente e illegittimo” l’esecutivo di Kobakhidze.La presidente della Georgia Salomé Zourabichvili si unisce ai manifestanti a Tbilisi, il 28 novembre 2024 (foto: Giorgi Arjevanidze/Afp)La risposta dell’UeSempre ieri, l’Europarlamento riunito in plenaria a Strasburgo ha adottato a larga maggioranza (444 voti favorevoli, 72 contrari e 82 astensioni) una risoluzione che condanna fermamente le irregolarità nel voto di ottobre, considerate “l’ennesima manifestazione del regresso democratico del Paese per il quale il partito di governo Sogno georgiano è pienamente responsabile”. L’Aula ha messo nero su bianco il supporto per le richieste, avanzate dalle opposizioni dell’ex repubblica sovietica, di indire nuove elezioni sotto il monitoraggio internazionale.Gli eurodeputati hanno inoltre chiesto alla Commissione e agli Stati membri di ribadire il congelamento dell’adesione della Georgia al club dei Ventisette (annunciata dal Consiglio europeo lo scorso giugno, mentre a luglio sono stati tagliati i finanziamenti comunitari al governo) e di imporre sanzioni personali su diverse figure di spicco della leadership georgiana – inclusi il premier Kobakhidze e l’oligarca filorusso Bidzina Ivanishvili, fondatore di Sogno georgiano (che di fatto opera come un partito-macchina ai suoi ordini) – e la sospensione dei contatti formali tra l’Ue e Tbilisi.

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    L’obiettivo della Georgia è di essere “il Paese più pronto all’adesione Ue al 2030”

    Bruxelles – Dopo il risultato storico della concessione dello status di candidato all’adesione Ue, per la Georgia la sfida dell’avvicinamento all’Unione è appena iniziata. “Abbiamo piani ambiziosi per l’integrazione, entro il 2030 la Georgia sarà pronta più di qualsiasi altro Paese candidato per l’adesione“, ha messo in chiaro il primo ministro della Georgia, Irakli Kobakhidze, in conferenza stampa a Bruxelles oggi (20 febbraio) al termine dell’ottava sessione del Consiglio di Associazione Ue-Georgia. O, per dirla in termini più diretti, “al massimo entro il 2030 la Georgia sarà membro Ue“.

    Da sinistra: l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il primo ministro della Georgia, Irakli Kobakhidze (20 febbraio 2024)L’obiettivo è stato fissato dal primo ministro entrato in carica lo scorso 8 febbraio, in uno scambio di ruoli con l’ex-premier Irakli Garibashvili (che a sua volta ha sostituito Kobakhidze alla testa del partito al potere Sogno Georgiano), per preparare il percorso di avvicinamento alle elezioni legislative in programma il 26 ottobre. Elezioni definite “un test importante per la democrazia georgiana” dall’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, che ha esortato il governo a “completare le riforme con tutte le raccomandazioni per elezioni libere, eque e competitive”. Tornando alla questione dell’adesione all’Unione, il premier Kobakhidze ha assicurato che a Tbilisi “non cerchiamo scorciatoie“, ma che oggi “abbiamo voluto dimostrare i nostri progressi per rispettare i nostri impegni” verso il prossimo step del processo: “Aprire i negoziati di adesione e integrarci nel Mercato unico“.

    La richiesta della Georgia di aderire all’Ue è arrivata il 3 marzo 2022, a una settimana dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Tre mesi più tardi il gabinetto von der Leyen ha indicato a Tbilisi la necessità di lavorare su una serie di priorità, con la decisione definitiva del Consiglio Europeo del 23 giugno che ha approvato la linea tracciata dalla Commissione: mentre l’Ucraina e la Moldova sono diventati Paesi candidati, la Georgia ha ricevuto solo la “prospettiva europea”. In un anno e mezzo di lavoro le autorità nazionali sono riuscite a completare 3 priorità su 12 – come confermato dal Pacchetto Allargamento 2023 – ma la Commissione Ue ha comunque deciso di indicare ai Ventisette la possibilità di concedere a Tbilisi lo status di candidato “a condizione che vengano prese alcune misure”: più precisamente allineamento alla politica estera dell’Unione, contrasto alla polarizzazione politica, attuazione delle riforme giudiziarie, lotta alla corruzione e alla de-oligarchizzazione e attuazione della strategia per i diritti umani, la libertà dei media e l’impegno della società civile. Il passo decisivo a Bruxelles è stata preso all’ultimo Consiglio Europeo del 14-15 dicembre, quando i 27 leader Ue hanno deciso di rendere la Georgia il nono Paese candidato ufficialmente a fare ingresso nell’Unione.Lo stesso alto rappresentante Borrell ha voluto sottolineare il fatto che la prima visita all’estero del neo-premier Kobakhidze sia stata a Bruxelles: “È la dimostrazione che prendete il percorso Ue seriamente”. Ma questo non alleggerisce il lavoro che Tbilisi deve fare per “un allineamento significativo nei prossimi anni” alla Politica estera e di sicurezza comune (Pesc) dell’Unione, sulla lotta alla disinformazione, alla manipolazione delle informazioni e all’interferenza estera – “ne vedremo ancora di più con le elezioni europee e con le vostre elezioni” – ma soprattutto sull’implementazione delle riforme secondo le 9 priorità ancora non rispettate: “La porta è aperta, dovete attraversarla rispettando i criteri che sono uguali per tutti”, ha ribadito Borrell. A fargli eco il commissario per la Politica di vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi: “Bisogna capitalizzare la decisione del Consiglio, chiediamo di accelerare il lavoro sulle riforme per passare allo stadio successivo”. Nel frattempo si possono guardare i progressi sulla cosiddetta “integrazione anticipata” in settori specifici: “Abbiamo tutto a disposizione per fare una proposta al Consiglio per integrare la Georgia il prima possibile all’area roaming, sarebbe un cambiamento che i cittadini possono vedere in modo tangibile al pari della liberalizzazione dei visti”, ha assicurato il commissario Várhelyi.La situazione politica in GeorgiaNonostante la concessione dello status di Paese candidato all’adesione Ue, il rapporto tra Bruxelles e Tbilisi rimane particolarmente complesso a causa dello scollamento tra una popolazione a stragrande maggioranza filo-Ue e un governo quantomeno controverso sulle tendenze filo-russe (anche se poi ha fatto richiesta di aderire all’Unione per i timori sollevati dall’espansionismo del Cremlino). Non solo è evidente la difficoltà a implementare le riforme richieste dal cammino di avvicinamento all’Unione, ma nel corso degli ultimi due anni si sono registrati episodi che hanno evidenziato l’ambiguità del partito al potere Sogno Georgiano – il cui fondatore è l’oligarca Bidzina Ivanishvili, che compare nella risoluzione non vincolante del Parlamento Ue che chiede sanzioni personali nei suoi confronti. Per esempio, nel maggio dello scorso anno sono ripresi dei voli tra Georgia e Russia dopo la decisione di Mosca di eliminare il divieto in vigore, e il Paese caucasico non si è mai allineato alle misure restrittive introdotte da Bruxelles contro il Cremlino dopo l’invasione dell’Ucraina. Lo scorso autunno il governo ha anche tentato di mettere sotto impeachment (fallito) la presidente della Repubblica, Salomé Nino Zourabichvili, per una serie di viaggi nell’Unione Europea che che avrebbero rappresentato una violazione dei poteri della capa di Stato secondo la Costituzione nazionale.

    Le proteste pro-Ue dei manifestanti georgiani a Tbilisi, 7 marzo 2023 (credits: Afp)A cavallo della decisione di Bruxelles di giugno 2022 di non concedere ancora alla Georgia lo status di candidato all’adesione, a Tbilisi si sono svolte due grandi manifestazioni pro-Ue: una ‘marcia per l’Europa’ per ribadire l’allineamento del popolo ai valori dell’Unione e una richiesta di piazza di dimissioni del governo. I tratti comuni di queste manifestazioni sono state le bandiere – bianca e rossa delle cinque croci (nazionale) e con le dodici stelle su campo blu – cartelli con rivendicazioni europeiste e l’inno georgiano intervallato dall’Inno alla Gioia. Nel marzo dello scorso anno sono poi scoppiate dure proteste popolari contro un controverso progetto di legge sulla ‘trasparenza dell’influenza straniera’ di filo-russa memoria, per registrare tutte le organizzazioni che ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti dall’estero come ‘agente straniero’ (in modo simile a quanto in vigore in Russia dal primo dicembre dello scorso anno). Dopo l’approvazione in prima lettura da parte del Parlamento decine di migliaia di cittadini georgiani sono scesi in piazza con le bandiere della Georgia e dell’Unione Europea – gridando slogan come Fuck Russian law e tappezzando la città di insulti a Putin – sostenuti sia dalle istituzioni Ue sia dalla presidente Zourabichvili. Dopo due giorni di proteste ininterrotte il partito Sogno Georgiano ha ritirato il progetto di legge, ma senza sconfessare la propria iniziativa.In questo scenario non va dimenticato il rapporto particolarmente delicato della Georgia con la Russia, Paese con cui confina a nord. La candidatura all’adesione Ue e Nato – sancita dalla Costituzione nazionale – da tempo è causa di tensioni con il Cremlino. Dopo i conflitti degli anni Novanta con le due regioni separatiste dell’Ossezia del Sud (1991-1992) e dell’Abkhazia (1991-1993) a seguito dell’indipendenza della Georgia nel 1991 dall’Unione Sovietica, sul terreno la situazione è rimasta di fatto congelata per 15 anni, con le truppe della neonata Federazione Russa a difendere i secessionisti all’interno del territorio rivendicato. Il tentativo di riaffermare il controllo di Tbilisi sulle due regioni nell’estate del 2008 – voluto dall’allora presidente Mikheil Saakashvili – determinò il 7 agosto una violenta reazione russa non solo nel respingere l’offensiva dell’esercito georgiano, ma portando anche all’invasione del resto del territorio nazionale con carri armati e incursioni aeree per cinque giorni. Da allora la Russia di Vladimir Putin riconosce l’indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud e ha dislocato migliaia di soldati nei due territori per aumentare la propria sfera d’influenza nella regione della Ciscaucasia, in violazione degli accordi del 12 agosto 2008.