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    Borrell: “Avanti con il rifornimento di munizioni all’Ucraina”. In primavera attesa la svolta

    Bruxelles – Avanti con il rifornimento di munizioni all’Ucraina. L’Unione europea non intende abbandonare l’alleato-partner nel conflitto con la Russia, e il piano per accelerare produzione industriale e forniture non solo non è rimesso in discussione ma dovrebbe iniziare a produrre i propri effetti entro la primavera di quest’anno. E’ la data che fornisce l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, nella risposta fornita ad un’interrogazione parlamentare in materia.Ci sono tre linee d’azione per il potenziamento della produzione industriale di difesa: consegna immediata dalle scorte o ridefinizione delle priorità degli ordini, acquisto congiunto di munizioni calibro 155 mm, e aumento della capacità industriale europea. Per quanto riguarda i primi due rami dell’agenda a dodici stelle, sostiene Borrell, “la consegna di 1 milione di munizioni da artiglieria all’Ucraina continua ad essere un importante obiettivo politico“, anche alla luce della mancata promessa di farle avere a Kiev e alla sue forze armate entro fine 2023. Adesso si conta di farle avere “entro marzo 2024”, dopo aver già consegnato, sottolinea Borrell, “oltre 300mila munizioni terra-terra e 3.200 missili da febbraio 2023”.Anche sul fronte dei proiettili calibro 155 l’obiettivo temporale è quello del cambio di stagione. “Si stima che la capacità produttiva europea sia già aumentata del 20-30 per cento da febbraio 2023, e si prevede che raggiungerà la capacità di 1 milione l’anno nella primavera del 2024″. Un’evoluzione che si collega agli acquisti congiunti per rifornire l’Ucraina. “Secondo le stime attuali – dice sempre l’Alto rappresentante – sarebbero già ordinate circa 180mila munizioni per il periodo 2023-2024″, e inoltre “si prevedono ulteriori ordini nei prossimi mesi”.Al netto di questo, l’impegno dell’Ue è pronto a essere profuso anche in altri ambiti, sempre di difesa e sostegno all’Ucraina. Borrell tiene a precisare, nella sua risposta alle domande sollevate dai banchi del gruppo dei popolari (PPE), che tra Stati membri e di concerto con l’Ucraina “sono attualmente in corso discussioni sui futuri impegni di sicurezza dell’UE nei confronti dell’Ucraina e su come garantire un sostegno militare sostenibile e prevedibile all’Ucraina“. Un messaggio per Mosca. L’UE non cede.

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    E’ corsa per gli armamenti, da Ue ed Eda impegno per la base industriale della difesa

    Bruxelles – Avanti con l’industria della difesa, come non mai, più che mai. I ministri della Difesa dei 27 rilanciano l’industria militare, e lo fanno con un documento congiunto al consiglio direttivo dell’Agenzia europea per la difesa (EDA) che pone l’accento sul potenziamento della base industriale e tecnologica di difesa europea. “La capacità dell’Ue di contribuire alla sicurezza europea e internazionale dipende dalla forza, dalla competitività e dalla resilienza della base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB)“, recita il preambolo del documento programmatico di quattro pagine.Qui si sottolinea come la base industriale “svolge un ruolo unico nel sostenere l’efficacia operativa delle forze armate europee e nel consentire all’Ue di fornire sostegno sia letale che non letale a partner come l’Ucraina quando necessario”. Alla luce della guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina, dunque, emerge la necessità tutta nuova di rilanciare un comparto considerato sempre più strategico e non sviluppato a sufficienza.Se l‘Ue è in ritardo nella fornitura di munizioni all’esercito ucraino è perché la capacità produttiva non basta alle rinnovate esigenza. “Fin qui più di 300mila munizioni sono state consegnate”, sottolinea l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell. “Arrivano dagli stock [nazionali] e dal riorientamento di esportazioni”. Gli Stati stanno rimanendo senza munizioni, e la produzione non serve né ricostituire le riserve nazionali né a rispondere alle esigenze strategiche. Borrell quindi chiede di far attendere altri partner. “L’Ue esporta molto verso Paesi terzi” in termini di munizioni e materiale militare, e data la situazione “invito i governi a vendere meno ai Paesi terzi e dare priorità all’Ucraina“.Il tema è affrontato nel documento Eda-Ue. Il paragrafo numero 4 stabilisce in modo inequivocabile come “la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha dimostrato che capacità di produzione e linee di rifornimento reattive e resilienti sono fondamentali per ricostituire le scorte di armamenti degli Stati membri e sostenere i partner dell’UE impegnati in operazioni ad alta intensità di autodifesa”. Avanti dunque, su ogni fronte.Il documento congiunto Ue-Eda accompagna l’approvazione delle Priorità di sviluppo delle capacità di difesa. Si tratta di un ampio programma di sviluppo dei programmi operativi “entro l’Ue e oltre” l’Ue, quindi anche di cooperazione e collaborazione con la Nato. E’ convinzione dei ministri della Difesa dei Ventisette “i persistenti sotto-investimenti e l’insufficiente cooperazione europea hanno creato sostanziali lacune nelle capacità di difesa”. Da qui la necessità di stabilire una tabella di marcia per l’immediato futuro.Impegno di precisione a terra, difesa aerea e missilistica integrata, Guerra subacquea/dei fondali marini, logistica, addestramento militare: questi i cinque ambiti militari su cui si pone l’accento. In termini di sviluppo industriale e di spesa. “E’ il momento di tradurre queste priorità in progetti concreti di cooperazione in materia di difesa per garantire forze armate europee più resilienti, agili e robuste, pronte ad affrontare le minacce presenti e future”, scandisce Borrell. L’Ue avverte Mosca. E non solo.
    La riunione dei minsitri responsabili produce anche un piano per le priorità di investimento, finanziario, di impresa e militare. Borrell: “L’export militare ai Paesi terzi sia dirottato per dare priorità all’Ucraina”

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    L’Ue rilancia l’industria bellica: “Studiamo cosa manca e dove investire”

    Bruxelles – “Analizzeremo la nostra capacità militari per vedere, esercito per esercito, dove ci sono lacune, cosa manca, e dove investire“. L’Europa si riarma. Il messaggio che invia l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, è il rilancio in grande stile dell’industria bellica. E’ giustificato dalla necessità di rispondere alle manovre militari della Russia in Ucraina, e dal fatto che le munizioni di cui Kiev ha bisogno l’Ue le sta prendendo dalle riserve nazionali degli Stati membri, ora sguarnite. La produzione serve più che mai e la linea dunque è tracciata.C’era una volta l’Unione europea, progetto di pace e addirittura premio Nobel per la pace, nel 2012. Dopo un decennio e poco più benvenuti in tutt’altra Europa. La riunione dei ministri della Difesa dei Ventisette riunisce attorno al tavolo i rappresentanti dell’Agenzia europea per la difesa (EDA) e pure il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Non è la prima volta né una novità. Ma è in questo formato che Borrell conduce l’analisi sulle lacune dell’industria bellica a dodici stelle, con l’Alleanza atlantica a fare da sponsor.“Putin deve capire che non vincerà, e l’unico modo che abbiamo per farglielo capire è continuare a sostenere militarmente l’Ucraina”, scandisce Stoltenberg. Che proietta l’Europa e il mondo di oggi nell’universo orwelliano per cui ‘guerra è pace’. Del resto essere positivi non è semplice. “Non credo che nessuno sia davvero ottimista” per ciò che riguarda il conflitto russo-ucraino, scandisce la ministra della Difesa olandese, Kajsa Ollongren. “La visione ottimistica sarebbe quella di una Russia che smette di combattere, ma è ciò che non sta accadendo”. Dal punto di vista euro-occidentale dunque, giusto andare avanti e sostenere quanto più possibile l’Ucraina. Anche perché ha molto da perdere, l’Ue. La faccia, l’immagine, la credibilità. I ritardi nella consegna del milione di munizione, con le promesse che non saranno mantenute, non depongono a favore di un’Europa decisa, a maggior ragione, alla corsa bellica.
    L’annuncio dell’Alto rappresentante Borrell. “Valuteremo le lacune esercito per esercito”. Il sostegno della Nato: “Putin deve capire che in Ucraina non può vincere”

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    Ucraina, La Lituania: “Promessa di un milione di munizioni Ue non si materializzerà”

    Bruxelles – Niente da fare, l’Ue non ce la farà a rifornire l’esercito ucraino di un milione di munizione entro la fine dell’anno. Il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielus Landsbergis, di fronte ai ritardi già accumulati, non può non ammettere che a questo punto, data la situazione, “la promessa per quest’anno non si sta materializzando e non credo che si materializzerà“. Sono state consegnate appena 300mila munizioni, meno di un terzo concordato, a riprova di un’industria bellica a dodici stelle non pronta a nuove produzioni su questa scala.I Ventisette si erano impegnati a sostenere l’Ucraina, convinti della necessità di rifornire le forze armate di Kiev per respingere l’avanzata della Russia. Lo scorso 5 maggio il Consiglio ha deciso di mettere a disposizione un miliardo di euro per l’aumento della produzione bellica, attraverso appalti e acquisti congiunti, con l’obiettivo di rifornire le forze armate ucraine di proiettili di artiglieria calibro 155 mm e, su richiesta, di missili. Ma il progetto si sta arenando, per il disappunto anche del ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna. “Prendiamo molte decisioni ma non sempre riusciamo a tradurle in pratica“, commenta.L’intenzione adesso è di provare ad avviare i negoziati di adesione di Kiev all’Unione europea, come proposto dalla Commissione Ue la settimana scorsa. C’è già un gruppo di Stati membri favorevole all’idea. L’intenzione di accogliere l’Ucraina viene espressa dai baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), Repubblica ceca, Romania, con Svezia e Belgio disposti a valutare. Non si mostrano così possibilisti, ma neppure chiudono la porta come invece fa l’Ungheria. Di fronte ai ritardi nella consegna di munizione c’è da dover salvare la faccia, e l’allargamento può essere il modo migliore per farlo, politicamente parlando.Da un punto di vista militare i ritardi Ue sono però un problema per le strategie euro-ucraine. Kiev ha bisogno del sostegno dei partner per poter sperare di respingere l’aggressore, con gli europei consapevoli che in questo momento “un cessate il fuoco sarebbe una vittoria di Putin”, taglia corto il ministro degli Esteri lituano. Non a caso infastidito per l’obiettivo mancato sulle munizioni.
    Il ministro degli Esteri di Vilnius ammette i ritardi dell’Unione della sua industria bellica. L’idea di un avvio dei negoziati di adesione entro l’anno per salvare la faccia

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    Semaforo verde dall’Eurocamera al piano da 300 milioni per gli appalti congiunti di armi

    Bruxelles – Trecento milioni di euro fino alla fine del 2025 per rafforzare l’industria europea della difesa attraverso gli appalti congiunti. Con ampia maggioranza (530 voti a favore, 66 contrari e 32 astenuti), il Parlamento europeo riunito a Strasburgo in plenaria ha dato il via libera definitivo oggi (12 settembre) al nuovo regolamento, concordato con gli Stati membri Ue a fine giugno, per istituire uno strumento temporaneo per rafforzare l’industria europea della difesa attraverso appalti comuni tra i Ventisette (il nome inglese è ‘Edirpa’, European Defence Industry Reinforcement through common Procurement Act) che avrà una dotazione di 300 milioni fino al 2025. 
    Una proposta avanzata dalla Commissione europea a luglio 2022, che ricoprirà anche un ruolo di finanziamento importante per il piano Ue per lo sviluppo dell’industria della difesa, presentato dalla lo scorso 3 maggio per arrivare a produrre almeno un milione di munizioni all’anno Made in Europe con cui contribuire alla resistenza dell’Ucraina all’aggressione della Russia. Gli acquisti congiunti dovranno coinvolgere un minimo di tre Stati membri e saranno aperti alla partecipazione dei Paesi dell’Associazione europea di libero scambio che sono anche membri dello Spazio economico europeo (Paesi associati).
    Una nota dell’Europarlamento spiega che il contributo finanziario dell’Ue a ciascun acquisto sarà limitato al 15 per cento del valore stimato del contratto di appalto comune per consorzio, che può essere portato al 20 per cento se l’Ucraina o la Moldavia sono destinatarie di quantità aggiuntive di prodotti per la difesa, o se almeno il 15 per cento del valore stimato del contratto di appalto comune è assegnato a PMI o a società a media capitalizzazione in qualità di appaltatori o subappaltatori.
    Lo strumento incentiverà gli Stati membri ad acquistare in comune i prodotti per la difesa più critici e urgenti nel quadro della guerra di Russia in Ucraina, rafforzando l’interoperabilità tra gli Stati membri per gli stessi prodotti, faciliterà i risparmi sui costi e aumenterà la competitività e l’efficienza della base industriale e tecnologica di difesa europea. “Il voto di oggi segna un momento storico per la difesa dell’Ue, in quanto istituisce il primo strumento comunitario per l’approvvigionamento congiunto da parte degli Stati membri. Questo strumento li aiuterà a rifornire le loro scorte, ad aumentare l’interoperabilità tra le nostre forze armate, a rafforzare la nostra industria e a contribuire al nostro incrollabile sostegno all’Ucraina. Tuttavia, di fronte a una crisi storica, l’EDIRPA può essere solo un punto di partenza per un’agenda di difesa comune molto più ambiziosa”, ha dichiarato il co-relatore tedesco della commissione affari esteri Michael Gahler.
    Edirpa rappresenta un nuovo passo verso una difesa europea più ambiziosa e integrata, insieme alla Legge per il sostegno della produzione di munizioni, un piano in due pilastri (uno ‘programmatico’ e uno ‘normativo’) messo nero su bianco dal commissario per il mercato interno, Thierry Breton, a valle di un vero e proprio ‘tour della difesa’ che lo ha visto tra marzo e aprile impegnato a visitare gli undici Paesi dell’Unione europea con l’industria della difesa più avanzata, tra cui anche l’Italia. Il piano prevede di mobilitare 500 milioni di euro dal bilancio fino a giugno 2025 per aumentare la capacità dell’industria europea di produrre munizioni, con l’obiettivo di produrre almeno un milione di pezzi all’anno (di cui 260 milioni dal Fondo europeo per la difesa e 240 milioni proprio dallo strumento Edirpa). 

    Con ampia maggioranza approvato il nuovo regolamento, concordato con gli Stati membri Ue a fine giugno, per istituire uno strumento temporaneo per rafforzare l’industria europea della difesa