Intesa Ue sulla proroga allo stop dei dazi per le importazioni ucraine. Ma con tutele per gli agricoltori europei
Bruxelles – Un altro anno di stop ai dazi sulle importazioni alimentari dall’Ucraina, nonostante le difficoltà a più riprese iniziate prima alle frontiere orientali dell’Unione nel 2023 e poi riverberatesi in quasi tutti i Paesi membri nel corso degli ultimi mesi. Dopo un ultimo breve negoziato inter-istituzionale tra Parlamento e Consiglio dell’Ue, nelle prime ore di oggi (20 marzo) i due co-legislatori sono arrivati a un’intesa provvisoria sulla proroga delle misure di liberalizzazione commerciale per l’Ucraina fino al 5 giugno 2025, ma con due ‘freni di emergenza’ nel caso di difficoltà per gli agricoltori europei.
La sospensione temporanea dei dazi all’importazione e delle quote sulle esportazioni agricole ucraine verso l’Ue introdotta per la prima volta nell’aprile 2022 e rinnovata nel maggio dello scorso anno – seppur con alcune misure restrittive temporanee resesi necessarie per le difficoltà e le tensioni in Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria – è motivata con la necessità di sostenere l’Ucraina nel contesto dell’invasione russa: “Questo rinnovo riafferma l’incrollabile sostegno politico ed economico dell’Ue all’Ucraina, dopo due anni di aggressione militare ingiustificata e immotivata da parte della Russia”, è quanto rimarca il Consiglio dopo l’intesa. “Il fatto che la Russia abbia preso di mira l’Ucraina e la sua produzione alimentare ha un impatto anche sugli agricoltori dell’Ue”, ha voluto sottolineare la relatrice per il Parlamento Ue, Sandra Kalniete (Ppe).
Da sinistra: la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr ZelenskyMentre i servizi del Berlaymont stanno ragionando anche sulla possibilità di introdurre consistenti dazi sulle importazioni di grano russo, a fine gennaio è arrivata la proposta della Commissione per la seconda proroga alle importazioni dall’Ucraina con una serie di nuove misure nel caso di “perturbazioni significative del mercato dell’Ue” – anche di un solo Paese membro – per anticipare (senza successo) le dure proteste degli agricoltori europei. Il trilogo tra i negoziatori di Parlamento e Consiglio dell’Ue si è reso necessario dopo gli emendamenti alla proposta della Commissione introdotti dagli eurodeputati alla sessione plenaria di marzo ma non sostenuti dal Consiglio. Quanto emerso è un Regolamento rinnovato che si applicherà dal 6 giugno – previa approvazione di entrambe le istituzioni Ue – con cui sarà prorogata la sospensione dei dazi sull’export ucraino verso l’Unione e che allo stesso tempo permette alla Commissione di intervenire entro 14 giorni (non più 21) per l’attivazione delle salvaguardia automatiche nel caso di perturbazioni di mercato.In primis viene rafforzato il ‘freno di emergenza’ già esistente sui prodotti agricoli “particolarmente sensibili” – ovvero pollame, uova e zucchero – che prenderà ora in considerazione “qualsiasi impatto negativo sul mercato di uno o più Stati membri” e non solo sul mercato dell’Ue nel suo complesso. In secondo luogo viene esteso l’elenco a quattro ulteriori prodotti – avena, mais, semole e miele – ed è esplicito l’impegno della Commissione a rafforzare il monitoraggio delle importazioni di grano e altri cereali. Per l’attivazione dei ‘freni di emergenza’ il periodo di riferimento sarà il 2022 e il 2023. Questo significa che se le importazioni di pollame, uova, zucchero, avena, mais, semole e miele dovessero superare i volumi medi degli ultimi due anni, la Commissione Europea sarà obbligata a reintrodurre contingenti tariffari. LEGGI TUTTO