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    Dall’energia rinnovabile alle materie prime critiche. L’Ue investe 45 miliardi in America Latina con il Global Gateway

    Bruxelles – Si apre con la notizia di un impegno concreto dell’Unione Europea a sostegno dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi il terzo vertice Ue-Celac in programma oggi e domani (17-18 luglio) a Bruxelles. “Sono lieta di annunciare che investiremo oltre 45 miliardi di euro fino al 2027 attraverso il nostro programma Global Gateway“, sono state le prime parole della giornata di confronti bilaterali e multilaterali della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, illustrando alla Business Round Table il programma di investimenti “di alta qualità a beneficio di entrambe le nostre regioni” e le catene di valore che avranno la priorità: “Dall’idrogeno pulito alle materie prime critiche, dall’espansione della rete di cavi dati ad alte prestazioni alla produzione dei più avanzati vaccini a base di mRNA”, il tutto accompagnato dai “più elevati standard ambientali e sociali e dalla trasparenza”.
    Si tratta di “oltre 135 progetti già in cantiere” – ha continuato von der Leyen – che si inseriscono all’interno dell’Agenda per gli investimenti Global Gateway per i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, secondo i criteri e le priorità che la Commissione Europea aveva presentato un mese fa in vista del primo vertice di alto livello tra i Ventisette e i 33 Paesi Celac dopo otto anni dall’ultima volta: transizione verde sostenibile, trasformazione digitale inclusiva, sviluppo umano, resilienza sanitaria e vaccini. Ma ciò su cui sarà principalmente rivolta l’attenzione è l’ambito energetico e digitale, sia come produzione sia come estrazione di materie prime critiche. “L’America Latina e i Caraibi hanno il potenziale per diventare una centrale elettrica globale per le energie rinnovabili”, ha assicurato la numero uno della Commissione, facendo riferimento ai settori eolico e solare che “stanno crescendo in modo esponenziale, anche grazie agli investimenti europei”. Il passo successivo ora è quello di “trasformare l’energia pulita in idrogeno pulito”, perché non solo “può essere facilmente esportato in altri continenti” ma può anche “alimentare nuove industrie nel vostro continente”. Acciaio e cemento, fertilizzanti, treni e autobus, “tutti puliti, tutti prodotti in America Latina”, ha sottolineato con forza von der Leyen: “Il vostro continente ha il potenziale per diventare un leader globale nelle industrie pulite di domani“.
    Per raggiungere questo obiettivo e fare in modo che le tecnologie verdi e digitali possano svilupparsi in tutte le loro potenzialità “le nostre industrie hanno bisogno di accedere a materie prime essenziali“, è l’avvertimento della numero uno dell’esecutivo Ue, che ha voluto assicurare come “anche in questo caso l’Europa vuole essere il vostro partner di riferimento”. Se tutto il mondo richiede materie prime critiche – dal litio al gallio e il germanio, come dimostrato dalle ultime restrizioni della Cina – c’è una grande differenza tra l’Ue e gli altri investitori, ha voluto mettere in chiaro von der Leyen: “Non siamo interessati a investire solo nella pura estrazione di materie prime, vogliamo collaborare con voi per costruire capacità locali di lavorazione, di produzione di batterie e di prodotti finali come i veicoli elettrici“. In altre parole, non si tratta solo di investimenti, ma “possiamo contribuire con una tecnologia di livello mondiale e con una formazione di alta qualità per i lavoratori locali”.
    Da sinistra: il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il primo ministro della Spagna e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Pedro Sánchez (17 luglio 2023)
    Lo dimostrano gli oltre 130 progetti dal valore complessivo di 45 miliardi di euro annunciati oggi nell’ambito del Global Gateway per i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. A partire dalla collaborazione con Argentina e Cile e attraverso il Club delle materie prime critiche “per rafforzare le catene di approvvigionamento sostenibili”. In Brasile saranno espanse le reti di telecomunicazione nella regione amazzonica, in Cile saranno promosse le attività di investimento sull’idrogeno verde, in Paraguay sarà potenziata la rete elettrica, a Panama si spingerà per l’accesso universale all’energia. in Giamaica sarà portato il 5G e la banda larga a tutta l’isola, in Costa Rica sarà elettrificato il trasporto pubblico – con la conversione all’elettrico della flotta di 40 autobus urbani – e in Colombia sarà costruita una linea metropolitana. Più in generale saranno implementate l’Alleanza digitale – attraverso la creazione di due centri Copernicus per la riduzione del rischio di catastrofi, il cambiamento climatico e il monitoraggio terrestre e marino – l’Iniziativa Health Resilience per lo sviluppo della produzione locale di farmaci e vaccini e l’Iniziativa Global Green Bonds sul mercato dei green bond nell’America Latina e nei Caraibi. Focus anche sul programma Società inclusive per affrontare le disuguaglianze, ridurre la povertà e l’esclusione sociale attraverso politiche sociali e di genere, l’istruzione e lo sviluppo delle competenze.

    L’annuncio della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, prima dell’inizio del vertice Ue-Celac. Saranno sviluppati oltre 130 progetti fino al 2027 per spingere la transizione digitale e verde e per aumentare i partenariati industriali e sanitari

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    Il Global Gateway dell’Ue implementato con 4 miliardi di euro mobilitati da Commissione e Banca Europea per Investimenti

    Bruxelles – Un’intesa decisiva per iniziare a sbloccare tutto il potenziale del Global Gateway, la strategia dell’Ue per le infrastrutture sostenibili a livello globale. La Commissione Europea e la Banca Europea per gli Investimenti (Bei) hanno firmato oggi (28 febbraio) una serie di accordi da 4 miliardi di euro complessivi per sostenere le imprese dei Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico fino al 2027. “L’accordo di oggi è un’altra pietra miliare nel progresso della priorità strategica del Global Gateway”, ha confermato la commissaria per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, presentando la mobilitazione di finanziamenti pubblici e privati “in settori chiave come la digitalizzazione, il clima e l’energia, i trasporti e la salute” nei Paesi partner in tutto il mondo.
    “La mobilitazione del settore privato è fondamentale per lo sviluppo sostenibile dei Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico”, ha aggiunto la commissaria parlando degli accordi siglati dall’esecutivo comunitario e dalla Bei. Nello specifico i 4 miliardi si compongono di un accordo di garanzia fino a 3,5 miliardi di euro in prestiti e di un contributo del Fondo fiduciario da 500 milioni di euro. Un esempio delle possibilità di investimento attraverso l’accordo di garanzia è il Green African Agricultural Value Chain Facility, che fornisce finanziamenti agli intermediari dell’Africa subsahariana per la concessione di prestiti alle piccole e medie imprese nelle catene del valore agroalimentari. Il Fondo fiduciario, invece, andrà a sostenere la costruzione di piccole centrali elettriche a energia rinnovabile, per consentire l’approvvigionamento autonomo di elettricità in aree remote non collegate alla rete.

    A che punto siamo con il Global Gateway
    Le intese da 4 miliardi di euro vanno ad aggiungersi all’accordo di garanzia da 26,7 miliardi di euro firmato da Ue e Bei nel maggio del 2022. Primi mattoni posti nell’Ue per dare concretezza alla strategia da 300 miliardi di euro che risale al dicembre 2021, in risposta alla Belt and Road Initiative della Cina e per rispondere alle sfide globali della transizione verde, della connettività digitale e dell’accesso alla salute pubblica. L’obiettivo del Global Gateway è proprio quello di veicolare un aumento degli investimenti in progetti locali, per “promuovere valori democratici, buona governance, trasparenza e partenariati equi”, mettendo in contatto istituzioni finanziarie e di sviluppo degli Stati membri, la Bei e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers).
    Metà degli sforzi d’investimento del Global Gateway hanno come punto focale i progetti di sviluppo che riguardano il continente africano. Circa 150 miliardi di euro che, come confermato al vertice Ue-Unione Africana di un anno fa dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, saranno indirizzati a potenziare le transizioni verde e digitale. Sul piano energetico, nello specifico, la volontà è quella di dare una spinta decisiva al potenziale verde del continente africano tra sole, vento e idroelettrico, attraverso la piena decarbonizzazione e il traguardo del cento per cento rinnovabile. In questo senso va letto anche il progetto della Grande Muraglia Verde contro desertificazione, effetti dei cambiamenti climatici e crisi alimentare in Africa, aspetti imprescindibili del Global Gateway. La stessa presidente von der Leyen ha definito la Grande Muraglia Verde un “baluardo contro l’insicurezza alimentare e il cambiamento climatico”, per cui la Banca Europea per gli Investimenti potrebbe presto svolgere un ruolo decisivo per la sua implementazione con il sostegno a progetti imprenditoriali concreti.

    Gli accordi di investimento consistono di un accordo di garanzia fino a 3,5 miliardi in prestiti e di un contributo del Fondo fiduciario di 500 milioni, a sostegno delle imprese dei Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico fino al 2027: “Il settore privato è fondamentale per lo sviluppo sostenibile”

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    La Commissione UE annuncia un pacchetto di investimenti digitali per la Nigeria da 820 milioni di euro

    Bruxelles – È iniziata l’Africa-Europe Week, la settimana che rafforzerà i rapporti di cittadini, imprenditori e politici africani ed europei in vista del vertice UE-Unione Africana di giovedì e venerdì (17-18 febbraio), e sul fronte digitale gli effetti si fanno già sentire. UE e Nigeria hanno siglato un accordo per un nuovo pacchetto di investimenti da almeno 820 milioni di euro nell’economia digitale fino al 2024.
    A comunicarlo sono stati la vicepresidente della Commissione UE per il Digitale, Margrethe Vestager, e il vicepresidente della Repubblica federale della Nigeria, Yemi Osinbajo, in una nota rilasciata questa mattina (lunedì 14 febbraio), dopo l’incontro di ieri nella capitale nigeriana Abuja. “I due vicepresidenti hanno concordato di lavorare insieme su un rinnovato partenariato UE-Nigeria”, nel quadro del pacchetto di investimenti per l’Africa da 150 miliardi di euro annunciato giovedì scorso (10 febbraio) dalla presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen.
    Il pacchetto UE per l’economia digitale della Nigeria – 160 milioni di euro in sovvenzioni e 660 milioni in prestiti – punterà al miglioramento della connettività nel Paese, alla digitalizzazione dei servizi pubblici e al sostegno per l’imprenditorialità, attraverso il delineamento di competenze digitali per i cittadini e lo sviluppo di un quadro di governance democratico e umano-centrico.
    Nello specifico, sarà sostenuta la costruzione di cavi in fibra ottica e centri dati per migliorare l’accesso alla connettività ad alta velocità, con un sostegno di 100 milioni di euro da parte della Banca europea per gli investimenti (BEI) per espandere la rete 4G negli Stati di Lagos e Ogun e per triplicare la capacità di dati nazionale. Sul fronte della digitalizzazione dell’amministrazione pubblica nigeriana, sempre la BEI investirà 250 milioni per rafforzare l’infrastruttura di identità digitale del Paese con alti standard di protezione dei dati, mentre con una sovvenzione da 9,5 milioni di euro al programma di innovazione della Nigeria, l’UE promuoverà l’innovazione e le nuove soluzioni digitali con la priorità della privacy, della sicurezza informatica e dell’Internet aperto.
    È stata prevista anche l’istituzione di un apposito strumento di assistenza tecnica da 2 milioni per condividere le competenze digitali, sostenendo la creazione e lo sviluppo di start-up tecnologiche che spingano lo sviluppo della società e dell’economia della Nigeria. In questo contesto si inserisce anche la sovvenzione da 44 milioni al Nigeria Jubilee Fellowship Programme, per la formazione lavorativa di giovani cittadini nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).
    Riconoscendo anche l’importanza delle relazioni energetiche reciproche, Vestager e Osinbajo hanno concordato la possibilità di “esplorare tutte le opzioni per aumentare la fornitura di gas naturale liquefatto dalla Nigeria all’UE“, con un incontro tecnico a riguardo che sarà convocato “a breve”.

    Accordo tra Bruxelles e Abuja per un partenariato rinnovato nell’ambito del pacchetto di investimenti per l’Africa da 150 miliardi di euro: al centro connettività e centri dati, sostegno alle start-up e digitalizzazione dell’amministrazione pubblica del Paese

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    Dai vaccini alle somministrazioni, l’UE prepara il vertice con i Paesi africani aumentando i finanziamenti alla regione

    Bruxelles – Dalle esportazioni di vaccini anti COVID ai fondi per aiutare i Paesi africani ad aumentare il loro tasso di vaccinazione, ancora troppo basso non tanto per la mancanza di dosi, quanto per il loro mancato assorbimento. La Commissione Europea prepara il terreno per il summit UE-Unione Africana che si terrà il 17 e 18 febbraio a Bruxelles e in visita in Senegal questa settimana ha annunciato un aumento della spesa da parte UE per incrementare il tasso di vaccinazione nei Paesi africani più in ritardo con le somministrazioni. 
    “Dobbiamo compiere sforzi per accelerare le vaccinazioni”, ha affermato mercoledì 9 febbraio la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, in una conferenza a Dakar, in Senegal, che dal 5 febbraio è presidente di turno dell’Unione africana. Da lì ha annunciato che l’UE spenderà ulteriori 125 milioni di euro per aiutare i Paesi africani a garantire la corretta distribuzione delle dosi, formare il personale medico e somministrare le dosi. Bruxelles e gli Stati hanno già stanziato solo a questo scopo 300 milioni di euro, condividendo con i partner africani quasi 145 milioni di dosi di vaccini contro il coronavirus, con l’obiettivo di condividere un totale di almeno 450 milioni di dosi entro questa estate.

    Ma ora lo sforzo per aumentare i tassi di vaccinazione non va concentrato tanto sulla condivisione delle dosi, quanto sulla capacità di assorbimento in loco. I Paesi africani hanno avviato le loro campagne di vaccinazione molto più tardi rispetto agli Stati più ricchi, che hanno concentrato la maggior parte delle dosi di vaccini durante i primi mesi di pandemia.
    Negli ultimi mesi, con maggiore disponibilità di dosi grazie ad un forte aumento della capacità produttiva anche in Europa (Bruxelles è in grado di produrre 300 milioni di dosi al mese), sono aumentate le forniture per i Paesi africani e a basso e medio reddito, che però stanno incontrando difficoltà ad assorbirle e somministrarle. I motivi sono diversi, tra le capacità di stoccaggio limitate nei Paesi in cui arrivano le dosi, le scarse infrastrutture sanitarie o la breve durata di conservazione dei vaccini.
    La lotta alla pandemia in Africa avrà un ruolo di primo piano al vertice della prossima settimana, ma non sarà l’unico investimento di rilievo. Ad appena due mesi dalla pubblicazione della strategia d’investimento globale Global Gateway, von der Leyen ha annunciato ieri la mobilitazione di 150 milioni di euro per il programma Africa-Europa, ovvero il primo piano regionale sotto l’ombrello della Global Gateway. Le iniziative annunciate da von der Leyen in questa settimana anticipano un nuovo pacchetto di investimenti Africa-Europa di cui discuteranno i leader la prossima settimana, che tenga conto delle sfide globali prioritarie come i cambiamenti climatici e la decarbonizzazione dell’economia africana.

    Von der Leyen annuncia 125 milioni di euro per aiutare i partner africani a garantire la corretta distribuzione e somministrazione delle dosi e per formare il personale medico. “Dobbiamo compiere sforzi per accelerare le vaccinazioni”, non tanto con la condivisione delle dosi, quanto aumentando la capacità di assorbimento in loco

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    Il Global Gateway da 300 miliardi di euro è la risposta UE alla Belt and Road Initiative della Cina e alle sfide globali

    Bruxelles – Si chiama Global Gateway e mobiliterà fino a 300 miliardi di euro in investimenti tra il 2021 e il 2027: è questa la risposta dell’UE alla Belt and Road Initiative della Cina (quella che in Italia è conosciuta anche con il nome di Nuova via della seta), la nuova strategia europea per “promuovere collegamenti intelligenti, puliti e sicuri nei settori del digitale, dell’energia e dei trasporti e rafforzare i sistemi di salute, istruzione e ricerca in tutto il mondo“.
    La presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, insieme con la commissaria per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, e il commissario per la Politica di vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi
    Presentato oggi (mercoledì primo dicembre) dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, insieme con la commissaria per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, e il commissario per la Politica di vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, il Global Gateway sarà lo strumento che dovrebbe permettere all’Unione di affrontare le sfide globali più urgenti, dal cambiamento climatico, al miglioramento della sicurezza sanitaria, fino al rafforzamento della competitività e delle catene di approvvigionamento globale, come quella dei semiconduttori. “La strategia Global Gateway è un modello di come l’Europa può costruire connessioni più resistenti con il mondo“, ha presentato così il progetto la presidente von der Leyen.
    Che questa iniziativa sia una risposta allo potere crescente della Cina in contenenti come l’Africa e il Sud America (ma anche in Medio Oriente e nell’Europa orientale e balcanica) lo si deduce dal fatto che l’esecutivo UE abbia voluto specificare che “il Global Gateway veicolerà un aumento degli investimenti per promuovere valori democratici, buona governance, trasparenza e partenariati equi“. Con questo spirito Bruxelles metterà in contatto le istituzioni finanziarie e di sviluppo degli Stati membri, la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), mobilitando le delegazioni UE in tutto il mondo per identificare e coordinare i progetti in loco.
    La commissaria per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen
    Contrapponendosi alla cosiddetta trappola del debito cinese, attraverso il Global Gateway l’UE vuole rafforzare la solidità delle condizioni finanziarie dei Paesi partner e migliorare la sostenibilità del debito, attraverso sovvenzioni, prestiti favorevoli e garanzie di bilancio. Al centro c’è anche la promozione di alti standard ambientali, sociali e di gestione strategica, che saranno monitorati dall’assistenza tecnica di Bruxelles. Per garantire una maggiore parità di condizioni per le imprese dell’UE nei mercati dei Paesi terzi, dove si trovano a competere con i concorrenti sostenuti dai propri governi, l’UE sta valutando la possibilità di istituire uno strumento europeo di credito all’esportazione. “Vogliamo creare legami forti e sostenibili, non dipendenze, tra l’Europa e il mondo e costruire un nuovo futuro per i giovani”, ha sottolineato la commissaria Urpilainen.
    A livello di partenariati, Bruxelles guarda oltreoceano per promuovere investimenti sostenibili nella connettività. In particolare, “il Global Gateway e l’iniziativa statunitense Build Back Better World si rafforzeranno a vicenda“, è stata la rassicurazione dell’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. Un impegno che si estende anche in Asia, con i partenariati di connettività con Giappone e India, e nei Balcani Occidentali, con il Piano economico e di investimenti presentato nel 2020: “Questi piani inizieranno a realizzare la strategia Global Gateway nelle regioni che rientrano ancora nel mandato di questa Commissione”, ha confermato il commissario Várhelyi.

    La Commissione UE ha presentato la nuova strategia europea per mobilitare investimenti che diano vita a progetti con Paesi partner in tutto il mondo entro il 2027 su cambiamento climatico, catene di approvvigionamento e sicurezza sanitaria