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    L’Ue in pressing sulla Serbia per trovare una soluzione con gli organizzatori dell’EuroPride per ospitare l’evento a Belgrado

    Bruxelles – Aumentano le pressioni delle istituzioni Ue sulla Serbia dopo l’ondata di polemiche sulla posizione intransigente del presidente serbo, Aleksandar Vučić, a proposito dello svolgimento dell’Europride 2022 in programma tra il 12 e il 18 settembre a Belgrado. “Dopo l’annuncio della cancellazione, l’Unione Europea incoraggia le autorità serbe a proseguire i contatti con gli organizzatori per trovare una soluzione che consenta di ospitare l’EuroPride in pace e sicurezza”, si legge in una nota firmata dal portavoce del Servizio europeo per l’Azione esterna (Seae), Peter Stano: “Attendiamo con ansia una decisione finale positiva” sullo svolgimento dell’evento che celebra quest’anno il trentesimo anniversario dall’istituzione.

    Statement by the Spokesperson on the announcements of the cancellation of EuroPride in Belgrade | EEAS Website https://t.co/yA0qK61knl
    — Belgrade Pride – EuroPride 2022 (@belgradepride) September 2, 2022

    Martedì (30 agosto) il presidente Vučić aveva ribadito che la manifestazione annuale itinerante per i diritti LGBTQ+ in programma quest’anno nella capitale serba sarà “annullata o rinviata” per “questioni urgenti”, non facendo nessuna apertura rispetto a quanto annunciato pochi giorni prima nel corso della cerimonia di conferimento del mandato di governo alla premier uscente, Ana Brnabić. “Potrà chiamare Biden, potranno chiamare Putin o Erdogan o chi volete, la decisone non cambierà”, aveva messo un punto Vučić. Ma gli organizzatori dell’EuroPride hanno continuato a confermare che l’evento non è annullato e che la marcia del 17 settembre per le strade di Belgrado si svolgerà, dal momento in cui le autorità nazionali non hanno il potere di cancellare la manifestazione una volta assegnata alla città ospitante, a meno che non si tratti di ragioni di sicurezza pubblica motivate dalle forze di polizia.
    Da Bruxelles è subito arrivato un importante sostegno alla causa dell’EuroPride 2022 in Serbia, sia con il messaggio inviato alla premier Brnabić da parte della co-presidente dell’intergruppo LGBTQ+ del Parlamento Ue, Terry Reintke, e dalla collega di partito, Viola von Cramon-Taubadel (“L’EuroPride sarà un simbolo forte contro i movimenti autoritari guidati dall’odio, marceremo a Belgrado per la democrazia e la diversità”), sia con la lettera firmata da 145 eurodeputati indirizzata anche al presidente serbo. “Siamo consapevoli delle minacce alla sicurezza dei manifestanti, ma riteniamo che vietare del tutto l’evento non sia la soluzione giusta”, è quanto sottolineato con forza nel testo, che ha esortato alla “positiva collaborazione e a sostenere gli organizzatori nella realizzazione di una Marcia dell’EuroPride sicura”. Tra gli eurodeputati italiani firmatari della lettera compaiono la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, il membro del comitato dell’intergruppo LGBTQ+ Fabio Massimo Castaldo (Movimento 5 Stelle), insieme ad Alessandra Moretti,Brando Benifei, Massimiliano Smeriglio (Partito Democratico), Eleonora Evi e Rosa D’Amato (Verdi).

    🏳️‍🌈 145 MEPs signed today our joint letter calling on the 🇷🇸 #Serbian leadership (@SerbianPM/@avucic) to facilitate a safe #EuroPride2022 as scheduled.
    Our MEPs also urge authorities to deploy sufficient police protection.
    Read it below 👇 https://t.co/SsKle1gmxb pic.twitter.com/u1lFMMzC2t
    — LGBTI Intergroup (@LGBTIintergroup) August 31, 2022

    È così che, anche grazie al pressing dell’Ue, si è aperto uno spazio di dialogo tra le autorità della Serbia e gli organizzatori dell’EuroPride. Si cerca ora una soluzione che garantisca lo svolgimento della manifestazione – e in completa sicurezza – con un qualche tipo di riconoscimento della situazione delicata all’interno del Paese (in particolare sui rapporti con il Kosovo e sulla crisi energetica). Un tentativo ulteriormente supportato da Bruxelles con la messa in campo del peso diplomatico del Servizio guidato dall’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: “L’Ue attribuisce grande importanza al fatto che questo Pride si svolga in circostanze pacifiche e con la sicurezza dei partecipanti”, si legge nel comunicato, che ricorda a Belgrado le aspettative dell’Unione nei confronti dei “nostri partner più stretti” in materia di “protezione e promozione dei diritti umani”, inclusa la “difesa dei diritti delle persone LGBTIQ+, della libertà di riunione e di espressione”. L’EuroPride, conclude il testo, “si batte per la parità di diritti delle persone LGBTIQ+ in tutta Europa, dando voce a coloro che subiscono discriminazioni, violenze o odio per motivi diversi dal loro sesso, sessualità o genere”.

    Il Servizio europeo per l’azione esterna attende “con ansia” una decisione finale “positiva” dai contatti tra autorità serbe e organizzatori della manifestazione LGBTQ+. Bruxelles attribuisce “grande importanza” allo svolgimento dell’evento “in circostanze pacifiche e in sicurezza”

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    Il presidente serbo Vučić vuole annullare l’EuroPride 2022 a Belgrado. Da Bruxelles arriva l’appello di 145 eurodeputati

    Bruxelles – Le polemiche non accennano a diminuire e, al contrario, la posizione intransigente del presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, sull’Europride 2022 in programma tra il 12 e il 18 settembre a Belgrado rischia di aumentare i rischi di legittimazione delle violenze dell’estrema destra nazionalista contro la comunità LGBTQ+ serba ed europea. “Abbiamo deciso che l’EuroPride non si farà“, ha confermato ieri (martedì 30 agosto) il capo dello Stato, respingendo qualsiasi tentativo di influenza esterna: “Potrà chiamare Biden, potranno chiamare Putin o Erdogan o chi volete, la decisone non cambierà”. Il tutto a pochi giorni dalla manifestazione di migliaia di persone a Belgrado, capeggiata dai partiti ultra-nazionalisti omofobi e dalla Chiesa Ortodossa (con inflitrazioni di gruppi organizzati russi), che hanno espresso – con icone religiose, canti nazionalpatriottici, ritratti di Putin e magliette con impressa la Z della propaganda del Cremlino – la propria opposizione allo svolgimento della manifestazione annuale itinerante nella capitale serba.

    Serbia’s capital, Belgrade, is due to host the EuroPride march in September, an event staged in a different European city each year. But the government said it would be cancelled or postponed, citing reasons such as threats from right-wing activists https://t.co/4QEOuwyGkb pic.twitter.com/TFPGOlUSxE
    — Reuters (@Reuters) August 29, 2022

    La dichiarazione di Vučić sorprende fino a un certo punto, ma preoccupa piuttosto per le implicazioni che potrebbe avere su dinamiche già particolarmente delicate. Conferendo il nuovo mandato di governo alla premier uscente, Ana Brnabić, il presidente della Serbia aveva annunciato già sabato scorso (27 agosto) che l’EuroPride in programma a Belgrado sarebbe stato “annullato o rinviato” per “questioni urgenti” – ovvero la disputa di confine con il Kosovo e la crisi energetica – che nulla hanno a che fare con lo svolgimento pacifico della manifestazione più attesa dalla comunità LGBTQ+ europea. A questo poi si aggiunge il fatto che Vučić parla di “annullamento”, non di “divieto”, perché un’autorità nazionale non ha il potere di cancellare l’evento una volta assegnato alla città ospitante, fatte eccezione le ragioni di sicurezza pubblica motivate dalle forze di polizia. Ecco perché questa posizione va letta in ottica politica: l’annuncio di Vučić è arrivato nello stesso giorno dell’accordo di compromesso storico sui documenti d’identità con il Kosovo, una coincidenza che lascia presagire il tentativo di distogliere l’attenzione dei partiti di estrema destra e della Chiesa Ortodossa da un’evidente sconfitta del nazionalismo serbo. La stessa intransigenza nella conferma dell’annullamento dell’evento va in questa direzione, per tentare di mantenere saldo il consenso interno dell’elettorato su cui Vučić basa il proprio potere politico.
    Per tutte queste ragioni si teme un’esacerbazione delle tensioni e una potenziale legittimazione delle violenze dei gruppi più conservatori e omofobi ai danni dei manifestanti dell’EuroPride, che comunque arriveranno a Belgrado da tutta Europa fra due settimane. Il circolo vizioso che ormai si è creato tenderà a confondere causa ed effetto, considerato anche il fatto che il governo Brnabić ha dichiarato che non sussistono le condizioni per lo svolgimento dell’EuroPride in sicurezza: “Gruppi estremisti potrebbero approfittare di tale evento per alimentare tensioni e creare instabilità in Serbia“. Tuttavia, proprio a causa di queste dichiarazioni che hanno avallato le richieste della manifestazione omofoba, il 2022 potrebbe tornare a registrare violenze dopo anni di marce del Pride Month di Belgrado senza incidenti. Il primo Pride nel Paese balcanico si è svolto nel 2001, ma già nel 2009 è stato cancellato per minacce di scontri, poi verificatisi durante la manifestazione del 2010. Dopo un’interruzione di tre anni, dal 2014 è tornato a svolgersi ininterrottamente e dal 2017 vi partecipa anche Brnabić, prima premier omosessuale dichiarata nella storia del Paese.

    The President of Serbia has said today that #EuroPride2022 is cancelled. It is not. Only the organisers can cancel the event. Our full statement. https://t.co/OQ8OWgIFuT
    — EuroPride is not cancelled! (@EuroPride) August 27, 2022

    Gli organizzatori dell’EuroPride continuano a ricordare che la manifestazione non è annullata e che la marcia del 17 settembre per le strade di Belgrado si svolgerà: “Lo Stato non può cancellare l’evento, sarebbe una chiara violazione della Costituzione nazionale”, oltre che “degli articoli 11, 13 e 14 della Convenzione europea sui diritti umani, che la Serbia ha ratificato come membro del Consiglio d’Europa”, si legge in un comunicato. Da Bruxelles arriva un importante sostegno alla causa dell’EuroPride 2022 in Serbia, con l’impegno in prima linea della co-presidente dell’intergruppo LGBTQ+ del Parlamento Europeo, Terry Reintke: “Gli attacchi alla comunità LGBTI*, alla libertà e ai diritti fondamentali rappresentano una minaccia per le democrazie in Europa e nel mondo”, ha ricordato in un’intervista all’emittente serba N1: “L’EuroPride sarà un simbolo forte contro i movimenti autoritari guidati dall’odio, marceremo a Belgrado per la democrazia e la diversità“. Lo stesso messaggio è stato portato proprio da Reintke e dalla collega di partito, Viola von Cramon-Taubadel, alla premier serba Brnabić: “Abbiamo detto chiaramente che il governo serbo deve fare di tutto per proteggere la libertà di riunione, anche per le minoranze”.
    L’iniziativa è stata rafforzata dalla lettera dell’intergruppo LGBTQ+ firmata da 145 eurodeputati e indirizzata al presidente Vučić e alla premier Brnabić. “Siamo consapevoli delle minacce alla sicurezza dei manifestanti, ma riteniamo che vietare del tutto l’evento non sia la soluzione giusta”, sottolinea il testo, che esorta alla “positiva collaborazione e a sostenere gli organizzatori nella realizzazione di una Marcia dell’EuroPride sicura”. Nello specifico, la leadership serba è stata richiamata a “consentire che l’EuroPride si svolga come previsto”, a impegnarsi per un numero “sufficiente” di forze dell’ordine perché “tutti i partecipanti possano esercitare in sicurezza il loro diritto alla riunione pacifica e alla libertà di espressione” e a “mantenere il dialogo con la delegazione dell’Ue e gli organizzatori per trovare una soluzione”. Tra gli eurodeputati italiani firmatari della lettera compaiono la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, il membro del comitato dell’intergruppo LGBTQ+ Fabio Massimo Castaldo (Movimento 5 Stelle), insieme ad Alessandra Moretti,Brando Benifei, Massimiliano Smeriglio (Partito Democratico), Eleonora Evi e Rosa D’Amato (Verdi).

    🏳️‍🌈 145 MEPs signed today our joint letter calling on the 🇷🇸 #Serbian leadership (@SerbianPM/@avucic) to facilitate a safe #EuroPride2022 as scheduled.
    Our MEPs also urge authorities to deploy sufficient police protection.
    Read it below 👇 https://t.co/SsKle1gmxb pic.twitter.com/u1lFMMzC2t
    — LGBTI Intergroup (@LGBTIintergroup) August 31, 2022

    Dopo le manifestazioni dei partiti nazionalisti e della Chiesa Ortodossa contro la manifestazione LGBTQ+ di metà settembre, il capo dello Stato ha ribadito che l’evento non si terrà “per questioni di sicurezza”. Ma non ha il potere di vietarlo e così aumentano solo i rischi di violenze omofobe