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    L’Ue: “No a militarizzare gli aiuti umanitari” a Gaza. E ora anche l’Olanda chiede di rivedere l’accordo con Israele

    Bruxelles – Tre giorni dopo la presa di posizione delle Nazioni Unite, anche l’Ue respinge il piano di Israele per prendere in mano la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. E “ribadisce il suo appello urgente” a Tel Aviv “affinché revochi immediatamente il blocco di Gaza“. Si spinge più in là il governo dei Paesi Bassi, uno dei più strenui sostenitori dello Stato ebraico finora, che ha chiesto una revisione urgente dell’accordo di associazione Ue-Israele alla luce delle “chiare violazioni del diritto umanitario”.Nella dichiarazione congiunta firmata dall’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, e dalle commissarie Ue per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, e per il Mediterraneo, Dubravka Suica, non c’è nulla sull’inquietante piano di occupazione prolungata di Gaza annunciato dal governo di Benjamin Netanyahu. Bruxelles sceglie di tacere su uno sviluppo che potrebbe compromettere una volta per tutte quella soluzione a due Stati da sempre sostenuta dall’Unione. Il capo della diplomazia europea si accoda invece alle organizzazioni internazionali nella denuncia della militarizzazione degli aiuti umanitari da parte di Israele.Un ragazzino palestinese tra le macerie di Gaza City, 04/05/2025 (Photo by Omar AL-QATTAA / AFP)Da più di due mesi – dal 2 marzo, prima del collasso del cessate il fuoco – Tel Aviv blocca l’ingresso di cibo e risorse primarie per la popolazione civile nella Striscia. Sia il World Food Programme che l’Unrwa hanno lanciato l’allarme sull’esaurimento imminente delle scorte alimentari. Secondo l’Ufficio di Coordinamento Onu per gli Affari umanitari, il 92 per cento dei bambini tra i 6 e i 23 mesi e delle donne incinte e che allattano non soddisfano il loro fabbisogno nutrizionale. Più di 9 su 10. La maggior parte delle famiglie non dispone di acqua potabile e sono ripresi i saccheggi dei magazzini. Le scorte restano impilate fuori da Gaza, bloccate dall’esercito israeliano.“Tonnellate di aiuti, che rappresentano le forniture per tre mesi per una popolazione di 2,2 milioni di persone, sono in attesa al confine”, sottolinea il comunicato di Bruxelles. Israele, “in qualità di potenza occupante”, deve “garantire che gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione bisognosa”. Ma il piano che Israele ha sottoposto alle Nazioni Unite per affidare la distribuzione a società di sicurezza private e limitarlo in una zona a sud sotto il controllo dell’esercito israeliano va in tutt’altra direzione. L’Ue si dice “preoccupata” per il meccanismo architettato da Tel Aviv, “in contrasto con i principi umanitari”.(FILES) Un cittadino palestinese tra le rovine dell’ospedale Al Shifa nella Striscia di Gaza (Photo by AFP)Kallas, Lahbib e Suica ribadiscono che “gli aiuti umanitari non devono mai essere politicizzati o militarizzati” e che il loro utilizzo “come strumento di guerra” è vietato dal diritto internazionale. A sorpresa, mentre le tre commissarie redigevano con cautela un comunicato diffuso con netto ritardo, l’Olanda, uno dei Paesi membri finora più restii a criticare Israele ha indirizzato una lettera all’Alta rappresentante in cui chiede una revisione urgente dell’accordo di associazione con l’alleato mediorientale. Che sta alla base delle relazioni economiche con Israele, e che prevede – all’articolo 2 – il rispetto dei principi democratici e dei diritti umani.Il ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp, ha dichiarato al The Guardian che il governo dei Paesi Bassi si aspetta che la questione – messa sul tavolo da Spagna e Irlanda più di un anno fa e poi accantonata dall’Ue – sia discussa durante la riunione informale dei ministri degli Esteri dell’Ue che inizia oggi in Polonia. Veldkamp, ex ambasciatore in Israele, ha definito il blocco di Gaza “catastrofico, davvero desolante” e in chiara violazione del diritto internazionale umanitario. In un passaggio significativo, il ministro ha puntualizzato: “Non ho alcuna illusione che Hamas applicherà mai il diritto internazionale umanitario, ma da una democrazia come Israele, le democrazie combattono in modo diverso, e Israele deve rispettare il diritto internazionale umanitario”. I Paesi Bassi sembrano fare sul serio, e Veldkamp ha annunciato che il governo porrà il veto su qualsiasi proroga del piano d’azione Ue-Israele, l’accordo che attua l’accordo di associazione entrato in vigore nel 2000.

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    L’UE accusa la Russia di aver messo nel mirino i bambini ucraini: “158 sono stati uccisi, oltre 2 milioni gli sfollati”

    Strasburgo, dall’inviato – In Ucraina anche i bambini sono “nel mirino dell’esercito di occupazione russo e vengono loro negati i diritti fondamentali in modo brutale”. È questa l’accusa rivolta al Cremlino dalla vicepresidente della Commissione UE per la Democrazia, Dubravka Šuica, aprendo oggi (martedì 5 aprile) il dibattito in sessione plenaria del Parlamento Europeo sulla protezione dei minori che scappano dalla guerra in Ucraina. “Ogni bambino ha diritto a giocare, ad andare a scuola e a un futuro di pace”, ha ricordato con forza la vicepresidente Šuica, contrapponendo le immagini atroci che arrivano da Bucha e Irpin’: “Chi ha commesso questi crimini non potrà farla franca”. A rincarare la dose è intervenuta la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, che ha puntato il dito contro le forze armate russe per essersi macchiate anche della morte di 158 minori “e non si hanno notizie di centinaia di altri bambini”.
    La vicepresidente della Commissione UE per la Democrazia, Dubravka Šuica (5 aprile 2022)
    A questo si aggiungono 2,5 milioni di minori ucraini sfollati, di cui due milioni hanno attraversato le frontiere dell’Unione Europea. Ecco perché le sanzioni economiche e il supporto finanziario e militare a Kiev non possono essere le sole risposte alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina: per l’UE una delle priorità-chiave è l’aiuto umanitario, in particolare per i soggetti più deboli, i bambini appunto. “Dopo i traumi che hanno subito, dobbiamo cercare di farli tornare a una vita più normale possibile, integrandoli nella società e nel sistema scolastico”, ha precisato la vicepresidente Šuica in riferimento alla comunicazione dell’esecutivo UE presentata lo scorso 23 marzo sul sostegno ai profughi in arrivo dall’Ucraina. I Ventisette dovranno essere particolarmente attenti alla registrazione di tutti i minori, “con particolare attenzione a quelli che si presentano alla frontiera senza genitori” e ad assicurarsi che il sistema di accoglienza non presenti ulteriori rischi.
    Proprio su questo punto si è concentrata la commissaria Johansson, che ha messo in guardia da “nuovi pericoli, come quello della tratta di esseri umani”. Già in questo momento “le autorità lituane stanno indagando su 43 adozioni sospette“, a dimostrazione di quanto sia necessario di spingere sulla registrazione di tutti i minori, “perché non possiamo permetterci di lasciarne indietro nemmeno uno”. Ma gli Stati membri dovranno anche tenere sotto controllo i fornitori di alloggi e trasporti e focalizzarsi su ricongiungimenti familiari e adozioni sicure, per garantire “case, istruzione e salute”. Mentre dall’Ucraina arrivano testimonianze di bambini a cui i genitori scrivono sulla schiena i contatti telefonici dei familiari nel caso di sopravvivenza a un eventuale attacco armato, la commissaria Johansson ha posto l’accento sul fatto che “più la guerra continua, più aumentano i rischi” e le famiglie ucraine devono decidere se “tenere i bambini dove rischiano ogni giorno la vita, o mandarli all’estero con la possibilità di non rivederli mai più”.

    Ukrainian mothers are writing their family contacts on the bodies of their children in case they get killed and the child survives. And Europe is still discussing gas. pic.twitter.com/sK26wnBOWj
    — Anastasiia Lapatina (@lapatina_) April 4, 2022

    Di qui deriva “l’obbligo morale” per tutta l’UE di mettere in sicurezza i bambini, “in attesa che possano tornare a casa, dopo aver assorbito i nostri valori”, ha commentato l’eurodeputata Ewa Kopacz (PPE). Unanimità da parte di tutti i gruppi politici al Parlamento Europeo sulla necessità di sostenere le iniziative della Commissione per la protezione dei minori in fuga dalla guerra in Ucraina. “Neanche un bimbo o una bimba deve finire nella rete della criminalità organizzata”, ha aggiunto la presidente del gruppo degli S&D all’Eurocamera, Iratxe García Pérez: “Dobbiamo tutelarli per quanto possiamo, perché già sono stati vittime della pazzia di Putin”. Hilde Vautmans (Renew Europe) ha ricordato che “la forza di una società si misura nel modo in cui tratta i più deboli” e Saskia Bricmont (Verdi/ALE) ha chiesto che “questa nuova solidarietà diventi la base per una nuova politica di asilo e migrazione”.

    Alla plenaria del Parlamento UE, il gabinetto von der Leyen ha tracciato le dimensioni del crimine compiuto dall’esercito di occupazione: “Non si hanno notizie su centinaia di altri minori”. Sulla solidarietà dei Ventisette, “bisogna assicurare adozioni sicure e ricongiungimenti familiari”