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    Ucraina, l’Ue insiste: “La Cina sostiene la Russia, stop a questa collaborazione”

    Bruxelles – La Commissione europea prova ad alzare la voce contro la Repubblica popolare cinese e il suo ruolo nel conflitto in Ucraina. Dopo l’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas, è la volta del suo portavoce, Anour El Anouni, andare all’attacco contro il sostegno militare di Pechino a Mosca. “Condanniamo le relazioni tra Cina e Russia. Intimiamo lo stop di questa collaborazione“, scandisce in occasione del tradizionale incontro con la stampa.A Bruxelles non viene digerito l’attivismo commerciale utile a portare avanti le operazioni militari dell’armata russa. “La Cina è il principale fornitore di tecnologie a duplice uso” civile e militare, come droni e componenti, “che sostengono la base industriale militare russa”, accusa ancora il portavoce di Kallas. “Queste tecnologie sono poi usate sul campo di battaglia” per combattere le forze regolare ucraine e procedere con l’offensiva, sottolinea El Anouni. “Sono beni con applicazioni militari”, insiste.All’interno dell’esecutivo comunitario non c’è alcuno dubbio sul fatto che “senza sostegno della Cina la Russia non potrebbe continuare la sua aggressione con la stessa potenza” di fuoco, riconosce il portavoce dell’Alta rappresentante. Non ci si gira troppo attorno: “Siamo profondamente preoccupati” per questa alleanza sino-russa, va avanti il portavoce.La preoccupazione non riguarda solo il conflitto russo-ucraino in sé e il ritorno in termini di rapporti di forza nei confronti con Kiev, soprattutto con scenari di negoziali di pace sullo sfondo, ma preoccupazione riguarda anche le alleanze regionali su uno scacchiere internazionale improvvisamente assai meno prevedibile. Inoltre si teme che l’azione, pur decisa, dell’Ue nei confronti degli alleati della Russia, possa essere meno incisiva del previsto. Con il tredicesimo pacchetto di sanzioni aziende cinesi sono state oggetto di misure restrittive, ma evidentemente non è bastato a fermare i rifornimenti all’esercito russo.

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    Kallas attacca Pechino: “Cina fattore chiave nella guerra russa contro l’Ucraina”

    Bruxelles – Scalzata dagli Stati Uniti nella gestioni delle crisi internazionali, raggirata dalla Cina nonostante impegni mai davvero sottoscritti. La guerra russo-ucraina e la crisi che ne scaturisce può tramutarsi in un fallimento politico completo. Dopo colloqui e proposte di pace gestite da Washington e Mosca senza il coinvolgimento europeo, ora anche l’ammissione di un ruolo giocato da Pechino, nonostante gli inviti a non averne. “La Cina è un fattore chiave nella guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina“, riconosce l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas. Risponde a un’interrogazione parlamentare voluta proprio per capire che ruolo sta svolgendo la Repubblica popolare e come l’Europa stia agendo. E’ qui che Kallas va all’attacco di Xi Jinping e il suo governo. “Senza il sostegno della Cina, la Russia non sarebbe in grado di continuare la sua aggressione militare con la stessa forza“, afferma. Accuse dirette e serie, ma fondate. Perché, continua l’Alto rappresentante, “la Cina è il più grande fornitore di beni a duplice uso [civile-militare] e di articoli sensibili che sostengono la base industriale militare della Russia e che si trovano sul campo di battaglia in Ucraina”. L’industria cinese produce, l’armata russa utilizza: lo schema messo a punto tra Mosca e Pechino si riassume dunque così. A Bruxelles sono consapevoli che tutto ciò che viene prodotto tra Repubblica popolare e Hong Kong, è poi utilizzato “in diversi tipi di equipaggiamento militare”. L’Unione europea sa perfettamente dell’alleanza venutasi a creare a oriente, e già con il tredicesimo pacchetto di sanzioni aziende cinesi sono state oggetto di misure restrittive. Ora però il vaso è colmo.Il freddo riavvicinamento tra Ue e Cina. Von der Leyen: “Rapporto complesso che dobbiamo far funzionare”“Il sostegno della Cina ha un costo”, sottolinea Kallas. La condotta del governo cinese “influisce negativamente sulle relazioni Ue-Cina”, che comunque proseguono, non sono interrotte. Al netto di accuse e minacce velate non è chiaro come si potrà procedere nei confronti di un partner sempre più scomodo e in aperta contraddizione con la risposta prodotta dall’Ue nel conflitto in corso su suolo ucraino. La ‘questione cinese’ del conflitto russo-ucraino potrebbe finire al centro del vertice informale di Parigi, organizzato e ospitato oggi (17 febbraio) dal presidente francese, Emmanuel Macron, proprio per discutere di Ucraina e di strategie europee in merito. Presidenti i capi di Stato e di governo di Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca (la prima ministra danese rappresenterà il gruppo dei Paesi scandinavi e baltici), oltre alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e il segretario generale della Nato, l’olandese Marc Rutte.