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    Frédéric Grare (ECFR): “Affare AUKUS un tradimento per la Francia, ma un problema per tutta l’Europa”

    Bruxelles – La pubblicazione della Strategia dell’UE per la cooperazione nell’Indo Pacifico e la nascita di AUKUS, il patto militare tra Australia, USA e Regno Unito, segnalano un cambio di passo nei rapporti tra Stati Uniti, Cina e paesi membri dell’Unione europea. Il sodalizio militare dei paesi anglosassoni minaccia di escludere le nazioni europee dalla regione (oltre che dalla cooperazione nel settore industriale), proprio negli stessi giorni in cui viene varato il primo documento programmatico per un approccio condiviso sull’Indo Pacifico. Nell’intervista rilasciata ad Eunews, Frédéric Grare, esponente dell’European Council on Foreign Relations, spiega come leggere gli avvenimenti dell’ultima settimana, a partire dai reali interessi dei 27 e dalla tensione tra alleati.
    Eunews: Molti analisti in Italia hanno attaccato la Strategia dell’UE per la cooperazione nell’Indo Pacifico, perché ritengono che abbia un approccio poco strategico e troppo economico. Secondo lei questo documento rappresenta davvero un cambio di passo oppure si tratta di un insieme di dichiarazioni di circostanza?
    Grare: “Il documento è frutto di un compromesso tra i paesi che vogliono un approccio più strategico alla regione e quelli che vedono un’opportunità. Questa è una via di mezzo. Se si guarda alle conclusioni del Consiglio europeo di aprile e le si confronta con questo documento, forse l’aspetto strategico è maggiore: menziona la Cina come un problema e può fungere da quadro per gli obiettivi europei nell’area. In generale, se si considerano le singole questioni della strategia, si può decidere quale approccio adottare. Il documento vede l’area come uno spazio di compteizione tra Cina e Stati Uniti in termini di influenza economica: se la Cina lo ottiene, avrà anche influenza politica. Tutto dipende dal modo in cui il documento verrà effettivamente implementato. È un documento di compromesso. La strategia non è molto ambiziosa: riflette l’approccio tipico degli Stati membri dell’UE, ma non significa che il documento non abbia alcun potenziale. Dobbiamo tenere conto della realtà e quindi non possiamo impegnarci in qualcosa che non saremo in grado di realizzare”.
    E: Quanto sono profondi gli interessi dell’Unione Europea nell’Indopacifico? La nuova attenzione per questa regione riguarda gli interessi europei oppure la relazione speciale dell’Europa con gli Stati Uniti?
    Frédéric Grare, Senior Policy Fellow with the Asia Programme at the European Council on Foreign Relations
    G: “Entrambe le cose. Dobbiamo partire dalla realtà che il documento è un compromesso e che gli interessi di politica estera sono diversi per ogni Stato membro: ad esempio, se si prende la Francia, che è potenza residente nell’Indo Pacifico perché ha territori e popolazione sia nell’Oceano Indiano che nell’Oceano Pacifico, appare ovvio che deve essere presente in loco sia che lo voglia o no. Chiaramente è un interesse molto profondo. Altri paesi, come gli Stati baltici, hanno altre priorità (principalmente la Russia). Sebbene quasi tutti gli Stati membri dell’UE (con l’eccezione forse dell’Ungheria) vedano sempre di più la Cina come un qualcosa con cui fare i conti, per molti paesi essere presenti nell’Indo Pacifico significa guadagnarsi la buona volontà degli Stati Uniti a garantire la loro sicurezza (in Europa)”.
    E: Perché crede che gli Americani non abbiano informato nessun altro partner delle trattative per AUKUS? Addirittura arrivando a indispettire platealmente la Francia per la questione della commessa dei sottomarini?
    G: “Se la Francia avesse saputo sarebbe rimasta con le mani in mano? Ovviamente no. Il trattato doveva rimanere segreto, per presentare ai Francesi il fatto compiuto. Ma questo ha conseguenze in tutta Europa, anche perché la Francia è una parte importante dell’industria europea della difesa. In generale però, riesco a capire la logica che ha spinto a concludere la trattativa in segreto. L’accordo francese è stato stracciato, dal loro punto di vista è naturale che si sentano traditi dall’Australia e dagli Stati Uniti”.
    E: L’Unione adesso ha una strategia, ma molti paesi europei (Francia, Germania, Olanda) ne hanno già una a livello nazionale ed è possibile che altri paesi se ne dotino a breve. Saranno complementari a quella della UE? Magari verranno coniugate direttamente in un approccio europeo?
    G: “No, penso che gli approcci nazionali rimarranno. Come ho detto, questo documento riflette il compromesso, cioè gli interessi di ogni paese e su alcune questioni (come la sicurezza) è difficile avere un approccio comune. Inoltre, per come funziona il sistema UE, gli interventi che vedremo saranno su base volontaria. I governi continueranno ad avere iniziative indipendenti in politica estera nell’Indo Pacifico e saranno allo stesso tempo parte dell’approccio europeo all’area. Non è detto che queste iniziative (europee e nazionali) non possano essere complementari tra di loro”.
    E: Come pensa che la strategia europea sarà percepita dalla Cina? Secondo lei la RPC deve essere contenta perchè non è esplicitamente nominata come un avversario oppure no, dato che è probabile che da qui a poco l’Indo Pacifico sarà più affollato?
    G: “In generale non credo che i Cinesi abbiano qualche motivo per essere felici. La Cina è già stata nominata nella EU China Strategy come un rivale sistemico. Il termine rivale è già presente ed utilizzato. Se si guarda il documento, si parla comunque di corrosione economica e militarizzazione dell’area con la Cina come uno dei responsabili. L’obiettivo resta comunque quello di spingere Pechino a comportarsi in modo più accettabile a livello internazionale. In definitiva, la Cina non ha motivo di essere particolarmente felice di questo documento, ma nemmeno di esserne così preoccupata. I risultati di questo primo passo non sono ancora chiari. Diciamo che si tratta di un primo passo, una direzione, ma alla fine dipenderà dagli Stati membri se e come si arriverà al passo successivo”.

    Per il Senior Policy Fellow del think-tank pan-europeo a questo punto diventa fondamentale la strategia UE per la cooperazione nell’Indo Pacifico. Ma “tutto dipende dal modo in cui verrà attuata”, dice a Eunews

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    AUKUS, o la disputa dei sottomarini: gli USA vogliono Francia ed Unione europea fuori dall’Indo Pacifico

    Bruxelles -“Un colpo nella schiena”, colmo di “doppiezza, disprezzo e bugie”. Jean Yves Le-Drian non ha utilizzato mezzi termini per riferirsi alla nascita di AUKUS, nuovo sodalizio strategico tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti. Poco dopo, l’annuncio che Parigi avrebbe ritirato i suoi ambasciatori da Washington e da Canberra. Per il ministro si tratterebbe addirittura di una potenziale “crepa” nel fronte dell’alleanza atlantica. L’ultima battuta di quel rapporto travagliato che l’ex presidente francese François Mitterand aveva definito una “guerra permanente e non conosciuta”.
    AUKUS: l’Unione europea fuori dall’Indo Pacifico
    L’accordo AUKUS prevede di fornire alle forze armate di Canberra una flotta di sottomarini a propulsione nucleare, insieme a nuovi missili balistici e allo stanziamento (pare) di unità navali americane nei porti del paese. L’ira francese nasce dal fatto che il governo di Parigi era già in trattative (quasi ultimate) per vendere alla marina australiana una gigantesca commessa di dodici sottomarini Diesel, per un costo stimato di 90 miliardi di dollari australiani.
    Una beffa a cui si aggiunge un danno economico non irrilevante, considerate le recenti delusioni per il mancato acquisto di fregate francesi da parte di Marocco, Indonesia e Egitto – tutte gare dove la francese Naval Group si è vista preferire la versione italiana prodotta da Fincantieri. Lo stesso gruppo navale italiano, tuttavia, potrebbe essere stato tra le vittime (inconsapevoli) di AUKUS. Nel giugno scorso Fincantieri e Novantia (gruppo spagnolo) furono sorpassate dall’inglese BAE Systems nella gara da 23 miliardi di euro per la costruzione di nove fregate multiruolo proprio per la marina australiana.
    Al netto dell’aspetto finanziario, emerge una certa volontà dell’amministrazione americana di affidare il dossier ad alleati più affidabili degli Europei. Come ha ribadito pochi giorni fa l’Alto rappresentante Josep Borrell durante la presentazione della Strategia UE per l’Indo Pacifico “gli Americani sembrano di non fidarsi di noi quando devono portare avanti i loro interessi, in questo caso verso la Cina”. E’ facile immaginare che il documento, soluzione compromissoria che non prende una chiara posizione anticinese, possa essere stato giudicato troppo morbido nei dicasteri americani. Nè Borrell nè altri rappresentanti degli Stati membri UE erano stati informati delle trattative per la nascita di AUKUS.
    La strategia USA
    La sfiducia tra le due sponde dell’Atlantico non nasce oggi. Tredici Stati membri dell’Unione hanno ufficialmente aderito al progetto della Nuova via della seta cinese (BRI). Soprattutto l’accordo sugli investimenti tra Unione europea e Cina (CAI), firmato durante il travagliato passaggio di consegne tra la presidenza di Donald Trump e quella di Joe Biden, è stato visto negli States come un colpo basso mentre gli occhi del paese erano rivolti sulla crisi interna. Sia la BRI che il CAI sono di fatto congelati ed è probabile che lo rimangano per sempre, ma rimane da parte americana la percezione che sugli Europei si può contare poco.
    La strategia americana è chiara. Washington conosce bene le reticenze degli alleati a inimicarsi il proprio partner commerciale più importante e per questo intende gestire il contenimento cinese per altri tramiti. Nello specifico, una serie di alleanze a geometria variabile che coinvolgano quei paesi che hanno già fatto una chiara scelta di campo: AUKUS, il QUAD, Five Eyes, cooperazioni bilaterali con Corea del Sud e Taiwan, probabilmente nei prossimi anni nasceranno nuove sigle. Occasionalmente si potrà fare affidamento sulla presenza delle marine europee nella regione, ma si tratta di un contorno.
    AUKUS non cancella l’alleanza atlantica
    La Francia è l’unico dei 27 ad essere paese residente nella regione indopacifica grazie ai suoi territori d’oltremare. Già dotata di una strategia per l’Indo Pacifico dal 2018 e promotrice del documento redatto in sede UE, Parigi si sente tradita dall’accordo anglosassone. AUKUS però non esclude ulteriori commesse da parte francese per l’Australia – possibili alla luce dei lunghissimi tempi di consegna dei nuovi sottomarini nucleari. Joe Biden ha ribadito che la cooperazione con l’Eliseo è irrinunciabile. Intanto però l’amministrazione ha deciso di punire un alleato che parla fin troppo spesso di “autonomia strategica” e del superamento della NATO – addirittura in stato di “morte cerebrale” secondo una dichiarazione di Emmanuel Macron del 2019.
    La dipendenza dei 27 (Francia compresa) dalla protezione dell’alleanza americana farà in modo che lo strappo non diventi frattura. Le occasioni per riparare nel breve periodo non mancheranno e c’è da aspettarsi qualche concessione da Washington, ad esempio lasciare che la Francia venda tecnologie militari alla Corea del Sud. Il governo francese ha annunciato che “nei prossimi giorni” Emmanuel Macron parlerà al telefono con Joe Biden sulla questione, nell’attesa del G20 che si terrà tra poco più di un mese a Roma.
    Sul fronte europeo, Josep Borrell – contrariato quanto il presidente francese di non essere stato informato di AUKUS – è a New York per la 76a sessione dell’assemblea generale delle Nazioni unite. Borrell, che resterà negli USA fino al 24 settembre, parteciperà ad una riunione a margine dei lavori dell’assemblea per discutere i recenti sviluppi. Far rientrare la crisi nel più breve tempo possibile è di prioritaria importanza per l’UE, che con un veto francese faticherebbe a portare avanti i negoziati per l’accordo commerciale con l’Australia che si attendeva per la fine dell’anno.
    E’ consuetudine che in occasione dei lavori dell’Assemblea delle Nazioni Unite i ministri degli Esteri tengano riunioni tra loro. Date le circostanze è fuori ogni dubbio che “il tema verrà sollevato”, riconosce il servizio dei portavoce della Commissione europea. La questione riguarda i rapporti con gli Stati Uniti e sarà trattato a livello di Stati membri dell’UE, a dimostrazione delle difficoltà dell’Unione a trovare una posizione comune in politica estera. Quanto alle relazioni con l’Australia, a Bruxelles ricordano che in occasione dell’ultimo round negoziale per un accordo di libero scambio (1-11 giugno) le due parti hanno convenuto di darsi appuntamento per ottobre. Al momento non cambia nulla, anche se si sta esaminando se e quanto il comportamento della controparte australiana porà avere ripercussioni.

    La nuova alleanza tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito esclude i partner europei dall’area. Washington sembra non fidarsi dell’Unione, ma non si può parlare di strappo

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    Salute, blue economy e materie prime: UE e Canada danno nuove impulso alle loro relazioni

    Bruxelles – Salute, materie prime e commercio, sicurezza, clima. Unione europea e Canada rinsaldano il loro legame con un nuovo processo di cooperazione che le vede inaugurare nuove fasi su più fronti. Il summit bilaterale di Bruxelles vede la decisione di creare un nuovo dialogo per la salute, l’attivazione di un forum per sull’economia marittima per la protezione degli oceani e la promozione della blue economy, l’avvio di un partenariato strategico UE-Canada sulle materie prime al fine di diversificare le fonti di importanti input dell’economia verde e digitale lontano.
    “Dobbiamo essere uniti”, dice l’ospite d’onore, il primo ministro canadese Justin Trudeau, che lascia la capitale dell’UE tenendo fede a premesse e promesse. Prima di lasciare Bruxelles il leader canadese riafferma l’importanza dei “valori” che legano le due sponde dell’Atlantico, che si traduce nell’impegno a “lavorare stretto contatto per affrontare le preoccupazioni e le sfide comuni che affrontiamo nelle relazioni con Cina e Russia“, come messo nero su bianco nelle conclusioni di fine lavori.
    E’ un summit UE-Canada ricco di sostanza quello andato in scena a Bruxelles. C’è la voglia di “coordinare sforzi” di riforma dell’OMS, e non è poco. “Dobbiamo migliorare il sistema di allerta, perché abbiamo perso del tempo prezioso all’inizio” della pandemia, rileva la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Un lavoro necessario ma non scontato, poiché si intreccia col più delicato capitolo di riforma del WTO, l’Organizzazione mondiale per il commercio. Ma le due cose, quando si parla di salute, vanno di pari passo. UE e Canada intendono “lavorare insieme per facilitare il commercio di beni medici essenziali”, nell’ottica dell’alleanza per la salute.
    Trudeau propone un trattato internazionale sulle pandemie, nell’ambito di una nuova OMS. L’Unione europea trova il sostegno a lavorare per la creazione di un’Agenzia africana del farmaco e investimenti nel continente: è questa la strategia per superare le crisi. “La liberalizzazione dei brevetti dei vaccini non sono una bacchetta magica”, scandisce il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Preferiamo progetti concreti per l’aumento della capacità produttiva”. Avanti così, dunque.
    Si difende il CETA, il trattato di libero scambio UE-Canada. Da quando è stato introdotto in via provvisoria il commercio di beni è cresciuto del 25%, quello di servizi del 39%. Si intende lavorare per arrivare alla piena ratifica e applicazione dell’accordo, a cui si aggiunge l’alleanza sulle materia prime e non solo quella. “Condividiamo gli stessi valori, siamo per il multilateralismo”, ripetono i tre leader, e nel complesso, tiene a sottolineare Trudeau, “la partnership UE-Canada è più forte che mai”.
    Lo dimostra anche il nuovo impulso dato alla sicurezza cibernetica. UE e Canada approfondiranno la cooperazione digitale attraverso il dialogo digitale Canada-UE e il partenariato globale sull’intelligenza artificiale. Un esercizio che implica la collaborazione in materia di ricerca e sviluppo. Qui, sottolinea Michel, “continueremo a rafforzare la nostra cooperazione attraverso il programma Orizzonte Europa”, il programma quadro UE per la ricerca.
    Capitolo difesa. Per cortesia istituzionale Trudeau non risponde a chi chiede pareri su una maggiore integrazione europea in materia, ma il Canada è stato invitato a partecipare al progetto Mobilità Militare della PESCO, ed è von der Leyen a ricordare che la Cooperazione strutturata permanente in materia di sicurezza e difesa (PESCO) “è stata creata per garantire maggiore interoperabilità, e che la PESCO permette una maggiore complementarità con la Nato” e quindi è un bene anche per il Canada.

    Il summit bilaterale ospitato a Bruxelles rilancia un rapporto “più forte che mai”. Impegni per riformare l’Oms, proteggere gli oceani e rispondere alle minacce russo-cinesi

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    Il lavoro sulla “Bussola strategica” per la difesa UE procede, “se gli Stati non la fermeranno”

    EU_ENV RT @euenergyweek: 🖐️Today is the day! #EUSEW2021, the biggest #sustainableenergy event in Europe has arrived to @CINEA_EU!

    ⚡️The new agenc…brandobenifei RT @mattino5: “Non dobbiamo demonizzare la voglia di tornare a fare le cose insieme, però bisogna rispettare le regole”

    @brandobenifei a #…helenadalli Join us in building the foundations of an inclusive, sustainable and accessible European architecture together.

    We… https://t.co/PTCPugkcykeunewsit In breve: le notizie in evidenza oggi. 👇
    ✅ Per approfondire, consulta #eunews → https://t.co/ogYT2xWbNV
    📧 e iscrivi… https://t.co/PfkvmbIiEWecfr RT @ProSyn: Whereas #China once competed with the West over legacy industries, it is now seeking dominance of cutting-edge sectors, implyin…dreynders Encore une belle journée de printemps ☀️😊 #météo #printemps #COVID19 https://t.co/xw6Y81pvBERebHarms RT @Doppelgeist60: Weil gerade viel über Bidens Infrastrukturpaket diskutiert wird – kleine Illustration vor meinem Fenster. https://t.co/3…EU_ENV RT @UNBiodiversity: Protecting pollinators is essential for #FoodSecurity — now and in the future.

    🌸🍒🍑🐝🍯🥑🥦🦋🍇

    @FAO explains how pollinator…ecb RT @NGFS_: The Dashboard on scaling up green finance is a first attempt to catalogue desirable series that allow the evolution, change and…ecb RT @NGFS_: Today, the @NGFS_ released an overview of sustainable finance market dynamics along with a dashboard on scaling up green finance…ecrgroup 🇳🇱 #Europe’s Future – A New Hope | The Hague 🇳🇱
    Today | 19:30 CET
    It’s time to #ResetEU.

    📍🗣️🇬🇧… https://t.co/FAxKmNQuXDecrgroup 🗓️TODAY | 19:30 CET🕰️

    🇳🇱 #Europe’s Future – A New Hope | The Hague 🇳🇱
    Join us as we lay bare a bold alternative fo… https://t.co/PrwVIzjUfoRebHarms Thread. During the last days of March 2021 along frontlines of Russia’s war against Ukraine 👇 https://t.co/Nuonfa8NUUMarcozanni86 RT @giuslit: Dice il ministro Franco che #leuropa col #recoveryfund non regala niente.
    Da aprile 2020, io ho già consumato polpastrelli e t…SKyriakidesEU RT @defis_eu: We wish Commissioner @SKyriakidesEU and all our friends, colleagues and followers from #Cyprus a happy National Day!

    ⬇️@Cope…EU_ENV RT @LIFEprogramme: It’s a new day, it’s a new #LIFEprogramme! 💚💙

    🧳As we unpack, we have special something for you to kick off our adventur…M5S_Europa Senza la collaborazione tra #UE e mondo delle #imprese sarà davvero difficile raggiungere gli obiettivi del Patto V… https://t.co/dPQ5HfcQoBRebHarms RT @TatAtfender: Russia-occupied Crimea, March 30ecb Lane: Offsetting the negative shock to inflation is only the first stage of the monetary policy challenge. Even aft… https://t.co/VjbeWVfcI3ecb Lane: The increase in inflation during 2021 can be best interpreted as the unwinding of disinflationary forces that… https://t.co/OrMo4o6wNT

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    Irini, nata per il controllo dell’embargo di armi in Libia, non funziona. Mancano le risorse necessarie

    Ma quelle che si vedono sugli spalti di Juve-Napoli sono sopracciglia o lauree? Il Presidente di _ al _mediaset: “L’🇮🇹 ha un’occasione storica: l’🇪🇺 potrebbe metter… RT : Breaking News: John Bolton says in his new book that the House should have investigated President Trump for potentially im… RT : The new MFF lacks boldness […]

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    Macron: NATO è “in stato di morte celebrale” e rilancia l’idea di una comune Difesa Europea

    torna in libertà. Un grande presidente che ha combattuto contro la povertà e per il riscatto del popolo brasiliano. Finalmente libero! Von der Leyen defies Macron over Balkans EU accession C’est, en définitive, une question de souveraineté. Il s’agit de protéger la souveraineté de l’i… Ultimately it’s about sovereignty. It’s about protecting the sovereignty of […]