Crosetto: “Bene un Commissario alla difesa, ma vanno anche riviste le regole per la spesa degli Stati”
Bruxelles – Per il ministro italiano alla Difesa Guido Crosetto è un bene che l’Unione europea abbia iniziato ad occuparsi più seriamente di difesa, anche creando un nuovo portafoglio dedicato nella prossima Commissione. Le questioni strategiche sono diventate centrali in questa fase storica, ha dichiarato il titolare del dicastero ai margini del Consiglio informale a Bruxelles. Ma per centrare gli obiettivi di spesa fissati dall’Europa e dalla Nato è necessario rivedere le regole di bilancio comunitarie, che impediscono agli Stati membri di mettere in campo le risorse necessarie. “Ho letto” che la presidente eletta dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen “nominerà un commissario europeo per la Difesa: la cosa non può che farmi piacere”, ha dichiarato il ministro ai giornalisti in uscita dalla riunione con gli omologhi dei Ventisette. L’incontro di oggi chiude la due giorni di informali – ieri (29 agosto) si sono visti i titolari degli Affari esteri – nota come Gymnich, che segna la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva. In uno strappo alla regola, i meeting si sono tenuti a Bruxelles anziché a Budapest (capitale del Paese che detiene la presidenza di turno dell’Ue) come forma di sanzione al governo ungherese, il cui leader Viktor Orbán ha indispettito Commissione e cancellerie per i suoi disinvolti tour “diplomatici” tra Ucraina, Russia, Cina e Stati Uniti. Crosetto si augura anche “che la sottocommissione Difesa diventi una commissione permanente anche all’interno del Parlamento europeo“, sostenendo che “se è così rilevante costruire la difesa del futuro per ogni Paese europeo, per l’Europa intera, allora bisogna adeguarsi e quindi ridare uno spazio che la difesa non ha avuto in questi anni, soprattutto quella europea”. Data la centralità acquisita dal tema in questo periodo, ha ribadito il ministro, è necessario che il blocco si attrezzi con adeguate strutture politiche. Ma soprattutto, ha insistito, è fondamentale che venga adeguato anche il quadro normativo che determina lo spazio di manovra finanziaria degli Stati membri. Crosetto ha chiesto all’Ue di “decidere” tra il rigore di bilancio e la spesa militare, ora che inizia un nuovo ciclo istituzionale fino al 2029: “Se la difesa è fondamentale in questa fase che stiamo vivendo”, ha spiegato, “l’Europa deve decidere se escludere le spese della difesa” dal Patto di stabilità e crescita (Psc), quello che elenca i vincoli che i Ventisette devono rispettare (come rapporto debito/Pil al 60 per cento e quello deficit/Pil al 3 per cento). A decidere sul budget per la difesa, nelle parole del ministro, non è il ministro della Difesa ma quello dell’Economia e delle finanze, che “non decide in base alla situazione di sicurezza nel mondo, ma in base ai vincoli che arrivano dall’Unione europea”. E ha avvertito: “Se questo non accade non riusciremo ad assumerci gli impegni che l’Europa stessa vuole assumersi”, sottolineando che il Segretario generale aggiunto della Nato Angus Lapsley “mi ha dato ragione”. Lo stesso funzionario dell’Alleanza, ha continuato Crosetto, “ha detto che all’Alleanza non basterà più il 2 per cento” del Pil nazionale da destinare alle spese militari, ma “si andrà al 2,5 per cento o al 3 per cento“. Nel caso italiano, dove attualmente non si riesce a centrare nemmeno il target del 2 per cento fissato dall’Alleanza atlantica, la difesa andrà adeguata “alle nuove sfide e al nuovo mondo”: e per farlo, occorrono risorse che solo il Mef può gestire, ma finora ha avuto le mani legate da Bruxelles. LEGGI TUTTO