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    La centrale nucleare di Zaporizhzhia al centro della guerra in Ucraina. Si cerca accordo per missione di esperti sicurezza

    Bruxelles – Rimane alta la tensione sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dall’esercito russo da inizio marzo e nuovamente al centro del conflitto dopo l’intensificarsi della controffensiva di Kiev nel sud-est del Paese invaso dal Cremlino. Mentre i due fronti si scambiano accuse sulla responsabilità dell’aggravarsi dello stato di sicurezza dell’impianto, i leader internazionali chiedono con sempre più insistenza di mettere fine agli atti di ostilità nelle vicinanze della centrale nucleare e in particolare a Mosca di astenersi dall’utilizzare la struttura come base militare da cui partire attacchi al territorio dell’Ucraina.
    Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres
    “Sono molto preoccupato per l’evolversi della situazione all’interno e intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia”, ha commentato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, esortando le forze armate di Kiev e Mosca a “cessare immediatamente tutte le attività militari nelle immediate vicinanze dell’impianto e di non prendere di mira le sue strutture o i dintorni”. Guterres si è appellato al “buon senso e ragionevolezza” di tutti i responsabili in conflitto per “non intraprendere azioni che possano mettere in pericolo l’integrità fisica, la sicurezza o la protezione dell’impianto nucleare”. Tuttavia, “invece di un’attenuazione, negli ultimi giorni sono stati segnalati altri incidenti molto preoccupanti che, se dovessero continuare, potrebbero portare a un disastro”, ha avvertito il segretario generale dell’Onu. In serata è prevista a New York una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla questione, dopo la richiesta arrivata da Mosca. “È necessario un accordo urgente a livello tecnico su un perimetro sicuro di smilitarizzazione per garantire la sicurezza dell’area”, ha spiegato Guterres, che ha ricordato anche la necessità di “fornire alla missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica un accesso immediato, sicuro e senza ostacoli al sito“.
    Le stesse richieste sono arrivate ieri (mercoledì 10 agosto) dai ministri degli Esteri del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) e dall’alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell. In una nota è stata richiesta la restituzione “immediata” del “pieno controllo” della centrale nucleare di Zaporizhzhia “e di tutti gli impianti nucleari all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina” alle autorità di Kiev. “Il personale ucraino deve essere in grado di svolgere le proprie mansioni senza subire minacce o pressioni”, dal momento in cui “è il continuo controllo della Russia sull’impianto a mettere in pericolo la regione“, hanno attaccato i ministri, ribadendo che “il sequestro delle strutture nucleari ucraine” aumenta “significativamente” il rischio di un incidente nucleare. È per questo motivo che anche per il G7 rimane cruciale la possibilità di organizzare una missione di esperti internazionali “in modo sicuro e senza impedimenti”.
    Dopo le preoccupazioni di Bruxelles espresse dal presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, domenica scorsa (7 agosto), anche la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, ha condannato “fermamente” i bombardamenti della centrale nucleare di Zaporizhzhia e dei suoi dintorni: “Questo comportamento sconsiderato delle forze militari russe rappresenta un grande pericolo per il funzionamento sicuro della centrale”. I combattimenti hanno causato “danni significativi alle infrastrutture, anche in prossimità dello stoccaggio a secco del combustibile nucleare esaurito“, ha precisato la commissaria Simson e, nonostante le informazioni ottenute dai sistemi di monitoraggio della radioattività da parte dell’Ue e delle organizzazioni internazionali “non indichino alcuna minaccia immediata di radiazioni”, le attività militari sono “pericolose in modo inaccettabile”. Al centro delle accuse di Bruxelles c’è il dispiegamento di personale e armamenti russi presso l’impianto nucleare, che “costituisce un’aperta violazione di tutte le disposizioni in materia di sicurezza, protezione e salvaguardia concordate a livello internazionale”, ha concluso la commissaria per l’Energia, attaccando il Cremlino: “Deve assumersi la piena responsabilità di fronte alla comunità internazionale per le azioni illegali e sconsiderate, anche in materia di sicurezza nucleare”.

    Mentre continuano i combattimenti nella zona dell’impianto nucleare nel sud del Paese, è in programma un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite richiesto dalla Russia. Il segretario generale Guterres: “Cessare immediatamente tutte le attività militari nelle immediate vicinanze”

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    Suona l’allarme a Bruxelles per i bombardamenti vicini alla centrale nucleare di Zaporizhzia, occupata dall’esercito russo

    Bruxelles – Dopo cinque mesi ritorna la paura per incidenti nucleari in Europa. Era il 4 marzo quando l’esercito russo attaccava la centrale nucleare di Zaporizhzhia, scatenando un incendio negli edifici secondari della struttura, e con l’intensificarsi delle operazioni militari nel sud-est dell’Ucraina nelle ultime settimane, l’impianto è tornato pericolosamente al centro del conflitto.
    “Le notizie di bombardamenti sono allarmanti, la sua sicurezza è fonte di massima preoccupazione”, ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, commentando la discussione sulla situazione nella centrale nucleare più grande d’Europa durante la telefonata di ieri (domenica 7 agosto) con il numero uno ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo stesso presidente ucraino ha chiesto una risposta “più forte” da parte della comunità internazionale al “terrore nucleare russo”, ovvero “sanzioni sull’industria e sul combustibile nucleare” del Cremlino, in linea con quanto ventilato nel corso dell’ultima riunione dei ministri dell’Energia del G7. Tra gli altri temi al centro della conversazione tra Bruxelles e Kiev anche l’avvio dell’esportazione di grano via mare, il pacchetto di assistenza macrofinanziaria e “tutti gli aspetti del sostegno politico, militare, economico, finanziario e umanitario dell’Ue all’Ucraina”, ha reso noto il presidente Michel.

    In today’s call @ZelenskyyUa informed me on the the latest developments on the ground.
    Discussed also the situation at the Zaporizhzia nuclear power plant, Europe’s largest; reports of shelling are alarming; its safety is of the highest concern. (1/2)
    — Charles Michel (@CharlesMichel) August 7, 2022

    Ma è sempre la questione della centrale nucleare di Zaporizhzhia a destare le maggiori preoccupazioni sul fronte di guerra meridionale in Ucraina. Kiev e Mosca si rimbalzano le responsabilità della sempre più fragile sicurezza dell’impianto, con il governo ucraino che accusa l’esercito russo di averlo trasformato in una base militare da cui partono attacchi missilistici, mentre la Russia punta il dito contro le forze ucraine, denunciando attacchi con droni alla struttura. Secondo il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, la situazione sarebbe “completamente fuori controllo”, dal momento in cui “tutti i principi di sicurezza nucleare sono stati violati in un modo o nell’altro“.
    Alla luce di queste parole un team di esperti della stessa Agenzia internazionale per l’energia atomica ha condotto delle valutazioni preliminari sulla centrale nucleare ucraina, definendo “stabile” lo scenario dal punto di vista della sicurezza e confermando che “non c’è una minaccia immediata”. Tuttavia, secondo quanto si legge nei risultati preliminari della valutazione resi noti su Twitter, “diversi dei sette pilastri sono stati violati”. È per questo motivo che da più parti si alzano voci per garantire l’accesso all’impianto di Zaporizhzhia per gli ispettori internazionali. Dopo la richiesta arrivata dallo stesso direttore generale Grossi, è stato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a esortare i due belligeranti a collaborare per garantire la sicurezza dell’impianto: “Qualsiasi attacco a una centrale nucleare è un suicidio“, ha dichiarato dopo aver partecipato alla cerimonia di commemorazione della pace di Hiroshima per il 77esimo anniversario del primo bombardamento atomico al mondo.
    Zaporizhzhia è la più grande delle quattro centrali nucleari attive in Ucraina e produce un quinto di tutta l’elettricità necessaria al Paese, con sei reattori – di cui due attualmente attivi – che a pieno regime possono erogare una potenza totale di 5.700 megawatt. L’impianto si trova sul fiume Dnepr (a circa 550 chilometri dalla capitale) e dall’inizio dell’occupazione da parte dell’esercito russo a marzo i lavoratori ucraini della centrale convivono con le truppe occupanti. Secondo il governo di Kiev l’obiettivo del Cremlino sarebbe quello di staccare la centrale dalla rete elettrica ucraina, in modo da fornire energia solo ai territori controllati dall’esercito russo nella parte orientale e meridionale del Paese. Sempre secondo le informazioni ucraine, in questi cinque mesi gli occupanti avrebbero minato la sponda del fiume Dnepr e trasformato alcune parti delle centrale in una base militare, portando al suo interno mezzi blindati, artiglieria e lanciarazzi: da lì sarebbero partiti anche attacchi al territorio dell’Ucraina. Nella controffensiva dell’esercito di Kiev nei territori occupati da Mosca la centrale di Zaporizhzhia potrebbe ora svolgere un ruolo cruciale per la difesa russa, anche a costo di mettere in conto rischi di incidenti o disastri nucleari.

    In una telefonata con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, il numero uno del Consiglio Ue, Charles Michel, ha espresso “massima preoccupazione” per la sicurezza dell’impianto. Kiev chiede alla comunità internazionale sanzioni su industria e combustibile nucleare del Cremlino