L’Ucraina nuovo membro del Meccanismo di protezione civile dell’Ue. Altri 55 milioni di euro in fondi umanitari
Bruxelles – Dopo oltre un anno di assistenza convogliata attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue, l’Ucraina è diventata oggi (20 aprile) ufficialmente uno Stato partecipante del quadro di solidarietà europeo che aiuta i Paesi colpiti da una catastrofe. A sancire l’ingresso di Kiev come 36esimo membro del Meccanismo è stato il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, in visita nella capitale ucraina proprio per firmare l’accordo che concede all’Ucraina la piena adesione. “Lavoriamo per un obiettivo comune, aiutare le persone in difficoltà ovunque si trovino, perché insieme siamo più forti”, è stato il messaggio indirizzato dal membro del gabinetto von der Leyen al governo ucraino al momento della firma.
Dall’inizio dell’invasione russa del Paese il 24 febbraio dello scorso anno, l’Unione ha convogliato attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue oltre 88 mila tonnellate di attrezzature salvavita, cibo e medicinali, mentre sono saliti a oltre mille i generatori di energia mobilitati dalle riserve energetiche strategiche di RescEu. In qualità di membro a pieno titolo, da oggi anche l’Ucraina potrà inviare aiuti nel momento in cui un altro Paese si trova in crisi. Parallelamente alla firma per l’adesione al Meccanismo di protezione civile dell’Ue, l’Ucraina ha ricevuto da Bruxelles altri 55 milioni di euro in fondi umanitari – facendo salire il totale a 200 milioni dall’inizio del 2023 – con l’obiettivo di iniziare la preparazione del prossimo inverno, con o senza guerra in corso nel Paese.
Cos’è il Meccanismo di Protezione Civile dell’Ue
Istituito nel 2001 dalla Commissione, il Meccanismo di protezione civile dell’Ue è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti: la Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi. In questo modo vengono messe in comune le migliori competenze delle squadre di soccorritori e si evita la duplicazione degli sforzi. In 21 anni di attività, il Meccanismo di protezione civile dell’Ue ha risposto a oltre 600 richieste di assistenza all’interno e all’esterno del territorio dell’Unione.
Il Meccanismo comprende un pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze è il cuore operativo ed è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. A questo si aggiunge la riserva rescEu, una flotta di aerei ed elicotteri antincendio (oltre a ospedali da campo e stock di articoli medici per le emergenze sanitarie) per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi: nel corso di quest’estate la Commissione ha finanziato anche il mantenimento di una flotta antincendio rescEu aggiuntiva in stand-by, messa a disposizione da Italia, Croazia, Francia, Grecia, Spagna e Svezia. A Bruxelles si sta sviluppando anche una riserva per rispondere a incidenti chimici, biologici, radiologici e nucleari.
Con la firma del documento a Kiev alla presenza del commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, il Paese invaso dalla Russia diventa il 36esimo Stato partecipante del sistema di gestione del rischio di catastrofi dei 27 membri dell’Unione (più altri 9 partner) LEGGI TUTTO