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    COVID, leader G7 pronti a chiedere all’Oms un’indagine trasparente sulle origini della pandemia

    Bruxelles – Le sette economie (occidentali) più grandi al mondo pronte a discutere di lotta globale al Coronavirus e ripresa economica, di come affrontare al meglio le crisi del futuro ma anche a guardare al passato, per capire come questa pandemia è scoppiata. “Ci serve tutta la trasparenza possibile per imparare la lezione. Capire l’origine della diffusione del Coronavirus è della massima importanza per capire come affrontarne le conseguenze”, spiegano all’unisono i presidenti di Commissione e Consiglio europeo – Ursula von der Leyen e Charles Michel – in una conferenza stampa questa mattina (10 giugno) per presentare le priorità dell’UE al vertice G7 che partirà domani in Cornovaglia, a Carbis Bay (11-13 giugno).
    I leader di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea si incontreranno in presenza per la prima volta sotto la guida di Londra e del premier Boris Johnson, che nel 2021 è presidente di turno del G7. Focus come sempre su Salute globale e ripresa economica dalla crisi, ma anche impegno globale sul cambiamento climatico, la riaffermazione dei valori democratici in chiave anti-Russia e Cina, la ricerca di stabilità e sui passi avanti compiuti sulla tassazione globale.
    Joe Biden
    La pandemia slitterà in cima all’agenda, con tre priorità: la campagna per una distribuzione globale dei vaccini anche ai Paesi che non li producono e non possono permettersi di comprarli ai prezzi pagati dall’UE (“le economie del G7 sono anche i più grandi produttori di vaccini al mondo”, ricorda Michel), capire come rendersi più resilienti alle future crisi globali e, infine, la richiesta all’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) di una indagine trasparente e decisiva per capire il perché dello sviluppo del virus, che da oltre un anno attanaglia l’Europa e il mondo. La richiesta mette d’accordo tutti e sette i leader e segue la decisione del presidente americano, Joe Biden, di allargare l’inchiesta sulla pandemia. Non è difficile immaginare che si voglia smentire chi sostiene la tesi di una fuga del virus dal laboratorio cinese di Wuhan, da dove la pandemia ha avuto inizio. “Gli investigatori hanno bisogno dell’accesso completo a tutto ciò che è necessario per trovare davvero l’origine di questa pandemia”, ha spiegato von der Leyen.
    Tempo per un primo approccio tra UE e amministrazione di Biden anche sulla questione vaccini e sospensione dei brevetti, che sarà discussa a luglio in sede di Organizzazione mondiale del commercio. Al 10 giugno “più del 50% degli europei adulti ha ricevuto almeno un’iniezione e 100 milioni di europei sono completamente vaccinati”. Un traguardo raggiunto senza mai smettere di esportare, vuole sottolineare la presidente della Commissione fornendo qualche cifra: 700 milioni di dosi prodotte, 350 milioni di dosi esportate in 90 paesi.
    L’invito anche agli altri partner del G7 a mostrare apertura in questo senso, verso le esportazioni delle dosi in più. Si discuterà inoltre di come aumentare la capacità tecnologica e produttiva in Africa ma anche America Latina, spiega Michel. Secondo i due presidenti dell’UE, l’aumento della capacità produttiva è fondamentale non solo per affrontare il coronavirus, ma anche per prepararli alle prossime crisi e allo sviluppo di tecnologie adeguate per affrontarle. Non solo origine del virus, spazio anche per discutere di come meglio affrontare il futuro per le prossime crisi. I leader faranno un punto sul trattato per le future pandemie proposto dal presidente del Consiglio europeo e a cui per ora hanno aderito 60 Paesi, spiega Michel.

    Lotta globale alla pandemia, politica estera, cambiamento climatico e progressi sulla tassazione globale: queste le priorità dei leader di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea che si incontreranno dall’11 al 13 giugno in Cornovaglia