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    L’Ue ha concluso la difficile e lunga trattativa con San Marino e Andorra per l’Accordo di Associazione

    Bruxelles – La meta è a un passo, manca solo l’approvazione finale e la firma dei co-legislatori. Dopo otto anni di trattative l’Unione Europea ha concluso i negoziati per l’Accordo di Associazione con San Marino e Andorra, nonostante gli ostacoli dell’ultimo miglio che hanno rischiato di far saltare tutto il banco (ma che comunque hanno costretto il Principato di Monaco a fare un passo indietro). Come annunciato oggi (12 dicembre) in conferenza stampa dal vicepresidente esecutivo della Commissione Ue responsabile per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, “questo accordo sancirà una relazione privilegiata” tra Bruxelles e i due microstati, entrambi “nel cuore dell’Europa e del nostro Mercato interno”.Da sinistra: il vicepresidente della Commissione Europea per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, il ministro per gli Affari esteri di San Marino, Luca Beccari, e il primo ministro di Andorra, Xavier Espot Zamora (12 dicembre 2023)I negoziati per l’Accordo di Associazione erano iniziati nel marzo del 2015, ma le conseguenze della guerra russa in Ucraina hanno portato a un’accelerazione. Il 30 giugno dello scorso anno era stata presentata una roadmap per arrivare alla firma entro il 2024 degli Accordi di Associazione con Andorra, Monaco e San Marino, definendola “una priorità, ambiziosa ma realizzabile“. Tuttavia a fine agosto di quest’anno i presidenti dell’Autorità bancaria europea (Eba), dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) e dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (Eiopa) avevano avvertito la Commissione che finalizzare questi accordi potrebbe aprire le porte del Mercato Unico a una destabilizzazione dei servizi finanziari. Nel giro di due settimane la consigliera del ministero degli Affari esteri e della cooperazione del Principato di Monaco, Isabelle Berro-Amadei, aveva concordato con il braccio destro di Ursula von der Leyen che “le condizioni non erano mature per concludere un accordo”. Il lavoro è così continuato solo con San Marino e Andorra e dopo tre mesi il membro dell’esecutivo Ue può parlare di “un solido precedente per altri Paesi terzi che intendono accedere al mercato interno dell’Unione“.I risultati dei negoziati tra le tre parti sono stati comunicati oggi dal vicepresidente Šefčovič al Consiglio Affari generali, con tutti i dettagli di un accordo paragonabile a quello che regola i rapporti tra Bruxelles e Norvegia, Islanda e Liechtenstein. Ma anche di più. “Probabilmente siamo andati oltre, questo è l’accordo complessivo più completo che ha l’Unione Europea, una sorta di Spazio Economico Europeo +“. In termini concreti, l’accordo prevede la partecipazione di San Marino e Andorra al Mercato interno dell’Ue “in condizioni di parità di concorrenza e di rispetto delle stesse regole”. Inclusi i servizi finanziari, ma in modo “progressivo” e a seconda dall’esito della “verifica della solidità dei quadri normativi e di vigilanza” (la condizione preliminare è la conformità alle misure anti-riciclaggio). Parallelamente sarà stabilito un quadro di sviluppo del dialogo e della cooperazione in settori di interesse comune – ricerca e sviluppo, istruzione, politica sociale, ambiente, protezione dei consumatori, cultura o cooperazione regionale – e uno istituzionale “coerente, efficace ed efficiente” per l’interpretazione e l’applicazione dell’accordo in linea con la giurisprudenza europea (di cui la Corte di Giustizia Ue è “arbitro ultimo” per le controversie).A questo punto le parti dovranno elaborare e ratificare i testi giuridici. A Bruxelles la Commissione Ue li finalizzerà e li presenterà al Consiglio per la firma finale, previa approvazione del Parlamento. Il valore aggiunto dell’Accordo di Associazione tra Ue e San Marino e Andorra è il fatto di tenere conto della “situazione particolare e delle specificità” dei due microstati, in particolare per quanto riguarda “le relazioni di prossimità con gli Stati membri Ue confinanti, la loro geografia, le loro dimensioni e la loro popolazione relativamente ridotta”. Per questo motivo sono previsti adattamenti e periodi transitori diversi per mettere in campo e adeguarsi al corpus normativo dell’Unione. “Questo formato è un compromesso importante, perché ci permette di iniziare una nuova fase di rapporti“, ha sottolineato sul podio del Berlaymont il ministro per gli Affari esteri di San Marino, Luca Beccari, sottolineando i punti di criticità dell’assenza di un accordo: “Scontiamo la condizione di enclave di enclave all’interno dell’Unione Europea, ma i nostri limiti non ci permettono un percorso agevole di adesione e partecipazione a pieno titolo nell’Ue, nonostante ci sviluppiamo come Stati perfettamente integrati e condividiamo i valori, i principi e gli ideali dell’Unione”.San Marino, Andorra e gli altri microstati europeiI tre microstati europei in questione hanno degli status diversi. Né San Marino né Andorra sono parte dello spazio Schengen (che prevede la libera circolazione delle persone tra Stati membri Ue e l’abolizione delle frontiere comuni), tuttavia esiste un’unione doganale con l’Unione dal 1991: solo San Marino lo è anche per i prodotti agricoli (dal 2002). Andorra mantiene parte dei suoi controlli al confine, solamente in alcuni valichi di frontiera con la Spagna. Il Principato di Monaco attualmente è in una situazione ibrida, e applica alcune politiche dell’Ue attraverso la relazione speciale che ha con la Francia: è membro di fatto di Schengen, mentre è a pieno titolo parte del territorio doganale dell’Unione.Da sinistra: l’alta commissaria per gli Affari europei del Principato di Monaco, Isabelle Costa, il ministro per gli Affari esteri di San Marino, Luca Beccari, il vicepresidente della Commissione Europea per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, e il segretario di Stato per gli Affari europei di Andorra, Landry Riba Mandicó (4 luglio 2023)Per quanto riguarda gli altri microstati europei, il Liechtenstein è l’unico a far parte dello Spazio economico europeo e del Mercato Unico (dal primo maggio del 1995), mentre dal 19 dicembre del 2011 ha firmato gli accordi Schengen. La Città del Vaticano è il più piccolo Stato riconosciuto al mondo e ha solamente il confine aperto con l’Italia. Tutti i microstati europei (fatta eccezione per il Liechtenstein, che usa il franco svizzero) usano come moneta ufficiale l’euro e hanno il diritto di coniarne un numero limitato, perché viene riconosciuto loro l’aver utilizzato o essere stati legati a valute non più in circolazione di alcuni Paesi membri (lira per San Marino e Città del Vaticano, franco francese per Monaco, peseta spagnola e franco francese per Andorra). Da parte di Bruxelles non c’è l’interesse di integrare nessuno dei microstati europei come Paese membro, dal momento in cui sarebbe eccessivamente complesso gestire questioni interne all’Unione (come le presidenze di turno del Consiglio dell’Ue, o il diritto di veto degli Stati membri) per entità territoriali troppo limitate a livello di superficie e popolazione.