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    Verso lo stop alla parola razza nei documenti della Pubblica Amministrazione

     Il termine “razza” potrebbe scomparire dai documenti ufficiali della PA. Lo prevede un emendamento di Arturo Scotto (Pd) al decreto sulla PA su cui il governo è intenzionato a dare un parere non ostativo, e che dunque dovrebbe essere approvato anche il sostegno della maggioranza di centrodestra.    Dell’emendamento si è parlato ieri sera, in una riunione della maggioranza con il governo dedicato alla decreto, e sarà oggetto dell’ulteriore incontro di lunedì sera tra esecutivo e opposizioni sugli emendamenti al decreto.    ” A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto – afferma l’emendamento di Scotto -, negli atti e nei documenti delle pubbliche amministrazioni il termine: “razza” è sostituito dal seguente: “nazionalità””.    Il decreto è all’esame delle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera e il voto sugli emendamenti dovrebbe iniziare martedì. In quella sede il governo, chiamato ad esprimere un parere, sirimetterebbe alla Commissione.    

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    Bonaccini, non deve passare molto tempo per nominare commissario

    (ANSA) – BOLOGNA, 26 MAG – “Non mi posso autonominare
    commissario né mi interessa quale sarà il mio ruolo, ho
    dimostrato che la di là dei ruoli sto facendo tutto il possibile
    per questa terra. Dico ai romagnoli che ci sarò al di là del
    ruolo che ricoprirò”. Lo ha detto il presidente
    dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, parlando all’Aria che
    tira su La7.   
    “Non c’è bisogno di farlo in 48 ore, ma non dovrà passare
    molto tempo. Del resto ci sono tre fasi. La prima è bloccare i
    mutui e gli adempimenti fiscali, che il governo ha già fatto.   
    Poi c’è il tema delle risorse da attivare dai fondi europei o
    con altri meccanismi. E poi c’è la ricostruzione”. (ANSA).   

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    E’ morto Roberto Cicciomessere, l’addio di Radicali Italiani

    (ANSA) – ROMA, 26 MAG – “Roberto Cicciomessere è venuto a
    mancare, ci lascia in eredità inestimabili semi di libertà. Ma
    anche di metodo e prassi. Intelligenza ai limiti del genio”.   
    Così Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni,
    segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani
    commentando la scomparsa del radicale storico, avvenuta questa
    mattina a Roma.   
    Cicciomessere è stato due volte segretario del Partito
    Radicale, deputato alla Camera ed europarlamentare. Grazie alle
    sue iniziative nonviolente, in particolare al suo arresto, nel
    1972 l’Italia ha riconosciuto il diritto all’obiezione di
    coscienza al servizio militare. Determinante nella nascita di
    Radio Radicale, è stato poi il precursore dell’utilizzo della
    telematica applicata alla politica, con la creazione di Agorà
    Telematica, uno dei primi Internet service provider in Italia.   
    Successivamente è stato consulente per le politiche del lavoro,
    e l’estensore di importanti proposte di legge sul tema che
    Radicali Italiani continua a portare avanti. “Lo piangiamo con
    vivo affetto, ricordando i tratti di strada che ha percorso con
    noi sempre incarnando il cuore della prassi radicale. Il nostro
    impegno è sempre stato e ancora sarà di far germogliare quei
    semi di libertà che ha voluto condividere con noi”, concludono i
    tre dirigenti radicali. (ANSA).   

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    Meloni, il taglio del cuneo è meglio del salario minimo

    (ANSA) – ROMA, 26 MAG – “Abbiamo salari da fame, il problema
    dell’inflazione, si dice che bisogna immaginare un salario
    minimo legale e poi si dice anche che abbassare il cuneo e
    rafforzare le buste paga è inutile: sono cose che non stanno in
    piedi. È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo
    legale, che è buono sul piano filosofico ma nella sua
    applicazione rischia di essere un boomerang”. Lo ha detto la
    premier Giorgia Meloni in collegamento con il Festival
    dell’economia di Trento. (ANSA).   

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    Bergamini, il Mes può essere penalizzante per la nostra economia

    (ANSA) – ROMA, 26 MAG – Il Mes “potrebbe essere penalizzante
    per la nostra economia”. Cosí la vicecapogruppo di Forza Italia
    alla Camera, Deborah Bergamini, a SkyTg. E sull’autonomia
    differenziata osserva in un altro passaggio: “Forza Italia
    vigilerà per trovare la giusta armonizzazione fra le regioni del
    Nord e quelle del Sud”. (ANSA).   

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    Il Vaticano condanna ‘ogni atto di violenza contro l’arte’

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 26 MAG – Il Vaticano condanna
    l’operato dei cosiddetti ‘ecovandali’. “Nell’attenzione alle
    opere d’arte, che da secoli sono patrimonio dell’umanità e che
    diventano meta di turisti del mondo intero, è utile ribadire che
    la loro protezione è responsabilità di tutti e per questo si
    deve condannare con convinzione ogni forma di violenza che
    attenta alla loro conservazione”. Lo sottolinea il Pro-Prefetto
    del Dicastero per l’Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella,
    in un documento del Vaticano sul turismo. (ANSA).   

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    Cdm estende lo stato di emergenza a Marche e Toscana

    Il Consiglio dei ministri ha esteso lo stato di emergenza ad alcuni comuni di Marche e Toscana colpiti dall’alluvione.  La riunione del Cdm, convocato per le 18, è durato una decina di minuti. La premier Meloni è rientrata dal secondo sopralluogo nelle aree colpite dall’alluvione a distanza di pochi giorni dove ha accompagnato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen 
    Il Consiglio dei ministri estende lo stato di emergenza ai comuni delle Marche e della Toscana colpiti dall’alluvione, che si aggiungono a quelli dell’Emilia Romagna. Nelle Marche, sono coinvolti i comuni di Fano, Gabicce Mare, Monte Grimano Terme, Montelabbate, Pesaro, Sassocorvaro e Urbino la provincia di Pesaro e Urbino. Per i primi interventi di soccorso alla popolazione, sono stati stanziati 4 milioni di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. La stessa cifra, con la stessa finalità, è stata stanziata per i comuni toscani di Firenzuola, Marradi, Palazzuolo sul Serio e di Londa della città metropolitana di Firenze.   

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    La politica sull’Amazzonia sotto attacco in Brasile

        Prima resa dei conti in Parlamento a Brasilia, dove le politiche per l’Ambiente e per i Popoli indigeni dell’Amazzonia si trovano sotto attacco, nel silenzio assordante del presidente progressista Luiz Inacio Lula da Silva. Nel mirino del Congresso – dove l’esecutivo non ha la maggioranza, ed il cosiddetto Centrão (un insieme di partiti minori) rappresenta l’ago della bilancia – sono finiti i portafogli di Marina Silva e Sonia Guajajara.
        I poteri delle due ministre, note a livello internazionale per il loro impegno, e volti credibili dell’inversione di rotta delle politiche del Paese sull’Amazzonia, potrebbero essere presto ridimensionati in virtù di un provvedimento sulla riorganizzazione dei ministeri, presentato da un deputato del Movimento democratico brasilero (partito del cosiddetto Centrão), che ha già ottenuto un primo via libera dalla commissione mista Camera-Senato.
        Il testo, che ora deve essere approvato in plenaria, sottrae a Silva – tra le altre – la competenza sull’Agenzia nazionale per l’acqua, per trasferirla allo Sviluppo regionale, guidato da Waldez Góes, vicino al Centrão. E le conseguenze dell’iniziativa sul neonato ministero dei Popoli Indigeni sono anche più preoccupanti, poiché lo svuota della funzione di riconoscere e delimitare le terre protette, passando questa attribuzione al Ministero della Giustizia, presieduto da Flavio Dino, braccio destro di Lula, e sicuramente più politico nelle sue scelte.
        Un progetto, quello sul ministero degli Indigeni, da leggere anche in combinazione con un primo via libera ad una votazione d’urgenza su una norma che limita la demarcazione delle terre indigene a quelle che erano già state occupate dai popoli nativi prima dell’entrata in vigore della Costituzione del 1988, rispolverando il cosiddetto ‘Marco temporal’. Manovre che strizzano l’occhio ai latifondisti dell’agribusiness (zoccolo duro delle politiche dell’ex presidente Bolsonaro) che non hanno mai fatto mancare il proprio dissenso per le politiche delle due ministre.
        Stanno “smantellando la politica indigena” ha reagito Guajajara. “Il trasferimento della competenza per la delimitazione delle terre è un errore pericoloso. Questa misura – ha spiegato – mette a rischio i diritti delle popolazioni native e apre spazio affinché le influenze politiche e gli interessi economici prevalgano”. Sulla stessa linea i commenti di Silva, che ha definito gli affari dei latifondisti agricoli come un ‘agrobusiness’ (un ‘business di mostri’). Mancate politiche per mitigare le emissioni di carbonio nel settore – ha avvertito – potrebbero deragliare gli accordi internazionali del Paese. Intese come quella Ue-Mercosur, per intenderci. “L’immagine internazionale di Lula non è sufficiente” – ha ammonito – per “garantire investimenti e chiudere accordi internazionali”.
        Intanto il presidente, che si era fatto promotore del soccorso agli indigeni Yanomami (accusando Bolsonaro di genocidio) resta in silenzio, mentre dai vertici del suo partito, il Pt, si grida “vittoria”, perché la “Commissione mista ha approvato un parere favorevole all’organizzazione dei ministeri”.