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    Sfida primarie a Roma e Bologna, incognita numeri

    “Oggi buon voto ai cittadini di Bologna e Roma che scelgono la partecipazione e le primarie. E un grande grazie ai tanti volontari che stanno rendendo possibile questa bella giornata di #democrazia”, è il messaggio su twitter del segretario del Pd Enrico Letta.

    Oggi #buonvoto ai cittadini di #Bologna e #Roma che scelgono la partecipazione e le #primarie. E un grande grazie ai tanti volontari che stanno rendendo possibile questa bella giornata di #democrazia.
    — Enrico Letta (@EnricoLetta) June 20, 2021

    Il punto – Primo week end in zona bianca, caldo da mare e pure il match europeo Italia-Galles: sono le tante “insidie” che minacciano la partecipazione, dalle 8 alle 21, alle primarie di Roma e Bologna, con le quali il centrosinistra ha deciso di scegliere i propri candidati a sindaco per le elezioni amministrative di ottobre. Letta, pur consapevole delle difficoltà, spinge sulla mobilitazione: “Grazie ai tantissimi volontari – ha detto ieri – che stanno lavorando per rendere possibile che a Bologna e Roma migliaia di cittadini partecipino alle primarie. Ai critici di questa nostra preferenza per la partecipazione dico che noi siamo fatti così. E, su questo, non cambieremo”.
    La sfida tra candidati e la posta in gioco, nella capitale e nella città delle due Torri, sono diverse ma ugualmente cruciali per il Pd e per le alleanze nel centrosinistra.
    Se a Roma l’esito viene considerato un po’ scontato, con l’ex ministro Roberto Gualtieri dato per favorito e al quale ieri è arrivato il sostegno dei ministri Orlando e Guerini e del presidente del Pe David Sassoli, molto più agguerrita è stata la campagna elettorale dei due candidati bolognesi: l’assessore Pd Matteo Lepore e la sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, vicina a Iv e a Matteo Renzi ma che si è presentata come indipendente attirando anche pezzi della minoranza dem locale.
     Nella capitale sono in campo in 7: Imma Battaglia, Giovanni Caudo, Paolo Ciani, Stefano Fassina, Cristina Grancio, Roberto Gualtieri, Tobia Zevi. Ma anche dopo le primarie, per la sfida del Campidoglio il campo del centrosinistra resterà affollato visto che contro il ticket del centrodestra Michetti-Matone corrono anche Carlo Calenda e Virginia Raggi, la sindaca M5s rimasta in sella per tentare il bis nonostante le pressioni a lasciare in nome dell’alleanza nazionale Pd-M5s.
    A Bologna il centrodestra è ancora senza candidato e l’esito delle primarie sarà determinante: se vincesse Lepore, M5s ha già annunciato che lo appoggerà sin dal primo turno mentre schiererà un proprio candidato se la spuntasse Conti che sembra piacere ai moderati del centrodestra.
    “Per la vecchia guardia del Pd Bologna è la Bastiglia e Conti sa fare la rivoluzione…”, confida il presidente di Iv Ettore Rosato, fiducioso comunque in un buon risultato della giovane sindaca della cintura bolognese. A far capire il livello della sfida, a colpi di stoccate e veleni, la discesa in campo del padre nobile Romano Prodi sostenitore di Lepore e finito nel mirino di Conti per una battuta sul fatto che alle primarie “scorra il sangue”.
    Ma oltre al risultato, per il Pd di Enrico Letta, che tenta di rilanciare i gazebo dopo anni di progressivo declino e dubbi anche dei dirigenti, sarà fondamentale il dato della partecipazione possibile sia nella modalità on line, tramite pre-registrazione, sia con la presenza ai gazebo (190 a Roma, 43 a Bologna). A Torino domenica scorsa hanno votato in 11mila, un dato molto basso che Letta ha però assolto come “normale” in tempi di Covid.
    I dati dei pre-registrati, quasi 3mila, non fanno ben sperare nella capitale mentre nel capoluogo emiliano in 5mila, compresi immigrati regolari e sedicenni, hanno già chiesto di votare on line. Per questo, piano piano, i dirigenti hanno abbassato l’asticella dei votanti: i vertici romani dei dem sono pronti a dirsi “soddisfatti” se saranno 40 mila, ben sotto alla già modesta cifra dei 43mila che andarono ai gazebo nel 2016 quando militanti e cittadini scelsero Roberto Giachetti per sfidare Virginia Raggi. Più fiduciosi sulle cifre i bolognesi che puntano su 18-20 mila simpatizzanti al voto. Cifre ben lontane dai fasti delle code ai gazebo, ma nel centrosinistra comunque considerate un passo importante per l’unità contro il centrodestra. 
       

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    Report, dal Tar ok all'accesso agli atti

    Il Tar del Lazio ha autorizzato l’accesso agli atti della trasmissione di Rai Tre Report dopo una querela arrivata per la trasmissione di una puntata intitolata Vassalli, valvassori e valvassini andata in onda ad ottobre 2020 incentrata sugli appalti pubblici in Lombardia. A presentare l’esposto lo studio dell’avvocato Andrea Mascetti. Lo rendono noto la Federazione della Stampa e Usigrai che in una nota definiscono la sentenza del tribunale amministrativo un atto che apre “un precedente pericolosissimo”.    Rispettare le sentenze, sottolineano dal sindacato, “non vuol dire non poterle criticare. E anzi sono l’occasione per chiedere nuovamente a governo e parlamento la necessità di un chiarimento urgente sulla natura giuridica della Rai. I giornalisti che fanno informazione in Rai non possono essere paragonati a funzionari della Pubblica Amministrazione. Pertanto le norme sull’accesso agli atti devono soccombere di fronte al diritto / dovere del giornalista di tutelare le proprie fonti. Altrimenti nei fatti si azzererebbe qualunque possibilità per i giornalisti Rai di fare il proprio lavoro, e ancor di più di fare giornalismo investigativo, così come nei doveri del Contratto di Servizio”.    E aggiungono: “La sentenza del Tar del Lazio condanna nei fatti il giornalista Rai a essere un giornalista di serie B. Siamo certi che la Rai farà appello con urgenza in Consiglio di Stato”.
    La Rai annuncia di aver conferito mandato per impugnare innanzi al Consiglio di Stato la decisione con la quale l’attività giornalistica, ove svolta dal Servizio Pubblico, è stata inopinatamente assimilata ad un procedimento amministrativo. Rai si attiverà in ogni sede per garantire ai propri giornalisti il pieno esercizio della libertà d’informazione e la tutela delle fonti.

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    Lega: Salvini alla manifestazione a Roma, 'piazza bellissima'

     “Piazza di Roma caldissima e bellissima, un saluto a chi è a casa!”. Lo scrive su facebook il segretario della Lega Matteo Salvini introducendo la manifestazione in piazza Bocca della Verità “Prima l’Italia! Bella, libera, giusta” con cui la Lega torna a manifestare dopo le riaperture, “nel segno – come spiega il partito – del ritorno alla vita e al lavoro”. Salvini posta diverse foto insieme a manifestanti, tra selfie e mascherine con su scritto “prima l’Italia”. 

     “Stiamo lavorando come dei matti con il governo per la ripartenza. Per la liberazione di energie per i posti di lavoro per il taglio delle tasse, e a brevissimo anche per la liberazione da questi oggetti di stoffa che in tutta Europa sono fortunatamente archiviati. Daremo l’idea dell’Italia che sarà”, dice  Salvini, a margine della prima manifestazione.
    Quando pensa che si eliminerà l’obbligo delle mascherine? “Il prima possibile non ce la si fa più – prosegue Salvini -. Ripeto se tutta Europa sta dicendo almeno all’aperto di tornare a sorridere e respirare io penso che l’Italia dovrebbe fare altrettanto. Ringrazio Draghi per aver chiesto il parere al Cts e spero che il parere arrivi il prima possibile”.    “Dopo il Covid – prosegue Salvini – la politica ha il dovere di essere unita, veloce, concreta, efficace. Gli italiani ci chiedono questo, non divisioni e litigi. Io insisto e arriverò all’obiettivo perché sono un testone, a chiedere a tutti gli amici del centrodestra di metterci insieme per aiutare l’Italia e gli italiani, di lasciar da parte gelosie, egoismi, divisioni e di unirci” con “una carta fondativa di valori comuni” con al centro “soprattutto la libertà”. 
    “Il presidente dell’ANM – dice ancora il leader leghista – attacca i referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale e annuncia una ‘ferma reazione’? Parole gravissime. Non si può aver paura dei referendum, massima espressione di democrazia e libertà, e di confrontarsi con il giudizio e la volontà popolare”. 

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    Anm, referendum per giudizio su magistratura, reagiremo. Salvini: 'gravissimo'

    Nuovo scontro sulla giustizia. Anm all’attacco sul referendum ma non si fa attendere la replica del leader della Lega Matteo Salvini. “Il fatto stesso – dice il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, a proposito dei referendum sulla giustizia, parlando al Comitato direttivo centrale dell’Anm – che si porti avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal Governo; e fa intendere la volontà di chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura, quasi a voler formalizzare e cristallizzare i risultati dei vari sondaggi di opinione che danno in discesa l’apprezzamento della magistratura”. “Credo che spetti all’Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo”. 
    “Il presidente dell’ANM attacca i referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale e annuncia una ‘ferma reazione’? Parole gravissime. Non si può aver paura dei referendum, massima espressione di democrazia e libertà, e di confrontarsi con il giudizio e la volontà popolare”. Lo dichiara il leader della Lega Matteo Salvini.
    Il programma referendario può divenire “lo strumento formidabile per mettere in ombra una modalità di approccio, fatta di impegno nel distinguere, nel selezionare il tipo e la struttura degli interventi di riforma, per saggiarne il rapporto di compatibilità costituzionale e non cancellare, in nome dell’idea che il sistema non sia redimibile, un assetto di regole costruito intorno ad alcuni principi che non dovrebbero mutare- ha avvertito Santalucia- Rischia di prendere quota la propensione a valutare in termini di inadeguata timidezza, se non di inaccettabile gattopardismo, l’atteggiamento riformatore che non mostra i muscoli del radicalismo ideologizzante, che non si fa percepire come disposto ad abbattere vecchi steccati, che poi il più delle volte sono presidi di diretta connessione costituzionale”. Di qui la convinzione che l’Anm debba reagire: perchè “prima ancora dei contenuti, c’è una questione di cornice entro cui collocare l’azione riformatrice, e, come recita il nostro Statuto, è compito dell’Anm ‘dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali'”.
    Il segretario dell’associazione, Casciaro, ha insistito sulla necessità dei concorsi, per evitare “vuoti d’organico di ben 2.000 magistrati ordinari negli uffici di merito nei prossimi due anni”, che renderebbero “non realistici gli obiettivi fissati nel Recovery fund, soprattutto con riferimento alla velocizzazione dei processi civili”.

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    Green pass dal primo luglio. Ok a viaggi ed eventi in Europa

     Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato il Decreto che definisce le modalità di rilascio delle Certificazioni verdi digitali COVID-19 che faciliteranno la partecipazione ad eventi pubblici, l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali (RSA) e gli spostamenti sul territorio nazionale. Con la firma del Dpcm – informa una nota – si realizzano le condizioni per l’operatività del Regolamento Ue sul “Green Pass”, che a partire dal prossimo 1° luglio garantirà la piena interoperabilità delle certificazioni digitali di tutti i Paesi dell’Unione. 
    Sarà possibile ottenere una delle certificazioni verdi Covid 19 anche in farmacia. In alternativa alla versione digitale, sottolinea Palazzo Chigi, i documenti potranno essere richiesti al proprio medico di base, al pediatra o in farmacia, utilizzando la propria tessera sanitaria. “A partire da oggi i cittadini potranno iniziare a ricevere le notifiche via email o sms con l’avviso che la certificazione è disponibile e un codice per scaricarla su pc, tablet o smartphone. L’invio dei messaggi e lo sblocco delle attivazioni proseguirà per tutto il mese di giugno e sarà pienamente operativo dal 28 giugno, in tempo per l’attivazione del pass europeo prevista per il 1° luglio”. Lo specifica il Ministero della Salute in una nota. Il Green Pass, aggiunge, “contiene un QR Code che ne verifica autenticità e validità, a tutela dei dati personali andrà mostrato soltanto al personale preposto per legge ai controlli”.”I dati delle somministrazioni vengono trasmessi quotidianamente, si stima quindi un’attesa massima di un paio di giorni per generare la Certificazione. Nei casi di prima o unica dose, secondo il tipo di vaccino, l’emissione avverrà dopo 15 giorni”: è quanto si legge nelle Faq al sito dgc.gov.it sul Green Pass. Riguardo al test negativo “la trasmissione dei dati richiede poche ore, la generazione della Certificazione avverrà nella giornata”, si spiega, mentre per la guarigione da Covid-19, la trasmissione dei dati richiede poche ore, la generazione della Certificazione avverrà massimo nella giornata successiva”
    È da oggi operativo il sito dgc.gov.it per il Green pass. Lo rende noto Palazzo Chigi. Tutte le certificazioni associate alle vaccinazioni effettuate fino al 17 giugno saranno rese disponibili entro il 28 giugno. La piattaforma informatica nazionale dedicata al rilascio delle certificazioni – spiegano le stesse fonti – sarà progressivamente allineata con le nuove vaccinazioni.Per tutte le informazioni è possibile contattare il Numero Verde della App Immuni 800.91.24.91, attivo tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00. La certificazione verde sarà disponibile per la visualizzazione e la stampa su pc, tablet o smartphone
       

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    Gup, “pieno rispetto” norme intercettazioni Palamara

    (ANSA) – PERUGIA, 17 GIU – Parla di “pieno rispetto” delle
    norme che regolano l’esecuzione delle intercettazioni riguardo
    agli impianti installati nelle sale server delle procure il gup
    di Perugia a proposito di quelle di Luca Palamara per le quali
    ha rigettato una richiesta di inutilizzabilità avanzata dalla
    sua difesa. Il giudice ha poi sottolineato le “condizioni di
    sufficiente protezione quanto al transito sicuro del flusso dal
    telefono infetto al server finale di destinazione”. Passaggi
    contenuti in un lungo provvedimento per motivare la decisione.   
    In particolare il gup ha evidenziato il “pieno rispetto”
    dell’articolo 268 del codice di procedura penale.   
    Per il giudice quindi i server utilizzati sono legittimi in
    base alla legge.   
    Riguardo alla richiesta di perizia da parte della difesa di
    Palamara, anche questa rigettata, il giudice ha ritenuto
    sufficiente l’attività svolta dalla polizia postale, su sua
    indicazione, in contraddittorio tra le parti. (ANSA).   

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    Iran, 59 milioni alle urne con l'ombra del boicottaggio

    Sono oltre 59 milioni gli iraniani chiamati domani alle urne per eleggere l’ottavo presidente della Repubblica islamica. Al voto a suffragio universale partecipa per la prima volta quasi un milione e mezzo di giovani, su una popolazione di 83 milioni di abitanti in cui il 30% non ha l’età minima di 18 anni richiesta per votare. I seggi aperti in tutto il Paese saranno 72 mila tra scuole, moschee ed edifici statali: secondo il ministero dell’Interno, responsabile dell’organizzazione elettorale, sono il 10% in più delle ultime presidenziali del 2017. Possono votare anche i residenti all’estero in 133 Paesi. Forti sono però i timori di un boicottaggio di massa. Stando ai sondaggi, potrebbe essere battuto il record negativo di partecipazione delle legislative dello scorso anno, quando solo il 42% degli aventi diritto si presentò alle urne.    In lizza restano 3 candidati, dopo il ritiro alla vigilia degli altri 4 ammessi dal Consiglio del guardiani, tutti uomini, sui quasi 600 iniziali aspiranti: l’ultraconservatore Ebrahim Raisi, capo dell’apparato giudiziario, l’ex comandante dei Pasdaran, Mohsen Rezai, dello stesso schieramento, e il governatore della Banca centrale, il moderato Abdolnaser Hemmati. Si vota dalle 7 del mattino locali (le 4.30 in Italia) alle 2 della notte di sabato, con una durata di apertura dei seggi prolungata per ridurre i rischi di assembramenti nel Paese più colpito dal Covid della regione. Per garantire la sicurezza del voto, verranno impiegati 250 mila agenti.    I risultati sono attesi nella giornata di sabato e dovranno essere convalidati dal Consiglio dei guardiani. Viene eletto al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta delle preferenze, altrimenti si terrà un ballottaggio tra i due più votati venerdì 25 giugno. Oltre al presidente, saranno scelti domani anche i consigli comunali, alcuni deputati per seggi rimasti vacanti e 6 membri all’Assemblea degli Esperti, l’organo che nomina la Guida suprema. 

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    Anche la Meloni dice no al partito unico 'Ha più rischi che vantaggi'

    Stop di Giorgia Meloni all’ipotesi di partito unico del centrodestra lanciata da Silvio Berlusconi. “Il partito unico – sottolinea in una intervista al Corriere della sera – ha più rischi che vantaggi. Ho sempre pensato che le specificità di ogni partito siano la forza del centrodestra. Rappresentiamo più del 50% degli elettori: omologare tutto ci farebbe perdere più di quanto potremmo guadagnare”. 
    “Un partito unico non si crea in provetta. Cominciamo con la federazione. Poi vedremo”, dice anche il presidente della Conferenza delle Regioni ed esponente della Lega, Massimiliano Fedriga. Ieri Matteo Salvini al Forum ANSA vaeva sottolineato che: “I partiti unici non li inventi dalla sera alla mattina. Non mi interessano operazioni elettorali. Le riforme da fare sono un tema epocale. Una federazione del centrodestra che sostiene il governo che abbia una posizione unica, un portavoce, penso sia un valore aggiunto. In prospettiva ci si potrà presentare insieme alle elezioni nel 2023, ma ora bisogna mettere in sicurezza l’Italia”.