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    Bianchi: scuola in presenza non è solo problema del governo

     “La scuola italiana è in cammino. Non è che il ritorno in presenza è un problema solo del governo: tutti dobbiamo lavorare per tornare alla normalità. Io me ne sto già occupando, voglio che se ne occupino anche gli altri, voglio che lo facciamo assieme, dobbiamo insistere, condividere, sostenere il ministro per tornare ad una scuola in presenza che sia una scuola di affetti. Va fatto insieme, io ci sono ma dovete esserci anche voi”. Così il ministro dell’ Istruzione Patrizio Bianchi.”La sto facendo la battaglia per la presenza, giorno e notte, mi impegno a continuarla ma ognuno ha una responsabilità: il Cts fa le sue affermazioni, loro ci dicono che ci sono ancora dei problemi sanitari e ci devono dire loro cosa succede se ci sono certi livelli di copertura vaccinale. Io la battaglia per il rientro in presenza la sto facendo alla grande, facciamola insieme”, precisa il ministro  Bianchi.”Allo stato attuale non c’è, non abbiamo in mente di farlo, però c’è un fortissimo appello alla solidarietà collettiva”. Così Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, risponde all’ipotesi di rendere obbligatorio il vaccino per gli insegnanti (proposta avanzata nelle scorse ore anche dai dirigenti scolastici). Bianchi ha parlato a margine dell’evento di apertura di Repubblica delle idee, in corso a Bologna.   

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    C.destra, Salvini: spero in estate una federazione

     “La federazione del centrodestra nasce dal basso, dai territori e dai fatti, nei gazebo in cui si raccolgono le firme per i referendum della giustizia. Nei fatti c’è già, io spero che l’estate la faccia nascere”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a chi gli chiede, a margine dell’Assemblea di NcI, quando nascerà la federazione del centrodestra. 
    “Provano sempre a farmi litigare con Berlusconi, ma non ci riusciranno, Berlusconi è stato un grande della politica, dell’editoria, del calcio, della cultura”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini intervenendo all’assemblea di NcI.
    E sul tema accelera anche Silvio Berlusconi: “Il processo di costruzione del Centro Destra Unito sempre più credo debba essere il nostro orizzonte in vista del 2023. Un progetto che ha sollevato tanti dubbi, ma credo che sarà la forza stessa delle cose a portarci in questa direzione”.

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    Draghi prova sprint sulle nomine Rai ma è tensione tra i partiti

    Indicare il nuovo amministratore delegato e il nuovo presidente già il 12 luglio, prima del voto del Parlamento sul Cda: è questa la mossa che il premier Mario Draghi potrebbe mettere in campo per sciogliere uno dei nodi politici più ostici , quello dei vertici di viale Mazzini. Ma la decisione a cui il premier sarebbe orientato non abbassa la tensione in maggioranza. Stando a quanto filtra da fonti parlamentari di primo piano, i partiti avrebbero poco gradito l’accelerazione: è una mossa che “innova” la legge, è stata una delle reazioni “a caldo” circolata in maggioranza. Il pressing, politicamente trasversale, su Palazzo Chigi sul dossier Rai nelle ultime settimane ha superato il livello di guardia. E il travaglio interno al M5S ha contribuito a un nuovo rinvio, al 14 luglio, del voto della Camera e del Senato sui componenti del nuovo Cda. Il governo a questo punto vuole consegnare al più presto una guida forte al servizio pubblico. Per il profilo di Ad si guarda innanzitutto al fattore “esperienza internazionale”. Due i nomi in pole, secondo le indiscrezioni filtrate in ambienti di maggioranza: quello di Matteo Maggiore, direttore della Comunicazione della Bei (da dove proviene l’attuale numero uno di Cdp, Dario Scannapieco) e quello di Giorgio Stock, ex presidente di Warner Media. Più defilata resisterebbe la candidatura dell’ex ad di Rcs e Gedi Laura Cioli. Sul fronte presidenza la stella polare, per Draghi – si ragiona sempre in ambienti della maggioranza – una delle stelle polari dovrebbe essere la parità di genere . Con un “ma”: il successore di Marcello Foa va votato dalla commissione di Vigilanza. E serve, quindi un accordo politico. I nomi che circolano al momento sono quelli di Patrizia Grieco (presidente Mps), di Beatrice Colletti (sponsorizzata dal M5S) e di Simona Agnes (gradita al centrodestra). Nella rosa di nomi al femminile cifrcola anche il nome di Alessandra perrazzelli, alto dirigente di Bankitalia, anche se più di una fonte di governo non la vede in partita. Sullo sfondo, al maschile, ci sono i nomi di Antonio Di Bella, per l’area di centrosinistra, e di Mauro Masi per il centrodestra. La situazione resta comunque fluida e anche il fatto che lunedì prossimo il governo indichi i nuovi vertici è tutt’altro che scontato

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    Ddl Zan: Fedez, dico la mia da cittadino, non vedo perché no

    “Io non ho l’obiettivo di entrare in politica. Io e Chiara Ferragni siamo cittadini ed entriamo nel dibattito pubblico parlando di cose che riguardano noi e voi. Silvio Berlusconi fa l’imprenditore e il politico, Montezemolo fa l’imprenditore e dice la sua, Briatore fa l’imprenditore e dice la sua e invece Fedez e Chiara Ferragni vanno regolamentati….”. Lo dice Fedez aprendo la diretta Instagram sul ddl Zan con il parlamentare Pd Alessandro Zan e con Marco Cappato e Giuseppe Civati. Parole, quelle di Fedez, con cui il cantante e imprenditore replica a Matteo Renzi. 

    Zan, mediazione Lega non accettabile,toglie umanità
     “La Lega è quella che ha sottoscritto con Orban una Carta dei Valori orribile. Ma dico di più, ha presentato una proposta di mediazione che toglie l’identità genere, che peraltro esiste già nel nostro ordinamento. La Lega vuole toglierla perché vuole discriminare un gruppo sociale che è già discriminato, le persone trans e transgender. Come posso avallare una mediazione che toglie umanità alla legge?”, dice Zan, che aggiunge: “è meglio nessuna legge che una legge cattiva che discrimina”. “Il tema è che c’è un protagonismo intrinseco in Renzi che non è solo di oggi…”, spiega a sua volta Fedez secondo cui “il timore è che sia andato tutto a gambe all’aria. E nel caso in cui tutto saltasse non vorrei che passasse la narrazione che un politico con manie accentratrici e che ha motivazioni politiche non legate al ddl Zan dica ‘io ci ho provato’.”. “Ma io non lo credo che il ddl salti, bisogna andare avanti e essere determinati. A Renzi va riconosciuta una grande forza di volontà sulle unioni civili. Ma ora il quadro è cambiato, allora lui era presidente del Consiglio, qui non si può portare dentro il governo”, replica Zan. 

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    Ddl Zan: Letta, Salvini e Meloni con Orban, come dare loro credito?

     Il leader del Pd Enrico Letta di nuovo all’attacco sul ddl Zan. “Nella legge di Orban – sceive su twitter – l’omosessualità è posta al livello della pornografia e la protezione dei bambini è usata solo per discriminare dice @vonderleyen. Noi stiamo con Ue. Salvini e Meloni con Orban. Come si può dar credito alle loro presunte proposte di mediazione sul ddlZan???”. 
    Ieri la capigruppo ha stabilito che il testo approdi all’esame dell’Aula il 13 luglio, una decisione presa a maggioranza, respingendo la proposta di Lega e Fi. E in questo quadro si inserisce la sfida a sinistra tra Enrico Letta e Matteo Renzi, invitato dal Pd a votare sì al testo Zan. Leghisti e azzurri chiedevano lo slittamento al 20 luglio nel tentativo di trovare una mediazione: proposta respinta da M5s, Pd e Leu che non credono possibile una intesa, sia da Iv e dalle minoranze linguistiche che invece hanno invitato al dialogo. Un confronto che se in pochi giorni non darà un risultato, aprirà ad una battaglia a suon di ostruzionismi e di valanghe di emendamenti da parte del centrodestra.
    il capogruppo di Fdi Luca Ciriani ha annunciato “una battaglia dura nei limiti concessi dal regolamento” e altrettanto ha lasciato intendere che farà la Lega il capogruppo Massimiliano Romeo. “Andiamo in Aula e incrociamo le dita” ha commentato Alessandro Zan. “Non possiamo permetterci di incrociare le dita – ha replicato Faraone – il Pd lavori a una intesa”.

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    Strasburgo, riforme Costituzione Ungheria discriminano Lgbtq+

    La Commissione di Venezia, organo del Consiglio d’Europa, critica il modo in cui l’Ungheria ha cambiato la Costituzione nel dicembre 2020 e raccomanda di emendarne alcune parti, in particolare quelle che rischiano di creare discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
    Nell’opinione, adottata durante l’ultima sessione, la Commissione di Venezia afferma che nel riformare la Costituzione l’Ungheria non ha rispettato gli standard del Consiglio d’Europa. “I cambiamenti sono stati introdotti durante lo stato d’emergenza, senza dibattito pubblico, e il documento in cui si spiegano gli emendamenti è di sole 3 pagine”, nota con preoccupazione l’organo del Consiglio d’Europa.
    Strasburgo raccomanda di cancellare l’emendamento in cui si dice che “l’Ungheria proteggerà il diritto dei bambini a un’identità che corrisponde a quella del sesso alla nascita”, perché “come spiegato dalle autorità ungheresi questo rende incostituzionale e quindi impossibile il riconoscimento legale per le persone transgender e intersessuali”.
    La Commissione di Venezia chiede anche di non utilizzare altri emendamenti “per cancellare o cambiare le leggi che proteggono i diritti di chi non è eterosessuale”.   

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    Ferragnez-Renzi, è botta e risposta

    “Fa bene Chiara Ferragni a dire quello che pensa. Solo che da lei mi aspettavo qualcosa in più di una frasina banale e qualunquista”. Lo scrive su Facebook Matteo Renzi, spiegando che Chiara Ferragni è entrata nel dibattito sulla Legge Zan “dicendo ai suoi 24 milioni di follower: Che schifo che fate politici” e postando una foto del leader di Iv.
    “Dire che i politici fanno schifo è il mediocre ritornello di chi vive di pregiudizi – dice Renzi – Da una persona che stimo mi aspetterei un confronto nel merito. Perché sapete chi fa davvero schifo in politica? Fa schifo chi non studia, chi non approfondisce, chi non ascolta le ragioni degli altri, chi pensa di avere sempre ragione”.
    “Se Chiara Ferragni vuole confrontarsi sugli articoli 1, 4, 7 della legge Zan e sugli emendamenti Scalfarotto io ci sono – aggiunge Renzi – Se Chiara Ferragni vuole conoscere come funziona il voto segreto al Senato, ai sensi dell’articolo 113.4 del Regolamento, io ci sono. Se Chiara Ferragni vuole discutere, criticare, approfondire io ci sono. Ma sia chiaro. La politica, cara Ferragni, è un’attività nobile e non fa schifo. E la politica si misura sulla capacità di cambiare le cose, non di prendere i like”.
    “Sono pronto a un dibattito pubblico con la dottoressa Ferragni, dove vuole e come vuole. Sono sempre pronto a confrontarmi con chi ha il coraggio di difendere le proprie idee in un contraddittorio. Se ha questo coraggio, naturalmente”, conclude.
    E Fedez, in un tweet,  invita Renzi a stare sereno

    Stai sereno Matteo, oggi c’è la partita.C’è tempo per spiegare quanto sei bravo a fare la pipì sulla testa degli italiani dicendogli che è pioggia  https://t.co/FGOrA6rSym
    — Fedez (@Fedez) July 6, 2021

       

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    Palazzo Chigi lancia uno spot: 'Facciamolo e vinciamo insieme'

    Una bagnina con alle spalle una spiaggia e un messaggio univoco: vaccinarsi. Palazzo Chigi lancerà, sui social, un nuovo spot di sensibilizzazione per la campagna vaccinale con l’obiettivo di ridurre ulteriormente la popolazione italiana che finora non si è voluta sottoporre a immunizzazione. “Con il vaccino vinciamo insieme, riprendiamoci il gusto del futuro”, è il messaggio dello spot che riprende le parole pronunciate dallo stesso Mario Draghi in più di una conferenza stampa.