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    Giustizia: 275 emendamenti presentati, uno solo da M5s. Conte: 'Obiettivo è risposta equa ed efficace'

    Sono 275 gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari all’ articolo 14 della riforma penale riguardante la prescrizione, che si aggiungono ai 1356 depositati stamani sugli altri articoli, per compressive 1631 proposte di modifica agli emendamenti del governo. Sulla prescrizione M5s ha presentato un solo emendamento alla proposta Cartabia, soppressivo, mentre il gruppo che ne ha presentati di più è L’Alternativa c’è, con 246. Sulla giustizia “il nostro obiettivo è offrire una risposta che sia equa ed efficace nell’interesse dei cittadini”. Lo dice il leader in pectore del M5S Giuseppe Conte alle telecamere di ilfattoquotidiano.it e Fanpage, interpellato mentre rientrava nel suo appartamento sulla riforma Cartabia.
    “Il 50 % dei processi” finiranno sotto la scure della improcedibilità con la riforma della prescrizione della ministra della Giustizia Marta Cartabia. “E temo che i 7 maxi processi” contro la ‘ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro “saranno dichiarati tutti improcedibili in appello”. A lanciare quello che lui stesso definisce “un grande allarme sociale che riguarda la sicurezza” è il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri davanti alla Commissione Giustizia della Camera. Il problema non riguarda solo i processi di mafia, spiega il procuratore, ma anche i reati contro la pubblica amministrazione.  In termini concreti le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di più conviene delinquere”, ha aggiunto il procuratore di Catanzaro sulle nuove norme sulla prescrizione contenute nella riforma che prevedono che scatti la tagliola dell’improcedibilità se il processo di appello e quello in Cassazione non terminano rispettivamente entro 2 e un anno.
    “Mina la sicurezza del Paese la riforma della prescrizione con la norma sulla improcedibilità che scatta se il processo in appello non si conclude in 2 anni e in Cassazione in uno, indipedentemente dalla gravità dei reati per i quali si procede. E senza risorse aggiuntive per gli uffici giudiziari ,con “tempi così brevi per l’appello”, si prospettano “conseguenze molto gravi nel contrasto alle mafie, al terrorismo e alle altre illegalità”. Sono le parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, in audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera.
    “L’audizione oggi in commissione Giustizia alla Camera di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, è stata drammaticamente chiara: la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata”. Lo dichiarano in una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Giustizia. “Tra tutte le critiche espresse da Gratteri – aggiungono – quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete: ‘convenienza a delinquere’ e ‘diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione'”.  “Il procuratore capo di Catanzaro – proseguono i parlamentari pentastellati – ha parlato anche di un abbassamento della qualità del lavoro dei magistrati causato dalla fissazione di una ‘tagliola’ con termini troppo rapidi. Gratteri ha correttamente preannunciato un ‘aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazione’ perché ‘con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e poi ricorso in Cassazione non foss’altro per dare più lavoro ed ingolfare maggiormente la macchina della giustizia’. Si tratta di considerazioni che devono indurre tutti a rivedere e modificare nel profondo la riforma, soprattutto con riguardo a prescrizione e improcedibilità. Ne va del futuro del Paese” concludono.
    “Le forze politiche spingono in direzioni diametralmente opposte, ma questa riforma deve essere fatta perché lo status quo non può rimanere tale”. Lo ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia, a Napoli per incontrare i capi degli uffici giudiziaria della Corte di Appello di Napoli. “So molto bene che i termini che sono stati indicati sono esigenti per queste realtà, – ha aggiunto Cartabia – perché partiamo da un ritardo enorme, ma non sono termini inventati, sono quelli che il nostro ordinamento e l’Europa definisce come termini della ragionevole durata del processo, che è un principio costituzionale”. “Io credo che siamo di fronte a un’occasione unica, non perdiamo il treno del recovery che sta passando, non facciamoci intrappolare in quello che è accaduto da decenni sulla giustizia italiana” – ha aggiunto- “Non possiamo stare fermi, abbiamo occasione di metterci in moto anche perché mai come in questo momento sono state mobilitate tante risorse che possono far fronte ai problemi”.
    Intanto sono 916 gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari in Commisisone Giustizia della Camera ai 24 emendamenti del governo sul processo penale. Questi subemendamenti non includono quelli sulla prescrizione (articolo 14 del ddl Bonafede) in quanto il termine per i sub emendamenti scade alle 18. 
    Norma transitoria per l’entrata in vigore della nuova prescrizione: lo prevede uno degli emendamenti del Pd che saranno presentati alla riforma del processo penale in modo da ottenere un “atterraggio più morbido” della stessa. Lo spiega all’Ansa il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia della Camera, Alfredo Bazoli: “è una delle proposte che offriamo alla Ministra Cartabia e alla maggioranza”.
       

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    Dl Recovery:governo sotto sul dissesto idrogeologico

    Governo nuovamente battuto in commissione alla Camera durante l’esame degli emendamenti al dl Recovery: i deputati hanno approvato una proposta di modifica presentata dalla Lega al pacchetto dei relatori sul dissesto idrogeologico che rende necessaria l’intesa con “il Presidente di ciascuna regione territorialmente competente” da parte del ministro per la transizione ecologica nella predisposizione del decreto o dei decreti attraverso cui mettere in campo “gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e i rispettivi cronoprogrammi”. L’esecutivo la scorsa settimana è stato già battuto in commissione sulle opere green.
    Ok intanto ad un emendamento, riformulato assorbendo richieste in modo bipartisan, per nuove semplificazioni (dalla Cila ai tempi per la residenza) ma nessun allargamento per il Superbonus. Un emendamento al dl Recovery approvato in nottata, riformulato assorbendo le numerose richieste delle forze politiche in modo bipartisan, prevede ritocchi che vanno dalla Cila (la comunicazione di inizio lavori asseverata) ai tempi per richiedere la residenza in caso di acquisto di immobile oggetto di interventi. Un’ulteriore semplificazione riguarda anche i casi di violazione. Il governo ha già specificato in più occasioni che di eventuale allargamento ed estensione nel tempo del 110% si parlerà in autunno con la legge di bilancio.
    E nulla di fatto per l’innalzamento dei limiti del 5G. L’emendamento prima accantonato e poi, in nottata, bocciato. L’emendamento presentato al dl Recovery è stato prima accantonato e poi, in nottata, bocciato insieme a tutti quelli non ancora esaminati e su cui non era stato espresso esplicito parere dei relatori e del governo. La proposta di modifica – presentata da Iv – alzava i limiti all’elettrosmog italiani (oggi a 6 volt/metro) portandoli a 61 volt/metro ed adeguandoli così a quelli di altri Paesi europei.
    Non passa la proposta di inserire il Ponte sullo Stretto tra le opere con procedura semplificata e accelerata previste nella lista del dl Recovery. L’emendamento a prima firma Stefania Prestigiacomo, in un Primo momento accantonato, non ha superato l’esame notturno delle Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera.

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    Inchiesta Lfc: Scillieri a domande su Lega, 'io minacciato'

    (ANSA) – MILANO, 20 LUG – Michele Scillieri, l’ex
    commercialista di fiducia della Lega sentito nel processo
    milanese a carico dell’imprenditore Francesco Barachetti sul
    caso Lombardia Film Commission, ha raccontato di aver ricevuto
    “minacce” e “intimidazioni fisiche, epistolari e telefoniche”,
    in particolare dopo l’udienza del primo luglio quando aveva
    iniziato a parlare in aula.   
    Ha sollevato il tema delle minacce “anonime” e di “tre
    denunce” già presentate quando il procuratore aggiunto Eugenio
    Fusco gli ha chiesto se avesse mai “fatturato alla Lega e a
    Pontidafin” e non sentendosi tranquillo non ha voluto rispondere
    su questo tema. (ANSA).   

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    Fornero consulente a Palazzo Chigi. Salvini: 'Per me conta meno di zero'

    “La Fornero? Con tutto il rispetto, per me conta men che zero. E’ una consulente del signor Tabacci”. Così il leader della Lega Matteo Salvini, risponde sulla nomina dell’ex ministra Elsa Fornero a consulente a Palazzo Chigi per le Politiche economiche, oggi nel corso della presentazione del Dipartimento Integrazione e rapporti con le comunità starniere presenti in Italia. Quanto a un eventuale timore che si possa mettere da parte la Quota 100, risponde secco: “Assolutamente no”. 
    “All’allegra brigata di Draghi mancava solo la Fornero. Et voilà, rieccola a Palazzo Chigi nominata nel team di consulenti del Presidente del Consiglio. Noi dell’Italia dei Valori la ricordiamo ancora quando piangendo alzò l’età pensionabile ritardando la possibilità per tutti i lavoratori di andare in pensione. Oggi, candidamente dichiara che la politica la chiama ‘forse perché sente che è venuto il momento di compiere scelte impopolari'”, afferma il segretario nazionale dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina. “E visto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, al prossimo pianto la pensione gli italiani se la possono scordare. Ci batteremo in Parlamento per impedire l’ennesimo abuso a danno dei cittadini con la complicità di Salvini e Di Maio che un tempo, come noi, contestavano la Fornero e la sua riforma e che invece oggi, causa poltronite, ci vanno a nozze”, conclude.
    Interviene sulle polemiche Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Leggo di polemiche strumentali con riferimento alle nomine del Consiglio di indirizzo del Dipartimento per il coordinamento della politica economica da me istituito, nominato e presieduto. Il Consiglio avrà il compito di fornire indicazioni e suggerimenti ai nuclei di esperti costituiti presso il Dipe, in forza di legge e oggetto della mia delega. Ovviamente se ci saranno interrogazioni a me rivolte risponderò in Parlamento come già fatto in altra occasione. Le persone nominate, compresa la professoressa Fornero, godono ovviamente della mia piena fiducia. Il Consiglio di indirizzo non ha tra i suoi compiti la riforma della previdenza né l’invasione di competenze del ministero del Lavoro o di altri ministeri, né la gestione diretta del Pnrr”. 
    Fornero: ‘Contenta che ora la mia opinione sia stata ritenuta utile’
    “La scorsa settimana mi ha telefonato Tabacci. Mi ha detto che gli avrebbe fatto molto piacere se fossi entrata nella commissione sulla programmazione economica. Sono rimasta molto sorpresa”. A raccontarlo, in un’intervista alla Stampa, la ex ministra Elsa Fornero nominata consulente a Palazzo Chigi per le Politiche economiche. Del suo nuovo impegno Fornero spiega: “Come sempre dirò la verità. La verità è che abbiamo davanti sei anni per spendere bene molti soldi. Ma la verità è anche che se non li spenderemo bene, quei soldi diventeranno debito e gli altri Paesi ce ne chiederanno conto, saranno sempre lì, pronti a saltarci addosso”.
    Poi parlando del ruolo dei tecnici afferma: “Ci sono dei momenti in cui la politica ci chiama. Forse perché sente che è venuto il momento di compiere scelte impopolari”. La politica non ama le scelte impopolari? “Diciamo – dice Fornero – che preferisce in quei casi delegare ad altri”.
    Alla Repubblica Elsa Fornero racconta: “Qualcuno mi aveva anche consigliato di non accettare la proposta di entrare nella commissione, ma invece ho detto sì perché per tanto tempo sono stata considerata un’appestata e ho avuto attacchi personali”. Poi aggiunge: “Mi fa piacere che dopo l’incitamento all’odio ci sia chi pensa che la mia opinione possa essere utile. Comunque sono una semplice consulente con un ruolo modestissimo, se mi chiedono dei pareri li darò”. 
       

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    Ben and Jerry's, 'niente gelati in Cisgiordania occupata'

     La società statunitense di gelati ‘Ben and Jerry’s’ cesserà prossimamente la distribuzione dei propri prodotti nei ‘Territori palestinesi occupati’. I rapporti con la società israeliana che ha mantenuto finora la licenza giungeranno a termine alla fine dell’anno prossimo. Queste decisioni, ha spiegato in un comunicato, sono “in ossequio ai nostri valori”, legate ad una serie di “preoccupazioni” raccolte fra i suoi fan ed i suoi partner. “Noi utilizziamo le nostra attività commerciali – spiega la Ben and Jerry’s – per fare un mondo migliore”. Fra gli obiettivi che menziona vi sono “la difesa dei diritti umani, il sostegno alla giustizia sociale ed economica per comunità marginalizzate storicamente, nonchè la protezione del sistema naturale della terra. Usiamo il gelato per cambiare il mondo”. Immediata, su Facebook, la reazione dell’ex premier Benyamin Netanyahu. “Adesso – ha scritto – sappiamo bene quale gelato non acquistare”. Il messaggio è corredato da una bandiera israeliana e da un braccio muscoloso.

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    Incognita emendamenti, arriva il giorno della verità per il ddl Zan

    Dopo il fumo delle parole dei giorni scorsi, da oggi sul ddl Zan si comincerà a vedere l’arrosto dei fatti, cioè gli atti parlamentari che dovrebbero concretizzare quanto detto fino ad oggi. Alle 12 scade il temine per presentare gli emendamenti per modificare il testo, e questi consentiranno innanzitutto di vedere se c’è una reale volontà di mediazione da parte di chi la ha invocata, come Lega e Iv. Una mediazione che richiede un minimo di fiducia reciproca, che al momento non sembra esistere, visto le accuse reciproche registrate anche in giornata, con Enrico Letta che ha definito “omofobo” Matteo Salvini.
    Il leader di Iv Matteo Renzi, ha affermato che a suo giudizio “un compromesso è possibile sugli articoli 1, 4, e 7”, vale a dire quelli che, rispettivamente, introducono il concetto di identità di genere, che trattano la libertà di espressione e che riguardano l’insegnamento anti-discriminazione nelle scuole.
    Secondo Renzi “un accordo è a portata di mano”, perché ” la Lega, dopo mesi di ostruzionismo, ora si dice disponibile”. In tal senso il leader di Iv dice di “non capire perché Letta si sia messo di traverso”. E a rivendicare l’invito al “dialogo” è stato anche Salvini.
    Tuttavia Iv e Lega non hanno chiarito i contenuti delle loro proposte sui tre articoli indicati da Renzi. La proposta del presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, giudicata da Iv “un passo avanti” e respinta dal Pd, non è stata fatta propria dalla Lega, che anzi ha ribadito di voler puntare a introdurre una semplice aggravante comune per i reati di odio omo-transfobico, punto su cui Pd, M5s e Leu non accederanno mai.
    Sicuramente, emendamenti arriveranno da Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie: “personalmente voterei subito il ddl così come è, ma prendo atto che la destra non lo vota e per favorire un compromesso presenterò un emendamento sugli articoli 1, 4 e 7” per “favorire un compromesso”. Anche il socialista Riccardo Nencini ne presenterà uno sull’articolo 4 perché la sua formulazione “è scivolosa”: il timore è che qualche Pm possa distorcerne l’applicazione, perseguendo semplici opinioni.
    L’articolo 4, introdotto alla Camera su richiesta di Fi in commissione Affari costituzionali, è ora quello più a rischio. In ogni caso al momento di votare gli emendamenti, indipendentemente da chi li avrà presentati, si arriverà ai nodi politici: Iv sarà disposta a votare insieme al centrodestra e a spostare quindi il proprio baricentro verso destra? In caso di esito incerto il Pd dirà sì, per esempio proprio sull’articolo 4, ad un emendamento che sia comunque accettabile e non renda incoerente il testo? Nodi che non si presenteranno martedì, visto che mancano ancora diversi interventi in discussione generale e che per i prossimi giorni l’Aula dovrà prima votare alcuni decreti. In casa Dem la fiducia verso la Lega è nulla: “Chi è omofobo in Europa non può essere un credibile interlocutore in Italia”, ha detto Enrico Letta ricordando che la Lega al Parlamento europeo ha votato in favore dell’Ungheria di Orban e della sua legge anti Lgbt. “non si può essere omofobi in Europa e poi voler dialogare con noi: è incompatibile”.

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    Renzi: “Firmo i referendum sulla giustizia, penso a Tortora”

    Il leader di Italia viva Matteo Renzi firmerà i referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dal Partito radicale mercoledì 21 luglio alle 11.30, nella sede dei Radicali a Roma. “Quando penso al referendum sulla giustizia, non penso a Salvini ma a Enzo Tortora”. L’ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi alla presentazione del suo libro “Controcorrente” a Castenedolo, in provincia di Brescia. 
    “È una guerra che dura da 30 anni, quella tra magistratura e politica, da Tangentopoli a oggi – ha aggiunto Renzi – C’è una contrapposizione che arriva all’estremo con Bonafede, un dj più che un ministro. Ecco, va detto che non mi faccio tantissimi nuovi amici con questo libro, se mi querelano rinuncio all’immunità. Da boy-scout di provincia mi hanno fatto diventare un gangster internazionale. Tra le varie vicende quella che più mi fa arrabbiare è quella di Open: è lo stesso procuratore che ha arrestato i miei genitori, portato a processo mio cognato, indagato me, manca la mia nonna che ha 101 anni. Di fronte a questo andazzo della giustizia, domattina vado e firmo i referendum sulla giustizia”. 
       

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    Salvini: “Farò il vaccino nei prossimi giorni, demenziale obbligare 15enni”

    Finora Matteo Salvini, leader della Lega, non si è vaccinato: “Io lo farò nei prossimi giorni.La metà dei miei coetanei non si è ancora vaccinata. Quindi io rispetto la fila come tutti gli altri. Io la prima dose l’avrei potuta avere se non fossi stato in tribunale, un lunedì mattina a Cuneo. Purtroppo passo parecchie delle mie giornate nei tribunali e il vaccino non è un legittimo impedimento, quindi ho dovuto rinviare”.
    Salvini, poi ribadisce la contrarietà all’obbligo per gli adolescenti: “Mi sembra giusto mettere in sicurezza genitori e nonni, mi sembra demenziale minacciare, obbligare, costringere e multare i 15enni e i 18enni. Chi parla di Green Pass già per quest’estate per i nostri figli fa un danno enorme ai nostri figli e al sistema Italia, perché nessun ventenne avrà la seconda dose ben che vada prima dell’autunno. Quindi se tu impedisci ai nostri ragazzi di andare a divertirsi quest’estate fai un danno al paese”.