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    M5s, Conte incassa un plebiscito sullo statuto

    (ANSA) – ROMA, 04 AGO – Il plebiscito e l’accelerazione.   
    Inizia nel segno di questi due elementi la scalata alla
    leadership di M5s da parte di Giuseppe Conte. Il voto sul nuovo
    statuto, di fatto, lo incorona già leader.   
    La maggioranza degli aventi diritto al voto tra gli iscritti
    del movimento è ampiamente superata. A votare, nelle due
    giornate di consultazioni su SkyVote, sono 60.940 iscritti su
    113.894. A dire sì allo statuto targato “avvocato del popolo” è
    l’87,35 dei votanti. Niente secondo turno, quindi. Anzi. L’ex
    premier decide di accelerare. Il 5 e 6 agosto – date previste
    per la seconda consultazione sullo statuto – si voterà per la
    leadership contiana. E la vittoria è assicurata.   
    “Oggi è un grande giorno, una grande festa di partecipazione
    democratica. Siamo quello in cui crediamo. Crediamo nella
    democrazia partecipata quale motore per dare ancora più forza
    alla nostra presenza sui territori e nelle istituzioni. Il voto
    di oggi non rappresenta un punto di arrivo, ma di ripartenza.   
    Abbiamo un grande lavoro da fare, e come sempre dobbiamo farlo
    tutti insieme”, esulta Conte su Fb in un post pubblicato subito
    dopo la diretta in cui Vito Crimi e il notaio Alfonso Colucci
    annunciano i risultati. Crimi rivela anche che, nel corso delle
    votazioni, ci sono stati numerosi attacchi hacker, tutti
    respinti. (ANSA).   

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    Decreto Viminale, elezioni amministrative il 3 e 4 ottobre

    Il ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, ha adottato il decreto che fissa la data del turno ordinario annuale di elezioni amministrative (comunali e circoscrizionali) nei comuni delle regioni a statuto ordinario.    Le elezioni si svolgeranno domenica 3 e lunedì 4 ottobre, con eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci domenica 17 e lunedì 18 ottobre.    I comuni coinvolti saranno 1.162, tra i quali 18 capoluoghi di provincia (ivi compresi Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli) e 9 comuni sciolti per fenomeni di condizionamento e infiltrazione di tipo mafioso, per un totale di 12.015.276 elettori.    

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    Green pass:1300 emendamenti in commissione al decreto, 900 dalla Lega

    Circa 1.300 emendamenti sono stati presentati in commissione Affari sociali alla Camera al decreto che introduce dal 6 agosto l’obbligo di green pass per accedere a ristoranti, eventi, convegni e congressi, cinema e teatri. A quanto si apprende, 916 proposte di modifica arrivano dalla sola Lega, che è critica sul Green pass. Dal M5s sono stati presentati una quarantina di emendamenti, dal Pd 37 in tutto.
    “Abbiamo presentato tanti emendamenti quanti il Movimento sulla giustizia”, dicono fonti leghiste commentando l’enorme mole di proposte di modifica.
    Intanto il Collegio dei Questori della Camera ha adottato una deliberazione che prevede, dal 6 agosto, l’obbligo della certificazione verde Covid-19 per alcuni servizi della Camera dei deputati. Sarà previsto per l’accesso alle strutture della ristorazione al chiuso con consumazione al tavolo; per la partecipazione a iniziative istituzionali, culturali e convegnistiche o a conferenze stampa che si svolgano nelle sedi della Camera; per l’accesso alle sedi della Biblioteca “Nilde Iotti” e dell’Archivio Storico della Camera; per i candidati convocati presso le sedi della Camera per l’effettuazione di prove di concorso.
       

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    Giustizia: scintille in aula alla Camera tra Leu e Iv

    Bagarre in aula alla Camera durante il voto sugli odg sulla riforma del processo penale e scontro diretto tra Leu e Italia viva. Tutto parte da un odg presentato da Fratelli d’Italia sulla responsabilità diretta dei magistrati sul quale il Governo aveva dato parere contrario. “In Italia i medici pagano per i loro errori, perchè non dovrebbero farlo i magistrati?”, chiede il capogruppo Fdi Francesco Lollobrigida, sottolineando come affrontando il tema si “potrebbero far risparmiare agli italiani 300 milioni del referendum”. A quel punto Lega, Forza Italia e Coraggio Italia, che promuovono il tema con la raccolta firme in piazza questi giorni, annunciano l’astensione, provocando la reazione di Pd e Leu che li richiamano invece alla “responsabilità” e alla “lealtà”. Italia viva, che pure supporta il referendum sulla giustizia, annuncia libertà di voto. Ma sono gli appelli di dem e Leu a scatenare Roberto Giachetti di Italia viva, che rinfaccia al Pd alcuni comportamenti come il voto sul decreto semplificazioni. Attimi di tensione, con il capogruppo Leu in piedi, subito richiamato dal presidente Fico.

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    Doppia fiducia sulla riforma della giustizia, M5s si ricompatta

    Passa per ben due volte consecutive alla Camera la fiducia (una per ognuno dei due articoli di cui è composta la legge) posta dal governo Draghi sulla riforma del processo penale firmato da Marta Cartabia, con 462 e 458 voti favorevoli e una cinquantina di contrari. La seduta fiume, terminata a notte fonda, ha visto ricompattarsi il Movimento 5 stelle in cui solo 24 ore prima si erano fatte notare un quarto delle defezioni e un voto in dissonanza dal gruppo. 
    La percentuale dei 5 stelle partecipanti al voto è salita dal 66,04% di domenica sera sulla pregiudiziale di costituzionalità all’87,42% di stanotte sulla prima fiducia. ‘Solo’ in tredici su 159 non hanno preso parte al voto: l’ex sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, insieme ai colleghi D’Arrando, Iorio, Mammì, Parentela, Segneri, Buompane, Federico, Frusone, Lorenzoni Gabriele, Misiti, Pignatone e Vianello. Tra gli altri gruppi quello che ha fatto registrare la percentuale più alta di votanti è stato il Pd, con l’89,5%. Tra poche ore si ricomincia: dalle 9 e per tutta la giornata è previsto l’esame e i voti sugli ordini del giorno e, quindi, il voto finale in serata. 

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    Semestre bianco, gli ultimi sei mesi del presidente

     Conto alla rovescia per il semestre bianco. Dal 3 agosto scattano gli ultimi sei mesi del mandato del presidente della Repubblica: come prevede l’articolo 88 della Costituzione Sergio Mattarella non potrà più sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. L’attenzione si sposta sui partiti: il timore è che senza più il rischio delle urne, i veti incrociati possano moltiplicarsi e portare addirittura al tentativo di dare vita a un nuovo governo. Non tutti sono d’accordo però: messa al riparo la riforma della Giustizia, tema profondamente divisivo per l’attuale maggioranza, il largo sostegno di cui gode Mario Draghi e la missione del Recovery plan dovrebbero essere sufficienti a garantire la navigazione, almeno fino al momento in cui le Camere si riuniranno per scegliere il nuovo inquilino al Quirinale. La finestra delle elezioni potrebbe riaprirsi dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, a febbraio del 2022, anche perché non è un mistero che lo stesso Draghi sia un candidato forte per la successione a Mattarella ma c’è chi scommette che le ragioni che lo hanno portato a Palazzo Chigi saranno anche quelle che ne consiglieranno la permanenza alla guida del governo fino alla scadenza della legislatura nel 2023, con l’elezione di un altro inquilino al Quirinale. C’è anche chi già ipotizza che i partiti possano chiedere a Mattarella di dare la disponibilità a farsi rieleggere per un secondo mandato. Ma è tutto ancora prematuro.La finestra del semestre bianco fu introdotta durante i lavori dell’Assemblea Costituente con l’obiettivo di evitare che il Capo dello Stato usasse il potere di scioglimento del Parlamento per garantirsi la rielezione. E nonostante alcuni tentativi di modificare la Carta introducendo il divieto di “bis”, la norma ha resistito nel tempo. Si tratta però di una limitazione che non chiude tutti i margini di manovra a disposizione del presidente della Repubblica: qualora le tensioni nella maggioranza si esacerbassero, Mattarella avrebbe infatti sempre a disposizione l’arma “finale” delle dimissioni anticipate, osserva il deputato Pd e costituzionalista Stefano Ceccanti in un’intervista a Radio radicale. 

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    Landini: 'Non siamo contro il Green pass, ma garantire il lavoro'

     Nessuna contrarietà del sindacato al green pass nelle aziende, ma niente sanzioni per chi dice no e a muovere sia il governo con un atto di legge. Lo spiega il leader Cgil Maurizio Landini in un’intervista al Corriere della Sera, in cui spiega che il sindacato è a favore del fatto che le persone si vaccinino e sta raccomandando ai lavoratori di farlo.    “Ma c’è un discrimine: non è possibile pensare a licenziamenti o demansionamenti”. E sull’ eventuale obbligatorietà: “Se il governo valuta sia necessario, può varare una norma. È già successo nella sanità. La responsabilità non può essere scaricata su un accordo fra le parti sociali”.    

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    Gentiloni: 'Per Italia occasione unica, politica guardi avanti'

    L’Italia è davanti ad un’occasione unica, e sta muovendosi nella direzione delle riforme che ha indicato: è stato un bene fare quella della Giustizia, sarà meglio se si avanza rapidamente sul civile. Lo sottolinea il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, in un’intervista alla Stampa, in cui invita a guardare avanti, lasciandosi alle spalle le schermaglie politiche. Quanto al green pass, osserva che l’economia europea è ripartita grazie alla campagna vaccinale. E aggiunge che si dovrà lavorare su una ripresa duratura e sostenibile, attuando in modo serio i piani nazionali e ripensando le regole sui bilanci.