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    Emiliano,in Puglia coinvolto M5s ma servono movimenti civici

    (ANSA) – BARI, 20 AGO – “I pugliesi hanno fatto vincere le
    ultime elezioni regionali a quella che un tempo chiamavamo la
    coalizione di centrosinistra e io, come mi ero impegnato a fare,
    ho coinvolto il Movimento 5 Stelle. Però tra il Movimento 5
    Stelle e il Pd ci sono altrettanti elettori che non hanno una
    casa strutturata, non si riconoscono nei partiti. Quindi servono
    movimenti civici che però non possono non essere organizzati. La
    lista ‘Con Emiliano’ si è costituita in un movimento e io mi
    auguro che il dialogo tra tutte le componenti civiche, anche con
    le liste che non hanno passato la legge elettorale pugliese,
    possano unirsi dando rappresentanza, dando la possibilità di
    fare attività politica”. E’ il progetto politico illustrato ieri
    sera dal governatore Michele Emiliano alla festa di ‘Con’ a
    Manfredonia, nel Foggian.   
    “La politica – ha aggiunto – non si esaurisce nel giorno
    delle elezioni, ci sono anche i momenti in cui bisogna
    riflettere, pensare, scrivere programmi, costruire classe
    dirigente. Nel 2004 a Bari assessori comunali erano Antonio
    Decaro, Francesco Boccia: abbiamo costruito classe dirigente,
    sindaci. Oggi quasi tutti i sindaci dei capoluoghi di provincia
    sono di centrosinistra, speriamo a breve anche quello di Foggia,
    ma non tutti sono del Pd. E quindi bisogna dare rappresentanza”.   
    (ANSA).   

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    Afghanistan: Sala, in arrivo prime famiglie a Milano

    (ANSA) – MILANO, 19 AGO – “Nei prossimi giorni raggiungeranno
    la nostra città alcune decine di cittadini afghani, con le
    proprie famiglie, che hanno collaborato con le Forze Armate, con
    l’Ambasciata italiana e con l’Agenzia italiana per la
    cooperazione allo sviluppo in Afghanistan”. Lo ha scritto sulle
    sue pagine social il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, spiegando
    come il Comune e la Prefettura di Milano, a cui il coordinamento
    nazionale per l’emergenza assegnerà una quota di nuclei
    familiari provenienti dall’Afghanistan, hanno avviato la loro
    collaborazione.
    “Il Comune, su richiesta della Prefettura di Milano e in
    collaborazione con gli Enti del Terzo settore, sta individuando
    e verificando gli spazi adeguati, – ha aggiunto il sindaco – che
    non possono essere improvvisati perché devono essere dotati dei
    servizi minimi adeguati per l’accoglienza di nuclei familiari”.

    “Penso che ciascuno debba fare la sua parte, piccola o grande
    che sia, davanti a un’emergenza epocale come quella afgana, e
    noi siamo orgogliosi di ciò che stiamo facendo”, ha concluso
    Sala. (ANSA).   

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    Afghano, a Perugia studio ma sorelle non possono

    (ANSA) – PERUGIA, 18 AGO – “L’Afghanistan con il ritorno dei
    talebani non avrà futuro e sono preoccupato per la mia famiglia.   
    In particolare per le mie mie quattro sorelle che non potranno
    più lavorare o studiare. Per le donne sarà davvero molto dura”:
    a parlare è Habib Mahboobullah, afghano ventinovenne, costretto
    sei anni fa a lasciare il suo Paese per “un problema con un
    talebano molto potente che all’epoca era anche membro del
    parlamento. Mi voleva morto”, racconta all’ANSA dalla sua stanza
    di nemmeno dieci metri quadrati, al terzo piano di un palazzo a
    ridosso del centro storico di Perugia.   
    Habib, dopo avere attraversato l’Iran, la Turchia, la Grecia e
    per ultima la Norvegia – dove vive sua moglie, afghana, con il
    loro bimbo di quasi due anni – è arrivato in Italia nel novembre
    del 2019 grazie al programma internazionale chiamato
    “sussidiaria”, protezione riservata ai perseguitati e a Perugia
    sta studiando l’italiano anche con il sostegno della Caritas
    diocesana. “Ma in questi giorni non riesco a stare sui libri –
    spiega Habib – il mio pensiero è solo rivolto a mia mamma, a mio
    padre e ai miei fratelli e sorelle che vivono a Baghlan, una
    città che dista circa sei ore di macchina da Kabul”.   
    Il tablet, da dove segue le notizie e chiama attraverso
    internet la sua famiglia, è sul tavolinetto assieme ai pacchi di
    biscotti. Accanto c’è il letto con un vecchio materasso e
    dall’altra parte il lavandino. Il ventilatore al centro della
    stanza è sempre accesso. Il suo italiano non è ancora perfetto,
    a volte sente l’esigenza di tornare su concetti già espressi per
    rafforzarli. Lo fa ad esempio per le condizioni che si
    troveranno a vivere le donne della sua terra, mostrando così di
    non credere alle promesse dell’Emirato islamico. “Ora le ragazze
    del mio Paese – dice – dovranno starsene chiuse in casa”.   
    (ANSA).   

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    Eutanasia: Cei, è vittoria dell'individualismo e nichilismo

    “Grave inquietudine” viene espressa dalla Presidenza della Cei per la raccolta di firme per il referendum che mira a depenalizzare l’omicidio del consenziente, aprendo di fatto all’eutanasia nel nostro Paese. “Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita – si legge in una nota -. Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”. 
     “Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire – rileva ancora la Presidenza della Cei -, ma ‘il Magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta’ (Samaritanus bonus, V, 2)”.    

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    Afghanistan, Draghi: 'Grazie ai nostri 54 soldati morti, sono eroi'

     “Voglio rivolgere un messaggio di affetto sincero alle famiglie dei 54 caduti, l’Italia ha perso 54 soldati nel corso di questi 20 anni e circa 700 feriti. Alle loro famiglie voglio dire che il loro sacrificio non è stato vano, hanno difeso i valori per cui erano stati inviati, le libertà fondamentali e i diritti delle donne, hanno fatto operazioni per prevenire il terrorismo, hanno fatto del bene”.    Così il premier Mario Draghi in un’intervista al Tg1 sulla situazione in Afghanistan. E ha concluso: “Per me e per tutti gli italiani, e lo dico alle loro famiglie, loro sono eroi”.”La prima cosa che bisogna fare, forse non la più importante, è riflettere sull’esperienza avvenuta. Ricordiamoci che la guerra in Afghanistan è la prima risposta degli Stati Uniti all’attentato alle Torri gemelle. Quindi il bilancio che noi traiamo non è un bilancio solo sulla guerra in Afghanistan, è di questi ultimi 20 anni e del ruolo che l’Occidente ha avuto in tutto il mondo arabo. Ma forse ancora più importante che guardare al passato e discutere di bilanci è tracciare il futuro”.”L’opera di rimpatrio dei diplomatici, dei militari, dei collaboratori afghani continua. La gran parte della rappresentanza diplomatica è arrivata a Roma il 16 agosto. Sul campo ci sono ancora delle squadre militari e dei diplomatici (molto pochi) che dovranno aiutare l’evacuazione di altri nostri concittadini che sono lì e dei collaboratori afghani e delle loro famiglie quando le condizioni lo permetteranno. Voglio ringraziare tutte queste persone per il loro coraggio e la dedizione con cui svolgono il loro compito”.”Il futuro per l’Italia è fatto di difesa dei diritti fondamentali, di difesa dei diritti delle donne, di protezione di tutti coloro che si sono esposti in questi anni nella difesa di questi diritti in Afghanistan. Questo deve essere perseguito in tutti i contesti possibili. Certamente in questa grande opera di collaborazione mondiale entreranno Stati come la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita, la Turchia. E tutti questi Stati sono membri del G20. Quindi il G20 offre naturalmente una sede dove poter avviare questa opera di collaborazione”, ha detto il premier.L’Europa sarà all’altezza del compito cui è chiamata per affrontare la crisi afgana. Ne è certo il premier Mario Draghi spiegando che di questo “abbiamo parlato stamattina con la Cancelliera Merkel. Abbiamo soprattutto parlato delle operazioni di evacuazione dell’Aeroporto di Kabul, ma abbiamo iniziato a tratteggiare quelle che saranno le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo. Siamo tutti consapevoli che la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l’accoglienza e la sicurezza”. “L’accoglienza – spiega – nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan in questi anni e delle loro famiglie, quelli che sono chiamati i “collaboratori”. Ma anche l’accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne. Questo è un piano complesso, richiede una cooperazione stretta fra tutti i Paesi ma soprattutto, in primis, tra quelli europei. Il secondo aspetto riguarda la sicurezza, dove dovremo prevenire infiltrazioni terroristiche”.

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    Vescovo, diocesi Assisi pronta ad accoglienza afghani

    (ANSA) – ASSISI (PERUGIA), 17 AGO – “Per noi il valore
    dell’accoglienza è nelle cose. Per questo come diocesi di Assisi
    siamo disponibili ad aprirci ai profughi dall’Afghanistan, anche
    se devono essere attentamente verificati tutti gli aspetti
    logistici”: a dirlo all’ANSA è monsignor Domenico Sorrentino,
    vescovo della città di San Francesco che assumerà a breve anche
    la guida della comunità diocesana di Foligno. “Siamo pronti a
    fare quello che abbiamo fatto finora ad esempio con la gente
    dell’Eritrea” ha aggiunto.   
    “Sul piano strettamente logistico – ha detto monsignor
    Sorrentino – è comunque necessario restare strettamente con i
    piedi per terra. Vedremo anche come si muoverà la Caritas
    nazionale”.   
    Per il vescovo di Assisi “il problema non è solo quello della
    prima accoglienza”. “Bisogna saper gestire – ha concluso
    monsignor Sorrentino – il cammino futuro di queste persone che
    hanno una cultura diversa dalla nostra”. (ANSA).   

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    Il referendum sull'eutanasia raggiunge quota 500 mila firme

    Sono più di 500 mila le persone che hanno firmato il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia, oltre 70 mila le firme raccolte online. A ufficializzarlo, Filomena Gallo e Marco Cappato, a nome del Comitato promotore referendum Eutanasia legale e dell’Associazione Luca Coscioni.”Nell’esprimere profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell’esercizio del diritto al referendum – dicono – vogliamo sottolineare che la raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza, con l’obiettivo di raccoglierne almeno 750.000 entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli”. 
    “C’è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano non deve nascere. E insieme con questo c’è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l’eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura”. Così a Vatican News mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. “Si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso”.

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    Lamorgese: 'La presa di Kabul accelera l'accoglienza degli afghani'

     “Durante il comitato per la sicurezza abbiamo saputo della presa di Kabul da parte dei talebani. Abbiamo fatto un focus sul problema dell’ accoglienza degli afgani che hanno collaborato con gli italiani in Afghanistan”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a Palermo. “Finora abbiamo accolto – ha aggiunto – 228 persone. La situazione comporterà un’ accelerazione dell’ accoglienza”. “Siamo in stretto contatto coi ministeri degli esteri e della difesa per cercare di dare a ognuno il massimo in un frangente così delicato”, ha aggiunto il ministro.
     “Ci sarà un ulteriore flusso di migranti afghani che arrivano dalla rotta balcanica ma anche via mare. So che Unhcr ha dato una quantificazione dei flussi dei prossimi mesi che potrebbero farci preoccupare tenendo conto anche del rischio terrorismo. Noi stiamo monitorando e su questo abbiamo la garanzia da parte di tutte le forze che opereranno al meglio”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a Palermo. “In Afghanistan è avvenuto tutto in pochissimo tempo. Anche andare in aeroporto può essere un problema. Ci sono dei comunicati dei Talebani secondo cui non faranno interventi immediati fino a quando non ci sarà un’azione congiunta da parte delle autorità locali. Questo dovrebbe garantire la partenza degli italiani che sono lì e di coloro che hanno cooperato con le forze armate, medici, interpreti. Faremo di tutto per farli arrivare in Italia in sicurezza”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a Palermo.