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    Lavoro, Letta alle imprese: 'Nessuno è contro, difendo Orlando'

    “Noi abbiamo bisogno di pensare con una nuova bussola cosa vuol dire attrarre investimenti. Lo dico al mondo delle imprese: nessuno di noi è contro gli imprenditori, siamo a favore degli imprenditori che hanno a cuore l’impresa, il territorio e i lavoratori, la crescita, la crescita del territorio e lo sviluppo. In tutta l’Ue si sta ridiscutendo attorno questi temi. Ci sono situazioni assurde” e “non è possibile il licenziamento via Whatsapp, è incompatibile con lo spirito della nostra costituzione repubblicana”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta durante la preagorà di Belluno “difendendo il ministro Orlando”.  
    “La concertazione a tre, sindacati, governo e associazioni delle imprese è il luogo giusto per trovare la soluzione migliore. E’ evidente che va tutto fatto in sicurezza e in modo che funzioni. Io sono affinché ci sia il massimo uso del green pass e il protagonismo di tutti. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Tutti abbiamo voglia di sicurezza, non di problemi”, ha detto Letta a margine della pre-agorà di Belluno. Per Letta “non si può sbagliare. Oggi noi abbiamo uno strumento in più: il green pass, le vaccinazioni. Bisogna che sia esteso al maggior numero di attività”.    

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    Salvini da Berlusconi per convincerlo sulla federazione

    Chissà se verrà ricordato come “l’incontro di Villa Certosa”: per la prima volta Matteo Salvini, accompagnato dalla fidanzata Francesca Verdini, entra nella residenza sarda di Silvio Berlusconi. Un incontro annunciato, per la nascita di una nuova Confederazione del centrodestra (non un partito con le diverse sigle come spingeva inizialmente Berlusconi), in forza da settembre, da Roma a Bruxelles. Un colloquio per convincere il Cavaliere che l’unità del centrodestra serve al Paese e serve a puntellare con forza il governo Draghi. Una Confederazione quindi che vada da Palazzo Madama a Montecitorio perchè il leader del Carroccio aspira a non essere più “sei forze di centrodestra che sembrano una squadra di calcetto” ma una “colonna per Draghi”, fino al Parlamento europeo dove immagina “un gruppo unico di 200 europarlamentari che contrasti socialisti e sinistra”.
    Operazione di rafforzamento rispetto agli avversari, ma anche di sostegno dei singoli partiti. La nuova partita a scacchi per il Quirinale, infatti, si avvicina e Berlusconi ne vuole essere regista e forse non solo. Soprattutto, ci sono le elezioni alle porte tra Amministrative, Regionali calabresi e suppletive di Siena e Roma-Primavalle. E le politiche sono “solo” nel 2023.
    Al di là di intenzioni e proclami da Villa Certosa, però, la strada non è tutta in discesa. Primo scoglio da superare, il fatto che la Confederazione, almeno per ora, nasce orfana di Giorgia Meloni, che ha subito rimarcato come Fratelli d’Italia si trovi sin da febbraio all’opposizione del Governo Draghi. Al contrario dei suoi due alleati. Inimmaginabile quindi, una comune attività di sostegno, pur essendo “disponibili a una riunione settimanale dei capigruppo del centrodestra per rafforzare le idee della coalizione nelle politiche del governo”. A Bruxelles, poi, Lega, Fi e FdI sono addirittura in tre schieramenti diversi. Senza dimenticare che il partito di via della Scrofa cresce e strappa consensi, fuori e dentro l’aula, rosicchiando numeri anche dai due alleati.
    Ma sul tavolo tra Lega e FI ci sono anche altri temi che nei prossimi giorni rischiano di essere indigesti. A partire dalla politica estera e l’accoglienza dei profughi dall’Afghanistan.
    “L’unica strada è quella della diplomazia e del soccorso umanitario”, la posizione di Berlusconi. Più rigido Salvini, che vorrebbe “corridoi umanitari per collaboratori, bimbi, donne e ragazzi” puntando il dito sul “rischio infiltrazioni terroristiche e malavitose” che “tra gli uomini è alto”. E in queste ore si è aperta anche la questione vaccini. Chiara la posizione del leader del Carroccio, assolutamente “contrario all’obbligo”, da Forza Italia si delinea invece un fronte pro-obbligo. La prima a promuoverlo è la presidente dei senatori azzurri Anna Maria Bernini, che parla di “ultimo tabù da superare”, seguita dalla responsabile per i rapporti con gli alleati, Licia Ronzulli. “Se poi da questo vertice uscisse la notizia delle dimissioni del Sottosegretario Durigon – dichiara con un colpo di coda il deputato Elio Vito – sarebbe una buona cosa anche per l’unità e le prospettive del centrodestra”.

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    Bonomi, molto preoccupato per l'autunno. E attacca i sindacati e Orlando

    “Sono molto preoccupato. Temo che in autunno l’azione del governo venga fermata e non ce lo possiamo permettere”. Lo dice il presidente di Confindustria Carlo Bonomi al Meeting di Cl. “Abbiamo davanti due passaggi importanti: le amministrative in grandi città e dal 3 agosto il semestre bianco. I distinguo dei partiti sono già iniziati. Sono molto preoccupato che l’azione del governo sulle riforme sia rallentata da una maggioranza eterogenea”, conclude. 
    “Noi – spiega Bonomi – abbiamo riforme importantissime da fare. Non dico che è l’ultima spiaggia, ma abbiamo oggi un’occasione storica se vogliamo creare uno Stato moderno, efficiente e inclusivo”.    Rilevando che Confindustria “non dà mai giudizi al governo ma ai singoli provvedimenti”, Bonomi aggiunge: “A Draghi riconosco di aver accelerato una campagna vaccinale fondamentale. Ora porti avanti le riforme. Su questo i corpi intermedi hanno un valore fondamentale”. 
     “Sono rimasto colpito di fronte alla possibilità di sedersi a un tavolo e dare una via al Paese” e non averlo fatto, alla possibilità di “rispondere alle due grandi incognite: la salute e le riforme. Abbiamo fallito e mi ci metto anche io anche ma i sindacati hanno fatto un grande errore. Potevamo costruire quello che i nostri padri hanno fatto con la polio, non abbiamo tempo da perdere”, ha aggiunto Bonomi.  
    “Sul tema della legge” sulla vaccinazione obbligatoria, ha aggiunto, “è troppo facile rimandare la lattina alla politica. C’è una differenza di posizione tra i partiti che difficilmente potrà farci arrivare a una legge. Ma possiamo sederci a un tavolo oggi stesso ed aggiornare i protocolli di sicurezza. Io sono pronto anche oggi se i sindacati si vogliono sedere a un tavolo. Siamo una comunità”. 
    Bonomi ha attaccato anche il  ministro Orlando e il sottosegretario Todde che “pensano di colpire con un dl le imprese sull’onda dell’emotività di due o tre casi che hanno ben altra origine e su cui dobbiamo intervenire”. 
    “Dobbiamo pagare di più e meglio giovani e donne – ha affermato -. E’ un processo culturale che dobbiamo portare avanti per costruire l’idea di comunità larga ed inclusiva”.
    “Nonostante i numeri dicano che non c’è stato un picco” nelle morti sul lavoro, “anche un solo morto non possiamo accettarlo. Si possono istituire in ogni azienda delle commissioni paritetiche sui temi della sicurezza”, ha detto ancora  il presidente di Confindustria.  “Io – spiega – devo sapere ex ante se un sistema di sicurezza su un macchinario è stato disattivato. Sono pronto domani mattina a firmare sulla partecipazione dei dipendenti alla sicurezza. La mia responsabilità rispetto al Paese viene prima di qualsiasi altra cosa”, conclude. 
    Nel Paese il “primo collo di bottiglia è la scuola. Dobbiamo far ripartire la scuola a settembre ma siamo al punto dell’anno scorso, non abbiamo fatto nulla e i sindacati” anche sul versante scolastico, “dicono no al Green pass”, ha sottolineato Bonomi.    

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    Covid: Giovannini, su autobus e treni capienza dell'80%

    Le regole per bus e metro, pullman e treni locali sono quasi pronte: servono ancora alcuni affinamenti e la validazione del Cts. La capienza sarà dell’80% su bus e treni sia in zona bianca sia in zona gialla; ci vorrà la mascherina chirurgica anche se è consigliata la Ffp2; potranno essere previsti orari di ingresso differenziati sia per le scuole sia per le aziende e gli uffici pubblici; sarà possibile introdurre gli scuolabus anche per gli studenti delle superiori. Per applicare le regole “ci saranno più organizzazione e più controlli, anche perché è da aprile che stiamo dialogando con Regioni e Comuni, cui spetta la programmazione e la gestione del trasporto pubblico locale, in vista di settembre” spiega il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini che illustra le misure in un’intervista al Corriere della Sera.
    “Siamo intervenuti sia sull’offerta, destinando per la seconda parte dell’anno 618 milioni di euro agli enti locali per servizi aggiuntivi come il noleggio di pullman turistici per aumentare le corse, sia sulla domanda – ricorda il Ministro – grazie al lavoro dei tavoli prefettizi che dallo scorso gennaio organizzano il piano della mobilità provincia per provincia, incentivando la creazione delle figure dei mobility manager nelle imprese e nelle amministrazioni pubbliche con più di cento addetti nei Comuni con oltre 50mila abitanti”. Quest’anno “ai tavoli prefettizi parteciperanno loro, in modo che si moduli il servizio pubblico per tutta la comunità, non solo per le scuole”. Le aziende e gli enti che “presentano i piani entro il 31 agosto tra l’altro potranno ricevere incentivi a valere sul fondo di 50 milioni di euro”.
    Per i controlli sui trasporti “ritengo necessario reintrodurre i controllori. Oltre a verificare i biglietti, dovrebbero far scendere dall’autobus chi non ha la mascherina”. Sono stati anche stanziati fondi “per rafforzare la sanificazione, che dovrà essere eseguita anche più volte al giorno”.   

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    Afghanistan: Di Battista, ora bisogna parlare con i talebani

    “Ai talebani di essere ‘riconosciuti’ importa poco o nulla. Sono i vincitori della guerra in Afghanistan e, piaccia o non piaccia, se si vuole avere un minimo di influenza su una terra strategica o se si vuole dar seguito alle dichiarazioni contrite e mettere in piedi corridoi umanitari per migliaia di profughi, bisogna parlare con loro. Punto. Oltretutto non sarebbe nulla di nuovo”. Così l’ex deputato del M5s, Alessandro Di Battista su Tpi.it. “Preferisco scrivere verità scomode che accodarmi a un esercito di sepolcri imbiancati che non dovrebbero neppure pronunciare la parola Afghanistan dopo aver difeso una guerra scellerata”. (

     “Da anni ormai pezzi grossi dell’intelligence dei Paesi occidentali trattano con i talebani.    Ci hanno trattato emissari di capi di Stato, dirigenti dei ministeri degli Esteri, Ong, persino direttori di imprese straniere”, sostiene Di Battista nell’editoriale pubblicato dal giornale online a proposito della crisi afghana.    “Anche la prima vittima della guerra in Afghanistan è stata la verità – esordisce – Gli Stati Uniti e i suoi servi sciocchi non hanno bombardato l’Afghanistan (così come l’Iraq, la Libia o la Siria) per eliminare il terrorismo, la sharia, il burqa o per garantire diritti umani. E chi ancora si beve questa balla è complice dei padroni e padrini del pianeta. I talebani, che piaccia o meno, non avevano nulla a che vedere con l’attentato alle Torri gemelle, così come Saddam Hussein non possedeva armi chimiche. Certo, fanno scalpore le immagini degli afghani aggrappati al carrello di un aereo nordamericano e precipitati nel vuoto. Questa è la guerra. Questa è stata la guerra in Afghanistan. Una guerra oscena, ipocrita, inutile. Una guerra, oltretutto, persa”.    “Sono anni che sostengo che la guerra in Afghanistan, combattuta per ossequiare gli interessi delle grandi fabbriche di morte nordamericane e per creare un avamposto Usa in un Paese geo-politicamente strategico (l’Afghanistan ha quasi 1.000 km di confine con l’Iran, non è lontano dal Mar Caspio, dove opera la marina russa, ed è collegato alla Cina attraverso il Corridoio del Wakhan) fosse una follia e che la storia della democrazia da esportare fosse una fake news. Oggi se ne accorgono orde di ipocriti”, prosegue Di Battista. A suo avviso “se si vorranno aprire strutture sanitarie occorrerà parlare con i talebani. Se si volesse impedire che un Paese così importante si consegnasse ai cinesi come il fantasmagorico esercito afghano addestrato a suon di miliardi dei contribuenti Usa o europei si è consegnato ai talebani, beh, occorrerà trattare con loro. Altrimenti si può sempre tentare la strada della guerra umanitaria per scalzare dal potere i mullah del nuovo millennio. In fondo ha funzionato alla grande, non è vero? È la posizione di alcuni politici di centro-destra. Tornare in guerra dopo averla persa. Fenomeni al potere”.    

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    Gb: Verdi nel governo Snp in Scozia, target è referendum 2024

    La Scozia ha un nuovo governo locale, guidato dalla leader degli indipendentisti dell’Snp Nicola Sturgeon e sostenuto dai Verdi come il precedente, ma con l’inedito ingresso diretto in veste di junior partner della formazione ecologista, che in passato si era limitata all’appoggio esterno. Una novità assoluta nell’intero Regno Unito.
    La compagine vedrà la presenza di sottosegretari, anche se non di ministri Verdi, e garantirà all’Snp di consolidare il proprio controllo dell’assemblea di Edimburgo dopo aver rivinto le elezioni amministrative del maggio scorso mancando tuttavia di un seggio l’obiettivo della maggioranza assoluta. L’accordo, illustrato da Sturgeon e dai co-leader della branca scozzese dei Verdi britannici, Lorna Slater e Patrick Harvie, include l’impegno comune a cercare di ottenere un referendum bis post Brexit sulla secessione dal resto del Regno entro la metà della legislatura regionale attuale, cioè nel 2024, ma solo a patto che frattanto l’emergenza legata alla pandemia sia del tutto superata. Una indicazione meno netta e ravvicinata rispetto a quanto l’Snp avesse evocato in campagna elettorale, ma comunque centrale nella piattaforma congiunta, a dispetto del ‘no’ opposto finora dal governo centrale di Londra di Boris Johnson (il cui placet costituzionale è necessario) a qualunque nuova ipotesi referendaria almeno sino a dopo la conclusione della legislazione in corso.
    Nel programma anche proposte di accelerazione delle strategie ambientali contro il cambiamento climatico, in una sorta di sfida più avanzata (sulla carta) alla stessa politica Green promessa dal governo Johnson a livello nazionale in vista della conferenza sul clima CoP26 che a novembre sarà ospitata sotto presidenza britannica proprio in Scozia, a Glasgow. Su questo fronte, peraltro, Sturgeon ha imposto ai verdi un atteggiamento meno radicale nei confronti dell’industria petrolifera e del gas, storicamente importanti nel territorio del nord: siglando un impegno alla revisione delle licenze per l’estrazione (legata al contenimento delle emissioni nocivi), ma non a fissare alcuna scadenza sulla loro cancellazione tout court.
       

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    Afghanistan: Critiche a Conte per le aperture. Di Maio: 'Non giudicarli dalle parole'

    Tensione tra i pentastellati dopo le parole di Giuseppe Conte e la sua ‘apertura’ al dialogo con il nuovo Emirato islamista. “E’ importante agire in maniera coordinata nei confronti dei talebani. Dobbiamo giudicarli dalle loro azioni, non dalle loro parole”, sembra correggerlo Di Maio che chiede di “mantenere una posizione ferma sul rispetto dei diritti umani e delle libertà, e trasmettere messaggi chiari tutti insieme”.
    Ma Conte – con Grillo sullo sfondo che parla di “fuga disonorevole” e “macchia indelebile” – difende la sua linea di “dialogo serrato” pur con la ferma richiesta del “rispetto dei diritti umani” e replica duramente ai suoi detrattori: “Di fronte al disastro umanitario che è in corso in Afghanistan, dove sono in pericolo i più elementari diritti fondamentali, è vergognoso che in Italia ci sia chi gioca a strumentalizzare fatti e dichiarazioni per biechi fini di polemica politica”.
    Oltretutto, scrive su Fb, visto che “la polemica proviene dagli esponenti di quella stessa forza politica che ha inneggiato al “rinascimento arabo” e che ha sostenuto fideisticamente che il percorso che si stava compiendo in Afghanistan fosse risolutivo e privo di errori”.

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    MATTARELLA AL MEETING DI RIMINI, GIOVANI TRASMETTANO PASSIONE E ASCOLTO

    (ANSA) – RIMINI, 20 AGO – “Il Meeting di Rimini è luogo di incontro, di amicizia, di riflessione, di cultura per tanti; per i giovani in particolare. È innanzitutto a loro che desidero rivolgere il saluto più caloroso e l’incoraggiamento a trarre da questa esperienza una spinta a raccogliere e a trasmettere passione, solidarietà, capacità di ascolto e di dialogo; valori fondamentali in tutti gli ambiti della vita quotidiana”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Meeting di Cl.    Ringrazio la comunità degli organizzatori – la Fondazione Meeting, la Fondazione per la Sussidiarietà, la Fraternità di Comunione e Liberazione – per aver portato ancor più avanti, per un nuovo tratto di strada, il testimone che hanno ricevuto: credo che aver realizzata l’edizione di quest’anno non sia stato semplice, a fronte delle necessarie limitazioni legate alla pandemia. È, dunque, motivo di soddisfazione aver riaffermato la tradizione del Meeting ed essere riusciti a offrire questa rinnovata occasione di incontro”, conclude. (ANSA).