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    Green pass: sì commissione Camera alla validità di 12 mesi

    Il green pass avrà validità di 12 mesi. Lo prevede un emendamento approvato dalla Commissione affari sociali al decreto sulla certificazione verde. Si tratta di due emendamenti identici, presentati dal Pd (a prima firma della capogruppo Elena Carnevali) e della Lega (prima firma Rossana Boldi). Un altro emendamento che ha avuto il via libera prevede che “salvi i casi di oggettiva impossibilità dovuta all’urgenza, valutati dal personale sanitario, per l’accesso alle prestazioni di pronto soccorso è sempre necessario sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare”.
    Saranno validi anche i test salivari, oltre a quelli antigenici e a quelli naso-faringei, per ottenere il green pass. Lo prevede un emendamento al decreto sul certificato verde, approvato dalla Commissione Affari sociali della Camera. Due emendamenti analoghi sono stati presentati da Angela Ianaro, di M5s (la proposta è stata poi sottoscritta dal Pd) e dalla Lega, rispetto ai quali il relatore ha proposto una riformulazione accolta dai presentatori, che è stata infine approvata. “E’ una novità importante – ha detto all’ANSA Ianaro – perché dà uno strumento in più, utile specie con i bambini”.
    Ieri lo scontro in commissione dopo il voto della Lega su alcune proposte di modifica sul green pass insieme a FdI ed ex M5s. 
    E’ intanto terminata la riunione del Consiglio dei ministri dopo la quale, alle 16, è prevista una conferenza stampa del premier Mario Draghi.

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    Tensione Pd-Lega. Draghi riapre la partita per il rilancio

    Braccio di ferro e alta tensione nella maggioranza sul green pass proprio nel momento in cui il premier Mario Draghi riapre la partita post ferragostana per il rilancio del Paese, innanzitutto dal punto di vista economico. Un rilancio che non può prescindere dalla situazione epidemiologica. E, in questo senso, il green Pass – è convito il premier -è la chiave per la dare solidità alla ripresa.
    Mario Draghi riparte da un concetto che, già prima della pausa estiva, aveva ribadito agli italiani e alle forze politiche. E alla vigilia della riapertura delle scuole e della ripresa a pieno ritmo delle attività produttive, l’importanza della diffusione capillare dei vaccini e del Green Pass è, se vogliamo, perfino cresciuta.
    Il presidente del Consiglio potrebbe cominciare proprio da qui nella conferenza stampa dopo il Conisglio dei ministri convocato per le 11.30 che, di fatto, dà il la alla fase due del suo governo.
    Una fase nella quale, è la convinzione del premier, il cronoprogramma stabilito dall’esecutivo e soprattutto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non può rallentare. Ma Draghi dovrà vedersela con un autunno politicamente caldissimo, complici anche le amministrative del 3 ottobre. Con Pd e Lega che, proprio sul Green Pass, tornano allo scontro frontale.
    La conferenza stampa seguirà un Consiglio dei ministri chiamato a varare innanzitutto due provvedimenti: il decreto incendi e quello infrastrutture. E’ molto probabile, inoltre, che il governo approvi anche un provvedimento ad hoc per l’accoglienza dei profughi afghani. Alla conferenza stampa Draghi sarà affiancato dai ministri Enrico Giovannini, Roberto Speranza e Patrizio Bianchi. Scuola, trasporti, sicurezza sanitaria: è da qui che riparte il governo in chiave anti-Covid. Mettendo a punto, anche dal punto di vista tecnico, il sistema di verifiche per gli ingressi a scuola di prof e alunni. E puntellando – nel rispetto delle autonomie del tpl – anche il potenziamento e il sistema di controlli nei trasporti.
    L’intervento di Draghi non si fermerà al dossier Covid. “Il premier illustrerà le priorità dell’azione di governo”, spiegano fonti dell’esecutivo. L’obiettivo è non impantanarsi anche perché i fari di Bruxelles sul Pnrr si riaccenderanno. 

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    Green pass: Scontro Pd-Lega, Letta: 'Serve un chiarimento politico'

    Scontro tra Pd e Lega sul Green Pass. Il Carroccio, con Claudio Borghi, vota in commissione con Fdi e ex M5s per cancellare l’obbligo di certificato verde del decreto di fine luglio. “Con il voto in commissione, annunciato e sostenuto a nome del suo partito dal deputato leghista Claudio Borghi per la soppressione del Green Pass, si conferma la solita incoerenza e ambiguità della Lega sui vaccini e sulle misure di contrasto al Covid. Votare a favore con i propri ministri in Cdm e opporsi alla Camera è l’atteggiamento intollerabile di chi vuole tenere i piedi in due staffe e così facendo indebolisce il governo Draghi in una delle sue iniziative prioritarie per la tutela della salute e il supporto alla ripresa economica. Nessun riscontro in tal senso derivava peraltro da alcuna risoluzione del Consiglio d’Europa o né dai regolamenti UE, richiamati in modo sbagliato dal neo europeista a giorni alterni Borghi”. Così il vice capogruppo dem alla Camera Piero De Luca “È evidente che la posizione assunta alla Camera dalla Lega non è ciò che serve al Paese nella delicata fase di rilancio che dovremmo promuovere tutti insieme e mentre assistiamo purtroppo a episodi di odio e violenza contro medici, giornalisti e politici colpevoli solo di sostenere le scelte di maggioranza e governo su vaccini e Green Pass. Ma la Lega – conclude – antepone ancora una volta la sua propaganda agli interessi dell’Italia e dei nostri cittadini”. 
    Sulla questione interviene il segretario del Pd Enrico Letta. “Io stigmatizzo la scelta della Lega che con i voti di oggi in Commissione alla Camera contro il Green pass ha deciso, proprio nella giornata di oggi, di fare una scelta che la pone al di fuori della maggioranza. Quindi chiedo un chiarimento politico su questo punto. Perché la Lega oggi di fatto si mette contro e fuori dalla maggioranza”. E’ l’attacco del segretario del Pd Enrico Letta, lanciato a margine del suo intervento alla Festa Nazionale dell’Unità. Quanto accaduto “dimostra una situazione intollerabile”. Per Letta “c’è bisogno di responsabilità da parte di tutte le forze politiche”.
    Non si fa attendere la reazione della Lega. “È Letta che vive fuori dal mondo! Chiedere tamponi salivari gratuiti per gli italiani è buon senso, perché dire di no? Chiedere garanzie per lavoratori e imprenditori, chiedere la scuola per tutti gli studenti, difendere lavoratrici e lavoratori, poliziotti e insegnanti, è buon senso. Su 900 emendamenti migliorativi presentati dalla Lega ne verranno accolti, forse, 2. PD e 5Stelle ragionano come se al governo ci fosse ancora Conte ma, per fortuna, adesso c’è Draghi”. Così fonti della Lega.
    E Salvini torna sui tamponi gratis. “Se lo Stato impone il Green Pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti. Sono certificati, funzionano, costano poco e possono essere usati da tutti. Ci sono milioni di italiani che non possono spendere altre centinaia di euro ogni settimana, in un momento già economicamente difficile. Vediamo se PD e 5S voteranno a favore in Commissione.Non si tratta di essere no vax o no Green Pass – ho sia l’uno che l’altro – si tratta di aiutare milioni di italiani in difficoltà. Non tutti trovano 24.000 euro nella cuccia del cane”. Lo dice Matteo Salvini.

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    Torna l'attività di governo, giovedì Cdm, poi parla Draghi

    Torna l’attività di governo con il Consiglio dei ministri che domani affronterà la questione dei rifugiati dall’Afghanistan con il decreto sui collocamenti e le nuove misure anti-Covid, a partire da quelle per l’avvio dell’anno scolastico il 13 settembre.
    La riunione sarà seguita da una conferenza stampa, la prima dopo la pausa di agosto, del presidente del Consiglio Draghi con i ministri della Salute Speranza, dell’Istruzione Bianchi e dei Trasporti Giovannini.
    Alle 20.30 il premier sarà a Marsiglia per l’incontro con il presidente francese Macron sull’Afghanistan.
    Dovrebbe approdare  in Consiglio dei ministri il decreto Trasporti e Infrastrutture messo a punto nelle ultime settimane dal ministero.

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    Il Papa: 'Non mi è mai passato per la testa di dimettermi'

    “Una parola può essere interpretata in un modo o nell’altro, no? Sono cose che succedono. E che ne so io… Non so da dove hanno preso la settimana scorsa che stavo per presentare le mie dimissioni! Che parola hanno preso nel mio paese? È lì che è uscita la notizia. E dicono che ha fatto scalpore, quando non mi è nemmeno passato per la testa. Di fronte a interpretazioni che nascono un po’ distorte di qualche mia parola, taccio, perché chiarire è peggio”. Lo afferma papa Francesco nell’intervista alla radio cattolica spagnola Cope.
    l Papa racconta dettagliatamente nella lunga intervista, trasmessa stamane nella sua versione integrale, la vicenda dell’infermiere che gli ha “salvato la vita”, già anticipata da Cope sinteticamente nei giorni scorsi. “Queste cose che nascono dai diverticoli… e che ne so… da quelle parti si deformano, necrotizzano… ma grazie a Dio è stata presa in tempo, e mi vedi”, spiega Francesco a proposito della sua operazione al colon del 4 luglio scorso, dopo aver risposto scherzando “sono ancora vivo”. E sull’azione di un infermiere prosegue: “Mi ha salvato la vita! Mi ha detto: ‘Deve operarsi’. C’erano altri pareri: ‘No, ma quali antibiotici…’, e me lo ha spiegato molto bene. È un infermiere di qui, del nostro servizio sanitario, dell’ospedale del Vaticano. È qui da trent’anni, un uomo di grande esperienza. È la seconda volta nella mia vita che un infermiere mi salva la vita”.
    La prima volta fu nell’anno ’57, quando pensavano che fosse un’influenza, una di quelle epidemie di influenza in seminario, e l’infermiere del seminario mi curava con l’aspirina – racconta Francesco -. E per gli altri andava bene, ma con me non funzionava e mi portarono in ospedale, e mi tolsero acqua dal polmone. Il dottore disse, non ricordo quanto, diciamo un milione di unità di penicillina e tante di streptomicina – erano gli unici antibiotici dell’epoca – e, quando se ne andò, l’infermiera disse: ‘Il doppio'”. E questo la salvò? “Sì, perché altrimenti non arei qui…”.
    Sempre a proposito del suo intervento chirurgico al colon, il Papa conferma che “era tutto programmato ed è stato reso noto… Dopo l’Angelus sono andato direttamente, sarà stata quasi l’una, ed è stato comunicato alle 15.30, quando ero già nei preliminari”.
    “Adesso posso mangiare di tutto, cosa che prima con i diverticoli non si poteva – spiega ancora -. Posso mangiare di tutto. Ho ancora le medicine postoperatorie, perché il cervello deve registrare che ha 33 centimetri in meno di intestino. E tutto è gestito dal mio cervello, il cervello gestisce tutto il nostro corpo e ci vuole tempo per registrarlo. Però vita normale, conduco una vita totalmente normale”. E per dire che cammina, si sforza: “Oggi tutta la mattina in udienze, tutta la mattina”.
    Inoltre, a proposito dell’insistenza dei media sulle sue possibili dimissioni, risponde: “Sì, mi hanno anche detto che la settimana scorsa andava di moda. Me l’ha detto Eva (Fernandez, la corrispondente in Vaticano di Radio Cope, ndr), me l’ha detto anche con un’espressione argentina molto simpatica, e io le ho detto che non ne avevo idea perché leggo solo un giornale qui la mattina, il giornale di Roma. Lo leggo perché mi piace il modo di titolare che ha, lo leggo velocemente e punto, non entro nel gioco. Non guardo la televisione. E ricevo, sì, il resoconto più o meno delle notizie del giorno, ma di quello ho saputo molto dopo, qualche giorno dopo, che c’era una cosa sul fatto che io rinunciavo. Ogni volta che un Papa è malato, c’è una brezza o un uragano di Conclave (ride)”.    

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    Il generale eroe, ultimo americano a lasciare Kabul

    Una foto iconica, ormai virale, che simboleggia la fine di una guerra durata quasi 20 anni ma in fondo anche il suo inglorioso epilogo, umiliante e offuscato dalle violenze. L’ha postata il Comando centrale Usa e immortala l’ultimo soldato americano a partire da Kabul, l’ultimo paio di ‘boots on the ground’ statunitensi in Afghanistan.    L’immagine ritrae il generale Christopher Donahue, comandante della 82/ma divisione aviotrasportata, mentre sale la rampa posteriore di un C-17 alle 11.59, un minuto prima che arrivasse la mezzanotte del 31 agosto a Kabul facendo scattare la deadline per il ritiro americano. Donahue è stato fotografato nella sfocata luce verde di un mirino per la visione notturna, evocando il modo in cui gli americani combattevano nell’oscurità afghana ma involontariamente anche la dimensione quasi surreale della ritirata. In mimetica con elmetto e giubbotto antiproiettile, il comandante tiene un fucile d’assalto M4 nella mano destra e avanza con lo sguardo abbassato e quasi smarrito, “triste, solitario y final”, per usare il titolo di un romanzo di Osvaldo Soriano. Come si conviene anche al comandante di una nave che rischia di inabissarsi, è l’ultimo a lasciare. I suoi passi mettono fine alla guerra più lunga della storia americana, mentre caccia e jet americani (non inquadrati) sorvolano l’aeroporto per proteggere il volo finale, prima che i talebani si impossessino anche dello scalo. “Lavoro ben fatto, sono orgoglioso di voi”, è il suo messaggio finale alle truppe prima di salire a bordo, insieme all’ambasciatore americano a Kabul Ross Wilson, ultimo dei diplomatici ad abbandonare il Paese.

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    'Serve il piombo, devi crepare', minacce No vax a Di Maio

    “Un altro infame da giustiziare”, “è necessario il piombo”, “devi crepare”. Sono alcune delle minacce da parte di No vax e No green pass apparse in alcune chat Telegram ai danni del ministro Luigi Di Maio. A scatenare l’odio le dichiarazioni rese nell’ultimo periodo da Di Maio a favore della campagna vaccinale. Il ministro era tornato sul tema proprio in questi giorni, sottolineando come “non solo tutto l’arco politico deve condannare le violenze che stiamo vedendo da parte di sedicenti No Vax, che stanno manifestando con forme inaccettabili. Ma faccio anche un appello a tutte le forze politiche: non bisogna soffiare sul fuoco”.
     “Non bisogna lasciar pensare a qualcuno che si può permettere di utilizzare violenza, minacciare medici, professori universitari che si battono per le campagne vaccinali. Si è arrivati all’assurdo ed è meglio che come panorama politico blocchiamo questa degenerazione e diciamo parole chiare”, erano state le parole di Di Maio.    Posizioni che alcuni partecipanti ai gruppi Telegram hanno commentato con messaggi violenti e minacce: “Lo impalerei in pubblica piazza”, “ti veniamo a prendere”, “ti vedremo presto anche a te con il cappio al collo”, si legge tra l’altro. Fino a chi si spinge anche oltre, sostenendo che la “soluzione finale” consista nel “procurare attentati dislocati nei luoghi di potere, in simultanea”.    Tutto questo in un clima sempre più rovente, dopo le aggressioni e le minacce dei giorni scorsi a giornalisti, militanti M5s e all’infettivologo Bassetti.