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    M5s, Conte: 'E' una faticaccia enorme, non credo reggerò a lungo'

    “Stiamo rilanciando il progetto del M5s, lo porteremo avanti, al di là degli interpreti. Siccome non ritengo di essere infallibile, e neppure vedo un orizzonte poi così lungo, ve lo dico francamente: questo è un impegno stressantissimo. Lavorare così per il bene comune è una faticaccia enorme, quindi non credo che la potrò reggere anche fisicamente a lungo. E quindi però, faremo in modo, che ci sia qualcuno più bravo di me, quando sarà il momento. Però questo progetto è forte e lo dovete appoggiare, non lasciate che altri parlino con la vostra voce, parlate voi”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, parlando agli elettori a Finale Emilia (Modena), in vista delle prossime comunali.   

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    Cannabis: Radicali, domani parte campagna referendum

    Un referendum per depenalizzare la coltivazione di cannabis e aprire alla legalizzazione. Lo annunciano i Radicali italiani. La campagna, come riferisce una nota, sarà lanciata domani alle 17. “Il quesito referendario depositato propone di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative per quanto riguarda la cannabis – si spiega – legalizzare vuol dire togliere ossigeno alle mafie che gestiscono il traffico e lo spaccio”.    

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    I 91 anni di Liliana Segre, custode della nostra storia

    Auguri a Liliana Segre, la senatrice a vita, testimone della Shoah, compie oggi 91 anni. “Buon compleanno Liliana che custodisci la nostra storia e ci fai sperare nel futuro, un grande bacio”, scrive Emanuele Fiano, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, in un post su Facebook. 
    “Buon compleanno a una nostra concittadina e a un punto di riferimento per la nostra comunità”, ha scritto Sala che poi ha citato una frase della senatrice a vita: “se si ammettono le parole dell’odio nel contesto pubblico, se si accoglie lo hate speech nella ritualità del quotidiano, si legittimano rapporti imbarbariti. Io l’odio l’ho visto. L’ho sofferto. E so dove può portare”.
    “Buon compleanno Liliana. E soprattutto GRAZIE”. Così su twitter il segretario Pd Enrico Letta.
    “Auguri di buon compleanno a Liliana Segre simbolo di vita, coraggio, passione civile. Raccontando la sua storia ha testimoniato gli orrori del ‘900 e l’odio razziale ma ha anche descritto cos’è l’Italia di oggi, libera e democratica”. Lo scrive scrive su Twitter il vice presidente della Camera e presidente di Italia Viva Ettore Rosato.
    “I nostri migliori auguri di buon compleanno a Liliana Segre, testimone dell’orrore della Shoah, custode e della nostra memoria storica, monito vivente per le nuove generazioni affinché sappiano a capiscano cosa è stato e cosa non deve mai più essere”. Lo dichiarano i componenti cinquestelle della Commissione Segre contro intolleranza, razzismo e antisemitismo: le senatrici Emma Pavanelli, Loredana Russo, Sabrina Ricciardi, Simona Nocerino, Maria Domenica Castellone e il senatore Gaspare Marinello.
    “Siate sempre la farfalla gialla che vola sopra i fili spinati”… Buon compleanno, senatrice Liliana Segre”. Così il presidente del Parlamento europeo David Sassoli su Twitter, ricordando le parole della senatrice a vita Liliana Segre nel corso del suo intervento davanti agli eurodeputati a Bruxelles a gennaio 2020.

       

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    Docente Terni, nessuno può imporre simbolo religioso

    (ANSA) – TERNI, 10 SET – “In un Paese in cui i privilegi
    della Chiesa sono sedimentati, sono assolutamente soddisfatto
    che dopo 13 anni sia stata riconosciuto che nessun dirigente
    della pubblica amministrazione può imporre in maniera autorativa
    l’affissione di un simbolo religioso, in quanto collide con il
    principio di laicità dello Stato. Peccato che i giudici non
    abbiano ancora mostrato coraggio sotto il profilo della
    questione discriminatoria verso le altre religioni”: a parlare
    con l’ANSA è Franco Coppoli, il docente di lettere di Terni
    sospeso nel 2008 dall’insegnamento per un mese per avere rimosso
    il crocefisso da un’aula dell’istituto dove insegnava, vicenda
    sulla quale, al termine di un lungo iter giudiziario, si è
    espressa la Cassazione. Sentenza che lo stesso insegnante, al
    quale è stata annullata la sospensione, definisce “bella”.   
    “Le mie ragioni vengono affermate – spiega – in quanto
    finalmente viene detto che imporre il crocefisso in un ufficio
    pubblico è in contrasto con la Costituzione. Per quanto fosse
    facile dedurlo non era altrettanto facile ottenerlo”.   
    Tra l’altro, ricorda, “nessuna tradizione storica prevede la
    presenza del crocefisso nelle aule e nei tribunali”. Per Coppoli
    – che ora insegna in un altro istituto superiore della città –
    il fatto però che secondo la Cassazione sia possibile, in caso
    di richiesta, affiggere anche altri simboli religiosi, “se da
    una parte è interessante perché ribadisce che la scuola è una
    comunità e dunque riconosce la centralità di tutte le
    componenti, dall’altro può generare il rischio concreto che
    ancora una volta siano le maggioranze ad imporre i loro simboli
    nelle aule”. “Noi, come insegnanti – conclude il docente -,
    vigileremo su questo aspetto. Si tratta di una battaglia civile,
    per evitare discriminazioni delle minoranze rispetto a presunte
    maggioranze”. (ANSA).   

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    Papa: Bellizzi (Catalogna), importante invito dialogo Spagna

    (ANSA) – ROMA, 10 SET – L’invito del Papa alla Spagna e alla
    Catalogna a dialogare, come detto dal Pontefice di recente in
    una intervista alla radio spagnola Cope, “si sposa perfettamente
    con quello che il governo della Catalogna ha sempre ripetuto
    negli ultimi anni: la via è quella del dialogo, di trovare una
    via consensuale politica e non giudiziaria. Quindi, quando il
    Santo Padre invita a trovare una soluzione tra le parti
    attraverso il dialogo ci trova chiaramente concordi con le sue
    parole”. Lo ha detto il Delegato del Governo della Catalogna in
    Italia, Luca Bellizzi, parlando con l’ANSA a margine di un
    evento a Roma in vista della Festa della Catalogna che si
    celebra domani 11 settembre.   
    Quanto ad un possibile viaggio di Papa Francesco in
    Catalogna, “noi ci speriamo ancora – ha aggiunto Bellizzi – però
    vedremo. Come sa, i viaggi del Santo Padre fino all’ultimo sono
    appesi ad un filo. Per noi come Governo, e per tutto la
    Catalogna, sarebbe un piacere avere il Santo Padre per un
    momento cosi importante: i 500 anni, nel 2022, dell’arrivo di
    Sant’Ignazio a Manresa e da lì tutto quello che poi ha
    comportato il movimento gesuita”. (ANSA).   

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    Arriva estensione light Green pass, Lega diserta Camera

    Il governo fa un primo, piccolo, passo verso l’estensione dell’obbligo di Green pass. “A breve”, annuncia ai ministri il premier Mario Draghi, arriverà un allargamento più ampio, che potrebbe riguardare i lavoratori del pubblico e del privato, con un approccio che sarà probabilmente “graduale”, in più step.
    Ma ogni passaggio si annuncia tutt’altro che indolore. In Consiglio dei ministri, infatti, nessuno, neanche dalla Lega, alza il dito per opporsi all’estensione, ma alla Camera i maldipancia e i distinguo leghisti si fanno sentire.
    Matteo Salvini, dopo il via libera del governo a una manciata di ordini del giorno del suo partito, dà infatti indicazione di votare sì al primo decreto legge sul Green pass, che ha disciplinato il certificato verde. Il provvedimento viene approvato e passerà adesso al Senato per il via libera definitivo blindato, senza modifiche. Ma lo vota solo un terzo dei deputati leghisti, con un dato che dal partito sminuiscono ma che sembra far emergere una spaccatura interna profonda.
    Con il decreto legge approvato dal governo, in una breve riunione del Consiglio dei ministri, il Green pass diventa obbligatorio per tutti coloro che varchino la soglia di una scuola o di una università (con eccezione degli studenti minorenni) e viene esteso ai lavoratori delle Rsa l’obbligo di vaccinazione che oggi già vale per medici e infermieri.
    La via è tracciata, come ricorda Draghi al tavolo del Cdm: il Green pass diventerà probabilmente obbligatorio – ma si sta ancora discutendo con sindacati e associazioni imprenditoriali – nella gran parte dei luoghi di lavoro pubblici e privati. Per poi arrivare all’introduzione dell’obbligo vaccinale? Troppo presto per parlarne: tutto dipenderà dalla soglia di somministrazioni (90% della popolazione è l’asticella) che si riuscirà a raggiungere nel prossimo mese.
    “Non abbiamo paura di dire che l’obbligo è una opzione in campo”, dichiara il ministro della Salute Roberto Speranza. Una posizione agli antipodi di quella di Salvini, che all’obbligo si oppone strenuamente. Anche se, secondo un sondaggio di Swg, il 70% degli elettori leghisti sarebbero favorevoli e secondo una rilevazione di Eurobarometro gli italiani sono tra i più favorevoli in Europa ai vaccini (77%). “Il governo ascolti la grande maggioranza del Paese che vuole ripartire e estende il Green pass nel pubblico e nel privato”, chiede Enrico Letta.
    Il leader della Lega ha ottenuto per ora tempo e un ampliamento del Green pass più graduale del previsto. Ma depone le armi sul decreto legge che ha introdotto l’obbligo del Pass che era all’esame della Camera, contro il quale alcuni leghisti erano scesi anche in piazza. Dopo il colloquio di ieri mattina con Draghi, Salvini avrebbe avuto nuove interlocuzioni con il governo per ottenere il via libera a un pacchetto di sei ordini del giorno, poi approvati in Aula, che impegnano l’esecutivo all’estensione di validità a 72 ore del tampone, al riconoscimento dei test salivari, a indennizzare chi sia danneggiato dal vaccino, a riconoscere le cure monoclonali, a ridurre ancora i costi dei tamponi. Passa a larga maggioranza anche la richiesta di un nuovo stop alle cartelle. E odg come quello del Pd, sostenuto dal ministro Dario Franceschini con una lettera a Draghi, per ampliare la capienza di pubblico a concerti e spettacoli, con obbligo del Green pass.
      A Montecitorio le assenze al voto finale sono numerose, in tutti i gruppi parlamentari, con picchi in Fi (27 votanti su 76) ma anche nel Pd (assenti al 48% anche se quasi la metà di questi “in missione”). Ma si fa notare il dato della Lega: solo 45 deputati, su 132, votano sì, con una percentuale di presenti al 34%. “E’ un dato proporzionale a quello degli altri”, minimizza Salvini, che racconta di soffrire i postumi della seconda dose di vaccino, fatta ieri. Dalle fila leghiste trapela insofferenza. C’è malumore tra i “governisti”: poco gradiscono la scelta di Salvini di lasciare la dichiarazione di voto allo scettico Claudio Borghi, che rivendica la scelta di votare con Fdi, “andando oltre la maggioranza”, su alcuni emendamenti. E c’è insofferenza tra i malpancisti del Green pass, che avrebbero voluto almeno un’astensione. Ora lo scontro promette di spostarsi sul secondo decreto Green pass, che ha imposto l’obbligo per la scuola e per i trasporti di lunga percorrenza, che è in commissione alla Camera e che dovrebbe fondersi, attraverso un emendamento, con il dl approvato oggi in Cdm per personale scolastico e Rsa. Già mercoledì i leghisti hanno disertato un voto sul decreto e ora presentano un pacchetto di una trentina di emendamenti sui 265 complessivi. Si assisterà al bis di quanto visto sul primo decreto? Lo temono nel centrosinistra, dove si sarebbero aspettati una censura del governo ai voti leghisti dei giorni scorsi contro la maggioranza.
    Draghi dà però segno di voler andare avanti sulla via tracciata. Una cabina di regia potrebbe essere convocata la prossima settimana per decidere sull’estensione del Pass ai lavoratori del pubblico e del privato. “Oggi in Cdm voto unanime: lavoriamo tutti – sottolinea da Fi Mara Carfagna – per evitare che si ripeta il dramma dell’autunno 2020: mai più lockdown, coprifuoco e chiusure”. 
       

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    Il cdm vara una norma per Alitalia in attesa dell'Ue

    Il Consiglio dei ministri ha approvato una norma che adegua le procedure di cessione già delineate dal legislatore alle nuove esigenze connesse ai tempi di adozione della decisione europea della vicenda Alitalia. In particolare, spiega il comunicato finale di Palazzo Chigi, per velocizzare le procedure la norma prevede uno schema di autorizzazione basato sulla conformità del piano alla decisione della Commissione Ue.

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    11/9: più vittime per il cancro che per gli aerei

     A 20 anni dalle stragi dell’11 settembre sono più le vittime collaterali degli attentati che quelle uccise dagli aerei di al Qaida. La Commissione che distribuisce il sostegno finanziario alle vittime dell’11 settembre ha pubblicato il suo ’20th Anniversary Special Report’ in cui delinea un massacro durato due decenni con un numero di persone uccise da tumori e altre malattie provocate dalle esalazioni degli incendi di gran lunga maggiore rispetto a quello delle vittime dell’impatto dei jet dirottati dai terroristi di Osama bin Laden.    “Non dobbiamo mai dimenticare i morti e i feriti degli attacchi, ma dobbiamo affrontare il fatto che le sofferenze continuano”, ha detto il ministro della Giustizia Merrick Garland presentando il rapporto della Commissione che, si apprende adesso, in vent’anni ha erogato compensi a 40 mila individui e famiglie per un totale di oltre 8,95 miliardi di dollari, nella maggior parte di soccorritori che si sono avvelenati per i veleni tossici di Ground Zero. Molti, si scopre anche, venivano da fuori New York: quasi 4.000 dalla Florida, oltre mille dalla Pennsylvania e poi a seguire, tutti gli Stati americani, 35 da Portorico, quattro dalle Isole Vergini, più una trentina da nazioni estere, grazie all’ondata di solidarietà globale di fronte al crollo delle Torri Gemelle.    Oltre 67 mila pratiche di risarcimento sono state sbrigate negli ultimi dieci anni, dopo che la Commissione nel 2011 ha riaperto l’accesso al Fondo di Compensazione: nel 48% dei casi si trattava di persone malate di cancro o con altre malattie che rendevano legittima l’inclusione.    Il Fondo di Compensazione delle vittime dell’11 settembre era stato creato due mesi dopo le stragi: nel biennio successivo quasi tremila famiglie sono state risarcite con somme da due a sette milioni di dollari per aver perso un parente negli attentati. “Quanto vale una vita?”, era stato il mantra che in quei due anni aveva guidato Kenneth Feinberg, l’avvocato del Massachusetts amico di Ted Kennedy a cui il Congresso aveva affidato l’impossibile compito di attribuire un valore monetario ad ogni vita perduta negli attacchi.    Feinberg aveva alle spalle una vasta esperienza in cause di vittime dell’agente Orange in Vietnam e dell’amianto. In quei due anni amministrò a sua discrezione un budget illimitato e senza precedenti, in una vicenda che oggi è diventata un film prodotto per Netflix da Higher Ground, la società di produzione dell’ex presidente Barak Obama: Michael Keaton è il protagonista mentre Stanley Tucci ha la parte di Charles Wolf, un vedovo del World Trade Center che a lungo aveva contestato l’approccio della Commissione.