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    Tensione Salvini-Giorgetti Ilaria Cucchi: 'Noi sbranati'

    Matteo Salvini rimarca la linea della Lega e replica a tono al suo vice Giancarlo Giorgetti, tra scintille e distinguo. Così smonta l’endorsement a Carlo Calenda – il candidato sindaco che potrebbe vincere a Roma se intercettasse i voti della destra in uscita, secondo i pronostici del ministro leghista dello Sviluppo economico – e ricorda che è Enrico Michetti il nome scelto dalla coalizione per il Campidoglio. Lui “ha la competenza per ripartire dalle periferie, e non dai salotti di Calenda”, dice caustico Salvini in tv. Tensione alta pure con i governatori del nord, che sposano la linea prudente del governo sulle nuove aperture e capienze per sport e spettacolo. Più impaziente il segretario, che invoca: “Apriamo tutto” perché “se il green pass ti rende sicuro e puoi andare allo stadio e al teatro, puoi farlo a piena capienza”, è il suo ragionamento. Sotto pressione e accerchiato da più fronti, il ‘capitano’ prova a tenere insieme un partito sempre più in subbuglio, che oscilla tra incredulità e irritazione. A fare da detonatore è stata ieri l’intervista alla Stampa di Giorgetti, ribattezzato da qualche leghista “Giancarlo Fini” per le sue uscite inaspettate. Del resto non ha mai smentito in modo netto quelle parole. Il ‘capitano’ invece le liquida così: “Non ho molto tempo per leggere le interviste”. E chiude anche all’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale che Giorgetti ha ‘candidato’ di fatto, e che porterebbe dritti a elezioni anticipate. “Che prima o poi si vada al voto, e io mi sto preparando per essere all’altezza del governo del Paese, lo dice la democrazia”, è la sua premessa. Poi, l’affondo: “A differenza di altri, io non tiro per la giacchetta né Draghi né Mattarella. E’ una mancanza di rispetto nei loro confronti”. La conclusione è che “a febbraio ne riparleremo”, insiste Salvini. Intanto Giorgia Meloni con Salvini condivide il sostegno a Michetti in chiave anti Giorgetti: “Se sapesse qualcosa di Roma, saprebbe che Calenda non arriverà mai al ballottaggio, per cui non capisco il senso”, punzecchia dal salotto di Vespa. Tornando al partito di via Bellerio si consumano ormai prove tecniche di scontro, in attesa della resa dei conti. Potrebbe arrivare con il test delle amministrative di domenica e lunedì, anche se il match maturerà fra due settimane con i ballottaggi. In più c’è da gestire la ‘grana’ di Luca Morisi, l’ex guru della campagna social della Lega indagato per detenzione e cessione di droga. Salvini difende ancora l’amico che “ha sbagliato” e distingue tra chi si droga e chi spaccia. “Per me chi vende droga, vende morte”. Ma rimarca: “Tenere in ballo un discorso politico che non c’entra nulla con la vita di una persona, è un attacco gratuito alla Lega a 5 giorni dal voto”. Intanto il segretario continua a girare come una trottola da nord a sud per il rush finale della campagna elettorale. Ultima tappa sarà venerdì a Catanzaro, per le regionali in Calabria. E nel frattempo prova a parare i colpi che vengono dai vertici delle regioni guidate dal Carroccio. Succede ad esempio con il governatore friulano Massimiliano Fedriga che condivide la decisione del Comitato tecnico scientifico sulle aperture e la definisce “equilibrata”. E sottolinea: “La proposta delle Regioni è stata recepita perfettamente dal Cts anche nelle percentuali che avevamo, con ragionevolezza, suggerito”. Ma Salvini non cede, convinto della necessità di un ritorno alla vita e alla normalità al 100%.Ilaria Cucchi, mia famiglia sbranata da Bestia, non odio Morisi – “A suo tempo avevo chiesto le scuse a Matteo Salvini per i suoi attacchi a me, alla mia famiglia ed a Stefano. Ovviamente quelle scuse non sono mai arrivate. La sua risposta alla sentenza pronunciata dalla Corte di Assise di Roma con la quale venivano condannati i responsabili del pestaggio mortale di mio fratello è stata che la droga fa male. In passato, in campagna elettorale, aveva persino detto che ‘Ilaria Cucchi fa schifo’. Le sue continue prese di posizione ai miei danni hanno scatenato la Bestia che ha sbranato la mia famiglia intera facendo leva sui sentimenti più bassi e biechi che può provare il genere umano”. Lo scrive Ilaria Cucchi in un intervento pubblicato dalla Stampa. “Sto parlando del sangue della mia famiglia versato dal momento in cui, il 22 ottobre di 12 anni fa, è stata costretta a ‘riconoscere’ il cadavere di Stefano all’obitorio di piazzale del Verano a Roma”, prosegue. “La politica non è il mio posto. Questo perché sono incapace di astrarre l’immane tragedia che ha distrutto le nostre vite per avventurarmi in analisi politiche che non mi competono. Sono incapace di perdere di vista il fatto che ‘la Bestia’ si è cibata di persone normali che, come me, sono state travolte da tragiche vicende giudiziarie infliggendo loro, spietata, dolore che si è aggiunto ad altro dolore”, scrive Cucchi. “Nonostante tutto questo io mi sento di condividere il dolore di Luca Morisi, come essere umano che è stato costretto a rivelare tutte le sue fragilità. Non nutro sentimenti di odio o vendetta nei suoi confronti. Sarei tuttavia ipocrita se non ammettessi la rabbia che provo nei confronti di colui che della ‘Bestia’ ha saputo fare la sua forza violenta, cinica e distruttiva, nel sacro nome del consenso cieco e ostaggio delle facili suggestioni liberatorie dalla paura, Matteo Salvini. Questa, lo riconosco, è la mia debolezza”, conclude.

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    Incidenti sul lavoro, sei morti in un giorno. Landini, stop alle aziende senza sicurezza

    Per il leader della Cgil Maurizio Landini “serve una norma che fermi le aziende sino a quando non sono ripristinate le norme di sicurezza”. Lo dice in un’intervista alla Stampa pubblicata all’indomani del martedì nero che ha registrato sei vittime sul lavoro. A suo avviso sul dossier sicurezza, con il premier Mario Draghi si stanno facendo “progressi veri. La serie degli incidenti dimostra l’urgenza di agire. Qualità del lavoro, salute e sicurezza devono diventare una priorità nazionale”.    “Vanno aumentati i poteri ispettivi e le sanzioni – sostiene – Con Draghi abbiamo condiviso la necessità che nelle imprese che non rispettano norme, o che sono soggette a incidenti, le attività possano essere sospese sino a che non si ripristinino le condizioni di sicurezza – continua – Questo vuol anche dire, da subito, effettuare migliaia di nuove assunzioni negli ispettorati del lavoro, nelle Asl e servizi territoriali.    Inoltre, è necessario rafforzare il vincolo della formazione per i datori di lavoro. L’incidente di Pieve Emanuele avviene nell’ambito di un appalto e, troppo spesso, le vittime sono lavoratori precari o neoassunti. Non si può restare a guardare”.    La patente a punti della sicurezza aziendale “è la nostra richiesta – dice Landini – Il governo si è reso disponibile a lavorarci a partire dal coordinamento delle banche dati. Abbiamo condiviso più ampi poteri ispettivi e sanzioni per chi non rispetta le regole. Nessuna azienda deve rimanere senza rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza. Il nodo è prevenzione e formazione. La sicurezza deve essere considerata un investimento, non un costo”. Lo stop delle aziende fuori norma? “Sì. Senza sicurezza non si può lavorare”.
    Il lavoro miete altre sei vittime in Italia in un solo giorno. Due nel Milanese, una nell’hinterland di Torino, una a Capaci, in provincia di Palermo, e un’altra nel Padovano e nel Pisano.
    L’ultimo episodio è avvenuto a a Pontasserchio, nella provincia di Pisa dove un imprenditore agricolo di 54 anni è morto in serata dopo essere stato praticamente decapitato dalle lame di una macchina agricola.
    Secondo una ricostruzione, l’agricoltore sarebbe stato risucchiato dalle grosse lame del mezzo agricolo dopo essersi accovacciato per verificare se la macchina avesse avuto un guasto o comunque un altro problema che ne impediva il corretto funzionamento.
    Una scia di sangue cominciata a Pieve Emanuele (Milano), dove nel campus universitario Humanitas, collegato all’omonimo ospedale, un getto di azoto liquido ha investito due tecnici di un’azienda esterna causando ustioni da congelamento.
    La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Paolo Filippini, per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, e ha disposto il sequestro dell’autocisterna con cui stavano effettuando il rifornimento di azoto liquido (che prima, però, dovrà essere messa in sicurezza), e del serbatoio-cisterna in cui viene depositato il liquido che è usato nei laboratori dell’università Humanitas per crioconservare cellule.
    Emanuele Zanin, bresciano di 46 anni e e Jagdeep Singh, indiano di 42, lavoravano per la Autotrasporti Pé, specializzata in trasporti criogenici, dotata di certificazioni specifiche. I loro corpi, su cui è stata disposta l’autopsia, sono stati trovati a terra in fondo ad un locale a cielo aperto, una sorta di incavo che contiene il serbatoio-cisterna, mentre l’autocisterna era stata collocata a fianco del serbatoio. Una delle ipotesi è che lì siano stati investiti da una perdita di azoto. Al caso lavorano i carabinieri e il personale dell’Ats di Milano per verificare se ci siano stati errori nella manovra o mancanze strutturali. Carabinieri e Asl, di Torino in questo caso stanno indagando anche su un altro incidente mortale accaduto a Nichelino, nell’hinterland torinese. Qui il titolare di un’officina, Leonardo Perna di 72 anni, è caduto da un’impalcatura alta due metri in un’officina meccanica in via XXV Aprile. Nella caduta dall’impalcatura avrebbe sbattuto violentemente la testa. Morte anche a Loreggia, (Padova) dove Valerio Bottero, un operaio di 52 anni che lavorava nella ditta Lavor Metal è caduto caduto da un’impalcatura alta cinque metri ed è deceduto sul colpo.
    L’area in cui è avvenuto l’incidente è stata recintata, e sono statui effettuati gli accertamenti da parte dello Spisal per eventuali violazioni in tema di sicurezza sul lavoro. La Procura di Padova sta coordinando i rilievi. Aveva finito le operazioni di carico e scarico della merce a Capaci Giuseppe Costantino, 52 anni. E’ andato nella parte posteriore del Tir per alcune verifiche. Ma il mezzo si è messo in movimento e lo ha travolto uccidendolo. E ora i sindacati tornano a chiede più sicurezza perché “non abbiamo più tempo, non si può più aspettare”.
    Dopo le due morti nel Milanese “oltre a ricostruire la dinamica dell’incidente mortale confidiamo nelle indagini in corso per individuare con certezza le responsabilità, per evitare come spesso accade di derubricare l’evento ad una ‘tragica fatalità'”, affermano la Cgil Milano, Funzione pubblica Cgil Milano, Filctem Cgil Milano, mentre la Cgil di Torino parla di “una strage senza fine” ricordando che “proprio ieri, finalmente, questa emergenza è stata al centro del confronto con il Governo che ha preso in considerazione le proposte che da tempo facciamo. “Il piano sicurezza sui posti di lavoro sarà pronto nelle prossime settimane. Nel frattempo assumeremo provvedimenti immediati che anticipano il piano stesso. Lavoreremo sulla costruzione di una banca dati per raccogliere le violazioni che fin qui non c’è stata. Stiamo lavorando per definire delle sanzioni più tempestive per chi viola le norme”.

       

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    Tensione Salvini-Giorgetti, governatori all'attacco

    Matteo Salvini rimarca la linea della Lega e replica a tono al suo vice Giancarlo Giorgetti, tra scintille e distinguo. Così smonta l’endorsement a Carlo Calenda – il candidato sindaco che potrebbe vincere a Roma se intercettasse i voti della destra in uscita, secondo i pronostici del ministro leghista dello Sviluppo economico – e ricorda che è Enrico Michetti il nome scelto dalla coalizione per il Campidoglio.
    Lui “ha la competenza per ripartire dalle periferie, e non dai salotti di Calenda”, dice caustico Salvini in tv. Tensione alta pure con i governatori del nord, che sposano la linea prudente del governo sulle nuove aperture e capienze per sport e spettacolo. Più impaziente il segretario, che invoca: “Apriamo tutto” perché “se il green pass ti rende sicuro e puoi andare allo stadio e al teatro, puoi farlo a piena capienza”, è il suo ragionamento. Sotto pressione e accerchiato da più fronti, il ‘capitano’ prova a tenere insieme un partito sempre più in subbuglio, che oscilla tra incredulità e irritazione. A fare da detonatore è stata ieri l’intervista alla Stampa di Giorgetti. Il ‘capitano’ invece le liquida così: “Non ho molto tempo per leggere le interviste”. E chiude anche all’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale che Giorgetti ha ‘candidato’ di fatto, e che porterebbe dritti a elezioni anticipate.
    Nel partito di via Bellerio si consumano ormai prove tecniche di scontro, in attesa della resa dei conti. Potrebbe arrivare con il test delle amministrative di domenica e lunedì, anche se il match maturerà fra due settimane con i ballottaggi.
    In più c’è da gestire la ‘grana’ di Luca Morisi, l’ex guru della campagna social della Lega indagato per detenzione e cessione di droga. Salvini difende ancora l’amico che “ha sbagliato” e distingue tra chi si droga e chi spaccia.

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    Nadef: cabina di regia, nel 2021 crescita al 6%, deficit a 9,5%

    E’ terminata dopo circa un’ora la riunione a Palazzo Chigi del premier Mario Draghi con i ministri sulla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.
    La crescita del Pil nel 2021 al 6%, con un deficit che, per l’anno in corso, si attesterebbe al 9.5%. Sono queste le stime che, a quanto si apprende da fonti di governo, sono emerse nel corso dell’incontro.
    Verso una proroga al 2023 del Superbonus: il governo, secondo quanto si apprende, dovrebbe inserire l’impegno a proseguire con l’incentivo alle ristrutturazioni green nella Nota di aggiornamento al Def. La proroga dovrebbe poi essere inserita in manovra.
    Il governo “è determinato a continuare l’azione di sostegno all’economia”, ha assicurato la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra parlando della NaDef a ClassCnbc. Nelle politiche di bilancio, ha spiegato, c’è uno spazio in più per sostenere l’economia, anche perché “non siamo nelle condizioni né di dovere né di potere eseguire politiche di rientro restrittive che sarebbero disastrose”.
    La cabina di regia a Palazzo Chigi non ha affrontato il dossier della delega fiscale, si apprende da fonti di governo che sottolineano come, nel corso della riunione, il tema fiscale non è stato affrontato neppure in relazione alla Nadef e alla legge di bilancio.
    Tra il 2022 e il 2024 ci sarebbero margini per 1 punto di Pil l’anno per nuovi interventi, circa 18 miliardi l’anno: è questa, si apprende, una delle ipotesi emerse dalla cabina di regia sulla Nota di aggiornamento al Def. La Nadef, secondo quanto viene riferito, dovrebbe essere molto stringata, con la nuova cornice macroeconomica. Le scelte sulle misure sarebbero invece rinviate alla legge di Bilancio.
    E arriva domani in Consiglio dei ministri la proroga dei termini per fare domanda di assegno unico con retroattività ai mesi precedenti. E’ quanto confermano fonti di governo, spiegando che la norma compare nell’ambito di un decreto di proroga di termini inserito all’ordine del giorno della riunione. Il 30 settembre scade il termine per fare domanda dell’assegno con retroattività: la norma fisserà una data più avanzata per permettere a chi non è ancora riuscito di fare domanda per ottenere l’assegno da luglio.
    Sarà di un mese la proroga dei termini per i referendum, si apprende da fonti di governo, alla vigilia dell’approvazione della norma in Cdm. La proroga varrà, viene spiegato, per i referendum in via di presentazione e quindi per quello sulla cannabis ma anche per quello per l’abolizione del Green pass.
    Il decreto per aumentare i limiti di capienza di cinema, teatri, palazzetti sportivi non è all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di domani. E’ quanto emerge dalla convocazione inviata ai ministri. Le norme per recepire le nuove misure dovrebbero dunque arrivare in uno dei prossimi Cdm, probabilmente non prima della prossima settimana.

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    Conte: 'Per il Colle auspicabile personalità con ampio consenso'

    “Che prima o poi si vada al voto, e io mi sto preparando per essere all’altezza del Paese, lo dice la democrazia ma io non tiro per la giacchetta né Draghi né Mattarella. Mi sembra una mancanza di rispetto nei loro confronti e degli italiani”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini commentando le dichiarazioni del ministro leghista Giancarlo Giorgetti sull’ipotesi che Mario Draghi diventi il prossimo presidente della Repubblica. L’ha detto a ‘Oggi è un altro giorno’ su Rai 1. E ha aggiunto: “A febbraio ne riparleremo, in questo momento il mio obiettivo è stoppare la voglia di tasse di Letta e Conte”.
    “A differenza di altri, io non tiro per la giacchetta né Draghi né Mattarella. Mi sembra una mancanza di rispetto nei confronti di Draghi, di Mattarella e soprattutto degli italiani che pagano gli stipendi ai politici. Siamo a fine settembre, le elezioni del presidente della Repubblica saranno a febbraio. Quindi io settembre, ottobre, novembre, dicembre e gennaio li impegno su scuola, taglio delle tasse e offrire speranza agli italiani. A febbraio ne riparleremo”, ha aggiunto Salvini.
    ”Draghi al Quirinale? Che Mario Draghi finisca al Quirinale mi sembra una soluzione logica. Il quando è tutto da vedere. Non dipende certo dal sottoscritto”. ha detto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia a Non Stop News, su RTL 102.5, intervistato da Enrico Galletti e Giusi Legrenzi.
    “Draghi sarebbe un grandissimo presidente della Repubblica, è un grandissimo presidente del Consiglio e sarebbe un grandissimo presidente delle istituzioni europee. Può far tutto, al momento opportuno in Parlamento si vedrà, ora non è il momento opportuno” di parlarne, ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, a “Oggi è un altro giorno”, su Rai 1.
    “Il web rimarrà importante anche in futuro per chiamare gli iscritti a partecipare a singoli passaggi anche significativi per il Paese. Ma francamente in queste condizioni non credo sia la strada maestra”, ha detto il leader del M5S Giuseppe Conte rispondendo, ai microfoni di Dimartedì, a chi gli chiede se la rete sarà interpellata sul candidato del Movimento per il Colle. “Dobbiamo trovare la persona più idonea, alla luce delle varie variabili. Una personalità che possa interpretare al meglio lo spirito di unità del Paese, possa essere rappresentativo di quante più forze politiche possibile è senz’altro auspicabile”, sottolinea.
    “Il Pnrr è quel contratto che dà percezione di stabilità” e “tutti vogliono giocare al gioco del Pnrr ” quindi “se il gioco durerà il tempo previsto di 5-6 anni ci potrà essere il cambiamento vero in Italia, ma abbiamo bisogno di sette anni con il presidente della Repubblica nella figura di Mario Draghi”, ha detto il ministro della P.a. Renato Brunetta al Festival delle Città, promosso da Ali – Autonomie Locali Italiane.

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    Presidio a Perugia chiede ricoprire fasci Mercato coperto

    (ANSA) – PERUGIA, 28 SET – Associazioni, partiti, sindacati e
    altre realtà, ma soprattutto cittadini, circa 300 persone, si
    sono ritrovati nel centro storico di Perugia per chiedere al
    Comune e alla Soprintendenza di ricoprire i Fasci littori
    riportati alla luce presso il Mercato coperto di Perugia. “Il
    fascio non ce lo lascio!” lo slogan scelto per l’appuntamento in
    piazza Quattro Novembre.   
    Il ritrovamento, avvenuto a seguito dei lavori di restauro
    dello storico edificio, ha aperto in città un dialogo ma anche
    un vasto coro di polemiche. Il presidio in piazza, nei pressi
    del municipio, ha fatto così seguito all’appello della “Rete 10
    dicembre e oltre” che raggruppa numerose realtà
    dell’associazionismo e del sindacato della città di Perugia e
    dell’Umbria. Iniziativa tenuta alla vigilia della discussione
    della questione in Consiglio comunale.   
    Il Comune si è comunque già detto aperto “a soluzioni
    condivise con una risoluzione che coinvolga la città”.   
    Le associazioni hanno però ribadito la richiesta che i fasci
    vengano di nuovo coperti, così “da rispettare la storia della
    città e del Paese, soprattutto in un luogo pubblico, e
    ripristinare la situazione voluta dai nostri concittadini
    all’indomani della Liberazione”, stato ricordato durante gli
    interventi in piazza.   
    Tra questi anche quello iniziale di Mirella Alloisio, partigiana
    combattente ultranovantenne e inserita nell’Albo d’oro della
    città. “Ho combattuto per la Liberazione – ha detto – e vedere
    un fascio esibito nella mia città, l’unica in Italia a farlo,
    non lo posso tollerare. Va quindi tolto e basta perché è
    inconcepibile vederlo accanto alla piazza dedicata a Giacomo
    Matteotti”.   
    E’ poi intervenuta Mari Franceschini, dell’Anpi. “Mirella – ha
    sottolineato -rappresenta il vero senso dell’essere partigiani,
    ma noi siamo i nuovi partigiani che dobbiamo oggi far rispettare
    valori minacciati. Il fascio non ha nessun pregio artistico ma
    c’è solo una volontà di esibirlo”. (ANSA).   

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    Morto padre Zingaretti, “è stato un uomo speciale”

    (ANSA) – ROMA, 28 SET – “Stamattina Aquilino Zingaretti,
    nostro padre, se ne è andato. A noi piace pensarlo felice per
    aver ritrovato la sua adorata Mimmi. E’ stato un papà magnifico
    e un uomo speciale. Tutta la sua famiglia, figli, nuore, genero
    e nipoti lo piange insieme ai moltissimi che lo hanno apprezzato
    e gli hanno voluto bene”. Lo scrive su Instagram Luca Zingaretti
    in un messaggio su sfondo nero, annunciando la morte del padre a
    nome suo e del fratello, Nicola. (ANSA).   

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    'Ndrangheta: senatore Fi Siclari condannato, 5 anni e 4 mesi

    (ANSA) – CATANZARO, 28 SET – Cinque anni e 4 mesi di
    reclusione sono stati inflitti dal gup Maria Rosa Barbieri al
    senatore di Forza Italia Marco Siclari, accusato di scambio
    elettorale politico mafioso nel processo “Eyphemos” contro le
    cosche di Sant’Eufemia d’Aspromonte. La sentenza è stata più
    pesante della richiesta del pm Giulia Pantano, 4 anni. Secondo
    le indagini, coordinate anche dal procuratore Giovanni
    Bombardieri e dall’aggiunto Gaetano Paci, Siclari sarebbe stato
    appoggiato dalla cosca Alvaro alle politiche del 2018.   
    Nel febbraio 2020, il gip aveva disposto i domiciliari per
    Siclari ma la Giunta per le autorizzazioni non ha mai deciso.   
    Siclari, è scritto nel capo di imputazione, “accettava a mezzo
    dell’intermediario Giuseppe Antonio Galletta, la promessa di
    procurare voti da parte di Domenico Laurendi, appartenente al
    locale di ‘ndrangheta di Santa Eufemia della famiglia mafiosa
    Alvaro”. In cambio, due mesi dopo le elezioni, secondo la Dda,
    il senatore si sarebbe interessato per far ottenere il
    trasferimento a Messina a una dipendente delle Poste, figlia di
    Natale Lupoi, ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta e condannato
    oggi, nello stesso processo, a 19 anni e 4 mesi di carcere.
    Nel processo, che si è celebrato con la formula del rito
    abbreviato, sono stati giudicati colpevoli anche il presunto
    boss Domenico Laurendi, detto “Rocchellina” (20 anni) e il boss
    Cosimo Alvaro (17 anni e 9 mesi). Complessivamente Gli imputati
    condannati sono stati 21 e quelli assolti tre.
    Nell’operazione “Eyphemos” era stata arrestato anche il sindaco
    di Sant’Eufemia d’Aspromonte e consigliere regionale di Fratelli
    d’Italia Domenico Creazzo che ha scelto il rito ordinario ed è
    sotto processo davanti al Tribunale di Palmi. (ANSA).