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    Il M5S 'compie' 12 anni. Di Maio: “Stessa voglia di migliorare Paese”

       “Oggi il MoVimento 5 Stelle compie 12 anni. Siamo nati nel 2009 grazie a Beppe e Gianroberto sotto il segno di San Francesco, il patrono d’Italia che ci ha insegnato l’amore verso i poveri e la natura. Questi valori per noi sono diventati solidarietà, giustizia sociale, crescita sostenibile.  Oggi come allora continuiamo a fare lo stesso percorso. Alcuni risultati li abbiamo ottenuti, tanti sono ancora da ottenere.  Alcuni compagni di viaggio li abbiamo persi, tanti sono ancora con noi e altri ancora lo sono diventati lungo il cammino”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.    “Il MoVimento – prosegue – è cambiato in questi anni. A me piace pensare che stia crescendo e che crescerà ancora. Quello che non è mai cambiato è che noi siamo sempre qua, con la stessa voglia di migliorare il Paese che avevamo 12 anni fa. Da qualche mese è partito un importante processo di rinnovamento del MoVimento, guidato da Giuseppe Conte e con il supporto di tutti noi. Io credo in questo progetto e mi ci dedicherò come sempre anima e corpo. Vi invito a fare altrettanto come ci ha insegnato San Francesco: con umiltà e con la massima dedizione. Tanti auguri a tutti noi”.    

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    Sospeso seggio nel savonese a causa del maltempo

     Il seggio melettorale nella razione di Santuario, nel Savonese, è stato sospeso a causa della forte ondata di maltempo. Lo ha confermato all’ANSA l’assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone che ha appena terminato il punto sull’allerta meteo in Liguria con il Dipartimento nazionale di Protezione civile. Secondo quanto appreso, Comune di Savona e prefettura stanno ragionando su uno spostamento del seggio per garantire il diritto di voto.    

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    Cop 26, appello del Papa e dei leader religiosi: 'Stop emissioni'

     I leader religiosi che rappresentano le principali religioni del mondo si sono uniti agli scienziati in Vaticano oggi per chiedere alla comunità internazionale di aumentare la sua ambizione e intensificare la sua azione per il clima in vista della COP26, in programma a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre prossimi Nell’incontro “Faith and Science: Towards COP26”, promosso oggi in Vaticano dalle Ambasciate britannica e italiana presso la Santa Sede e dalla Santa Sede, quasi 40 leaders religiosi hanno firmato un Appello congiunto, che è stato presentato da papa Francesco al presidente designato della COP26, Alok Sharma, e al ministro degli Affari Esteri italiano, On. Luigi Di Maio.
    L’appello chiede che il mondo raggiunga il prima possibile l’azzeramento delle emissioni nette di carbone, per limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali. Esorta le nazioni più ricche e quelle con le maggiori responsabilità a prendere l’iniziativa, intensificando la loro azione per il clima in patria e sostenendo finanziariamente i paesi vulnerabili per adattarsi e affrontare il cambiamento climatico. Urge inoltre i governi ad aumentare le loro ambizioni e la loro cooperazione internazionale per la transizione verso l’energia pulita e verso pratiche sostenibili di utilizzo del suolo, sistemi alimentari rispettosi dell’ambiente e finanziamenti responsabili. Impegna infine gli stessi leader religiosi a una maggiore azione per il clima. In particolare, facendo di più per educare e influenzare i membri delle loro tradizioni e partecipando attivamente al dibattito pubblico sulle questioni ambientali. I leader religiosi sosterranno anche l’azione per rendere ecologici i loro beni comunitari, come proprietà e investimenti. Con il tempo disponibile che si restringe per ripristinare il pianeta, i leader religiosi e gli scienziati implorano la comunità internazionale di agire rapidamente, dicendo: “Le generazioni future non ci perdoneranno mai se perdiamo l’opportunità di proteggere la nostra casa comune. Abbiamo ereditato un giardino: non dobbiamo lasciare un deserto ai nostri figli”. I firmatari includono rappresentanti di alto profilo di tutte le confessioni cristiane, islamiche sia sunnita che sciita, ebraismo, induismo, sikhismo, buddismo, confucianesimo, taoismo, zoroastrismo e giainismo, che rappresentano una vasta rappresentanza di leader religiosi.
    L’Appello segue mesi di dialogo, in cui i leader religiosi e gli scienziati hanno costruito un dialogo in uno spirito di umiltà, responsabilità e rispetto reciproco per concordare un comune dovere morale per affrontare il cambiamento climatico.”La COP26 di Glasgow è chiamata con urgenza a offrire risposte efficaci alla crisi ecologica senza precedenti e alla crisi di valori in cui viviamo, e così a offrire concreta speranza alle generazioni future: desideriamo accompagnarla con il nostro impegno e con la nostra vicinanza spirituale”. Così il Papa nel discorso consegnato ai partecipanti all’incontro in Vaticano. “Fede e scienza: verso COP26”. “Lo sguardo dell’interdipendenza e della condivisione, il motore dell’amore e la vocazione al rispetto – aggiunge Francesco – . Ecco tre chiavi di lettura che mi sembrano illuminare il nostro lavoro per la cura della casa comune”. 
    “Tutto è collegato, nel mondo tutto è intimamente connesso. Non solo la scienza, ma anche le nostre fedi e le nostre tradizioni spirituali mettono in luce questa connessione esistente tra tutti noi e con il resto del creato”, sottolinea il Pontefice nel suo discorso, riconoscendo “i segni dell’armonia divina presente nel mondo naturale: nessuna creatura basta a sé stessa; ognuna esiste solo in dipendenza dalle altre, per completarsi vicendevolmente, al servizio l’una dell’altra”. Secondo papa Francesco, “riconoscere che il mondo è interconnesso significa non solo comprendere le conseguenze dannose delle nostre azioni, ma anche individuare comportamenti e soluzioni che devono essere adottati con sguardo aperto all’interdipendenza e alla condivisione”. “Non si può agire da soli – osserva -, è fondamentale l’impegno di ciascuno per la cura degli altri e dell’ambiente, impegno che porti al cambio di rotta così urgente e che va alimentato anche dalla propria fede e spiritualità”. “L’incontro di oggi – prosegue -, che unisce tante culture e spiritualità in uno spirito di fraternità, non fa che rafforzare la consapevolezza che siamo membri di un’unica famiglia umana: abbiamo ciascuno la propria fede e tradizione spirituale, ma non ci sono frontiere e barriere culturali, politiche o sociali che permettano di isolarci”.    

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    Draghi martedì in Slovenia a vertice Ue, giovedì vede Merkel

    Un Consiglio europeo informale in Slovenia e un incontro a Roma con la Cancelliera tedesca Angela Merkel. Ecco gli appuntamenti internazionali al centro dell’agenda del presidente del Consiglio Mario Draghi fino a giovedì 7 ottobre. Di seguito gli appuntamenti, resi noti dalla presidenza del Consiglio: Martedì 5 Partecipazione al Vertice informale dei membri del Consiglio europeo a Brdo, Slovenia – Ore 18.30 – Arrivo al Castello di Brdo – Ore 19.00 – Cena di lavoro informale dei Membri del Consiglio Europeo – Centro Congressi di Brdo Mercoledì 6 – Ore 9.30 – Vertice UE-Balcani occidentali – Centro Congressi di Brdo, Slovenia Giovedì 7 – Ore 9.15 Incontro con il Presidente della Repubblica dell’Armenia, Armen Sarkissian. Palazzo Chigi. – Ore 13.30 Incontro con la Cancelliera della Repubblica Federale di Germania, Angela Merkel. Palazzo Chigi.    

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    Facebook, 'talpa', profitti sopra la sicurezza, ingannato il pubblico

        Facebook ha messo i “profitti al di sopra della sicurezza” del pubblico. A denunciare il social di Mark Zuckerberg è la talpa Frances Haugen, l’ex dipendente che ha fatto sprofondare la società nella sua crisi più profonda dai tempi di Cambridge Analytics.
       In un’intervista a ’60 Minutes’ racconta di aver presentato almeno denunce alla Sec, la Consob americana, nelle quali accusava il social di aver nascosto le sue ricerche e i suoi studi agli investitori e al pubblico.    La 37enne afferma di aver lavorato in diversi social ma a Facebook ha trovato al situazione peggiore. “A un certo punto nel 2021 ho realizzato che dovevo agire in modo sistematico e dovevo avere abbastanza documenti in modo che nessuno potesse mettere in dubbio che era reale” la descrizione della società, racconta. Haughes ha poi passato molti documenti al Wall Street Journal. 
       “Ho visto ripetutamente conflitti di interesse fra quello che era buono per il pubblico e quello per che era buono per Facebook e Facebook ogni volta ha scelto quello che era meglio per lei” e per i suoi profitti, dichiara Frances Haugen   

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    Comunali: in provincia di Savona già 2 sindaci eletti

    (ANSA) – GENOVA, 03 OTT – Ci sono già due sindaci eletti in
    provincia di Savona. Si tratta di Roberto De Andreis a Nasino, e
    di Franco Aurame a Castelbianco, candidati unici: in entrambi i
    Comuni oggi pomeriggio è stato superato il quorum del 40% più 1
    di elettori al voto fissato con meno di 15 mila abitanti.   
    L’ufficialità arriverà con lo scrutinio di domani quando sarà
    verificato che il 50% più uno dei voti è valido, ma non si è mai
    registrata la situazione contraria. A Castelbianco la quota è
    stata raggiunta ufficialmente (40,86%), mentre a Nasino la
    percentuale attuale (27,34%) diventa sufficiente nel momento in
    cui si scorporano dal totale gli elettori residenti all’estero.   
    Un particolare che abbassa, e di molto, il numero di schede
    necessarie a De Andreis per essere eletto, dato che sono più di
    100 gli iscritti all’Aire su 222 aventi diritto al voto. Al
    neosindaco, insomma, è bastato convincere almeno il 40% degli
    elettori residenti per diventare primo cittadino.   
    De Andreis non è alla prima esperienza: è già stato sindaco di
    Nasino dal 2004 al 2009. Prende il posto che fu di Claudio
    Tessarin, scomparso prematuramente nel 2020 dopo essere stato
    riconfermato nel 2019. “Cercherò di valorizzare il paese e il
    nostro territorio: l’obiettivo è creare ragioni per venire a
    visitarlo, ad esempio percorsi a piedi o in bicicletta, perché
    il nostro territorio è la nostra ricchezza”.   
    Anche Castelbianco ha già il suo sindaco: si tratta di Franco
    Aurame, 49 anni. Unico candidato in pista, doveva sconfiggere
    solamente l’astensionismo: battaglia vinta poco dopo le 17,
    quando dal seggio è arrivata la notizia che aveva appena votato
    l’elettore numero 112 (su 279 totali). Aurame, vice sindaco
    uscente, succede a Valerio Scola, che lascia dopo due mandati.   
    (ANSA).   

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    “Votate dopo”, in alcuni seggi di Roma è caos schede

    Schede e registri sbagliati, verbali con i prestampati mancanti, elenchi dei candidati fuori ai seggi stampati male: alle 7 aprono le urne nella Capitale ma in diversi seggi di Roma è già caos. Ed in alcuni casi gli elettori sono stati invitati a “tornare a casa e venire più tardi”. I disservizi sono stati segnalati e riscontrati nelle sezioni di alcuni municipi della Capitale, come nel III; nell’VIII; nel XIII; in XIV e in XV. “Due sezione di Casalotti avevano terminato le schede alle 10 del mattino e hanno dovuto mandare a casa le persone”, hanno riferito all’ANSA fonti di Fratelli d’Italia.
    Da quanto si apprende dalle stesse fonti ci sarebbero stati disservizi anche per le “schede sbagliate e scambiate”, ovvero in alcune sezioni le schede grigie per votare il minisindaco e le liste collegate non corrispondevano al municipio del territorio. “Non ci si crede, la 2280 è sempre stata una sezione di Primavalle, ora è stata spostata a Massimina”, ironizzano alcuni esponenti di Fonti di Sinistra Civica Ecologista. “Veramente abbiamo un bel caos – hanno spiegato invece da Fdi – alcuni cittadini infatti sono stati rimandati a casa senza poter votare per il proprio municipio ma hanno votato solo per il comune. Gli è stato detto di tornare per la scheda municipale ma questo vuol dire che hanno già il timbro sulla tessera elettorale”. In alcuni casi le liste affisse fuori dalle sezioni, sono state stampati male, come denuncia il consigliere regionale, candidato nella lista Demos per Gualtieri, Paolo Ciani.
    In alcune sezioni del municipio XV l’apertura dei seggi è stata complessa: schede e registri scambiati ed elenchi mancanti. “Al seggio 2337 ( zona San Godenzo) non erano presenti i registri elettorali degli uomini. E hanno dovuto consigliare di tornare dopo un’ora e mezza”, spiega Alessandro Cozza, coordinatore del comitato del candidato presidente del Municipio XV, Daniele Torquati. Stesse scene in alcuni seggi del Municipio III. “In diverse sezioni hanno mandato schede di un altro municipio – scrive su Fb Christian Raimo, assessore del Municipio III, candidato con la lista di Giovanni Caudo- le persone venute a votare hanno rinunciato e sono tornate a casa”.    

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    Elezioni amministrative 2021: la fotodiretta dai seggi

    Seggi aperti alle 7 in tutta Italia per il voto amministrativo. La fotodiretta dalle città
    A NAPOLI – Il sindaco uscente di Napoli, Luigi de Magistris, ha votato insieme con la moglie per le amministrative in città nel seggio della scuola Quarati, quartiere Vomero. Subito dopo de Magistris è partito per la Calabria, dove è candidato alla presidenza della Regione.
    A ROMA – In mattinata hanno votato il candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti, la sindaca uscente, Virginia Raggi, il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri e Carlo Calenda candidato di Azione. Nella Capitale ho votato anche la Leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
    A TORINO – Ha votato al seggio 770, allestito al primo piano del liceo Alfieri, Paolo Damilano. Il candidato sindaco di Torino Bellissima e del centrodestra era accompagnato dai genitori, il papà 95enne Giovanni e la mamma Margherita di 91 anni, e dai figli più grandi, Chiara di 24 anni e Luca, 23 anni tra un mese. Dopo il voto, Damilano trascorrerà la giornata a casa, in famiglia. “Sono molto tranquillo, abbiamo fatto un buon lavoro”, si limita a dire il candidato sindaco, che invita i torinesi ad “andare a votare. Dopo la pandemia – sottolinea – dobbiamo dare una prova di democrazia”. Al seggio anche il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo e la candidata M5s Valentina Sganga.
    A TRIESTE – “Non abbiamo grandi ansie, ma probabilmente andremo al ballottaggio”. Lo ha detto Roberto Dipiazza, sindaco uscente e candidato alle amministrative di Trieste per il centrodestra, dopo aver votato nel seggio di Barcola presso la scuola slovena Finzgar in via del Cerreto alle 10.10. “Bisogna vedere l’affluenza, perché con dieci candidati sindaco, che portano via anche pochi voti, accorciano comunque la forbice delle possibilità – ha proseguito – È una questione di matematica”. Intanto la giornata del primo cittadino si dividerà tra diversi impegni di vita quotidiana, “tra visite ad alcune mostre e la partecipazione alla partita della Triestina alle 14.30”.  La candidata sindaca del Movimento 5 Stelle, Alessandra Richetti, si è recata questa mattina alle 10 al seggio nella scuola “Carlo Collodi” di Via San Pasquale per esprimere il suo voto. “Trieste sta vivendo con queste elezioni una scelta molto importante: ci sono tanti bisogni e tante risorse che devono essere utilizzate bene. Con il voto o senza il voto, di fatto si sceglie il futuro”, ha sottolineato Richetti in questa occasione.
    A MILANO –  Alle 11 in punto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha votato alla sezione 512 del seggio del liceo Parini di via Goito. Dopo aver ricevuto le sue schede elettorali, il candidato del centrosinistra è entrato nella cabina numero 2 ed ha espresso i suoi voti. All’uscita dal seggio, il primo cittadino di Milano ha voluto fare un appello al voto ai suoi concittadini: “votare è un diritto e un dovere, cinque anni sono lunghi. È un voto importante. Per cui andiamoci tutti”. A chi gli chiedeva se Milano riuscirà a rispondere e a superare la bassa affluenza fatta registrare nel 2016, Sala ha risposto: “Difficile dirlo. Per lo meno lo spero, perché quello per il sindaco è un voto importante per i cinque anni che ci aspettano. Di nuovo, consiglio a tutti di andare a votare”. “I candidati sindaci sono quelli che vengono fuori dalle scelte di questo o quel leader di partito, invece che da scelte democratiche, quindi forse la prossima volta bisognerà cambiare sistema”. Lo ha detto l’ex premier Silvio Berlusconi parlando di come sono stati scelti i candidati sindaci del centrodestra per le amministrative, a margine del voto al seggio di Milano. Per la campagna elettorale “io ho lavorato da casa, dove richiesto ho fatto telefonate anche ai comizi, credo di avere dato il contributo che potevo dare responsabilmente con molto convincimento”, ha concluso. A Milano ha votato anche il candidato del centrodestra Luca bernardo. Bernardo, il quale ha indicato in “libertà e democrazia” le sue parole d’ordine, ha inoltre fatto un appello al voto ai milanesi: “Tutti vadano a votare – ha detto -. È non solo l’augurio, ma la richiesta di tutti noi. Non solo dei candidati, ma della città di Milano perché possa cambiare. È un gesto di libertà, di scegliere chi guiderà la città del futuro, un gesto per dire che Milano c’è, è presente e ha quel coraggio che i cittadini milanesi hanno di scegliere la loro guida”.