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    Gualtieri proclamato sindaco di Roma. In Campidoglio passaggio di consegne con Raggi

    Roberto Gualtieri, a quanto si apprende, è stato proclamato sindaco di Roma. Andrà giovedì in Campidoglio. Per la prima volta dunque domani salirà a Palazzo Senatorio da primo cittadino della capitale dove ad attenderlo ci sarà la sindaca uscente Virginia Raggi. Tra i due avverrà un passaggio di consegne. Raggi aveva incontrato Gualtieri, come anche il suo competitor Enrico Michetti, prima del ballottaggio e gli aveva illustrato i dossier più importanti per la capitale.

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    Centro destra: vertice Berlusconi-Meloni-Salvini, “compatti per elezione del presidente della Repubblica”

     Riunione a villa Grande tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. L’incontro per fare il punto sul centrodestra dopo le amministrative. 
    “Il centrodestra intende continuare a lavorare come coalizione e ha confermato conseguentemente la propria indisponibilità a sostenere un cambiamento della legge elettorale in senso proporzionale”. E’ quanto si legge in una nota comune del centrodestra dopo l’incontro definito “cordiale”. 
     “In un clima di massima collaborazione, dopo un attento esame dei risultati elettorali e delle cause che li hanno determinati, i leader del centrodestra hanno stabilito che, d’ora in avanti, avranno incontri periodici – con frequenza settimanale – per concordare azioni parlamentari condivise. Con questo stesso spirito, il centrodestra intende muoversi compatto e per tempo per preparare i prossimi appuntamenti elettorali e politici, con particolare attenzione all’elezione del prossimo presidente della Repubblica”, si afferma ancora nella nota.  
    “L’obiettivo è di fare proposte comuni su tutto, oggi stiamo portando avanti una discussione comune, abbiamo una posizione comune anche sulle mozioni in aula, poi chi fa la maggioranza fa la maggioranza, chi fa l’opposizione fa l’opposizione. Ho chiesto a Berlusconi già la prossima settimana una riunione dei ministri di Lega e Forza Italia per coordinare l’attività di tutti i 6 ministri perché 6 ministri che lavorano compatti nel Consiglio dei ministri ottengono più risultati rispetto a chi lavora da solo”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini ai cronisti fuori dal Senato.
    “Il centrodestra compatto sarà determinante anche nell’elezione della presidenza della Repubblica, che sarà a febbraio ma abbiamo tempo per parlarne perché siamo a ottobre”, ha detto Salvini.
    “Ognuno nelle sue posizioni ma insieme per rivendicare una politica di taglio delle tasse”. Così il leader della Lega. “La lezione delle amministrative ci è servita, sia la sconfitta nei grandi comuni che l’astensionismo da record. Un centrodestra diviso e litigioso allontana fiducia e italiani e quindi abbiamo il dovere di lavorare compatti e il primo atto di compattezza lo dobbiamo dimostrare nelle prossime settimane con la legge di bilancio”, ha aggiunto Salvini. “La mia speranza e il mio obiettivo è di andare unitamente da Draghi sia chi è in maggioranza sia chi è all’opposizione per portare le richieste del centrodestra sul taglio delle tasse e avere una manovra coraggiosa che metta ancora più miliardi sul taglio tasse, sulle bollette di luce e gas, per chi assume lavoratori, per evitare il lavoro nero e che tenga in vita la flat tax”, ha detto il leader della Lega.
    “Il sistema proporzionale significa il caos, noi vogliamo un sistema che la sera del voto ti dice chi governa, chi ha vinto e perso, quindi un sistema maggioritario. A noi va benissimo l’attuale legge. Se qualcuno a sinistra vuole modificarla, possiamo ragionare ma di una legge ancora più maggioritaria. Quindi il ritorno al caos con 62 partiti e partitini, dal centrodestra unito avrà un no secco”, ha aggiunto Salvini.

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    Grillo: 'Non svilire il reddito di cittadinanza'

    “Per chi avesse ancora voglia di svilire una delle idee più rivoluzionarie di questo paese, ricordo che ogni critica al reddito di cittadinanza non è un attacco al M5S, ma un’offesa a 3,7 milioni di persone che fino a ieri non riuscivano a mettere insieme il pranzo con la cena, e che finalmente non si sentono più invisibili”. Così Beppe Grillo, sul suo blog, difende il reddito di cittadinanza citando i dati Inps.
    “Proviamo a “far di conto” – scrive il fondatore M5S in un lungo post – al reddito di cittadinanza, una delle riforme sociali più importanti della storia della nostra repubblica, con queste informazioni preziose: i dati INPS sul reddito di cittadinanza aggiornati al mese di agosto 2021 ci raccontano che sono 1,36 milioni i nuclei beneficiari, per oltre 3 milioni di persone, con un importo medio di 546 euro, in particolare. Prevalgono i nuclei composti da tre e quattro persone, rispettivamente 646mila e 673mila. I nuclei con minori sono quasi 443mila, con un numero di persone coinvolte di oltre 1,64 milioni, mentre i nuclei con disabili sono quasi 231mila, con oltre 536mila persone coinvolte. L’importo medio erogato a livello nazionale nel mese di agosto 2021 è di 546 euro (576 euro per il RdC e 270 per la Pensione di Cittadinanza).    L’importo medio varia sensibilmente con il numero dei componenti il nucleo familiare, passando da un minimo di 446 euro per i monocomponenti a un massimo di 699 euro per le famiglie con quattro componenti. La platea dei percettori di Reddito di cittadinanza e di Pensione di Cittadinanza è composta da 2,58 milioni di cittadini italiani, 318mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno UE almeno da 10 anni in Italia, e 119mila cittadini europei. La distribuzione per aree geografiche vede 592mila beneficiari al Nord e 427mila al Centro, mentre nell’area Sud e Isole supera i 2 milioni di percettori. Nel corso del 2020, all’apice del periodo pandemico, i beneficiari di reddito di cittadinanza sono arrivati a 3,7 milioni di persone”.    “Insieme al reddito di emergenza – sostiene Grillo – sono state raggiunte quasi 5 milioni di poveri, quanti ne certificava l’ISTAT, più o meno, in povertà assoluta. Il reddito di cittadinanza serve anche ad integrare il reddito da lavoro, per molti, i cosiddetti working poor, part time, mamme sole con bambini, che non raggiungono una certa soglia. Il 20% circa dei beneficiari di reddito di cittadinanza riceve una integrazione di reddito. Nel 2020, prima della Pandemia, l’Istat certificava una drastica riduzione della povertà sul 2019, grazie al rdc. Il coefficiente di Gini, ovvero l’indice che misura la disuguaglianza, si è ridotto di quasi un punto. Anche la Caritas ha riconosciuto più volte il grande ruolo svolto dal RdC di contrasto alla povertà. Per molti il RdC è l’unica forma di reddito. Una liberazione anche dallo sfruttamento, dal soggiogo, dal lavoro nero e dai salari da fame. Un “salario di riserva” come dicono gli economisti, che in assenza di un salario minimo legale, offre un cuscinetto al di sotto del quale non si sprofonda in povertà assoluta, e si è liberi di decidere se accettare un lavoro da fame o continuare a cercare senza morire di fame”.    “Durante la Pandemia, insieme al Reddito di emergenza è stato non solo uno strumento di contrasto alla povertà, ma anche una tutela verso la disperazione, che ha consentito quella necessaria coesione sociale, contro i rischi di tenuta civile.    La maggior parte di queste persone, oltre i 2/3, non sono occupabili, ma sono minori, disabili, anziani”.    “I controlli – aggiunge Grillo – sono sia ex ante che ex post. Ex ante l’INPS ha rifiutato 1 milione di domande. Quindi circa il 40% grazie a controlli incrociati su reddito e patrimonio. Inoltre, l’INPS ha revocato 130mila domande di RdC circa, per motivi vari tra cui: false dichiarazioni di reddito, di patrimonio, di residenza, di nucleo, oppure omissione di dichiarazione di condannati per specifici reati, all’interno del nucleo. Ex post, la Guardia di Finanza insieme ad INPS e le altre forze dell’ordine, hanno contestato a percettori irregolari circa 217 milioni di euro, di cui 127 milioni già recuperati. Si tratta di circa l’1% di prestazione RdC irregolarmente spesa ad oggi. Questa quindi è una delle misure più controllate. Purtroppo le truffe esistono su tante prestazioni: false invalidità, percettori di naspi con lavoro nero, cassa integrazione ad aziende che non ne hanno bisogno o che fanno lavorare i beneficiari anche in cassa integrazione, ecc, e spesso per un valore superiore all’1%. Ma questi dati non fanno notizia”. 

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    L'intervento di Draghi al Senato, IL TESTO

    Signor Presidente,Onorevoli Senatrici e Senatori,Nell’intervento di oggi intendo affrontare i temi in discussione nel Consiglio europeo di questa settimana. Si tratta di pandemia e vaccini; transizione digitale; costo dell’energia; migrazioni; commercio estero; impegni internazionali e in particolare la COP26.Dopo un avvio stentato, la campagna di vaccinazione europea ha raggiunto risultati molto soddisfacenti.Nell’Unione europea, quasi quattro adulti su cinque hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, per un totale di 307 milioni di persone.In Europa, abbiamo somministrato 130 dosi di vaccino per 100 abitanti, a fronte delle 121 negli Stati Uniti.In Italia, la campagna procede più spedita della media europea.A oggi, l’86% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e l’81% è completamente vaccinata.Voglio ricordare che prima dell’ultimo Consiglio europeo, a fine giugno, meno di un terzo della platea aveva completato il ciclo vaccinale.Negli ultimi quattro mesi, l’Italia ha dunque vaccinato metà della popolazione con più di 12 anni.Uno sforzo straordinario, per cui dobbiamo essere grati al nostro sistema sanitario, a partire da medici e infermieri.Voglio inoltre ringraziare ancora una volta tutti i cittadini che hanno scelto di vaccinarsi, in particolare i giovani e i giovanissimi.E chi ha deciso di farlo nelle scorse settimane, dopo aver superato le proprie esitazioni.La curva epidemiologica è sotto controllo grazie al senso di responsabilità dei cittadini.Questo ci permette di mantenere aperte le scuole, le attività economiche e i luoghi della nostra socialità.Il Consiglio europeo riaffermerà il proprio impegno a contribuire alla solidarietà internazionale in materia di vaccini.Dobbiamo incrementare la fornitura di dosi ai Paesi più fragili, perché possano proteggere i loro cittadini e per impedire l’insorgenza e la diffusione di nuove e pericolose varianti.Solo il 2,8% di chi vive in un Paese a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a fronte di quasi il 50% della popolazione mondiale.L’Italia ha recentemente triplicato le donazioni di vaccino, da 15 a 45 milioni di dosi, da distribuire principalmente attraverso il meccanismo COVAX.A oggi, abbiamo assegnato più di 11 milioni di dosi: tra questi, circa tre milioni ciascuno a Vietnam e Indonesia, 1,5 milioni all’Iran e 700 mila a Libano, Yemen e Iraq.Al Consiglio, discuteremo inoltre dell’approccio europeo per affrontare e superare eventuali future pandemie.Al Global Health Summit dello scorso maggio abbiamo firmato la “Dichiarazione di Roma”, che ci impegna a migliorare la condivisione di dati e conoscenze a livello globale.Dobbiamo investire nella scienza e nella ricerca, che ci hanno permesso di avere vaccini efficaci e sicuri in pochi mesi.A settembre, la Commissione ha inaugurato HERA, l’autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie.Il suo scopo è migliorare il coordinamento interno all’Unione sia nella preparazione che nella gestione di crisi future.Si occuperà ad esempio dell’attivazione di misure di emergenza per lo sviluppo, l’approvvigionamento e la distribuzione di prodotti medici e sanitari.Dobbiamo evitare il ripetersi dei pericolosi episodi di protezionismo sanitario a cui abbiamo assistito nei primi mesi della pandemia.Continueremo a lavorare per migliorare la risposta globale a future crisi sanitarie anche in tutte le sedi multilaterali appropriate.Per quanto riguarda l’agenda digitale, il Consiglio intende definire la tabella di marcia per gli obiettivi del 2030, anche con l’indicazione di scadenze e di un sistema di monitoraggio.Gli obiettivi europei per il 2030 riguardano quattro aree prioritarie: infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici; competenze digitali.L’Italia ha fatto propri questi obiettivi e ne ha anticipato il raggiungimento al 2026, anche grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.Siamo ancora indietro, ma intendiamo colmare rapidamente il divario che ci separa dal resto d’Europa, e in alcuni settori arrivare a guidare la transizione digitale europea.Per farlo abbiamo stanziato 50 miliardi di euro, oltre un quarto della dotazione complessiva del Piano.La Presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti hanno già predisposto meccanismi di verifica sui progressi compiuti.Questi non saranno eccessivamente gravosi e saranno basati su indicatori attendibili.Allo stesso tempo, dobbiamo migliorare la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE nel digitale.Vogliamo trovare soluzioni condivise su quattro versanti: la sicurezza cibernetica, la concorrenza, i servizi digitali e l’intelligenza artificiale.Sul fronte della cybersicurezza, il nostro obiettivo è garantire un quadro normativo chiaro e identificare risposte rapide e coordinate.L’Italia si è dotata di un’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che promuove lo sviluppo di capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e mitigazione.È un tema prioritario per l’Europa, che metterà in campo degli strumenti legislativi appositi.Sulla concorrenza, lavoriamo sulle proposte di regolamentazione europea per il mercato e i servizi digitali.L’Italia sostiene la proposta di Regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione.Intendiamo poi fissare adeguate garanzie per la libertà di impresa e di espressione.Occorre assicurare al contempo la non discriminazione e la corretta attribuzione delle responsabilità sulla distribuzione e pubblicazione di contenuti e prodotti on line.L’Italia sostiene il Regolamento UE sui servizi digitali, anche per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati in Italia.La nostra convinzione è che quello che è illecito off line debba essere illecito anche on line.Infine, sull’intelligenza artificiale, il nostro obiettivo è promuoverne la sperimentazione e renderne l’utilizzo più sicuro e trasparente.Allo stesso tempo, dobbiamo alimentare la fiducia dei cittadini per queste nuove soluzioni tecnologiche.La Strategia nazionale sull’intelligenza artificiale adottata dal Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale costituisce il quadro per migliorare il posizionamento competitivo del Paese.Una sfida decisiva per l’Europa è raggiungere l’autonomia tecnologica nei semiconduttori e nelle tecnologie quantistiche.L’Europa è passata dal 44% della capacità globale di semiconduttori nel 1990 ad appena il 9% nel 2021.Dipendiamo sempre di più dalle forniture extra-europee.Quando queste ritardano o si bloccano, come è accaduto in questi mesi di ripartenza economica, le aziende possono vedersi costrette a fermare o rallentare di molto la loro produzione.L’Unione europea intende produrre il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2030.Per farlo, dobbiamo intervenire subito e con decisione.La Cina e gli Stati Uniti lo stanno già facendo, investendo decine di miliardi ciascuno in questo settore.L’Unione europea deve mettere insieme le capacità di ricerca, progettazione, sperimentazione e produzione di tutti i Paesi europei per creare, ad esempio, un ecosistema europeo di microchip all’avanguardia.Sosteniamo con convinzione la proposta della Commissione UE di adottare uno European Chips Act per coordinare investimenti e produzione europei di microchip e circuiti integrati.Dobbiamo inoltre agire con la massima urgenza per rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato e attrarre investimenti alla frontiera tecnologica.Un altro tema che tratteremo questa settimana è quello dell’energia.Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un forte aumento del costo del gas e dell’elettricità.Questi rincari sono dovuti principalmente ai movimenti dei prezzi sui mercati internazionali.La domanda di energia da parte di famiglie e imprese è aumentata a livello europeo e sui mercati asiatici, e ha contribuito a ridurre le scorte e le forniture disponibili.Il Governo si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette.Lo scorso giugno avevamo già stanziato 1,2 miliardi per ridurre gli oneri di sistema.Poche settimane fa, siamo intervenuti ulteriormente, con più di 3 miliardi, per calmierare i prezzi nell’ultimo trimestre dell’anno, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.Si tratta di misure immediate, a cui dovranno necessariamente seguirne altre di lungo periodo per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e prevenire un’eccessiva volatilità dei prezzi.Il 13 ottobre, la Commissione ha pubblicato una Comunicazione sul tema dell’aumento del costo dell’energia.Il documento descrive gli interventi emergenziali possibili per gestire la situazione attuale e ipotizza soluzioni per rendere le forniture più sicure e affidabili in futuro.Il Governo italiano ha sollecitato la Commissione a esplorare rapidamente l’opzione di acquisti e stoccaggi congiunti di gas naturale su base volontaria con misure di medio periodo.Questa strategia può essere utile per resistere meglio agli shock e sviluppare le capacità industriali di deposito.La Commissione presenterà una proposta di revisione del quadro normativo entro dicembre.Il nostro obiettivo di medio termine resta quello di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare sostanzialmente l’utilizzo di fonti rinnovabili.Vogliamo procedere con la transizione ambientale e rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti per il 2030 e il 2050.Allo stesso tempo, lo Stato deve tutelare le fasce più deboli della popolazione dai costi della trasformazione energetica e assicurarsi che i tempi della transizione siano compatibili con le capacità di adattamento delle aziende.Perché la riconversione del nostro sistema economico abbia successo, è necessario il sostegno di tutti: istituzioni, imprese, cittadini.Dobbiamo portare avanti un’agenda climatica ambiziosa e fare in modo che le nostre scelte siano accettate e condivise in maniera ampia dalla popolazione.Per quanto riguarda le migrazioni, l’Italia aveva promosso una discussione sul tema nel Consiglio europeo di giugno, con l’obiettivo di incoraggiare una gestione davvero europea dei flussi.Anche i Paesi preoccupati dai cosiddetti “movimenti secondari” hanno preso atto dell’importanza di prevenire e contenere i flussi irregolari e di incentivare i canali di migrazione legale.Su quest’ultimo aspetto, l’Europa dovrebbe impegnarsi di più, seguendo ad esempio il modello dei cosiddetti corridoi umanitari.Il Consiglio di giugno si è impegnato a lavorare con i Paesi di origine e di transito, in collaborazione con l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati e l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione.Questa prospettiva concordata ora necessita di un’attuazione puntuale.Due degli impegni previsti hanno scadenza questo autunno.Il primo è la presentazione da parte della Commissione e dell’Alto Rappresentante Josep Borrell, in collaborazione con gli Stati Membri, di piani d’azione per i Paesi di origine e transito prioritari.Questi piani devono includere obiettivi, misure di sostegno e tempistiche precise.Il secondo è la presentazione di un rapporto al Consiglio sul miglior utilizzo possibile di almeno il 10% dei fondi dello strumento di Vicinato, Sviluppo e Cooperazione Internazionale.Quest’estate, l’Italia ha continuato a far fronte agli obblighi internazionali di salvataggio in mare e di garanzia di protezione internazionale agli aventi diritto.Lo abbiamo fatto con umanità e per difendere i valori europei della solidarietà e dell’accoglienza.Ma è essenziale che, già a questo Consiglio, la Commissione presenti piani d’azione chiari, adeguatamente finanziati, e rivolti con pari priorità a tutte le rotte del Mediterraneo, compresa quella meridionale.A questi piani andrà poi data rapida attuazione.L’Unione europea deve inoltre prestare attenzione alla specificità delle frontiere marittime e all’effettiva stabilità politica della Libia e della Tunisia.Intendo proporre che la Commissione europea aggiorni i capi di Stato e di Governo in ciascun Consiglio europeo sul grado di attuazione e di avanzamento degli impegni assunti.Solo in questo modo potremo rendere conto ai nostri Parlamenti e soprattutto ai nostri cittadini dei progressi compiuti a livello europeo, e di quello che ancora resta da fare.Il Consiglio europeo discuterà anche di commercio internazionale.Dall’inizio di quest’anno abbiamo assistito a una ripresa robusta degli scambi tra Paesi.È un’ottima notizia, visto il peso delle esportazioni nella nostra economia.In Italia, i valori dei beni esportati nel secondo trimestre di quest’anno erano del 5% più alti che nello stesso periodo di due anni fa, prima della pandemia.Questa crescita è stata però ostacolata da colli di bottiglia nell’approvvigionamento di materiale e interruzioni nelle catene di fornitura.La difficoltà nel reperire materie prime e componenti, unita a rallentamenti nei processi di trasporto e consegna, hanno contribuito a un aumento del tasso d’inflazione.Un tema fondamentale per la politica commerciale europea è quello del contrasto al protezionismo.E dobbiamo migliorare i meccanismi multilaterali esistenti basati sulle regole e incoraggiarne l’utilizzo ampio e condiviso.Per quanto riguarda la riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, ci auguriamo che la Dodicesima Conferenza Ministeriale di fine novembre abbia successo, e che si superino le criticità nei negoziati sui sussidi alla pesca e sulla politica commerciale e sanitaria post-Covid-19.Infine, il Consiglio discuterà di relazioni esterne.Il 30 e 31 ottobre si terrà a Roma il vertice del G20, che concluderà l’anno della presidenza italiana.La scorsa settimana abbiamo tenuto una riunione straordinaria del G20 sull’Afghanistan, in cui ci siamo concentrati sugli aiuti umanitari, sulla lotta al terrorismo e sulla mobilità.A Roma, ci occuperemo principalmente dei temi della Presidenza italiana: dalla lotta al cambiamento climatico, alla pandemia, al sostegno alla ripresa globale.In particolare, anticiperemo alcune delle negoziazioni che si terranno durante la COP26 di Glasgow per la quale l’Italia è in partenariato con il Regno Unito.L’Unione europea si è posta obiettivi ambiziosi.Questi includono la riduzione delle emissioni di gas climalteranti del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, e il raggiungimento di zero emissioni nette nel 2050.Tuttavia, senza il coinvolgimento delle maggiori economie mondiali non potremo rispettare gli accordi di Parigi e contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo.L’Unione europea è responsabile di appena l’8% delle emissioni globali.I Paesi del G20 nel loro complesso ne producono circa tre quarti del totale.La crisi climatica può essere gestita solo se tutti i principali attori globali decidono di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo.In tutti questi ambiti, l’Italia intende muoversi con convinzione per tutelare l’interesse dei cittadini italiani e di quelli europei.L’appoggio del Parlamento è decisivo perché la nostra azione possa davvero essere efficace.Vi ringrazio per le vostre osservazioni e per il vostro sostegno.________________________________________Signor Presidente,Onorevoli Senatrici e Senatori,Nell’intervento di oggi intendo affrontare i temi in discussione nel Consiglio europeo di questa settimana. Si tratta di pandemia e vaccini; transizione digitale; costo dell’energia; migrazioni; commercio estero; impegni internazionali e in particolare la COP26.Dopo un avvio stentato, la campagna di vaccinazione europea ha raggiunto risultati molto soddisfacenti.Nell’Unione europea, quasi quattro adulti su cinque hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, per un totale di 307 milioni di persone.In Europa, abbiamo somministrato 130 dosi di vaccino per 100 abitanti, a fronte delle 121 negli Stati Uniti.In Italia, la campagna procede più spedita della media europea.A oggi, l’86% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e l’81% è completamente vaccinata.Voglio ricordare che prima dell’ultimo Consiglio europeo, a fine giugno, meno di un terzo della platea aveva completato il ciclo vaccinale.Negli ultimi quattro mesi, l’Italia ha dunque vaccinato metà della popolazione con più di 12 anni.Uno sforzo straordinario, per cui dobbiamo essere grati al nostro sistema sanitario, a partire da medici e infermieri.Voglio inoltre ringraziare ancora una volta tutti i cittadini che hanno scelto di vaccinarsi, in particolare i giovani e i giovanissimi.E chi ha deciso di farlo nelle scorse settimane, dopo aver superato le proprie esitazioni.La curva epidemiologica è sotto controllo grazie al senso di responsabilità dei cittadini.Questo ci permette di mantenere aperte le scuole, le attività economiche e i luoghi della nostra socialità.Il Consiglio europeo riaffermerà il proprio impegno a contribuire alla solidarietà internazionale in materia di vaccini.Dobbiamo incrementare la fornitura di dosi ai Paesi più fragili, perché possano proteggere i loro cittadini e per impedire l’insorgenza e la diffusione di nuove e pericolose varianti.Solo il 2,8% di chi vive in un Paese a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a fronte di quasi il 50% della popolazione mondiale.L’Italia ha recentemente triplicato le donazioni di vaccino, da 15 a 45 milioni di dosi, da distribuire principalmente attraverso il meccanismo COVAX.A oggi, abbiamo assegnato più di 11 milioni di dosi: tra questi, circa tre milioni ciascuno a Vietnam e Indonesia, 1,5 milioni all’Iran e 700 mila a Libano, Yemen e Iraq.Al Consiglio, discuteremo inoltre dell’approccio europeo per affrontare e superare eventuali future pandemie.Al Global Health Summit dello scorso maggio abbiamo firmato la “Dichiarazione di Roma”, che ci impegna a migliorare la condivisione di dati e conoscenze a livello globale.Dobbiamo investire nella scienza e nella ricerca, che ci hanno permesso di avere vaccini efficaci e sicuri in pochi mesi.A settembre, la Commissione ha inaugurato HERA, l’autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie.Il suo scopo è migliorare il coordinamento interno all’Unione sia nella preparazione che nella gestione di crisi future.Si occuperà ad esempio dell’attivazione di misure di emergenza per lo sviluppo, l’approvvigionamento e la distribuzione di prodotti medici e sanitari.Dobbiamo evitare il ripetersi dei pericolosi episodi di protezionismo sanitario a cui abbiamo assistito nei primi mesi della pandemia.Continueremo a lavorare per migliorare la risposta globale a future crisi sanitarie anche in tutte le sedi multilaterali appropriate.Per quanto riguarda l’agenda digitale, il Consiglio intende definire la tabella di marcia per gli obiettivi del 2030, anche con l’indicazione di scadenze e di un sistema di monitoraggio.Gli obiettivi europei per il 2030 riguardano quattro aree prioritarie: infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici; competenze digitali.L’Italia ha fatto propri questi obiettivi e ne ha anticipato il raggiungimento al 2026, anche grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.Siamo ancora indietro, ma intendiamo colmare rapidamente il divario che ci separa dal resto d’Europa, e in alcuni settori arrivare a guidare la transizione digitale europea.Per farlo abbiamo stanziato 50 miliardi di euro, oltre un quarto della dotazione complessiva del Piano.La Presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti hanno già predisposto meccanismi di verifica sui progressi compiuti.Questi non saranno eccessivamente gravosi e saranno basati su indicatori attendibili.Allo stesso tempo, dobbiamo migliorare la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE nel digitale.Vogliamo trovare soluzioni condivise su quattro versanti: la sicurezza cibernetica, la concorrenza, i servizi digitali e l’intelligenza artificiale.Sul fronte della cybersicurezza, il nostro obiettivo è garantire un quadro normativo chiaro e identificare risposte rapide e coordinate.L’Italia si è dotata di un’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che promuove lo sviluppo di capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e mitigazione.È un tema prioritario per l’Europa, che metterà in campo degli strumenti legislativi appositi.Sulla concorrenza, lavoriamo sulle proposte di regolamentazione europea per il mercato e i servizi digitali.L’Italia sostiene la proposta di Regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione.Intendiamo poi fissare adeguate garanzie per la libertà di impresa e di espressione.Occorre assicurare al contempo la non discriminazione e la corretta attribuzione delle responsabilità sulla distribuzione e pubblicazione di contenuti e prodotti on line.L’Italia sostiene il Regolamento UE sui servizi digitali, anche per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati in Italia.La nostra convinzione è che quello che è illecito off line debba essere illecito anche on line.Infine, sull’intelligenza artificiale, il nostro obiettivo è promuoverne la sperimentazione e renderne l’utilizzo più sicuro e trasparente.Allo stesso tempo, dobbiamo alimentare la fiducia dei cittadini per queste nuove soluzioni tecnologiche.La Strategia nazionale sull’intelligenza artificiale adottata dal Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale costituisce il quadro per migliorare il posizionamento competitivo del Paese.Una sfida decisiva per l’Europa è raggiungere l’autonomia tecnologica nei semiconduttori e nelle tecnologie quantistiche.L’Europa è passata dal 44% della capacità globale di semiconduttori nel 1990 ad appena il 9% nel 2021.Dipendiamo sempre di più dalle forniture extra-europee.Quando queste ritardano o si bloccano, come è accaduto in questi mesi di ripartenza economica, le aziende possono vedersi costrette a fermare o rallentare di molto la loro produzione.L’Unione europea intende produrre il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2030.Per farlo, dobbiamo intervenire subito e con decisione.La Cina e gli Stati Uniti lo stanno già facendo, investendo decine di miliardi ciascuno in questo settore.L’Unione europea deve mettere insieme le capacità di ricerca, progettazione, sperimentazione e produzione di tutti i Paesi europei per creare, ad esempio, un ecosistema europeo di microchip all’avanguardia.Sosteniamo con convinzione la proposta della Commissione UE di adottare uno European Chips Act per coordinare investimenti e produzione europei di microchip e circuiti integrati.Dobbiamo inoltre agire con la massima urgenza per rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato e attrarre investimenti alla frontiera tecnologica.Un altro tema che tratteremo questa settimana è quello dell’energia.Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un forte aumento del costo del gas e dell’elettricità.Questi rincari sono dovuti principalmente ai movimenti dei prezzi sui mercati internazionali.La domanda di energia da parte di famiglie e imprese è aumentata a livello europeo e sui mercati asiatici, e ha contribuito a ridurre le scorte e le forniture disponibili.Il Governo si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette.Lo scorso giugno avevamo già stanziato 1,2 miliardi per ridurre gli oneri di sistema.Poche settimane fa, siamo intervenuti ulteriormente, con più di 3 miliardi, per calmierare i prezzi nell’ultimo trimestre dell’anno, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.Si tratta di misure immediate, a cui dovranno necessariamente seguirne altre di lungo periodo per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e prevenire un’eccessiva volatilità dei prezzi.Il 13 ottobre, la Commissione ha pubblicato una Comunicazione sul tema dell’aumento del costo dell’energia.Il documento descrive gli interventi emergenziali possibili per gestire la situazione attuale e ipotizza soluzioni per rendere le forniture più sicure e affidabili in futuro.Il Governo italiano ha sollecitato la Commissione a esplorare rapidamente l’opzione di acquisti e stoccaggi congiunti di gas naturale su base volontaria con misure di medio periodo.Questa strategia può essere utile per resistere meglio agli shock e sviluppare le capacità industriali di deposito.La Commissione presenterà una proposta di revisione del quadro normativo entro dicembre.Il nostro obiettivo di medio termine resta quello di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare sostanzialmente l’utilizzo di fonti rinnovabili.Vogliamo procedere con la transizione ambientale e rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti per il 2030 e il 2050.Allo stesso tempo, lo Stato deve tutelare le fasce più deboli della popolazione dai costi della trasformazione energetica e assicurarsi che i tempi della transizione siano compatibili con le capacità di adattamento delle aziende.Perché la riconversione del nostro sistema economico abbia successo, è necessario il sostegno di tutti: istituzioni, imprese, cittadini.Dobbiamo portare avanti un’agenda climatica ambiziosa e fare in modo che le nostre scelte siano accettate e condivise in maniera ampia dalla popolazione.Per quanto riguarda le migrazioni, l’Italia aveva promosso una discussione sul tema nel Consiglio europeo di giugno, con l’obiettivo di incoraggiare una gestione davvero europea dei flussi.Anche i Paesi preoccupati dai cosiddetti “movimenti secondari” hanno preso atto dell’importanza di prevenire e contenere i flussi irregolari e di incentivare i canali di migrazione legale.Su quest’ultimo aspetto, l’Europa dovrebbe impegnarsi di più, seguendo ad esempio il modello dei cosiddetti corridoi umanitari.Il Consiglio di giugno si è impegnato a lavorare con i Paesi di origine e di transito, in collaborazione con l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati e l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione.Questa prospettiva concordata ora necessita di un’attuazione puntuale.Due degli impegni previsti hanno scadenza questo autunno.Il primo è la presentazione da parte della Commissione e dell’Alto Rappresentante Josep Borrell, in collaborazione con gli Stati Membri, di piani d’azione per i Paesi di origine e transito prioritari.Questi piani devono includere obiettivi, misure di sostegno e tempistiche precise.Il secondo è la presentazione di un rapporto al Consiglio sul miglior utilizzo possibile di almeno il 10% dei fondi dello strumento di Vicinato, Sviluppo e Cooperazione Internazionale.Quest’estate, l’Italia ha continuato a far fronte agli obblighi internazionali di salvataggio in mare e di garanzia di protezione internazionale agli aventi diritto.Lo abbiamo fatto con umanità e per difendere i valori europei della solidarietà e dell’accoglienza.Ma è essenziale che, già a questo Consiglio, la Commissione presenti piani d’azione chiari, adeguatamente finanziati, e rivolti con pari priorità a tutte le rotte del Mediterraneo, compresa quella meridionale.A questi piani andrà poi data rapida attuazione.L’Unione europea deve inoltre prestare attenzione alla specificità delle frontiere marittime e all’effettiva stabilità politica della Libia e della Tunisia.Intendo proporre che la Commissione europea aggiorni i capi di Stato e di Governo in ciascun Consiglio europeo sul grado di attuazione e di avanzamento degli impegni assunti.Solo in questo modo potremo rendere conto ai nostri Parlamenti e soprattutto ai nostri cittadini dei progressi compiuti a livello europeo, e di quello che ancora resta da fare.Il Consiglio europeo discuterà anche di commercio internazionale.Dall’inizio di quest’anno abbiamo assistito a una ripresa robusta degli scambi tra Paesi.È un’ottima notizia, visto il peso delle esportazioni nella nostra economia.In Italia, i valori dei beni esportati nel secondo trimestre di quest’anno erano del 5% più alti che nello stesso periodo di due anni fa, prima della pandemia.Questa crescita è stata però ostacolata da colli di bottiglia nell’approvvigionamento di materiale e interruzioni nelle catene di fornitura.La difficoltà nel reperire materie prime e componenti, unita a rallentamenti nei processi di trasporto e consegna, hanno contribuito a un aumento del tasso d’inflazione.Un tema fondamentale per la politica commerciale europea è quello del contrasto al protezionismo.E dobbiamo migliorare i meccanismi multilaterali esistenti basati sulle regole e incoraggiarne l’utilizzo ampio e condiviso.Per quanto riguarda la riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, ci auguriamo che la Dodicesima Conferenza Ministeriale di fine novembre abbia successo, e che si superino le criticità nei negoziati sui sussidi alla pesca e sulla politica commerciale e sanitaria post-Covid-19.Infine, il Consiglio discuterà di relazioni esterne.Il 30 e 31 ottobre si terrà a Roma il vertice del G20, che concluderà l’anno della presidenza italiana.La scorsa settimana abbiamo tenuto una riunione straordinaria del G20 sull’Afghanistan, in cui ci siamo concentrati sugli aiuti umanitari, sulla lotta al terrorismo e sulla mobilità.A Roma, ci occuperemo principalmente dei temi della Presidenza italiana: dalla lotta al cambiamento climatico, alla pandemia, al sostegno alla ripresa globale.In particolare, anticiperemo alcune delle negoziazioni che si terranno durante la COP26 di Glasgow per la quale l’Italia è in partenariato con il Regno Unito.L’Unione europea si è posta obiettivi ambiziosi.Questi includono la riduzione delle emissioni di gas climalteranti del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, e il raggiungimento di zero emissioni nette nel 2050.Tuttavia, senza il coinvolgimento delle maggiori economie mondiali non potremo rispettare gli accordi di Parigi e contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo.L’Unione europea è responsabile di appena l’8% delle emissioni globali.I Paesi del G20 nel loro complesso ne producono circa tre quarti del totale.La crisi climatica può essere gestita solo se tutti i principali attori globali decidono di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo.In tutti questi ambiti, l’Italia intende muoversi con convinzione per tutelare l’interesse dei cittadini italiani e di quelli europei.L’appoggio del Parlamento è decisivo perché la nostra azione possa davvero essere efficace.Vi ringrazio per le vostre osservazioni e per il vostro sostegno.

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    Lamorgese: 'Niente ombre sulla polizia'

    Gli agenti non sono uno “strumento di oscure finalità politiche: è un’accusa ingiusta, che getta un’ombra inaccettabile sull’operato delle forze dell’ordine”. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese si difende, di fronte al Parlamento, e tenta di mettere fine a fiumi di polemiche e insinuazioni arrivate dopo dieci giorni di tensioni in piazza per le manifestazioni dei No Pass, cominciate con gli scontri a Roma dello 9 ottobre, passando per i tafferugli a Milano sabato scorso e culminate nello sgombero dei manifestanti al porto di Trieste. Ma la sua informativa resa alle Camere sugli episodi nella Capitale è anche una presa d’atto delle “criticità che, occorre riconoscerlo – dice – hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore”. E rilancia un allarme, chiarendo che “la protesta è intenzionata a non fermarsi”, già in vista della prossima settimana: “ci attende un periodo ancora molto impegnativo, che per altro vedrà a fine ottobre lo svolgimento del G20”. Protestano Lega e Fratelli d’Italia.
    “Nell’immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore. E’ palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati”. Così il ministro dell’Interno Lamorgese, nell’informativa alla Camera sugli scontri a Roma sottolineando “il deficit di sicurezza determinato dalla situazione che ha superato ogni ragionevole previsione” e che non deve “più ripetersi”. C’è stata una lettura politica “che tende ad accreditare la tesi di un disegno assecondato da comportamento delle forze dell’ordine, devo respingere fermamente questa lettura”, perché essa “insinua il dubbio che le forze della polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche. E’ un’ingiusta accusa, che getta un’ombra inaccettabile sull’operato delle forze ordine”, ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Parole che sono state accolte con proteste nell’Aula.
    L’irruzione nella sede della Cgil è stato “il momento più drammatico” e “che ha turbato l’opinione pubblica per la violenza dell’azione distruttiva e lo sfregio alla democrazia. Un momento durato 8 angoscianti minuti, che ha avuto il suo apice tra le 17.32, quando i manifestanti irrompono nella sede sindacale, e le 17.35, quando le forze di polizia riprendono il controllo della situazione e liberano i locali”, ha spiegato Lamorgese, nella sua informativa alla Camera sui fatti avvenuti a Roma il 9 ottobre.
    “Nonostante il richiamo del prefetto di Trieste alla palese illegittimità dello sciopero, è stato attivato un presidio al varco 4”, impedendo lo scarico e carico merci a 700 mezzi pesanti e “a fronte di tale situazione il prefetto ha indetto un comitato urgente di sicurezza in cui si è condiviso di effettuare lo sgombero. Nei momenti di maggiore tensione si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell’ordine pubblico ed è stato necessario l’uso di idranti e lacrimogeni”. Il ministro dell’Interno alla Camera ha parlato di “caratteristiche analoghe ai fatti di Roma” ai cortei verso Palazzo Chigi e Montecitorio.
    “L’obiettivo che dobbiamo prefiggerci è guidare il Paese fuori dalla pandemia senza che le effervescenze delle conflittualità producano traumi o ferite profondi – ha aggiunto Lamorgese – l’andamento delle manifestazioni dell’ultimo fine settimana induce a mantenere massima l’attenzione affinché non sia turbata la tranquillità della comunità nazionale. Lo strumento per garantire questo è il doveroso equilibrio tra il diritto di manifestare il dissenso e la tutela dei diritti e le libertà dei cittadini”.
    “Lei” ministro Lamorgese “su sabato 9 ha mentito e ha fatto una cosa anche più grave. Ministro Lamorgese – ha detto in Aula alla Camera Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI, dopo l’informativa del ministro – non scarichi sulle nostre forze di polizia le sue responsabilità, si vergogni di avere un atteggiamento così irresponsabile verso gli uomini e le donne che si sacrificano ogni giorno per garantire la sicurezza”. 
    “Ci attende un periodo ancora molto impegnativo che per altro vedrà a fino ottobre lo svolgimento del G20”, ha spiegato anche il ministro dell’Interno, Lamorgese. “E’ da considerare prezioso l’apporto informativo volto a considerare ogni pericolo e indirizzare attività di mediazioni che hanno dimostrato l’efficacia nell’abbassare la tensione e decongestionare la piazza”.
    Da febbraio 2020 al 18 ottobre si sono tenute 5.569 manifestazioni di protesta, più della metà nel 2021, e di queste 1.526 tra il 22 luglio e il 18 ottobre, che hanno riguardato la contestazioni al green pass. Sono le cifre elencate dal ministro dell’Interno Luciano Lamorgese nella sua informativa alla Camera. Il 3,4% è sfociato in episodi di violenza, ossia 52 manifestazioni. “Nello stesso periodo – ha detto Lamorgese – lo sforzo di contenimento delle contestazioni di piazza ha portato all’assegnazione di 17.470 unità delle forze mobili di polizia all’autorità di pubblica sicurezza”.
    “Ministro si prenda le sue responsabilità: se l’intelligence non l’aveva capito che sarebbe arrivata quella gente, è grave, se l’aveva capito e non gliel’ha detto è ancora più grave. Si faccia dare una mano, non si isoli nei suoi uffici. Ci sono poliziotti che non si sentono tutelati, isolati, difenda i suoi uomini, non scarichi su di loro le sue responsabilità”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando al Senato, rivolgendosi al ministro Lamorgese. “Nessuna autocritica, un errore grave”, ha detto Salvini.
    “Faccia sentire la sua vicinanza a chi lavora con lei, a fianco. Ma è normale fare una manifestazione alla vigilia del voto, poi idranti a urne aperte, ma neanche in Cile, in Venezuela”, ha detto ancora Salvini parlando al Senato, rivolto al ministro Lamorgese . “A parti invertite, voi della sinistra, avreste mandato i caschi blu dell’Onu, basta ipocrisia. Lei faccia il ministro, sinora non ce ne siamo accorti”.

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    Covid: De Luca, 20 studenti positivi, 99% figli di nox vax

    (ANSA) – NAPOLI, 19 OTT – “Oggi ho ricevuto un messaggio che
    mi ha fatto arrabbiare. Mi dicevano che in una scuola di
    Qualiano ci sono 20 studenti e 7 docenti positivi. Abbiamo fatto
    il contact tracing e per il 99% sono figli di genitori non
    vaccinati”. Lo ha detto il governatore della Regione Campania
    Vincenzo De Luca nel corso del suo intervento a Industria Felix
    a Napoli.   
    “Non ho parole – ha aggiunto De Luca – per esprimere il mio
    disprezzo per chi non ha rispetto per i propri figli. Confondere
    il diritti alla libertà con il diritto di contagiare colleghi e
    familiari e mettere a rischio la ripresa economica del Paese mi
    indigna”. De Luca ha poi anche ricordato che la Campania “è per
    vaccinare tutti – ha detto – e per non dare il tampone gratuito
    a nessuno”. (ANSA).   

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    Comunali: Swg, per Gualtieri metà voti Calenda e 1/4 Raggi

    “A Roma i sostenitori di Calenda hanno in gran parte”, viene stimata la metà, “optato per Gualtieri, il quale ha incamerato anche circa un quarto dei voti di Raggi. Michetti quindi non è riuscito a convincere elettori esterni al suo bacino iniziale e inoltre ha subito un grado di astensione maggiore tra i suoi rispetto alle defezioni nell’area di Gualtieri”. E’ quanto rileva l’edizione ‘Radar’ dell’Swg, che analizza i flussi di voto ai ballottaggi.
    “L’analisi della collocazione politica dei due elettorati rende chiara questa dinamica – viene spiegato -, il consenso di Michetti rimane confinato in gran parte entro i limiti del centrodestra, mentre il sostegno al candidato del Pd al secondo turno si è allargato al centro”.
    “Una situazione simile si rileva a Torino – viene aggiunto -: gli elettori della candidata del Movimento 5 Stelle hanno scelto più Lo Russo che Damilano e, inoltre, nel centrodestra la propensione a tornare alle urne si è dimostrata più debole. L’esponente del centrosinistra era risultato già in vantaggio al primo turno per cui il divario ha potuto solo allargarsi. In particolare, Lo Russo al ballottaggio ha attirato voti anche dalle aree esterne al centrosinistra, ovvero da elettori politicamente non collocati”.
    Nel complesso, quindi, ai ballottaggi di Roma e Torino “gli elettori dei candidati esclusi premiano soprattutto il centrosinistra”.
    I dati sono stati elaborati da una rilevazione Cati-Cami-Cawi su un campione rappresentativo di 1.000 elettori residenti a Roma. Dati riponderati sulla base dei dati reali del Viminale. 

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    Senatrice Granato non mostra green pass ma entra in Senato. Dopo questo caso, non si potrà più entrare senza il certificato

    La senatrice no-pass, Laura Granato (Ac), è entrata a Palazzo Madama, sede del Senato, rifiutando di mostrare il proprio green pass e sta ora prendendo parte alla seduta della Commissione Affari costituzionali, che sta esaminando proprio il decreto che estende l’obbligo del certificato verde a tutti i posti di lavoro. 
    “Non ho intenzione di esibire il green pass” ha detto Granato alla commessa che glielo chiedeva all’ingresso laterale, quello di S. Luigi dei francesi. “Lei può entrare – le ha risposto la commessa -, ma noi dobbiamo fare una segnalazione ai questori”. Granato ha quindi passato il varco e, interpellata dall’Ansa, ha spiegato che in mattinata una scena analoga si era svolta allorché si era recata nel suo ufficio, nel palazzo ex Isma, esterno a Palazzo Madama, situato in piazza Capranica: “Anche in quel caso il commesso mi ha fatto passare annunciandomi che avrebbe fatto una segnalazione ai questori”. Granato si è quindi recata nell’aua della Commissione Affari costituzionali dove è iniziato l’esame del decreto sul green pass, al quale la senatrice di Ac ha presentato diversi emendamenti: “Vediamo che succede quando dovrò entrare in Aula” ha quindi detto ai cronisti. Le sanzioni previste dall’Ufficio di presidenza in caso di mancata esibizione del green pass, possono raggiungere la sospensione fino a 10 sedute, con la decurtazione della diaria”.
    Dieci giorni di sospensione: è la sanzione a carico della senatrice Laura Granato (Ac) che si è rifiutata di mostrare il green pass entrando in Senato. Lo ha deciso il Consiglio di Presidenza, come ha annunciato in Aula la presidente Maria Elisabetta Casellati.
    Granato ha lasciato Palazzo Madama, dopo la decisione del Consiglio di presidenza di irrogarle la sanzione di 10 giorni di sospensione. Ha ascoltato la decisione del Consiglio di presidenza in Transatlantico, seguendo dal monitor l’annuncio fatto in Aula dalla presidente Maria Elisabetta Casellati. Dopo di che la senatrice no pass non ha tentato di entrare in Aula, dove era previsto un suo intervento dopo le comunicazioni del ministro Lamorgese. Granato ha quindi lasciato autonomamente Palazzo Madama.

    Granato entra in Senato senza mostrare il green pass: “mi rifiuto di esibirlo”

     
    I senatori che rifiuteranno di esibire il green pass, non potranno più entrare a Palazzo Madama e nei palazzi adiacenti che fanno capo al Senato. Lo ha deciso il Consiglio di presidenza del Senato che ha esaminato il caso di Laura Granato (Ac) entrata senza mostrare il certificato verde.
    La Commissione Affari costituzionali del Senato aveva sospeso i propri lavori per la presenza in aula della senatrice Laura Granato. Il presidente della Commissione Dario Parrini ha sospeso la seduta in attesa di avere indicazioni da parte dell’Ufficio di Presidenza. “Ho ricevuto una comunicazione ufficiale da parte dei questori – ha riferito ai cronisti Parrini – sulla presenza in commissione di una senatrice che aveva violato il regolamento sul green pass. In accordo con gli stessi questori ho sospeso la seduta perché non si può lavorare quando viene violato il regolamento su un punto così importante come la sicurezza e la salute. Ora attendo le decisioni dell’ufficio di presidenza, sulle modalità per riprendere i lavori”.La Commissione stava esaminando proprio il decreto che estende l’obbligo del certificato verde a tutti i luoghi di lavoro.