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    Il Papa andrà a Cipro e in Grecia

     Il terzo viaggio all’estero di papa Francesco nel corso di quest’anno, dopo quelli in Iraq (5-8 marzo) e a Budapest e in Slovacchia (12-15 settembre), sarà a Cipro e in Grecia, dove il Papa si recherà dal 2 al 6 dicembre prossimi. Lo ha riferito oggi il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni: “Come annunciato, Papa Francesco si recherà a Cipro dal 2 al 4 dicembre prossimi, visitando la città di Nicosia, e in Grecia dal 4 al 6 dicembre, visitando Atene e l’isola di Lesvos. Il Santo Padre si recherà nei Paesi su invito delle Autorità civili ed ecclesiastiche locali. Il programma del viaggio sarà pubblicato a suo tempo”.      

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    Caos M5s, rinviata la conta sul capogruppo in Senato

     La partita sul capogruppo al Senato è rinviata alla prossima settimana ma le fibrillazioni restano altissime tra i Cinquestelle. A Palazzo Madama è ancora in bilico la conferma del contiano Ettore Licheri, che al primo scrutinio ieri ha ottenuto 36 voti, tanti quanti la sua sfidante, Mariolina Castellone. Più o meno quante le firme dei senatori M5s che hanno sottoscritto oggi un’interrogazione al premier Mario Draghi denunciando “assenza di trasparenza” nei confronti di “Parlamento e cittadini” sull’avanzamento del Pnrr.    Giuseppe Conte parla di “sana dialettica”, rifiutando la tesi della spaccatura. Mentre all’interno dell’esecutivo i ministri 5s provano a difendere Reddito di cittadinanza e Superbonus, in Parlamento l’ex premier vorrebbe evitare che la scelta dei due capigruppo – figure cruciali nella delicata partita per il Colle, sempre più vicina – si trasformi in un confronto sulla sua leadership. Intanto smentisce, tramite il suo entourage, qualsiasi frizione con Beppe Grillo e le voci di un gelo del garante nei suoi confronti “.Sono solo falsità.        E sul ‘gelo’ con Grillo, dall’entourage dell’ex premier specificano che si tratta di “un’illazione”. Grillo e Conte “si sentono frequentemente, lo hanno fatto anche in questi giorni, come sempre”.    Alla Camera, Conte spinge per sostituire Davide Crippa e a dicembre l’elezione del nuovo capogruppo si annuncia non meno complessa di quella in scena al Senato, dove rischia di saltare il piano del leader di confermare Licheri.    La candidatura a sorpresa di Castellone (considerata più vicina a Luigi Di Maio, lei si dice “perfettamente nel solco del nuovo corso di Conte”) ha intercettato il dissenso interno: una divisione rispecchiata dai 36 voti a testa del primo scrutinio.
    “Nel gruppo al Senato M5s è in atto un confronto che rafforza il movimento. Questo dibattito ci permetterà di superare questa situazione”. Lo ha detto il ministro degli esteri Luigi Di Maio rispondendo alla domanda su una eventuale spaccatura dei grillini nel gruppo in Senato durante la trasmissione Tg2 Post.    

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    Decreto Infrastrutture: ok definitivo da Senato con 190 sì

    Con 190 voti favorevoli e 34 contrari, l’Assemblea di Palazzo Madama rinnova la fiducia al Governo con approvazione in via definitiva del decreto Infrastrutture e mobilità sostenibile. Il provvedimento diventa legge. Il testo prevede, tra l’altro, la stretta sui monopattini.
    Polemica sulle affissioni discriminatorie. “Da oggi associazioni pro vita e pro famiglia come la nostra avranno sulla loro testa la scure della censura e del bavaglio sui temi quali il gender, l’ideologia Lgbt e l’identità di genere. La discriminazione voluta dal Ddl Zan alla fine è diventata realtà, semplicemente sotto falso nome”. E’ il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, sul voto di fiducia che il governo ha posto, e ottenuto, sul dl Infrastrutture, che vieta “qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto” sia discriminatorio con riferimento anche all’identità di genere. “La dittatura gender non è entrata con il cavallo di Troia del ddl Zan e ora surrettiziamente il Governo Draghi l’ha inserita ugualmente nel Dl trasporti con un emendamento liberticida, a causa del quale non sarà più possibile fare affissioni o camion vela contro il gender, l’utero in affitto e le adozioni per coppie omosessuali. In più, come se non bastasse – aggiunge Jacopo Coghe, vicepresidente della onlus – è stata legittimata la fluidità di genere, come al solito sotto le mentite spoglie delle discriminazioni”. “Abbiamo già sperimentato in passato – conclude la nota di Pro Vita & Famiglia – censure sui nostri manifesti, quando alcuni Comuni hanno bloccato o stracciato le nostre affissioni per norme simili. Non ci siamo arresi allora e non ci arrenderemo ora. Faremo sempre sentire la nostra voce perché la libertà di espressione è sacra ed è sancita dalla Costituzione che, proprio oggi, 4 novembre, è stata ignorata e violata da governo e Senato”. 
    “Il 23 luglio scorso il presidente della Repubblica aveva scritto una lettera in merito alla decretazione d’urgenza richiamando al principio della omogeneità del contenuto delle norme di un decreto-legge. Oggi, in questo dl sulla sicurezza e gli investimenti nelle infrastrutture, viene introdotta una misura ideologica che limita in modo ambiguo e per questo particolarmente pericoloso la libertà di espressione. In particolare introduce nuovamente il concetto di “identità di genere” tipica espressione della nefasta ideologia gender, appena respinta nel Ddl Zan. Questo provvedimento arriva ora al Senato blindato col voto di fiducia, come già alla Camera. Se qualcuno vuol fare passare lo faccia a viso aperto e non tappando la bocca ai parlamentari. Siamo di fonte ad un ennesimo sfregio del Parlamento e al popolo che esso rappresenta”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan in discussione sul dl Trasporti.

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    Comuni: Cosenza, Franz Caruso proclamato sindaco

    (ANSA) – COSENZA, 04 NOV – Franz Caruso è stato proclamato
    sindaco di Cosenza. Assente l’ uscente Mario Occhiuto che ha
    delegato l’assessora Alessandra De Rosa per il passaggio delle
    consegne e l’investitura della fascia tricolore.   
    Franz Caruso, proposto dal centrosinistra, ha ottenuto il 57,7%
    dei voti, aggiudicandosi la vittoria sul quasi omonimo
    competitor Francesco Caruso candidato del centrodestra.   
    “Grazie a tutti – ha dichiarato Caruso – soprattutto ai
    cittadini che oggi sono qui e hanno condiviso con me questo
    momento importante che segna l’inizio di questo nuovo percorso.   
    Sarà un percorso politico – ha poi aggiunto in discontinuità
    rispetto al passato, sebbene le opere avviate saranno completate
    ma con le opportune modifiche. Questa città dovrà essere un
    punto di riferimento per tutto il Meridione, questo è il sogno
    da realizzare. La prima mia azione sarà rivolta ai giovani
    perché non voglio che lascino la loro città “.   
    Sulla Giunta il sindaco ha assicurato che “ci sta lavorando ma è
    quasi pronta e ci saranno degli esterni”. In merito al bilancio
    ha precisato che “i tempi sono stretti e questo mi preoccupa ma
    chiederò un incontro al Prefetto per una proroga”.   
    Proclamati nel Salone di rappresentanza anche i consiglieri
    comunali che andranno a comporre la nuova assise civica. (ANSA).   

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    >ANSA-BOX/ La Francia affossa la campagna europea per il velo

    (ANSA) – ROMA, 03 NOV – “La bellezza è nella diversità come
    la libertà è nell’hijab”. E’ bastata questa frase, accompagnata
    dall’immagine di una giovane donna sorridente divisa a metà – da
    un lato con il velo islamico, dall’altro a capo scoperto -, a
    scatenare una bufera di polemiche intorno alla campagna del
    Consiglio d’Europa contro l’islamofobia e le discriminazioni per
    motivi religiosi e culturali. Appena è stata diffusa online,
    dalla Francia è giunto un fuoco di fila di accuse: dal governo
    di Emmanuel Macron all’estrema destra di Marine Le Pen ed Eric
    Zemmour, tutti d’accordo nell’attaccare l’iniziativa di
    comunicazione, spingendo Strasburgo a fare marcia indietro e
    cancellare i suoi tweet promozionali.   
    A puntare il dito contro la campagna a nome dell’esecutivo di
    Parigi è stata la sottosegretaria di Stato per la Gioventù,
    Sarah El Haïry, definendo “profondamente scioccante” l’immagine
    della donna divisa in due. “È l’opposto dei valori difesi dalla
    Francia”, ha affermato la portavoce del movimento centrista
    MoDem, chiedendo esplicitamente “un ritiro totale e la non
    diffusione di questa campagna né sul sito né sui social
    network”. Contro l’iniziativa di Straburgo si è scatenata anche
    la reazione dell’estrema destra. “È quando le donne si tolgono
    il velo che diventano libere, non il contrario”, ha twittato la
    leader di Rassemblement National, Marine Le Pen. Tra i primi a
    commentare anche Zemmour: “L’Islam è nemico della libertà.   
    Questa campagna è nemica della verità. Promuove il velo per le
    europee”.   
    La polemica è giunta anche nella sala stampa della
    Commissione europea, visto che Bruxelles ha co-finanziato la
    campagna. Ma un portavoce Ue ha precisato che l’esecutivo
    comunitario non ne ha “convalidato” i contenuti, poiché il
    Consiglio d’Europa ha un ruolo indipendente. Un vespaio di
    polemiche di fronte al quale il Consiglio d’Europa ha finito per
    fare dietrofront. “I tweet sono stati cancellati – hanno
    spiegato da Stasburgo – e penseremo ad una presentazione
    migliore del progetto”. (ANSA).   

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    Pedofilia, Papa Francesco: 'Dolore e vergogna per non aver difeso i minori'

    Il “cammino di conversione personale e comunitaria” rispetto alla piaga degli abusi sessuali sui minori è “un cammino che come Chiesa siamo chiamati a compiere tutti insieme, sollecitati dal dolore e dalla vergogna per non essere stati sempre buoni custodi proteggendo i minori che ci venivano affidati nelle nostre attività educative e sociali”. Così il Papa nel messaggio al convegno “Promuovere child safeguarding al tempo del Covid-19 e oltre”, organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII con l’Azione Cattolica e il Centro Sportivo Italiano in collaborazione col Centro per la Vittimologia e la Sicurezza dell’Università di Bologna. 
     Il “processo di conversione” rispetto alla piaga degli abusi sessuali sui minori “richiede con urgenza una rinnovata formazione di tutti coloro che rivestono responsabilità educative e operano in ambienti con minori, nella Chiesa, nella società, nella famiglia. Solo così, con un’azione sistematica di alleanza preventiva, sarà possibile sradicare la cultura di morte di cui è portatrice ogni forma di abuso, sessuale, di coscienza, di potere”, afferma Francesco nel messaggio   

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    M5S: Di Battista, non escludo nascita di nuovo movimento

    “C’è chi vorrebbe che io costruissi un altro movimento politico. C’é la necessità di nuove battaglie e di costruire le fondamenta per qualcosa di concreto. Se poi dovessero essere solide, quelle fondamenta, allora potremo costruire qualcos’altro. Non escludo la nascita di un altro movimento. Non mi interessa la mia personale battaglia, ma la collettività. Una forza politica potrebbe avere successo soltanto a fronte di una richiesta collettiva. Capirò con il tour se esiste questa domanda. Sicuramente c’è un enorme vuoto politico. Ma ci vuole molto tempo. Casaleggio ci mise 5 anni a creare il Movimento”. Così Alessandro Di Battista, ex deputato M5s e ora fuoriuscito dal Movimento, in un’anteprima dell’intervista pubblicata sul nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale – TPI. ” Il primo incontro del mio tour – afferma Di Battista – è andato molto bene, c’era gente in attesa fuori della sala. Ho scelto Siena perché è un esempio lampante della commistione tra politica e finanza. Molte persone sono preoccupate per il governo perché ritengono sia pericolosissimo che non vi siano voci in dissenso”.
    “Alcuni esponenti attuali del M5S mi hanno scritto: “Che bello, finalmente un po’ di aria fresca”. Mi sento in sintonia con Tomaso Montanari, Alberto Negri e, soprattutto, Marco Travaglio. Davide Casaleggio è un amico, lo stimo. Mi trovo in sintonia con lui sulla democrazia diretta. Ma è prematuro dire se sarà dei “miei”. Il fatto stesso che se ne sia andato dal M5s mi pare un segnale che si sia sentito tradito. Lui vuole proseguire il sogno del padre Gianroberto, quello della democrazia diretta, che poi è anche il mio sogno. Non mi sono pentito di essere uscito dal M5s, anzi. Nonostante molti mi chiedano di rientrare”.
    “Anche io – aggiunge Di Battista – credo che far parte del governo Draghi sia stato un tradimento da parte dei miei ex colleghi del Movimento. Perché, ad esempio, il Sì degli iscritti al Movimento affinché nascesse il governo era legato in larga parte al tema della transizione ecologica. Cosa rimane di quella promessa? Nulla. I dirigenti del Movimento dovrebbero fare un recall per verificare se gli iscritti M5S, a distanza di mesi, siano ancora a favore. Luigi Di Maio è sempre stato favorevole, tanto che non perde occasione per elogiare Draghi. Conte ha aperto a Draghi per la corsa al Quirinale? Stimare una persona non significa essere d’accordo con lui. Non si può ancora dire se la cura Conte ha fatto bene al Movimento”.