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    Comuni: Cosenza, Franz Caruso proclamato sindaco

    (ANSA) – COSENZA, 04 NOV – Franz Caruso è stato proclamato
    sindaco di Cosenza. Assente l’ uscente Mario Occhiuto che ha
    delegato l’assessora Alessandra De Rosa per il passaggio delle
    consegne e l’investitura della fascia tricolore.   
    Franz Caruso, proposto dal centrosinistra, ha ottenuto il 57,7%
    dei voti, aggiudicandosi la vittoria sul quasi omonimo
    competitor Francesco Caruso candidato del centrodestra.   
    “Grazie a tutti – ha dichiarato Caruso – soprattutto ai
    cittadini che oggi sono qui e hanno condiviso con me questo
    momento importante che segna l’inizio di questo nuovo percorso.   
    Sarà un percorso politico – ha poi aggiunto in discontinuità
    rispetto al passato, sebbene le opere avviate saranno completate
    ma con le opportune modifiche. Questa città dovrà essere un
    punto di riferimento per tutto il Meridione, questo è il sogno
    da realizzare. La prima mia azione sarà rivolta ai giovani
    perché non voglio che lascino la loro città “.   
    Sulla Giunta il sindaco ha assicurato che “ci sta lavorando ma è
    quasi pronta e ci saranno degli esterni”. In merito al bilancio
    ha precisato che “i tempi sono stretti e questo mi preoccupa ma
    chiederò un incontro al Prefetto per una proroga”.   
    Proclamati nel Salone di rappresentanza anche i consiglieri
    comunali che andranno a comporre la nuova assise civica. (ANSA).   

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    >ANSA-BOX/ La Francia affossa la campagna europea per il velo

    (ANSA) – ROMA, 03 NOV – “La bellezza è nella diversità come
    la libertà è nell’hijab”. E’ bastata questa frase, accompagnata
    dall’immagine di una giovane donna sorridente divisa a metà – da
    un lato con il velo islamico, dall’altro a capo scoperto -, a
    scatenare una bufera di polemiche intorno alla campagna del
    Consiglio d’Europa contro l’islamofobia e le discriminazioni per
    motivi religiosi e culturali. Appena è stata diffusa online,
    dalla Francia è giunto un fuoco di fila di accuse: dal governo
    di Emmanuel Macron all’estrema destra di Marine Le Pen ed Eric
    Zemmour, tutti d’accordo nell’attaccare l’iniziativa di
    comunicazione, spingendo Strasburgo a fare marcia indietro e
    cancellare i suoi tweet promozionali.   
    A puntare il dito contro la campagna a nome dell’esecutivo di
    Parigi è stata la sottosegretaria di Stato per la Gioventù,
    Sarah El Haïry, definendo “profondamente scioccante” l’immagine
    della donna divisa in due. “È l’opposto dei valori difesi dalla
    Francia”, ha affermato la portavoce del movimento centrista
    MoDem, chiedendo esplicitamente “un ritiro totale e la non
    diffusione di questa campagna né sul sito né sui social
    network”. Contro l’iniziativa di Straburgo si è scatenata anche
    la reazione dell’estrema destra. “È quando le donne si tolgono
    il velo che diventano libere, non il contrario”, ha twittato la
    leader di Rassemblement National, Marine Le Pen. Tra i primi a
    commentare anche Zemmour: “L’Islam è nemico della libertà.   
    Questa campagna è nemica della verità. Promuove il velo per le
    europee”.   
    La polemica è giunta anche nella sala stampa della
    Commissione europea, visto che Bruxelles ha co-finanziato la
    campagna. Ma un portavoce Ue ha precisato che l’esecutivo
    comunitario non ne ha “convalidato” i contenuti, poiché il
    Consiglio d’Europa ha un ruolo indipendente. Un vespaio di
    polemiche di fronte al quale il Consiglio d’Europa ha finito per
    fare dietrofront. “I tweet sono stati cancellati – hanno
    spiegato da Stasburgo – e penseremo ad una presentazione
    migliore del progetto”. (ANSA).   

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    Pedofilia, Papa Francesco: 'Dolore e vergogna per non aver difeso i minori'

    Il “cammino di conversione personale e comunitaria” rispetto alla piaga degli abusi sessuali sui minori è “un cammino che come Chiesa siamo chiamati a compiere tutti insieme, sollecitati dal dolore e dalla vergogna per non essere stati sempre buoni custodi proteggendo i minori che ci venivano affidati nelle nostre attività educative e sociali”. Così il Papa nel messaggio al convegno “Promuovere child safeguarding al tempo del Covid-19 e oltre”, organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII con l’Azione Cattolica e il Centro Sportivo Italiano in collaborazione col Centro per la Vittimologia e la Sicurezza dell’Università di Bologna. 
     Il “processo di conversione” rispetto alla piaga degli abusi sessuali sui minori “richiede con urgenza una rinnovata formazione di tutti coloro che rivestono responsabilità educative e operano in ambienti con minori, nella Chiesa, nella società, nella famiglia. Solo così, con un’azione sistematica di alleanza preventiva, sarà possibile sradicare la cultura di morte di cui è portatrice ogni forma di abuso, sessuale, di coscienza, di potere”, afferma Francesco nel messaggio   

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    M5S: Di Battista, non escludo nascita di nuovo movimento

    “C’è chi vorrebbe che io costruissi un altro movimento politico. C’é la necessità di nuove battaglie e di costruire le fondamenta per qualcosa di concreto. Se poi dovessero essere solide, quelle fondamenta, allora potremo costruire qualcos’altro. Non escludo la nascita di un altro movimento. Non mi interessa la mia personale battaglia, ma la collettività. Una forza politica potrebbe avere successo soltanto a fronte di una richiesta collettiva. Capirò con il tour se esiste questa domanda. Sicuramente c’è un enorme vuoto politico. Ma ci vuole molto tempo. Casaleggio ci mise 5 anni a creare il Movimento”. Così Alessandro Di Battista, ex deputato M5s e ora fuoriuscito dal Movimento, in un’anteprima dell’intervista pubblicata sul nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale – TPI. ” Il primo incontro del mio tour – afferma Di Battista – è andato molto bene, c’era gente in attesa fuori della sala. Ho scelto Siena perché è un esempio lampante della commistione tra politica e finanza. Molte persone sono preoccupate per il governo perché ritengono sia pericolosissimo che non vi siano voci in dissenso”.
    “Alcuni esponenti attuali del M5S mi hanno scritto: “Che bello, finalmente un po’ di aria fresca”. Mi sento in sintonia con Tomaso Montanari, Alberto Negri e, soprattutto, Marco Travaglio. Davide Casaleggio è un amico, lo stimo. Mi trovo in sintonia con lui sulla democrazia diretta. Ma è prematuro dire se sarà dei “miei”. Il fatto stesso che se ne sia andato dal M5s mi pare un segnale che si sia sentito tradito. Lui vuole proseguire il sogno del padre Gianroberto, quello della democrazia diretta, che poi è anche il mio sogno. Non mi sono pentito di essere uscito dal M5s, anzi. Nonostante molti mi chiedano di rientrare”.
    “Anche io – aggiunge Di Battista – credo che far parte del governo Draghi sia stato un tradimento da parte dei miei ex colleghi del Movimento. Perché, ad esempio, il Sì degli iscritti al Movimento affinché nascesse il governo era legato in larga parte al tema della transizione ecologica. Cosa rimane di quella promessa? Nulla. I dirigenti del Movimento dovrebbero fare un recall per verificare se gli iscritti M5S, a distanza di mesi, siano ancora a favore. Luigi Di Maio è sempre stato favorevole, tanto che non perde occasione per elogiare Draghi. Conte ha aperto a Draghi per la corsa al Quirinale? Stimare una persona non significa essere d’accordo con lui. Non si può ancora dire se la cura Conte ha fatto bene al Movimento”.   

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    Napoli: Manfredi, subito fondi o non si va avanti

    Subito fondi e personale per Napoli, un intervento non oltre la Finanziaria, altrimenti non si potrà andare avanti e servirà una valutazione con cittadini e forze politiche. In un forum con Repubblica, il neosindaco di Napoli Gaetano Manfredi lancia l’allarme, ipotizza per non lasciare la necessità di un intervento tra i 100 e i 200 milioni l’anno per la spesa corrente, per 5 anni, e lancia un ‘Pnrr delle città’ con una verifica sui processi. Perché c’è “una pioggia di miliardi destinata al Sud, ma rischiano di non arrivare mai sui territori, e di non essere mai spesi”. E senza risposte, “è come fare la Formula 1 senza benzina”. 

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    4 novembre, Mattarella e Draghi all'Altare della Patria

    “L’intero popolo italiano guarda con sentimenti di commozione a tutte le vittime delle guerre. La loro memoria rappresenta il più profondo e sincero stimolo ad adempiere ai doveri di cittadini italiani ed europei”. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un messaggio inviato al Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in occasione del 4 novembre. 
    Il Presidente della Repubblica deporrà una corona sulla Tomba del Milite Ignoto in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate. Alla cerimonia parteciperà anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi.
    LA DIRETTA

    “Soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri e personale civile della difesa, il vostro operato, espressione di valore, professionalità e dedizione, è riconosciuto e apprezzato quotidianamente. Nazioni Unite, Alleanza Atlantica e Unione Europea, rappresentano i riferimenti della nostra politica estera e di sicurezza. In seno a questi Organismi l’Italia opera, grazie al vostro contributo, come protagonista per il mantenimento della pace e della stabilità e per salvaguardare i valori di libertà, giustizia e cooperazione sanciti nella Costituzione. La Repubblica sa di poter contare su ciascuno di voi e sull’indissolubile giuramento di fedeltà che avete prestato. A tutti voi e alle vostre famiglie rivolgo in questa occasione l’augurio più cordiale e l’affettuoso saluto del popolo italiano”.
    “Si ricordano quest’anno quattro importanti anniversari: 160 anni dell’Unità d’Italia, 150 anni di Roma Capitale, 100 anni del trasferimento al Vittoriano della salma del Soldato Ignoto, 75 anni di Repubblica. Momenti fondamentali della nostra storia che troveranno espressione solenne il 4 novembre, Giornata dell’Unità e delle Forze Armate, all’Altare della Patria. In questo giorno il pensiero va a quanti hanno sofferto, sino all’estremo sacrificio, per lasciare alle giovani generazioni un’Italia unita, indipendente, libera, democratica”.

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    Tensione nella Lega, caso Giorgetti al Consiglio federale

    Il caso Giorgetti tiene banco nella Lega mentre il ministro dello Sviluppo viene immortalato a cena con Di Maio. Salvini sfida la fronda interna al Consiglio federale, convoca l’Assemblea programmatica e discute con il premier ungherese Orban e quello polacco Morawiecki sulla formazione di un nuovo gruppo al parlamento europeo che possa unire la Lega con il partito di Orban, fuoriuscito dal Ppe, e il partito polacco Pis, attualmente nel gruppo Ecr al Pe.
    “Il tema dei gruppi è più complesso e soprattutto nella dinamica europea, la costruzione di un gruppo non è facilissima. Sicuramente è una questione che non si risolve oggi e sulla quale siamo disponibili a confrontarci ma di deciso non c’è ancora nulla”. Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni rispondendo a una domanda sul gruppo europeo di destra che si sta costruendo con Matteo Salvini e il fronte dei Paesi sovranisti, dopo l’incontro con il premier Draghi a Palazzo Chigi.
    “L’idea di un presidenzialismo di fatto imposto dall’alto a me non convince, indipendentemente dall’autorevolezza indiscussa del presidente Draghi”. Così la leader di Fratelli d’Italia a una domanda sulla proposta di Giancarlo Giorgetti sul Quirinale. E ha aggiunto: “Poi, se si vuole trattare del presidenzialismo, io sono disponibile anzi noi lo stiamo rilanciando”, sottolineando che per questo “in primo luogo si deve fare una legge costituzionale e poi il presidente va eletto e va eletto dai cittadini”.