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    Papa Francesco lascia monastero Clarisse Spello

    (ANSA) – SPELLO (PERUGIA), 12 NOV – Papa Francesco ha
    lasciato il monastero di Vallegloria, a Spello, dove ha pranzato
    con le clarisse. Lo ha fatto a bordo della Fiat 500 con la quale
    era arrivato. Dall’interno dell’auto con i finestrini abbassati
    il Pontefice, sorridente, ha stretto le mani di alcuni dei
    fedeli (una cinquantina in tutto) che lo attendevano. Uno di
    loro ha gridato “lunga vita al Papa”. (ANSA).   

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    Mattarella, l'impossibile è possibile se c'è fiducia

     “Questa realizzazione dimostra che le cose che appaiono impossibili sono in realtà possibili.    Purché ci sia iniziativa, fiducia, affidamento alla solidarietà”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella partecipando all’inaugurazione del PalaSermig, il palasport del Servizio missionario giovanile. “Questa è una iniziativa che vale per chi la frequenterà potendo, grazie ai volontari, fare sport in maniera aperta e serena, crescendo nella capacità di fare squadra, di competere con gli altri, ma lo è anche come punto di coesione per chi vive qui intorno. E’ esempio di come si vive insieme, di come si è comunità”.    

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    Papa ad Assisi per incontrare 500 poveri

    (ANSA) – ASSISI (PERUGIA), 12 NOV – Papa Francesco è arrivato
    ad Assisi dove incontrerà circa 500 poveri provenienti da ogni
    parte d’Europa nella Giornata mondiale loro dedicata.   
    Per il Pontefice è la quinta volta nella città del Poverello.   
    Prima di recarsi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli
    dove lo attendono fedeli e autorità, si è recato in visita alle
    Clarisse del monastero di Santa Chiara. (ANSA).   

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    Imbrattato Palazzo civico Torino; Lo Russo, offesa comunità

    (ANSA) – TORINO, 12 NOV – L’ingresso di Palazzo civico, a
    Torino, è stato imbrattato nella notte. “Cambia la giunta ma non
    la minestra” è una delle scritte, accompagnata da insulti nei
    confronti del Pd e della polizia e all’annuncio di un corteo
    indetto per il 3 dicembre dai collettivi studenteschi vicini
    all’area antagonista. “Palazzo civico è di tutte e tutti i
    torinesi. Imbrattarlo con insulti è un’offesa a tutta la
    comunità”, commenta su Facebook il sindaco Stefano Lo Russo.   
    “Non è la violenza verbale e il vandalismo a fermare
    l’amministrazione – aggiunge -, proseguiremo con la stessa
    passione e continueremo a preferire il dialogo e il confronto”.   
    (ANSA).   

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    Oltre 50mila casi in Germania, 'annullare grandi eventi'

    Un altro bollettino inquietante allarma la Germania: in 24 ore i nuovi casi di contagio da Covid registrati dal Robert Koch Institut sono stati 50.196. Oltre 10 mila in più rispetto alla giornata precedente, quando pure si era segnato un record, sfiorando i 40 mila. Le vittime sono state invece 255. Una situazione che l’istituto tedesco valuta a questo punto come “molto preoccupante”, esortando a “disdire o evitare le grandi manifestazioni”, oltre che a “ridurre tutti i contatti non necessari”.
    Ancora una volta, la politica e i media non discutono d’altro, e sul dibattito incombono le stime del virologo dello Charité Christian Drosten, il quale ha paventato il rischio di altri 100 mila morti se non si agirà immediatamente. A prendere la parola al Bundestag, in un clima di crescente incertezza, è stato il quasi cancelliere Olaf Scholz: “Dobbiamo mettere la Germania in sicurezza per l’inverno”, ha affermato il vincitore delle elezioni. La conferenza Stato-regioni, sollecitata da Angela Merkel, si terrà però soltanto la settimana prossima, giovedì: sette lunghi giorni nei quali la curva del virus rischia di impennarsi ancora, mettendo a rischio anche il Natale alle porte.
    Tono grave e risoluto, in Parlamento Scholz non si è lasciato interrompere, ha rifiutato una domanda dell’ultradestra e ha annunciato che in Germania come in Italia si farà ricorso al Green pass sul posto di lavoro (che nella Repubblica federale si chiama 3G), auspicando fra l’altro l’estensione del ricorso al regime più duro. Quello che di G ne ha due, e che prevede l’accesso a ristoranti, bar, cinema ed eventi culturali solo agli immunizzati (vaccinati e guariti), escludendo così la possibilità di far valere un test. Il modello è già seguito in Sassonia, da lunedì scorso, annunciato a Berlino, dal prossimo, e in vigore in Baviera, dove per entrare in discoteca si richiede addirittura il ‘2 plus’, con l’aggiunta di un test rapido negativo. Si rilanceranno anche i test gratuiti – uno alla settimana – mentre quelli fai da te che si vendono in giro vanno letteralmente a ruba.
    Gli occhi restano puntati ovviamente sul sistema sanitario, e la situazione cambia molto da regione a regione: l’indice di ospedalizzazione è 4,6 pazienti su 100 mila abitanti in 7 giorni, ma in alcuni Laender è salito a 7, in altri a 13, provocando lo stop delle operazioni ordinarie e la pianificazione di trasferimenti interregionali dei pazienti.
    Proprio il Land di Monaco è alle prese con l’esplosione dei numeri e l’emergenza degli ospedali. Fra i più allarmati c’è dunque il bavarese della Csu Markus Soeder, che dopo aver parlato con i medici della regione ha spiegato: “Abbiamo una crescita esponenziale. Gli ospedali sono pieni, al limite massimo e c’è un sovraccarico anche emotivo in corsia”. I non vaccinati devono esser tenuti fuori dai locali pubblici “ovunque questo sia possibile”. Anche lui vorrebbe l’obbligo vaccinale per sanitari e insegnanti, tema che incontra crescente consenso fra i tedeschi.
    Sui vaccini – fermi a quota 67,3% in Germania – è tornato a insistere anche Scholz al Bundestag: “Dobbiamo lanciare una grande campagna nazionale”, ha annunciato, e spingere sulla terza dose. “Lasciatevi vaccinare – il suo appello – è importante per voi e per il Paese”.   

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    Volontario italiano fermato in Etiopia, situazione delicata

    Sta bene e ci sono contatti per ottenerne la scarcerazione: appaiono questi i due punti fermi nel ‘delicato’ caso di Alberto Livoni, l’operatore umanitario emiliano finito nelle reti della caccia a ogni possibile “quinta colonna” del temuto assedio tigrino di Addis Abeba. Livoni, in stato di fermo da sabato in un commissariato della capitale etiope, viene definito “in buona salute” ed è confortato da visite delle autorità consolari italiane concesse ogni giorno e non solo ogni due come di regola.
    Il 65enne è Coordinatore per l’Etiopia del “Vis” (Volontariato internazionale per lo sviluppo), una ong che affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione professionale di giovani e che è molto attiva nel nord del Tigrè: è la regione da un anno epicentro della guerra civile ingaggiata dal premier, e paradossalmente premio Nobel per la pace 2019, Abiy Ahmed, che si era azzardato a ridimensionare il peso politico dei bellicosi tigrini, per un quarto di secolo al potere in Etiopia nonostante siano minoritari (5%) nel ginepraio della novantina di etnie etiopi.
    Il fermo di Livoni è stato compiuto da forze di sicurezza nella sua abitazione ad Addis Abeba dopo un’irruzione e assieme a lui sono stati fermati due operatori dello staff locale del Vis. Le autorità etiopi vogliono accertare perché il dirigente italiano avrebbe ceduto circa 20 mila dollari a una persona: anche se non è stata formalizzata alcuna accusa, gli inquirenti etiopi sospettano che i fondi siano serviti ad aiutare i miliziani del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Fplt) lanciati ora alla conquista della capitale, e non solo profughi. Con le sorti del conflitto ribaltatesi passando dalla vittoria-lampo proclamata da Abiy un anno fa agli annunci tigrini della conquista di città a circa 400 chilometri dalla capitale etiope, il governo ha proclamato lo Stato di emergenza: un provvedimento che sospende le normali regole e con esse quella che limitava a 72 ore i fermi. “La situazione, dunque, “è delicata”, come notano fonti informate.
    Col chiaro intento di scovare chiunque potrebbe rivoltarsi qualora i tigrini, e i loro alleati oromo, si avvicinassero ancor di più alla capitale, le autorità etiopi hanno scatenato un’ondata di arresti: centinaia, secondo la Commissione etiope per i diritti umani. Fermi che non hanno risparmiato neanche dipendenti di enti internazionali: 72 autisti che lavorano per il Programma alimentare mondiale (Pam-Wfp) a Semera, nel nord del Paese: e almeno 16 dipendenti etiopi dell’Onu, di cui nove ancora detenuti mercoledì. Ma anche prelati: il giorno prima del fermo di Livoni, vi era stata l’irruzione in una scuola infantile gestita dai Salesiani ad Addis Abeba con l’arresto di 17 tra sacerdoti, fratelli e impiegati nel Centro. Un missionario italiano, Padre Isidoro, è stato rilasciato nel pomeriggio ma gli altri etiopi ad oggi sono ancora in stato di fermo. 
       

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    Mattarella: 'Anche Leone chiese la non rieleggibilità del presidente'

    Giovanni Leone, come Antonio Segni, chiese “la non rieleggibilità del presidente della Repubblica con l’eliminazione del semestre bianco”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un incontro al Quirinale in occasione dei 20 anni della morte di Giovanni Leone.  
    “Leone definiva la stampa componente essenziale della società. Ma allora espresse parole profetiche: “la stampa è al servizio della verità ma sappiamo come la verità sia spesso inafferabile, accontentiamoci che ci sia un riscontro oggettivo, la buona fede”. Per concludere credo che si possa fare un caloroso invito ad avere tutto il riguardo per la dignità della persona che va salvaguardata. Difficile trovare una campagna scandalistica come quella rivolta contro Giovanni Leone”, ha aggiunto Mattarella 
    Giovanni leone “non ebbe remore ad abbandonare una responsabilità che gli era congeniale, quella di presidente della Camera. ha mostrato coraggio e generosita a corrispondere all’interesse generale della vita della Repubblica”. Ed anche in un momento grave per il Paese, c’era appena stata Piazza della Loggia, Leone si adoperò per una “lenta ricucitura del tessuto sociale. E quello della ricucitura, del rammendo, è tema che tornerà frequentemente nella pedagogia dei presidenti che si sono succeduti al Quirinale”.