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    Ergastolo ostativo: sì Commissione Camera testo base riforma

    La commissione Giustizia della Camera ha votato il testo base della riforma dell’articolo 4 bis dell’Ordinamento penitenziario, il cosiddetto ergastolo ostativo. Ne dà notizia il presidente della commissione Giustizia e relatore del provvedimento Mario Perantoni, deputato del Movimento Cinque Stelle.    La riforma è stata sollecitata dalla Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittima l’attuale normativa. 
    “Il testo – spiega Perantoni – interviene con il fine di recepire l’orientamento della Corte costituzionale che chiede una revisione della norma attuale. Abbiamo trovato una mediazione tra i valori espressi dalla Consulta e la necessità di mantenere il rigore nei confronti della detenzione dei boss mafiosi, un obiettivo per noi irrinunciabile. Renderò presto noto il termine per la presentazione degli emendamenti”. In commissione hanno votato in favore dell’adozione del testo base tutti i gruppi tranne Fdi. 

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    Gelmini: 'Per ora niente nuove restrizioni'. I governatori: 'Restrizioni solo per i non vaccinati'

    Al momento la validità del green pass resta di12 mesi ma il Governo monitora con grande attenzione l’andamento dei contagi, sappiamo che quelli invernali sono mesi difficili, favorevoli alla diffusione del virus, Valuteremo sulla base dell’andamento dei contagi”. Lo ha detto la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, al programma ‘Start’ di SkyTg24, aggiungendo che “stiamo correndo con la terza dose, dal primo dicembre ci sarà il via agli over 40, per i bimbi attendiamo il responso dell’Ema ma è evidente che poi sarà per tutti e questa volta non abbiamo problemi di quantitativi”.  “Il governo ha assunto decisioni che consentono al nostro paese di restare aperto. Abbiamo l’84% di cittadini vaccinati con due dosi, il governo monitora con grande attenzione l’andamento dei contagi, sollecita la terza dose, ha assunto decisioni sui mezzi di trasporto, per il momento ci fermiamo qui. Le scelte fatte consentono di guardare con discreta tranquillità, ma è evidente che siamo nei mesi più difficili. Valuteremo strada facendo se servirà cambiare l’assetto che ci siamo dati”. Così Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali, alla presentazione del Rapporto Meridiano Sanità, The European House – Ambrosetti.
    Può accadere” che ci sarà la proroga dello stato di emergenza per il Covid, in scadenza a fine anno: “dipenderà dai contagi, non saranno scelte di parte. Il Governo, sostenuto da una maggioranza eterogenea, ha assunto le sue decisioni all’unanimità con un confronto costruttivo in consiglio dei ministri e se ci fosse questo passaggio avverrà in maniera coesa”, ha aggiunto la ministra, aggiungendo: “Stiamo collaborando con le Regioni che chiedono 2 miliardi di euro per risolvere i problemi di bilancio. Il ministro dell’Economia Franco è sensibile alla richiesta e ci sta aiutando a risolvere”.”Non possiamo pensare a restrizioni per questi cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune”. Così scrive su Fb il presidente della Lombardia Attilio Fontana, riferendosi agli “oltre 8 milioni di lombardi che hanno con convinzione e senso di responsabilità aderito alla vaccinazione” contro il Covid.”Se ci saranno nuove restrizioni, queste non potranno essere pagate da coloro i quali si sono vaccinati, perché sarebbe una ingiustizia profonda. Chi si è vaccinato ha dato prova di fiducia nelle istituzioni e io credo che questa fiducia debba essere ripagata”. Lo ha affermato il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, intervenuto all’inaugurazione dell’Anno Sportivo Piemontese questo pomeriggio a Vercelli.
    “Chiederemo al Governo come Regioni che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto”. Lo afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dopo una telefonata con il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. “Se qualcuno deve essere convinto sono coloro che non si sono vaccinati, le misure che devono essere prese, lo devono essere solo per i non vaccinati, non certo per chi ha fatto fino in fondo il suo dovere”.  
    “Mi piacerebbe che l’Italia adottasse lo stesso modello dell’Austria. In lockdown, in zona gialla o arancione, ci vanno solo quelli che non hanno fatto il vaccino”, ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, all’Aria che Tira, su La 7.”Se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni – e il vero gradone è rappresentato a mio avviso dalla cosiddetta zona arancione – queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati. La stragrande maggioranza degli italiani ha dato fiducia alla scienza e con senso di responsabilità nei confronti della comunità si è sottoposta al vaccino. Non sarebbe giusto far pagare a questa maggioranza la scelta incomprensibile di una minoranza, In questo senso concordo con il presidente Fedriga e con il presidente Toti”. Così, in una nota, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

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    Gualtieri da Draghi, sostegno per il rilancio di Roma

    Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha incontrato questa mattina il premier Mario Draghi. “È stato un incontro molto positivo, abbiamo affrontato tutti i temi principali che riguardano il futuro e il rilancio di Roma, a partire dal Pnrr. Abbiamo discusso di infrastrutture, mobilità e delle grandi sfide del Giubileo e dell’Expo. Abbiamo trovato una grande attenzione ed un grande disponibilità da parte del presidente Draghi a sostenere il rilancio di Roma. È l’avvio dei una collaborazione molto positiva”, ha detto Gualtieri.
    Per affrontare l’annoso problema della gestione dei rifiuti di Roma il sindaco intende fare leva anche sul Pnrr e sulla realizzazione di nuovi impianti come i biodigestori. “La situazione attuale è quella di un deficit di impianti e di sbocchi – ha detto Gualtieri al termine dell’incontro con Draghi – Alla fine di ottobre c’è stato un guasto di un impianto a Frosinone, che sta rallentando la raccolta. Stiamo lavorando intensamente per uscire da questa situazione di difficoltà che riguarda la raccolta ordinaria”.
       

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    Cartabia, la riforma della giustizia è una grande sfida ma ce la faremo

    “Sappiamo bene che la sfida e’ formidabile ma crediamo di potercela fare”: la guardasigilli Marta Cartabia, in visita negli Usa, ha rassicurato gli investitori americani sulla riforma della giustizia, che ha definito “la madre di tutte le riforme”. Cartabia ha ricordato che, secondo una indagine del ministero degli affari esteri, la principale preoccupazione della business community “e’ arrivare in Italia e restare bloccati per qualsiasi ragione in procedimenti che durano troppi anni”, con effetti sulla reputazione degli investitori.  “La questione tempo e’ importante anche per le vittime dei crimini le cui denunce meritano interventi rapidi in tempi ragionevoli”, ha aggiunto. L’obiettivo e’ snellire processi che durano in media 7 anni e mezzo nel civile e oltre 5 nel penale. “Troppo”, ha detto, parlando di una “palla al piede” che “rallenta l’intero Paese a detrimento della nostra vita socio-economica presente e delle generazioni future”. 
    “E’ tempo di cambiamenti, di non avere paura di prendere decisioni impopolari o di disturbare abitudini consolidate. Per questo il governo Draghi sta intraprendendo il programma di riforme coraggiosamente, risolutamente, pragmaticamente e collettivamente”: ha detto inoltre la ministra, illustrando le riforme della giustizia nella residenza dell’ ambasciatrice a Washington Mariangela Zappia davanti ad una platea della business community Usa, presenti giornalisti italiani e americani. 
       

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    Mattarella: 'Sconcertante quanto avviene a confini dell'Europa'

    “E’ sconcertante quanto avviene ai confini dell’Ue, c’è un divario con i principi proclamati”. Lo afferma il capo dello Stato Sergio Mattarella parlando del dramma dei migranti all’inaugurazione dell’anno accademico a Siena. Sorprendente il divario tra i grandi principi proclamati e non tenere conto della fame e del freddo a cui esposti esser umani a confini Unione”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.
    Il capo dello Stato rilancia l’appello all’accoglienza e cita l’esempio dell’Ateneo di Siena nell’accoglienza agli afgani. Scelta importante e “significativa” quella dell’Ateneo di Siena di accogliere alcuni studenti afghani, “di fronte a un fenomeno che si è visto in diverse parti nell’ambito europeo, di strano disallineamento, di incoerenza, di contradditorietà tra i principi dell’Ue, tra le solenni affermazioni di solidarietà” verso gli afghani “e il rifiuto di accoglierli. Singolare atteggiamento pensando all’atteggiamento e ai propositi dei fondatori dell’Ue che individuarono e indicarono orizzonti vasti, importanti, pur consapevoli della difficoltà per raggiungerli ma da affrontare con coraggio”.

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    Madre si incatena a Perugia per figlio morto sul lavoro

    (ANSA) – PERUGIA, 15 NOV – Si è incatenata alla cancellata
    della Fontana Maggiore, nel centro storico di Perugia, esponendo
    accanto uno striscione anche le foto del cadavere del figlio
    morto in un incidente sul lavoro Lena Dodaj, la madre di
    Maringleno Dodaj, deceduto all’età di 25 anni, il 18 novembre
    del 2011, dopo essere precipitato dal tetto di una ditta di
    Narni Scalo. “Voglio giustizia per mio figlio e resterò qui
    finché avrò forza” ha detto la donna ai giornalisti.   
    Sul posto è intervenuta anche la Digos della questura che sta
    tenendo sotto controllo la situazione.   
    “Mi appello a tutta la stampa nazionale perché voi siete la
    voce dei cittadini. Siamo vittime della magistratura” c’è
    scritto sullo striscione. “Mio figlio è stato seppellito a mia
    insaputa” un’altra delle frasi.   
    La donna è già stata protagonista di iniziative analoghe
    davanti al tribunale di Terni. “Manca la cosa principale,
    l’autopsia. L’unica cosa che può stabilire la causa della morte
    ma il magistrato non ha mai accettato. Non posso più vivere
    così” ha detto. (ANSA).   

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    Letta, un patto per la manovra poi parleremo del Quirinale

    Un patto di tutti i leader con il premier Draghi per mettere al sicuro la legge di bilancio, subito dopo si potrà cominciare a parlare dell’elezione del nuovo capo dello Stato. Intervistato dalla Stampa, il segretario del Pd Enrico Letta chiede ‘un’assunzione di responsabilità’: ognuno rinunci “alla sua bandiera per un risultato condiviso da tutti”. Immaginare “che sulla prima manovra di questo governo ci possa essere un Vietnam parlamentare non è accettabile di fronte a decisioni da prendere attese da milioni di cittadini, come quella sulle pensioni”.
    Per quanto riguarda la pandemia, “non possiamo permetterci la quarta ondata, perché la fatica sociale del Paese è troppa” e quindi bisogna accelerare sulla terza dose ed essere “netti e irreprensibili sui Green Pass. La decisione di vietare i cortei no Vax nei centri storici è giustissima”, sottolinea.
    Sul nodo dei migranti di cui ha parlato recentemente anche il premier, secondo il leader dem è venuto il momento “di cambiare completamente strada, prendendo atto che quella seguita fin qui è fallita”. Bisogna “uscire temporaneamente dai trattati, che costringono all’unanimità e concedono a Orban un diritto di veto che ci si ritorce contro, e fare un negoziato tra Italia, Spagna, Francia e Germania. Un ‘Migration compact’ aperto ai volenterosi e di cui penso alla fine potranno far parte 25 Paesi”, per agire con “strategie e strumenti che consentano forme di redistribuzione e di gestione delle politiche migratorie efficaci e lungimiranti”. Per Letta, il confronto politico in Italia “è e sarà tra sovranisti ed europeisti.
    Perché Salvini e Meloni lì sono e lì vogliono andare – ribadisce -. Dobbiamo essere all’altezza di questa sfida”. Il segretario del Pd vorrebbe “un decennio progressista a livello europeo”. Per farlo serve “avere tanti voti, essere convincenti e trovare una forza che oggi ancora non abbiamo”.Tra gli altri temi, la vicenda della mancata approvazione della legge Zan che, dice Letta, “è stata un vulnus. L’immagine che il Senato ha dato, quell’applauso volgare e sguaiato, è rimbalzato in tutto il mondo”. E i finanziamenti alla politica: “Credo che ci sia bisogno di rimettere mano complessivamente al finanziamento della politica. La legge che feci io – che non abolisce il finanziamento pubblico, ma crea il meccanismo del 2 per mille – non è stata seguita dal completamento necessario. È oggettivo che ci siano dei problemi”.
    “Silvio Berlusconi è favorevole e io con lui”. Così Antonio Tajani, interpellato al telefono dall’ANSA, commenta la proposta del segretario Pd Enrico Letta di un tavolo dei leader della maggioranza con il premier Mario Draghi per siglare un patto sulla legge di bilancio, prima di aprire il dossier Quirinale.
    Il leader della Lega, Matteo Salvini, “ribadisce la piena disponibilità a collaborare, come già aveva proposto il 13 ottobre al presidente Mario Draghi”: lo fanno sapere fonti del partito, sottolineando che “in quell’occasione, il leader della Lega aveva suggerito un tavolo con tutti i segretari dei partiti della maggioranza per sminare il più possibile il cammino del governo ed evitare inutili muro contro muro come quello voluto da Pd e 5Stelle sul Ddl Zan”.
    “Mettere in sicurezza i conti del Paese, per non perdere il grande lavoro che ha consentito la ripresa dell’Italia, prima di occuparsi del Quirinale. Lo diciamo da tempo e siamo assolutamente d’accordo a lavorare su questo”. Lo dichiara Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, rispondendo all’ANSA sulla proposta di un tavolo dei leader della maggioranza per blindare il passaggio parlamentare della manovra.