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    Ok del Cda alle nomine Rai. Maggioni al Tg1

       Via libera del Cda della Rai, a maggioranza, alle nomine alle testate giornalistiche. Secondo quanto si apprende, è stato dato parere favorevole alla nomina di Monica Maggioni al Tg1, Gennaro Sangiuliano al Tg2 e Simona Sala al Tg3 con Mario Orfeo alla direzione Approfondimento. Al Gr Radio e Radio Uno al posto di Sala va Andrea Vianello. Alla Tgr confermato Alessandro Casarin, mentre a Raisport va Alessandra De Stefano al posto di Auro Bulbarelli. 
       Il consigliere indicato dal Movimento 5 Stelle Alessandro Di Majo ha votato contro tutte le nomine, mentre quello indicato dai dipendenti Riccardo Laganà si è astenuto in alcune votazioni. In particolare – si apprende ancora – Monica Maggioni al Tg1, Gennaro Sangiuliano al Tg2, Andrea Vianello al Gr, Alessandro Casarin alla Tgr, Antonio Preziosi a Rai Parlamento, Mario Orfeo all’Approfondimento e Alessandra De Stefano allo Sport hanno ottenuto 5 voti favorevoli e 1 contrario. Simona Sala al Tg3 e Paolo Petrecca a Rainews hanno ottenuto 4 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astenuto.
       “Il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunito oggi a Napoli sotto la presidenza di Marinella Soldi, ha dato parere favorevole alle nomine proposte dall’Amministratore Delegato Carlo Fuortes per le direzioni delle testate giornalistiche, tutte coperte da risorse interne all’azienda”. E’ quanto si legge in una nota di Viale Mazzini. “Monica Maggioni – si legge ancora – è la nuova direttrice del Tg1, la cui guida per la prima volta è affidata a una donna. Gennaro Sangiuliano viene confermato alla direzione del Tg2, mentre Simona Sala assume la direzione del Tg3. Andrea Vianello le subentra alla guida del Giornale Radio e di Radio1, e a Paolo Petrecca viene affidata la direzione di RaiNews24 e di Rainews.it. Alessandro Casarin e Antonio Preziosi sono confermati direttori rispettivamente della Tgr e di Rai Parlamento, mentre Alessandra De Stefano è la nuova direttrice di Rai Sport. Il Cda ha inoltre dato parere favorevole alla nomina di Mario Orfeo alla direzione del nuovo genere Approfondimento”.   

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    Pensioni: Draghi annuncia in Cdm apertura tavolo su riforma

    Il premier Mario Draghi, a quanto si apprende, ha annunciato in Consiglio dei ministri che il governo aprirà un tavolo di confronto con i sindacati sulle pensioni, per introdurre più flessibilità in uscita dal 2023. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando stamane in un’intervista tv ha spiegato che il confronto sulla riforma si chiuderà “nei primi mesi del prossimo anno”. 

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    Fico, serve una riforma di sistema per la Rai

       “Non entro nel merito delle nomine, ma quello che dico da anni è che dobbiamo affrontare una legge sulla governance, una riforma di sistema sul rapporto fra Parlamento, governo e Rai. È una legge che ho presentato durante il governo Renzi, ci ho lavorato tanto come presidente della commissione di vigilanza, la legge di oggi non la condivido, invece di parlare di nomine parlerei di legge strutturale”. Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, su Radio24.    “Serve una cultura dell’indipendenza molto più alta, dobbiamo definire una nuova missione per la Rai”. 
    Lei andrà in Rai? “Io non entro nel merito di queste dichiarazioni, proprio da presidente della Camera, è chiaro che io credo che il Movimento debba lavorare compatto anche con le linee che insieme ai capigruppo vengono date”, risponde il presidente della Camera, a proposito della protesta del M5S per nomine in Rai.
       “Il lavoro di Conte – aggiunge – va nella giusta direzione, sta dando una impronta forte al Movimento, ci sono tanti temi sul tavolo, è una strada lunga, ma il progetto è solido e lo condivido. Bisogna riuscire a lavorare tutti nella stesa direzione. Le discussioni sono importanti, ma poi si va tutti nella stessa direzione. Penso che stia avvenendo, siamo all’inizio di un percorso”.
    Per le riforme costituzionali, sottolinea Fico, “i tempi sono stretti ma ci si può fare, il punto è un grande accordo fra i partiti, mentre per le leggi costituzionali che già hanno fatto una prima lettura si può fare la seconda lettura. Su questo discuteranno le forze politiche, i tempi ci sono. Per fare una riforma completa sono stretti ma se le forze politiche si mettono a un tavolo per farle il tempo c’è”.  “Le riforme costituzionali sono sempre state complesse. Sui punti in cui tutti sono d’accordo si può lavorare insieme e accelerare il processo di riforma”   

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    Conte attacca sulla Rai: 'M5s non andrà più in tv'

    “Fuortes non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare una forza politica come il M5s: siamo alla degenerazione del sistema e per questo il M5s non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico”. Lo ha detto il Presidente M5s Giuseppe Conte in una dichiarazione alla stampa. “Vorrà dire che a partire da oggi continueremo le nostre battaglie facendo appello diretto a tutti i cittadini italiani” ha aggiunto Conte che ha accusato i vertici Rai di aver eliminato “qualsiasi parvenza di pluralismo” decretando “la definitiva degenerazione del sistema”.LE REAZIONI DEGLI ALTRI PARTITI”L’amministratore delegato Fuortes aveva il potere di scegliere e ha scelto di sottrarsi al confronto istituzionale. Nel merito poi aveva varie possibilità ed ha scelto invece la vecchia logica delle istanze dei partiti politici, scegliendo però di escludere il partito di maggioranza relativa, quello che rappresenta 11 milioni di elettori”. Così il leader M5s in una dichiarazione alla stampa dove aggiunge: “come M5s ci chiediamo che ruolo ha avuto il governo in tutto questo”. Questa, ha aggiunto, “si chiama lottizzazione”.L’ad “ha rinviato l’incontro richiesto nei giorni scorsi dai consiglieri di amministrazione Rai e ha rinviato la convocazione già programmata davanti alla Commissione di Vigilanza Rai” ha detto Conte parlando del “metodo” scelto da Fuortes per la nomina dei nuovi direttori di testata . Quanto “al merito delle scelte, Fuortes poteva affidarsi a vari criteri: ha scelto di continuare ad applicare la vecchia logica che prevede di tenere conto delle istanze delle varie forze politiche. Nell’applicare questo criterio ha però scelto di escludere, fra tutte le forze dell’arco parlamentare, unicamente il Movimento 5 Stelle”. Quanto alla lottizzazione, “le logiche che da tempo guidano il servizio pubblico non ci piacciono e non ci sono mai piaciute. Anche noi ci siamo ritrovati prigionieri di questo sistema che abbiamo denunciato molte volte, ma non abbiamo numeri sufficienti per modificarlo come abbiamo già proposto. Un nostro disegno di legge, però, è stato incardinato in Commissione in Senato, per intervenire sulla governance della Rai e liberarla finalmente dall’influenza della politica”.”L’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, dopo essersi negato in commissione di Vigilanza, ha scelto di effettuare delle nomine che rispondono alla solita, vecchia logica della lottizzazione. Una logica che non abbiamo mai condiviso e che, anzi, vogliamo finalmente eliminare”. Ad affermarlo, in una nota, i membri del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai. “Abbiamo infatti presentato un disegno di legge – spiegano – che è stato incardinato in Senato, proprio per intervenire sulla riforma della governance e liberare il servizio pubblico dall’influenza della politica. La scelta di non partecipare ai programmi Rai è il nostro segno di dissenso nei confronti di chi reputa il servizio pubblico un affare privato con cui curare i propri interessi. Il Movimento 5 Stelle con Conte ha fatto la sua mossa perché la Rai possa cambiare. Adesso è il momento per le altre forze politiche di dirci e dire pubblicamente ai cittadini cosa vogliono fare”.”Senza entrare nel merito delle ragioni della scelta, mi dispiacerebbe perdere un elemento di sicuro arricchimento come i Cinque Stelle in trasmissione”. Così Bruno Vespa commenta con l’ANSA la scelta del M5S, annunciata da Giuseppe Conte, di non far più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico.  

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    Rai, le reazioni. Renzi: non serve piano per distruggere M5s, basta Conte

    “La posizione grillina sulla Rai dimostra che non c’è bisogno di piani segreti per distruggere i Cinque Stelle: basta lasciar fare a Giuseppe Conte. Fa tutto da solo. Un anno fa mandava veline e immagini al Tg1, oggi annuncia che non andranno più in TV. È stato bello, grazie di tutto. In momenti come questi, un pensiero ritorna alla mente: sì, ne valeva la pena”. Lo scrive su Facebook il leader di Italia viva Matteo Renzi.”Resta una buona norma per la politica non commentare le nomine dei direttori dei Tg Rai. Vale anche per GiuseppConte. Monica Maggioni e Simona Sala sono delle grandi professioniste, questo dovrebbe garantire tutti”. Lo scrive su Twitter il senatore Pd Andrea Marcucci commentando la polemica innescata dal leader del M5S.”Nostalgici delle nomine lottizzatorie, quelle sì, che avevano fatto quando Conte immeritatamente stava a Palazzo Chigi i Grillini strepitano sulle vicende della Rai. Quello che dicono Conte e company è ridicolo e patetico al tempo stesso. Hanno imposto, quando hanno avuto maggiore potere, scelte sbagliate sia nel campo del servizio pubblico radiotelevisivo che in altri settori. Dovranno rendere conto e ragione di tante loro malefatte e adesso si mettono a piagnucolare. Le parole di Conte sono irricevibili. Se poi non andranno più davvero in TV, ma vedremo se manterranno questo impegno, l’audience non potrà che trarne effetti benefici. Conte ha perso una ulteriore occasione per tacere”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri componente della Commissione di vigilanza Rai.”Mi chiedono spesso perché considero i 5S un male per la politica. Anche per questa roba qui. Hanno iniziato dando dei ladri a tutti e appena toccato il potere sono diventati dei lottizzatori seriali. Non esistono più. Basta rendersene conto e non continuare a dargli corda”. Lo scrive su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda.”Ho sempre pensato e detto che l’unico modo per escludere i partiti dalla Rai sia di privatizzare l’azienda (prima che faccia la fine di Alitalia). Ma l’attacco sulle nomine e la minaccia di Conte di ‘boicottare’ l’informazione Rai lamentando una presunta esclusione del M5S in questa tornata di nomine, a differenza del passato pare di capire, è lunare: la più vecchia logica partitocratica, con i partiti che considerano la Rai loro proprietà”. Lo scrive il segretario di Più Europa e Sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.”Non andremo più in tv”. Lo avevano già detto i 5 Stelle, ve lo ricordate? Poi si sono scelti canali, direttori e conduttori imponendo le dirette one-man-show da Palazzo Chigi. Conte era abituato così, non deve aver digerito bene il nuovo corso di Fuortes. Ma vedrete che anche stavolta durerà poco. Non hanno mai mantenuto una promessa: torneranno”. Lo ha detto in un post su facebook il presidente di Italia Viva Ettore Rosato. “Monica Maggioni, Gennaro Sangiuliano e Simona Sala sono nomi autorevoli, professionisti ben preparati che meritano il plauso di tutti. Trovo inusuale e bizzarro che ci sia chi interferisca sulla questione delle nomine dei direttori dei tg Rai”. Così il senatore UDC e presidente nazionale del partito, Antonio De Poli.”Giuseppe Conte ha detto una cosa sacrosanta: le logiche che guidano il servizio pubblico non ci piacciono e non ci sono mai piaciute. Per questo ho presentato un disegno di legge che ha l’obiettivo di spezzare il legame della politica con la Rai. Un provvedimento incardinato in commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni che fatica ad andare avanti. Il Movimento 5 stelle continuerà sempre a battersi per garantire il pluralismo dell’informazione, ma serve la volontà di tutte le forze politiche altrimenti si andrà avanti sempre per logiche spartitorie”. Così, in una nota, il vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai Primo Di Nicola, del Movimento 5 Stelle.

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    Mattarella: 'Parlamento tempio della democrazia, sintesi bene comune'

    Un lungo applauso ha accolto il presidente Sergio Mattarella al suo arrivo nell’aula del Congresso spagnolo. “Siamo felici di accogliere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”, ha detto la presidente del Congresso dei deputati Meritxell Batet prima di introdurre il discorso del capo dello Stato. 
    “Ogni Parlamento è tempio della democrazia. Il confronto fra diverse visioni vi trova posto, in vista di una sintesi orientata al bene comune. Un confronto che è essenza della democrazia e affermazione dello Stato di diritto, perché iscritto entro i limiti e le garanzie della Costituzione. Punto di incontro di tutti i cittadini e – al tempo stesso – punto di partenza per garantire pace sociale, benessere e sviluppo”, ha detto Mattarella parlando al Congresso spagnolo.
    “Tocca ai Parlamenti colmare il divario tra la traiettoria segnata dalle aspirazioni racchiuse nei testi costituzionali e le condizioni reali, attraverso il confronto politico. Si tratta di un compito arduo e appassionante”. 
    “La lunga esperienza di membro del Parlamento ha consolidato le mie convinzioni sulla insostituibile centralità della funzione parlamentare – ha aggiunto Mattarella – nello sviluppo di una società nazionale e nella capacità di trasmettere una dimensione di partecipazione democratica negli organismi multilaterali in cui sempre più la comunità internazionale è destinata a organizzarsi. In questa sede – nel Parlamento – Onorevoli rappresentanti, risiede la libertà di un popolo”.
    “Italia e Spagna sono Paesi fra i quali esiste una naturale, fraterna condivisione. I nostri legami discendono dalla storia, dalla comune radice latina delle nostre lingue, dalla appartenenza a un orizzonte geografico e culturale che è al contempo europeo e mediterraneo. Questi vincoli hanno forgiato una relazione straordinaria tra le nostre popolazioni, con aspirazioni e visioni che si sono reciprocamente arricchite. Entrambi i nostri Paesi sono al centro di un’area, il Mediterraneo, in bilico tra possibile marginalità negli assi di sviluppo globali e incisiva integrazione tra due continenti, Africa ed Europa. Appare allora naturale lavorare insieme, affinché le nostre istanze possano ricevere adeguata considerazione, irrobustendo e fortificando così l’intero edificio dell’Unione Europea”. 
    “I Parlamenti – insieme alle nostre società civili – rappresentano una forza “propulsiva” della nostra relazione. La fucina ove idee e sensibilità si trasformano in linee politiche”, ha spiegato il presidente della Repubblica.
    “Stiamo attraversando un periodo di grandi trasformazioni, di imperiosa crescita della tecnologia, di rinnovate tensioni al livello planetario e di crisi ai nostri confini. Un periodo nel quale sarà decisivo mantenere costante l’attenzione sulla salvaguardia dei diritti, delle libertà e delle tutele, faticosamente conquistate a partire dal secolo scorso. Sono temi che i Parlamenti nazionali, unitamente all’Assemblea di Strasburgo, dovranno considerare al centro della propria agenda”.
     “La pandemia ha messo in luce quanto la nostra società sia dipendente da infrastrutture critiche, il cui controllo assume un’importanza centrale. Ha evidenziato quanto incidano carenze e ritardi nei processi di digitalizzazione. Da esse dipendono non soltanto le nostre relazioni, la nostra competitività, ma anche la capacità di garantire ai nostri cittadini una cornice di sicurezza, premessa di uno sviluppo in linea con i nostri valori. La sovranità, la sovranità europea – una “nostra” sovranità – in campo tecnologico e digitale è in proposito determinante” ha detto Mattarella parlando al Cotec di Malaga.
    Questa di una sovranità europea digitale è ormai, ha aggiunto il presidente Sergio Mattarella, “un’esigenza che diventa ogni giorno più pressante. Pensiamo, ad esempio, a quanto incida sulla libertà del cittadino la tutela della privacy rispetto a tecniche sempre più invasive di “profilazione”. Al valore che ha la certezza della salvaguardia della dignità della persona di fronte a sistemi pubblici e privati di conservazione e impiego dei dati, a partire da quelli in materia sanitaria. In un’economia nella quale una buona fetta di valore aggiunto è fornita dalla quantità di dati che si riescono ad accumulare e scambiare, la modalità di gestione degli stessi diventa espressione diretta di un preciso impianto valoriale e di una nuova stagione di tutela dei diritti umani”. 
    “Accanto al ruolo di “potenza normativa” – ha detto il Presidente – , l’Europa deve dotarsi di una efficace strategia digitale anche sul piano industriale, per poter essere davvero garante della applicazione dei principi elaborati e introdotti nella normativa comunitaria, perché venga offerta una pluralità di scelte di qualità ai propri cittadini e per restare al passo con le altre grandi piattaforme globali, al momento in grandissima parte non europee. In effetti oggi proviene dall’Unione Europea meno del 4% delle principali piattaforme online. In questo, le politiche per l’innovazione svolgono un ruolo centrale e con Next Generation EU, abbiamo compiuto un passo nella giusta direzione. La direzione è quella di fornire a tutti i cittadini europei un orizzonte comune nel quale operare attraverso le “transizioni gemelle”, verde e digitale, trasformazioni profondissime e non più rinviabili, che ci consentano di sviluppare le nostre società nel segno della sostenibilità, senza venire meno ai nostri valori fondanti”.
    “Abbiamo bisogno di investire nel nostro futuro. E possiamo farlo, solo se lo faremo assieme, oltre NextGen, oltre il 2030. Davanti alle sfide del prossimo decennio, Spagna, Portogallo e Italia, uniti da una duratura e fiorente collaborazione, possono farsi promotori di una visione condivisa che ambisca a una maggiore incisività dell’azione europea nel campo dell’innovazione, facendo ricorso a strumenti comuni, a beneficio di tutti i cittadini europei”.
    “Consentitemi, infine, di rivolgervi un invito che è anche un auspicio. L’invito a non cedere mai alla tentazione di restringere la nostra azione nell’ambito di recinti. Di continuare sempre nella ricerca di nuove prospettive, di nuovi spazi, di nuovi orizzonti che ci facciano avanzare nel segno dell’integrazione, dell’inclusione e quindi di un progresso autentico”, ha aggiunto Mattarella. 

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    Rai: Fuortes propone Maggioni al Tg1, Sangiuliano al Tg2 e Sala al Tg3

    Monica Maggioni al Tg1, Gennaro Sangiuliano al Tg2 e Simona Sala al Tg3 con Mario Orfeo verso la direzione Approfondimento. Sono queste – secondo quanto si apprende – le proposte di nomina presentate dall’ad Carlo Fuortes ai consiglieri in vista del cda in programma domani.
    Alla direzione del Gr Radio Andrea Vianello che lascerebbe il posto a Rainews a Paolo Petrecca. Alla Tgr confermato Alessandro Casarin, mentre a Raisport l’indicazione dell’ad è Alessandra De Stefano al posto di Auro Bulbarelli.
    La lite tra i partiti sarebbe andata avanti fino alle ultime ore prima dell’invio dei curricula con insistenti voci di rinvio. Il Movimento Cinque Stelle, in particolare, ha contestato la scelta di destinare Monica Maggioni al Tg1 al posto di Carboni, che al momento resterebbe senza incarico. Fibrillazioni questa mattina anche a Viale Mazzini, dove i consiglieri avrebbero rifiutato un incontro con l’ad Carlo Fuortes contestando il fatto di non essere stati coinvolti nelle scelte. Ora la partita si sposta alla riunione del cda di domani a Napoli. Le proposte dell’ad devono essere sottoposte al parere del cda, che è vincolante in caso di maggioranza dei due terzi.

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    Manovra: da venerdì tavolo Franco-partiti su taglio tasse

     A partire dalla fine di questa settimana, probabilmente da venerdì, il ministro dell’Economia Daniele Franco avvierà le riunioni con i partiti della maggioranza per trovare una sintesi su come utilizzare gli 8 miliardi previsti in manovra per il taglio delle tasse. Al tavolo, secondo quanto si apprende, ci saranno Laura Castelli per il M5S e Maria Cecilia Guerra per Leu, rispettivamente viceministro e sottosegretaria al Mef, per Italia Viva ci sarà il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin, Alberto Bagnai per la Lega, Antonio Misiani per il Pd, Gilberto Pichetto, sottosegretario al Mise, per Forza Italia.