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    Il Trattato del Quirinale e la tabella di marcia

    Italia e Francia stringono un’alleanza rafforzata che prevede, tra le altre cose, un vertice intergovernativo con cadenza annuale e la partecipazione di un membro del governo di un Paese al Consiglio dei ministri dell’altro, almeno una volta ogni tre mesi. Questo il quadro in cui opera il Trattato del Quirinale, diviso in un preambolo e 12 articoli e accompagnato da una tabella di marcia (o programma di lavoro) che rende operativi gli accordi.
    * AFFARI ESTERI – Portare a livello globale le priorità identificate dal Trattato, e in particolare: rafforzare la lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata, le violazioni dei diritti umani, inclusa la tratta degli esseri umani, i traffici illeciti e la cooperazione nello spazio cibernetico, così come la lotta contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa. Difendere una riforma ambiziosa dell’Oms, traendo insegnamento dalla crisi del Covid-19; sostenere la leadership europea nella riforma del Wto; consolidare la cooperazione per la stabilità del Mediterraneo, dell’Africa, del Medio Oriente e nell’area dell’Indo-Pacifico. Rafforzare il coordinamento delle rispettive reti diplomatiche, attraverso l’intensificazione delle consultazioni.
    * SICUREZZA E DIFESA – Principio di mutua assistenza in caso di aggressione armata sui rispettivi territori, in virtù dei trattati Nato e Ue; rilancio del Consiglio italo-francese di difesa e sicurezza con i ministri degli Esteri e della Difesa; nuova cooperazione tra i rispettivi gruppi aeronavali.
    * SPAZIO – Rafforzare la strategia spaziale europea e a consolidare la competitività e l’integrazione dell’industria spaziale dei due Paesi. Nel settore dell’accesso allo spazio, le parti sostengono il principio di una preferenza europea attraverso lo sviluppo, l’evoluzione e l’utilizzo coordinato, equilibrato e sostenibile dei lanciatori istituzionali Ariane e Vega; sostegno alla base europea di lancio di Kourou, in Guyana francese.
    * AFFARI EUROPEI – Promuovere la cittadinanza europea; sostenere i lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa; favorire la costituzione di liste transnazionali per le elezioni europee; consultazioni regolari tra le rispettive articolazioni di governo competenti e tra le rispettive Rappresentanze Permanenti a Bruxelles con l’obiettivo di concordare posizioni comuni.
    * POLITICHE MIGRATORIE – Approfondire la cooperazione all’interno dell’Ue per preservare la libera circolazione in Europa, rafforzando l’integrità dello spazio Schengen e migliorando il suo funzionamento e la sua governance; impegno a lavorare insieme per una riforma in profondità della politica migratoria e d’asilo europea, basate sui principi di responsabilità e di solidarietà. Promuovere i partenariati strategici con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori. I Ministeri degli Affari Esteri e dell’Interno istituiscono un meccanismo di concertazione rafforzata, con riunioni periodiche su asilo e migrazioni.
    * COOPERAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E DIGITALE – Creazione di un forum annuale di concertazione economica con i ministri di Economia, Finanze, Sviluppo economico per un dialogo regolare sulle politiche macro-economiche e industriali e avvicinare i tessuti economici dei due Paesi, in particolare in settori strategici come le infrastrutture cloud, le batterie elettriche, l’industria farmaceutica o i semiconduttori. Sostegno a iniziative di cooperazione transfrontaliera e transnazionali tra le rispettive aree protette, italiane e francesi; obiettivo di rendere il Mediterraneo un mare pulito e sostenibile; promozione del rispetto dell’Accordo di Parigi. Programmi di finanziamento di progetti innovatori, a sostegno delle start-up e delle Pmi, anche grazie alla firma di un accordo tra la Cassa depositi italiana e la Bpi francese.
    * GIOVANI, ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ – Servizio civile comune, a partire dal 2022, per 150 giovani che faranno volontariato incrociato nei due Paesi; creazione di un consiglio italo-francese della gioventù; sviluppo dell’Esabac che consente agli studenti liceali di ottenere il baccalauréat francese e la maturità italiana: tutte le accademie in Francia avranno almeno una sezione dedicata entro il 2025; favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti; creazione di un forum biennale con i ministri dell’Istruzione superiore e gli attori del mondo universitario.
    * CULTURA – Rafforzamento degli scambi tra le industrie culturali e cooperazione rafforzata in favore della protezione del patrimonio; sostegno alla traduzione italo-francese per favorire gli scambi letterari; valutazione di modalità per la creazione di un ‘Grand tour’ contemporaneo che permetta la circolazione di artisti europei nei due Paesi, appoggiandosi in particolare sull’Istituto franco-tedesco di Palermo, sui rispettivi Istituti di Cultura e su Villa Medici.
    * COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA E DI POLIZIA – Creazione di un comitato di cooperazione transfrontaliera, coinvolgendo anche le realtà locali e regionali; migliorare i collegamenti transfrontalieri, in particolare proseguire il coordinamento sul completamento dell’opera Torino-Lione con l’obiettivo di raggiungere la piena operatività del tunnel e delle sue tratte di accesso e nella gestione del tunnel del Fréjus e del Monte Bianco; negoziati su un accordo di cooperazione sanitaria transfrontaliera e di protezione civile; conferma della brigata mista di polizia delle frontiere e creazione di un’unità operativa congiunta.   

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    Mattarella nomina Armani Cavaliere al merito

    Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale “il Maestro Giorgio Armani al quale ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. E’ quanto si legge in una nota del Quirinale. 
    L’ordine al merito della Repubblica è destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.

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    Dossier anonimo su Ranucci, la replica 'è fango, diamo fastidio'

    (ANSA) – ROMA, 26 NOV – Un dossier anonimo contro Sigfrido Ranucci, con accuse di ricatti sessuali e di mobbing all’interno della redazione di Report: il caso è stato sollevato in commissione di Vigilanza da Davide Faraone (IV), appoggiato da Andrea Ruggeri (FI) durante l’audizione dell’ad Rai Carlo Fuortes, che ha spiegato di non avere “agli atti nessun tipo di denuncia formale o informale”, ma si è impegnato a fare chiarezza sulla vicenda. La questione – a quanto si apprende – sarebbe ora all’attenzione dell’Audit di Viale Mazzini che dovrà valutare se avviare un’indagine interna, ma intanto Ranucci fa sapere che sul dossier, che circola da luglio, ha già “presentato denuncia alla procura della Repubblica del 5 agosto”. E la redazione di Report fa quadrato attorno al conduttore.    “Non possiamo tacere sul fango che sta circolando sul programma a cui collaboriamo da anni, alcune e alcuni di noi da decenni”, si legge nel lungo post Facebook della squadra del programma di inchieste di Rai3, intitolato ‘A difesa della nostra professionalità’. “Consideriamo ridicole e offensive le parole riportate in pubblico tratte da una lettera anonima che mettono in discussione la professionalità di colleghi e colleghe. Ci spiace constatare che queste calunnie abbiano trovato eco all’interno dell’Organo di Vigilanza sul Servizio pubblico radiotelevisivo, in una interrogazione che getta ombre sulla correttezza dell’intero nostro lavoro. Da quando è iniziata la sua storia, quasi 25 anni fa, Report ha sempre avuto una sola linea: trovare e approfondire le notizie, verificarle oltre ogni ragionevole dubbio e renderle pubbliche perché questo è il dovere di ogni giornalista. Ci dispiace ancora di più che le principali vittime di questa vicenda siano le colleghe che lavorano in redazione e realizzano le inchieste, con grande professionalità, passione per il lavoro giornalistico e serietà indiscussa. E ci colpisce che se ne parli solo ora, per stessa ammissione di alcuni membri della commissione, diversi mesi dopo la circolazione del testo anonimo e non quando a suo tempo ricevuto, questo proprio a ridosso della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”.    “A respingere al mittente le accuse di inchieste pretestuose – sottolinea ancora la redazione – basta la storia degli attacchi giudiziari ricevuti da Report, che ha sempre dimostrato l’inattaccabilità dei suoi servizi e delle sue croniste e cronisti. Ci sembra di assistere a un copione troppo spesso, in passato, già letto e subìto da colleghe e colleghi che davano fastidio. Quando il lavoro d’inchiesta è inattaccabile, si tenta di colpire sul personale. Evidentemente il lavoro dell’intera redazione dà fastidio a troppi”. (ANSA).   

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    La visita di Macron in Italia, incontri con Mattarella e Draghi

    Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato al Quirinale per il primo degli incontri che avrà nella due giorni in Italia. Macron è stato accolto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica riceve il suo omologo nell’ambito della visita a Roma per la firma del “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata”.
    “La firma del Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata è un risultato importante, un testo di ampio respiro. È un Trattato che unisce due Paesi fondatori dell’Unione europea che condividono l’impegno per la costruzione del grande progetto europeo. Un rapporto più forte tra Italia e Francia contribuisce a costruire un’Ue più forte, tanto più necessaria oggi di fronte a sfide che solo un’Europa più integrata può affrontare, come la crisi pandemica ha messo in luce”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La rafforzata cooperazione tra Italia e Francia – ha aggiunto Mattarella – deve avere l’obiettivo di portare all’interno dell’Ue la necessaria ambizione. La dimensione europea è l’elemento chiave in una fase in cui siamo chiamati a superare la crisi legata alla pandemia e a ripartire con rinnovato slancio per affrontare con successo le grandi sfide della transizione ecologica e digitale. Le molte misure previste per rafforzare il dialogo e la cooperazione e stimolare iniziative comuni sono un investimento nel comune futuro di Italia e Francia”. 
    Il premier Mario Draghi ha accolto il presidente francese Emmanuel Macron a Palazzo Chigi, sotto una pioggia battente, per un incontro bilaterale in vista della firma, domani, del Trattato del Quirinale. I due leader si vedranno prima in un faccia a faccia, poi l’incontro si allargherà a ministri e delegazioni. Macron è accompagnato a Roma dai ministri degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, dell’Economia Brune Le Maire, della Difesa Florence Parly, dell’Interno Gérald Darmanin e dal segretario di Stato agli affari europei Clément Beaune. Proprio a causa della pioggia battente, Draghi ha ricevuto Macron sotto il porticato di Palazzo Chigi, e non in cortile come di consueto, da dove hanno ascoltato i due inni nazionali, prima di salire nella sala dei Galeoni per un’altra stretta di mano in favore delle telecamere. 
    Dopo l’incontro con Draghi, il presidente francese tornerà al Quirinale per una cena ufficiale offerta dal presidente della Repubblica. E domattina si celebrerà la cerimonia vera e propria della firma del Trattato. 
    “Il Trattato del Quirinale è il frutto di un lungo e complesso impegno negoziale, proseguito per tutto il 2021. E’ finalizzato – spiegano fonti di governo – al rafforzamento del rapporto bilaterale tra Roma e Parigi, attraverso un dialogo tra le amministrazioni, consultazioni periodiche e l’individuazione di un’agenda comune con grandi temi e priorità condivisi. Questa cooperazione è posta nel quadro di riferimento europeo, più volte ricordato nel testo a partire dal preambolo, nell’ottica di un rafforzamento dell’Ue e della sua capacità di azione internazionale, nonché per la promozione congiunta di priorità comuni ai due Paesi. Tra i temi condivisi: il rafforzamento dell’Unione Europea, l’impegno comune nel Mediterraneo e in Africa, le transizioni digitale e ambientale, la sicurezza, la cultura e l’istruzione, la cooperazione economica e industriale, la cooperazione in ambito spaziale, i rapporti tra le rispettive società civili e la cooperazione transfrontaliera”.
    Al bilaterale dei governi italiano e francese a Palazzo Chigi prendono parte questa sera, con il premier Mario Draghi, i ministri degli Esteri Luigi Di Maio, dell’Interno Luciana Lamorgese, della Difesa Lorenzo Guerini, dell’Economia Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario con delega all’Ue Enzo Amendola. Emmanuel Macron è accompagnato dai ministri degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, dell’Economia Brune Le Maire, della Difesa Florence Parly, dell’Interno Gérald Darmanin e dal segretario di Stato agli affari europei Clément Beaune.

    IL TRATTATO DEL QUIRINALE – Nessun “atteggiamento predatorio” della Francia nei confronti dell’economia italiana, ma la volontà comune di rafforzare con “reciproco vantaggio” le relazioni bilaterali nei campi più disparati, dalla politica internazionale a quella europea, dalla cooperazione transfrontaliera tra le due polizie alla cultura, dall’economia appunto alla difesa. Fonti dell’Eliseo precisano gli obiettivi francesi dell’accordo e respingono “quanto letto sulla stampa italiana” in merito alle mire di Parigi su fette di economia italiana come “completamente falso”. “Quello che vorremmo creare – sottolineano – non è timore, ma una vera cooperazione reciprocamente vantaggiosa. E questo è lo scenario che il Trattato del Quirinale proporrà”.
    Del resto, i tempi sono più che maturi per portare termine l’iniziativa bilaterale, lanciata nel 2017, che da allora ha visto “diversi rallentamenti” fino alla ripresa dei negoziati quest’anno: la crisi tra Roma e Parigi è ormai “alle nostre spalle” e oggi la qualità delle relazioni tra Italia e Francia è “eccezionale”, affermano ancora all’Eliseo. Tra i due Paesi c’è “un allineamento di pianeti favorevole”, aggiungono le fonti, per non dire una luna di miele, dovuto anche alla “vicinanza tra Macron e Draghi”, che si traduce in un rapporto di “fiducia e rispetto reciproci”.

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    In Italia Sharbat Gula, bimba simbolo dei conflitti afghani

    “È giunta a Roma la cittadina afghana Sharbat Gula” la bimba della foto del 1985 di Steve Mc Curry in copertina del National Geographic Magazine, che “acquisì notorietà planetaria, sino a simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che l’Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando”. Lo rende noto Palazzo Chigi sottolineando che la presidenza del consiglio “ne ha propiziato e organizzato il trasferimento in Italia, nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del Governo per la loro accoglienza e integrazione.”
    L’azione italiana, ricorda Palazzo Chigi, risponde “alle sollecitazioni di quanti nella società civile e in particolare fra le organizzazioni no profit attive in Afghanistan hanno raccolto, dopo gli eventi dello scorso agosto, l’appello di Sharbat Gula a essere aiutata a lasciare il proprio Paese”.
       

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    La Camera respinge il ricorso della deputata Sara Cunial: a Montecitorio si entra solo con il Green pass

    La Camera dei Deputati ha respinto la sospensiva per la deputata ex M5s Sara Cunial che aveva fatto ricorso per entrare a Montecitorio senza Green pass.
    Queste le parole con cui è stata comunicata la decisione: “Il Consiglio ritiene che non vi siano ragioni d’urgenza per sospendere la decisione dei deputati Questori di chiedere il Green pass a tutti i deputati e quindi anche per la deputata Sara Cunial”.  
    Il Presidente del Consiglio di giurisdizione della Camera dei Deputati Alberto Losacco, ha firmato due ordinanze con le quali si definiscono le istanze cautelari richieste da alcuni deputati che non intendono esibire il Green pass per accedere nelle sedi della Camera.
    Il Consiglio, composto anche dalle onorevoli Stefania Ascari e Silvia Covolo, ritiene che non vi siano ragioni d’urgenza per sospendere la decisione dei deputati Questori, del 12 ottobre scorso, di chiedere il Greenpass a tutti i deputati, oltre che ai dipendenti ed a tutti coloro che accedono ai palazzi della Camera. La decisione del Consiglio – ricorda una nota – era stata anticipata da due decreti monocratici del Presidente Alberto Losacco, che risultano quindi oggi confermati.
    Uno dei due decreti, quello che riguarda la posizione della deputata Sara Cunial, era stato oggetto di una pronuncia del Presidente del Collegio d’appello della Camera, Andrea Colletti, che aveva invece sospeso l’obbligo di esibire il Green pass per quella deputata. La decisione di oggi del Consiglio di giurisdizione rende dunque inefficace quel decreto.
    Le due ordinanze del Consiglio di giurisdizione ritengono, in particolare, che sia la vaccinazione contro il Covid-19, sia il “tampone” sono strumenti che, “pur non potendo scientificamente garantire la certezza in assoluto della loro efficacia ed attendibilità, offrono al riguardo un significativo tasso di probabilità statistica, ed in ogni caso costituiscono attualmente le uniche misure concrete che le Istituzioni possono porre in essere nel doveroso perseguimento della tutela della salute individuale e collettiva, garantita dall’articolo 32 della Costituzione”. E osservano, ancora, che il “tampone” è “strumento diagnostico che comporta, per la persona che vi si sottopone, un’invasività obiettivamente minima”.
    Il Consiglio ritiene pure che i membri del Parlamento siano tenuti, al pari e più di ogni altro cittadino, a “non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui, in osservanza del principio generale che vede il diritto di ciascuno trovare un limite nel reciproco riconoscimento e nell’uguale protezione del coesistente diritto degli altri” , come osservato dalla Corte costituzionale. I deputati e i senatori, “tenuti a porre in essere tutto quanto rientra nella loro disponibilità per il miglior esercizio del loro mandato, devono ricondurre ogni loro ipotetico sacrificio o disagio rispetto alla condizione di ogni altro cittadino all’insieme di responsabilità, potestà, diritti e doveri che compongono lo status di parlamentare in carica”. 
    Sono quattro i senatori che hanno presentato ricorso alla commissione contenziosa contro l’obbligo di Green pass: i tre ex 5s Laura Granato, Michele Giarrusso, Gianluigi Paragone e Carlo Martelli. Tutti attualmente nel gruppo Misto. Ma a quanto si apprende da fonti interne alla commissione contenziosa i ricorsi non sarebbero validi perché presentati fuori dai termini previsti dal regolamento che prevede 30 giorni dal provvedimento del consiglio di presidenza.
       

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    La Lega rinvia l'assemblea per le nuove restrizioni Covid

    “L’assemblea programmatica della Lega, prevista l’11 e 12 dicembre, è rinviata per garantire a tutte le persone invitate la possibilità di partecipare. È una scelta di rispetto, in particolare per militanti e amministratori locali, alla luce delle decisioni del governo”. Lo riferiscono fonti della Lega. 

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    Violenza contro le donne, monito di Mattarella: 'Fallimento di tutti'

    “Le varie forme di maltrattamento che subiscono molte donne sono una vigliaccheria e un degrado per gli uomini e per tutta l’umanità. Non possiamo guardare dall’altra parte. Le donne vittime di violenza devono essere protette dalla società”. Lo afferma papa Francesco in un tweet in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
    Il cardinale presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, esprime a nome dei vescovi la vicinanza per la “sofferenza di tante donne per la violenza, e di tante mamme. Credo che si debba fare ancora di più perché queste situazioni siano prevenute e non dobbiamo trovarci quasi tutti i giorni a piangere qualche delitto che, nel modo in cui avviene, ci strappa il cuore”. Per Bassetti “colpire la donna vuol dire colpire i valori più profondi dell’umanità”.
    La violenza contro le donne è “la più tragica mattanza del mondo contemporaneo, oltre 100 femminicidi sono stati consumati in Italia dall’inizio dell’anno e per di più all’interno delle mura domestiche. E’ solo la punta dell’iceberg. Dietro le stime ufficiali c’è una quotidianità di violenze non dette coperte da una subdola violenza psicologica ed economica, violenze barattate come atti d’amore.” Così la presidente del Senato Elisabetta Casellati intervenendo in Aula all’evento “No alla violenza. Il grido delle donne”.
    “La violenza contro le donne è un fallimento della nostra società nel suo insieme, che non è riuscita, nel percorso di liberazione compiuto dalle donne in quest’ultimo secolo, ad accettare una concezione pienamente paritaria dei rapporti di coppia”. Tale violenza “prende origine da una visione distorta dei rapporti tra uomo e donna, che vede la seconda come oggetto e in ogni caso come soggetto non degno di un pieno rispetto. È nell’idea di inferiorità che pervade, ancora troppo spesso, l’approccio alla questione femminile, in cui si trovano le radici di ogni forma di violenza”. Lo scrive il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. 
     “Per uscire da questa spirale – aggiunge – è necessario educare: educare al rispetto, educare alla parità, educare all’idea che mai la forza può costituire uno strumento di dialogo. Già nelle famiglie si deve diffondere questa educazione e poi nelle scuole, fin dalla prima infanzia”.
    La violenza contro le donne “è purtroppo un fenomeno strutturale e non emergenziale, quasi una vittima ogni 3 giorni e mezzo, dobbiamo chiederci oggi cosa dobbiamo e possiamo fare per contrastare questa piaga grave inaccettabile e chiedercelo visto la sede in cui ci troviamo rispetto al ruolo del Parlamento”. Lo dice il Presidente della Camera Roberto Fico nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Il Parlamento non ha solo funzioni legislative è anche e deve essere sempre più una istituzione culturale, una istituzione pensante, capace di conoscere i fenomeni e impegnata a definire soluzioni davvero adeguate”. “E’ più che mai necessario sulla violenza di genere che ha complesse radici di carattere economico, sociale, culturale e richiede risposte combinate, in particolare gli stereotipi e i pregiudizi sono l’humus che alimenta la discriminazione e la violenza e non possono essere sradicati soltanto attraverso le leggi”, conclude il Presidente della Camera.