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    Quirinale: Da Siffredi al Conte Mascetti, tutti i 'voti burla'

    Dal Conte Mascetti al professor Sassaroli, suo ‘sodale di zingarate’ in ‘Amici Miei’, passando per Fiorello, Lino Banfi e Giancarlo Magalli, l’ex Ct della Nazionale di calcio Trapattoni e Paulo Roberto Falcao, fino alla star del porno Rocco Siffredi.
    I ‘voti burla’ hanno da sempre contrassegnato lo spoglio delle schede per la votazione del presidente della Repubblica.
    Voti ‘dispersi’, come vengono asetticamente catalogati nel verbale dello spoglio redatto dai funzionari della Camera dei deputati ma che ogni volta destano risate, sorpresa ed anche applausi nell’Aula in cui si cerca di eleggere il nuovo Capo dello Stato.
    I voti burla arrivano soprattutto quando non è alle viste un accordo per eleggere il nuovo inquilino del Colle: e cioè praticamente sempre ai primi tre scrutini. E’ lì che si scatena la fantasia dei ‘Grandi elettori’, in qualche caso anche stalkerizzati da qualcuno che, noto e non, sentendo leggere dal presidente della Camera il proprio nome scritto sulla scheda ha il suo secondo di notorietà nell’Emiciclo e nella Nazione in quel momento collegata a reti unificate.
    E lì arrivano consensi disparati: per il pornoattore Rocco Siffredi come Sergio de Caprio, il ‘Capitano Ultimo’ che arrestò Totò Riina.
    Ma la fantasia dei grandi elettori si esercita normalmente con i nomi dello showbiz. E allora, si sprecano i voti per personaggi del mondo dello spettacolo, dal cinema alla Tv, dello sport e della moda: Barbara D’Urso, Valeria Marini, Sabrina Ferilli, Sophia Loren, Miuccia Prada e Santo Versace, Michele Cocuzza, Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti, Gianni Rivera e Giancarlo Antognoni, Francesco Guccini, sono alcuni di quelli che furono in passato fra i più gettonati. Citazioni le incassarono l’astrofisica Margherita Hack e don Luigi Ciotti di Libera.
    Tra i giornalisti anche Pasquale Laurito, il decano della stampa parlamentare autore della ‘Velina Rossa’, il direttore de Il Giornale Augusto Minzolini, Claudio Sabelli Fioretti, Paolo Mieli e Giuliano Ferrara.

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    Quirinale: il discorso d'insediamento, biglietto da visita del presidente

    Un po’ manifesto programmatico, un po’ “discorso della corona”, i discorsi di insediamento dei 12 Presidenti della Repubblica sono il biglietto da visita con cui si sono presentano agli italiani.
    Il primo a rivolgersi ai rappresentanti del popolo fu ENRICO DE NICOLA, eletto capo provvisorio dello Stato nel 1946. Il ricordo della guerra era ancora vivo e De Nicola chiese ai partiti di pensare al “bene comune” e di “marciare uniti” per risollevare l’Italia.
    Due anni dopo, il liberale LUIGI EINAUDI, che nel referendum del ’46 aveva sostenuto la monarchia, disse che il trapasso verso la forma repubblicana era stato “meraviglioso” perche’ mostrava che l’Italia “era ormai pronta per la democrazia”.
    Nel 1955 GIOVANNI GRONCHI, votato anche da socialisti e comunisti, confermo’ la sua fama di democristiano di sinistra: chiese di “far entrare nell’edificio dello Stato le masse lavoratrici” e di “contrastare il dominio delle multinazionali in Italia”.L’ambasciatrice americana in Italia Claire Booth Luce lascio’ scandalizzata la tribuna.
    Il suo successore ANTONIO SEGNI, nel 1962, si presento’ alle Camere come l’uomo che avrebbe tutelato la Costituzione: “Non tocca a me determinare la vita dello Stato, prerogativa che spetta al Governo e al Parlamento”.
    Due anni piu’ tardi, GIUSEPPE SARAGAT, leader del piccolo partito socialdemocratico, fisso’ tre obiettivi di riforma in linea con quelli dei governi di centrosinistra: “casa ai lavoratori, sanita’ pubblica, scuola democratica”.
    La burrascosa elezione di GIOVANNI LEONE nel 1971 (fu eletto al ventitreesimo scrutinio con i voti decisivi dei missini) si riverbero’ nella cerimonia di insediamento: i comunisti, guidati da Giancarlo Pajetta, rumoreggiarono per tutto il tempo e ci fu anche qualche lancio di monetine. Leone fece l’equilibrista tra destra e sinistra: disse che la guerra aveva testimoniato “il senso del dovere dei cittadini” (concessione fatta ai missini che l’avevano votato), ma disse che il suo ruolo sarebbe stato “alimentare la nostra repubblica democratica fondata sul lavoro”.
    Sette anni dopo (siamo nel 1978), SANDRO PERTINI eletto pochi mesi dopo l’assassinio di Moro, fece l’elogio dello statista democristiano: “Se non fosse stato crudelmente assassinato, lui, non io, parlerebbe oggi da questo seggio a voi”. Il suo discorso e’ passato agli annali anche per l’esortazione pacifista che il vecchio partigiano rivolse al Parlamento: “Si svuotino gli arsenali di guerra e si colmino i granai”.
    FRANCESCO COSSIGA, eletto nel 1985, si presento’ come “uno dei tanti” che qualche anno prima avevano condotto la lotta contro il terrorismo. Di li’ a cinque anni, Cossiga si trasformo’ nel “picconatore” della partitocrazia, ma nel suo discorso niente lo lasciava immaginare.
    Nel 1992, OSCAR LUIGI SCALFARO racconto’ di aver chiesto aiuto a Dio e alla Madonna. E si scaglio’ contro la piaga del malaffare (eravamo agli albori di Mani Pulite): “L’abuso di denaro pubblico e’ un fatto gravissimo che froda e deruba il cittadino”.
    L’impegno in difesa dell’unita’ nazionale di CARLO AZEGLIO CIAMPI, fu pienamente annunciato nel suo discorso alle Camere.
    GIORGIO NAPOLITANO, arrivato al Quirinale nel 2006 dopo la fragile vittoria del centrosinistra, fece capire subito che avrebbe lavorato per avvicinare gli schieramenti. “Considero mio dovere impegnarmi per favorire piu’ pacati confronti tra le forze politiche”. Di fronte al caos politico del 2013, dopo la bocciatura di Marini e Prodi come suoi successori, Napolitano accetto’ il bis ma strapazzo’ i partiti con il discorso di insediamento piu’ duro della storia della Repubblica: “Ho il dovere di essere franco: se mi trovero’ di nuovo dinanzi a sordita’ come quelle contro cui ho cozzato in passato non esitero’ a trarne le conseguenze dinanzi al paese”.
    SERGIO MATTARELLA. Il 3 febbraio 2015 si presenta come un “arbitro imparziale” e punta il dito contro la mafia che è un “cancro pervasivo” e contro la corruzione che “divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini”. E traduce il suo ruolo di garante della Costituzione che “significa garantire il diritto allo studio”, “riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro”, “significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza”, “amare i nostri tesori ambientali e artistici” e “ripudiare la guerra e promuovere la pace”.

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    Quirinale: Letta, è momento di unità, smussiamo gli spigoli

     “Questo non è il momento delle divisioni, ma dell’unità. Lo dico mentre ci apprestiamo ad approvare la legge di bilancio. E a gennaio affronteremo la scelta del nuovo capo dello Stato, del nuovo presidente o della nuova presidente. Tutto ciò ha bisogno di senso di unità, tutti dobbiamo fare dei passi avanti di comune accordo, smussando gli spigoli e facendo questo lavoro insieme”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, intervenendo agli stati generali dell’Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile.    

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    Covid: Mattarella, non abbassare guardia contro la recrudescenza

    “La recrudescenza dei contagi ci ricorda di non abbassare la guardia e ci richiama alla massima responsabilità nei comportamenti individuali e collettivi, per contrastare la circolazione del virus e non compromettere la libertà che abbiamo faticosamente riconquistato nella vita economica e sociale”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente di Confartigianato, Marco Granelli.”La sfida che abbiamo di fronte, oltre a consolidare la ripresa, è di avviare un percorso solido di cambiamento verso un modello sostenibile e inclusivo, facendo leva sulle straordinarie opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In particolare, le transizioni verde e digitale possono consentire anche al nostro “ecosistema” di borghi e piccole imprese di assicurare la sostenibilità – ambientale, economica e sociale – del proprio territorio e di connettersi alla dimensione globale”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al Presidente di Confartigianato, Marco Granelli. ” Tutte le forze vitali e attive della nostra società – dalle istituzioni, ai corpi intermedi, alle imprese, ai cittadini – sono chiamate – sostiene il Capo dello Stato a partecipare a questo impegno corale per il bene del Paese”. Salutando “tutti i partecipanti all’Assemblea annuale di Confartigianato” Mattarella ricorda che sono “rappresentanti di un comparto impegnato fortemente nell’uscita dalla drammatica crisi causata dalla pandemia. Il mondo della piccola impresa diffusa ha affrontato con coraggio e resilienza questa durissima prova, confermando il suo ruolo di ossatura delle comunità territoriali e di ancora per la tenuta sociale”. “Il forte recupero della nostra economia è sostenuto dalla fiducia di famiglie e imprese, con la ripartenza degli investimenti e della spesa, anche nei settori più colpiti dalla pandemia”, aggiunge.

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    Lobby: maggioranza si spacca su legge, Iv con Fi, ira M5s

    La maggioranza si spacca in commissione Affari costituzionali della Camera sulla legge che regolamenta l’attività di lobbing, che dovrebbe approdare in Aula dopodomani. Sul divieto per i membri del parlamento e del governo di svolgere per tre anni questa attività al termine del mandato, Iv, Fi e Lega (ma anche Fdi) si sono espressi contro, nonostante il governo, con il sottosegretario Deborah Bergamini avesse dato aprere positivo. A farssi portatore del malcontento di M5s è stato il presidente della Commisisone, Giuseppe Brescia, che ha chiesto “lealtà” agli altri partiti di maggioranza.
    La legge prende le mosse da un testo del Pd, uno di Iv ed un terzo di M5s. Ad agosto era stato adottato dalla Commissione un testo base preparato dalla relatrice Vittoria Baldino che escludeva dalla possibilità di iscriversi al Registro dei portatori di interessi per tre anni dopo la fine del mandato i “decisori pubblici”, vale a dire “i membri del Parlamento e del Governo; i presidenti, gli assessori e i consiglieri regionali”, gli amministratori di città con più di 300mila abitanti e i membri delle autorità indipendenti, compresa la Banca d’Italia.
    Visti i numerosi emendamenti, dopo una serie di riunioni, Baldino aveva proposto giovedì una riformulazione su cui il governo, con Bergamini, aveva dato aprere positivo, e che oggi sarebbe dovuto essere posto ai voti. La riformulazione esclude dall’iscrizione al Registro per un solo anno i membri del Governo nazionale e regionale, mentre parlamentari e gli altri soggetti erano esclusi solo durante il loro mandato. Ma oggi è stata posto in dubbio anche questa formula da Silvia Fregolent (Iv), e dal centrodestra. Iv ha contestato anche l’esclusione dei dirigenti di enti di diritto privato che ricevono finanziamenti pubblici. “Il dirigente di una pro loco che è un ente di diritto privato – spiega Marco Di Maio, capogruppo di Iv in Commissione – viene escluso se riceve dal Comune 100 euro per organizzare la sagra del Paese. Le norme non si scrivono in modo così impreciso”.
    “Si sono registrati degli strappi problematici nella maggioranza – ha detto all’Ansa al termine della seduta Giuseppe Brescia – perché una parte di essa non vuole proprio questa legge. M5s è anche andato incotnro a una serie di richieste, perché capisce che nonvotiamo da soli la legge, ma non basta mai. Speriamo che dopo altre riunioni si risolva, ma è inaccettabile che in Conferenza dei capigruppo si dia l’assenso a portare il testo in Aula, salvo poi mettersi dit raverso in Commissione. Chiediamo lealtà ai partiti di maggioranza”.
    “Il problema non è più di merito – commenta Stefano Ceccanti, capogruppo del Pd in Commissione – Iv vuol far pesare i propri voti, anche in vista del voto per il Quirinale”. 

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    Monopattini: Nardella, da domani obbligo casco a Firenze

    (ANSA) – FIRENZE, 30 NOV – Obbligo di indossare il casco per
    chi usa i monopattini da domani a Firenze. Lo ricorda il sindaco
    Dario Nardella che dice: “Sono felice che non ci sia stato un
    nuovo stop a questa ordinanza. Noi lo facciamo per la sicurezza
    dei cittadini, non abbiamo altra finalità. Mi auguro che questa
    misura sia rispettata. Abbiamo già fatto il punto della
    situazione con il comandante della polizia municipale, avremo
    servizi dedicati con delle pattuglie e ovviamente si
    preoccuperanno di far rispettare l’ordinanza”. L’obbligo vale
    per tutto il territorio comunale. “Faccio un appello – ha
    aggiunto Nardella – a tutti i fiorentini, cerchiamo di dare il
    buon esempio e ricordiamoci che Firenze ha già pagato un prezzo
    alto verso la vita di un giovane che andava sul monopattino, ha
    battuto la testa ed è morto in un incidente. Chiedo a tutti di
    ricordare queste cose perché basta un po’ di pazienza, un
    piccolo gesto e sacrificio per salvare la vita di qualcuno. Io
    sono disposto a fare qualunque cosa pur di avere anche una sola
    possibilità in più di salvare una vita. Ci sono alcune aziende
    che, spinte dalle iniziative a Firenze, si stanno attrezzando
    per dotare i monopattini di contenitori di caschi”. (ANSA).   

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    Pm Perugia revoca richiesta archiviazione per velo

    (ANSA) – PERUGIA, 30 NOV – La Procura di Perugia ha revocato
    la richiesta di archiviazione che era stata avanzata nell’ambito
    dell’indagine avviata a carico di un uomo di origine
    nordafricana accusato di avere costretto la moglie a tenere il
    velo integrale. Lo ha reso noto lo stesso Ufficio giudiziario
    del capoluogo umbro guidato da Raffaele Cantone.   
    La richiesta di revoca della richiesta d’archiviazione –
    spiega la Procura di Perugia – è stata decisa in seguito alla
    presentazione di opposizione da parte della persona offesa. E’
    giustificata “dalla necessità di effettuare ulteriori attività
    investigative, cui fa riferimento l’atto di opposizione, fra cui
    anche l’audizione diretta della querelante”.   
    Nella stessa nota, firmata dal procuratore Cantone, si ricorda
    che il procedimento “nei giorni scorsi era stato oggetto di
    particolare attenzione mediatica per una frase estrapolata dalla
    richiesta di archiviazione relativa alla costrizione della
    denunciante a tenere il velo integrale”.   
    In particolare nell’atto si sosteneva che “la condotta di
    costringere a tenere il velo integrale rientra nel quadro
    culturale, pur non condivisibile in ottica occidentale, dei
    soggetti interessati”.   
    “Imporre il velo non può essere giusto nel nostro Paese che
    ha proprie regole. Che non sono certamente quelle della
    tradizione islamica”, aveva detto il procuratore dopo che il
    caso era finito sui giornali.   
    Nella richiesta di archiviazione del pm, ora revocata, si
    sosteneva tra l’altro che “il rapporto di coppia viene
    caratterizzato da forti influenze religiose-culturali alle quali
    la donna non sembra avere la forza o la volontà di sottrarsi”.   
    (ANSA).   

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    Draghi avvia le consultazioni per blindare la manovra

    Hanno preso il via gli incontri del premier Mario Draghi con i gruppi di maggioranza sulla legge di bilancio. A Palazzo Chigi è giunta la delegazione del Movimento 5 stelle composta dal capo delegazione al governo Stefano Patuanelli e dai capigruppo alla Camera e al Senato, Davide Crippa e Mariolina Castellone. Domani, 30 novembre, sarà la volta di Lega, Pd e Fi. Siedono al tavolo, al fianco del premier, i ministri dell’Economia Daniele Franco e ai Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.La riunione con Draghi è stata “serena e proficua”: “Condividiamo i principi della manovra che utilizza gli spazi di crescita in modo espansivo per sostenere le nostre imprese” e abbiamo “segnalato alcuni aspetti migliorabili nel percorso parlamentare, come quello del Superbonus al 110% e più in generale dei bonus edilizi”. Lo dice Stefano Patuanelli lasciando Palazzo Chigi dopo l’incontro M5s con Draghi sulla manovra. “Abbiamo segnalato che il limite Isee sulle abitazioni monofamiliari è particolarmente restrittivo e ci auguriamo si possa superare. Inoltre i controlli sono sacrosanti verso i furbetti ma bisogna dare certezze”.”Draghi è d’accordo con noi, il Reddito non si tocca”, afferma Patuanelli al termine dell’incontro. “Il movimento è stato protagonista” delle correzioni introdotte in legge di Bilancio e ora “Il reddito di cittadinanza non deve subire ulteriori modifiche nel percorso parlamentare né nel merito né nella dotazione economica”.Dall’esenzione del canone unico per pubblici esercizi e ambulanti all’aumento delle risorse per la rete dei Centri antiviolenza, dalla semplificazione del superbonus per evitare contenziosi alla riduzione bollette e costi energetici: contengono proposte in questo senso alcuni dei circa 800 emendamenti alla manovra presentati dal Pd in commissione Bilancio al Senato. Nel pacchetto ci sono emendamenti anche sul tema dell’Ape sociale, sul Reddito di cittadinanza, sulla Naspi per giovani e le liste attesa nella sanità. “Il Nucleare di quarta generazione utile e pulito. Non partecipare alla sperimentazione sarebbe un suicidio. L’Italia ha bisogno di autosufficienza energetica”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini un una conferenza stampa a Montecitorio sulla Manovra in cui annuncia che domani incontrerà il presidente del Consiglio Mario Draghi. “Il tempo che avremo a disposizione con Draghi – dice – lo useremo al massimo per la riduzione delle bollette”.A Draghi “la delegazione di Forza Italia chiederà di aumentare la cifra di 8 miliardi destinati alla riduzione della pressione fiscale ad almeno 10 miliardi, destinando a questo scopo le risorse che saranno risparmiate grazie alle norme più stringenti e ai controlli contro gli abusi sul reddito di cittadinanza. Forza Italia è inoltre favorevole al mantenimento e all’estensione dei bonus edilizi” e “propone un ulteriore rinvio selettivo delle delle cartelle esattoriali e degli altri adempimenti fiscali al 2022”. Così una nota di FI dopo una riunione convocata da Antonio Tajani con ministri, capogruppo e dirigenti.