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    Zaki a casa con la maglietta dell'Università di Bologna

    Una delle prime cose che Patrick Zaki ha fatto non appena arrivato a casa dopo essere stato scarcerato è stato indossare una maglietta dell’Università di Bologna, che l’ateneo gli aveva fatto recapitare. La rete degli attivisti che per 22 mesi si è battuta per la sua liberazione ha diffuso una foto in cui Patrick indossa, orgoglioso, la maglietta della sua Università.    

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    'Finalmente a casa', Ikea pubblicizza poltrona con sosia Merkel

    Una sosia di Angela Merkel seduta comodamente e la scritta “finalmente a casa”. È la pubblicità di una poltrona di Ikea pubblicata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung e dalla Sueddeutsche Zeitung di oggi, nel giorno del giuramento del nuovo cancelliere. La controfigura, molto somigliante alla Kanzlerin, ripresa di profilo, siede in poltrona in uno sfondo rilassante, fra una candela e una finestra.   

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    Guerra: effetti redistributivi del fisco discutibili. Sindacati divisi sulla mobilitazione

    Governo al lavoro per l’intesa con i sindacati sulla manovra, distanti le posizioni di Cgil e Uil da quelle della Cisl sullo sciopero generale indetto il 16 dicembre. Landini attacca, dicendo che i partiti hanno messo Draghi in “brutale minoranza”, la Cisl avverte che lo sciopero rischia di isolare il mondo del lavoro e indice per sabato 18 una manifestazione dal titolo eloquente: ‘”Per lo sviluppo, il lavoro, la coesione: la responsabilità scende in piazza”. Si lavora ai nodi delle misure finanziarie, partiti in pressing per una norma a favore degli operai edili. Si ragiona anche sull’esentare dall’Iva le associazioni del terzo settore. 
    Restano distanti le posizioni di Cgil e Uil da quelle della Cisl sullo sciopero generale indetto il 16 dicembre. Per la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra “sul fisco e’ stata fatta un’operazione di razionalizzazione” ma “gli effetti redistributivi sono discutibili, io mi ero battuta per un intervento sul cuneo fiscale”. “Sono della componente di sinistra del Governo – ha aggiunto parlando dello sciopero ad Agora’ su Rai 3 – sono sensibile e preoccupata che si sia arrivato ad una manifestazione cosi’ importante. Credo sia legittima e che il sindacato debba svolgere il suo ruolo di rappresentanza”. 
    Per il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra lo sciopero generale è “una scelta sbagliata nel metodo e nel merito. Nel metodo perché il Paese è ancora stretto nella emergenza pandemica”, “nel merito perché la mobilitazione responsabile e costruttiva messa in campo unitariamente in quest’ultimo mese ha prodotto molti miglioramenti della manovra”. Il messaggio che, in un’intervista al Corriere della Sera, manda ai segretari di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri è questo: “Vorrei metterli in guardia dal rischio di isolare, con questa scelta improvvida e sbagliata, il mondo del lavoro in un momento delicato”.
    Replica Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil: “C’e tanta gente che soffre che ci dice: non fermatevi”.  Bombardieri ha sottolineato che lo sciopero è uno strumento ” che i lavoratori pagano da soli”. “Questo governo – sottolinea- deve dare di più a chi rimane indietro”.
    “Ho molto rispetto per le scelte della Cisl non commento però ci deve essere un rispetto anche per le nostre. In Italia non c’è un sindacato unico c’è un sindacato unitario”, ha detto Bombardieri rispondendo ad una domanda di Monica Setta ad Agorà sulla rottura dell’unità sindacale. “Noi abbiamo la necessità di rispondere alle persone che incontriamo tutti i giorni”, ha detto ancora sottolineando che il governo avrebbe potuto fare di più su alcuni fronti come ad esempio la politica fiscale.” Si poteva fare – dice- una grande battaglia sull’evasione fiscale”.
     E il segretario della Cgil Maurizio Landini in un’intervista alla Repubblica attacca la manovra e i partiti che hanno messo il premier in minoranza: “Quella del governo è una manovra socialmente ingiusta”, afferma. “Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza”, che “pensano più alle proprie bandierine elettorali che agli interessi dell’Italia”, aggiunge. Anche la Stampa pubblica un colloquio sul tema con Landini.
    “Scioperiamo perché quella del governo è una manovra socialmente ingiusta e vogliamo cambiarla: ignora la condizione in cui vive la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e il punto di vista di chi li rappresenta”, dice Landini. Uno sciopero immotivato? “È un’obiezione infondata – ribatte -. Il governo da mesi ha ricevuto le nostre richieste unitarie su fisco, pensioni, politiche industriali e lotta alla precarietà. Le risposte non sono adeguate”, “la legge di Bilancio non produce quella giustizia sociale di cui il Paese ha bisogno. C’è giustizia quando il lavoro è sempre più precario?”.
    “Abbiamo preso atto che la maggioranza non intendeva cambiare l’accordo fatto sul fisco e che aveva respinto anche la proposta del presidente del Consiglio – aggiunge -. Dunque, ricorriamo allo sciopero perché si sono chiusi gli spazi di confronto e il sindacato deve fare tutto il possibile per portare a casa risultati a favore di chi rappresenta”, aggiunge Landini.

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    8 dicembre: omaggio Papa alla Madonna in piazza di Spagna

    Il Papa si è recato questa mattina, alle 6, in piazza Mignanelli, attigua a piazza di Spagna a Roma, per rendere omaggio alla Madonna in occasione del giorno dell’Immacolata. Una tradizione che non ha voluto disattendere ma che, per evitare assembramenti, ha scelto di fare a quest’ora e in solitudine e non nel pomeriggio. Lo aveva già fatto lo scorso anno.    Il Pontefice si è trattenuto a pregare in silenzio e in privato sotto la colonna dell’Immacolata dove ha anche deposto un cesto di fiori che i vigili del fuoco hanno posto ai piedi del monumento. I vigili del fuoco, subito dopo che il papa ha lasciato la piazza, come avviene dal 1923, con l’autoscala hanno portato i fiori, dono del pontefice, in cima al monumento dedicato all’immacolata concezione.  Mentre attorno era notte, comunica la Sala stampa vaticana, dopo aver deposto alla base della colonna un cesto di rose bianche, il Papa si è fermato in preghiera, chiedendo a Maria il miracolo della cura, per i tanti malati; della guarigione, per i popoli che soffrono duramente per le guerre e la crisi climatica; e della conversione, perché sciolga il cuore di pietra di chi innalza muri per allontanare da sé il dolore degli altri.  
    Dopo aver lasciato Piazza di Spagna al termine dell’omaggio alla statua dell’Immacolata, papa Francesco stamane si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha continuato la preghiera davanti all’icona di Maria ‘Salus Populi Romani. Poco dopo le 7.00 ha fatto ritorno in Vaticano. Lo riferisce la Sala stampa della Santa Sede, che nei giorni scorsi, per evitare assembramenti, e il conseguente rischio di contagio da Covid-19, invece del consueto omaggio pubblico all’Immacolata, anche in questo 8 dicembre il Pontefice avrebbe compiuto un atto di devozione privato, pregando la Madonna perché protegga i romani, la città in cui vivono e i malati che necessitano della sua materna protezione ovunque nel mondo. 

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    Quirinale: Conte, mi presenterò alle politiche

      “La ragione politica” del no alle suppletive “è che un leader che sta realizzando questo progetto ha l’ambizione di presentarsi col M5s alle politiche, con un programma di governo per migliorare la società. Vorrei entrare dalla porta principale”. Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, a ‘L’aria che tira’ su La 7.
    “Il M5s non ha come candidato Silvio Berlusconi. Rispetto il leader di un’altra forza politica, ma abbiamo bisogno di un presidente che possa unire il Paese e sia garante di tutti, non solo di una parte”, ha aggiunto Conte.
     “I percorsi, gli obiettivi, i principi e i valori” di Fi e M5s, se mai sono stati simili, “nel tempo si sono dimostrati diametralmente opposti. C’è rispetto nei confronti di una figura che ha avuto un ruolo importante nel Paese, ha fatto anche alcune cose buone. Ma, sicuramente, complice un conflitto pervasivo di interessi, ha compiuto dei passaggi che non sono nel dna del M5s”.
    “Vedrei bene una donna al Quirinale, senz’altro”. Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, rispondendo ad una domanda durante ‘L’aria che tira’ su La 7. Poi, parlando di un nome a cui sta pensando per il Colle, Conte ha risposto. “Ho in testa un profilo: una personalità di cui poter essere tutti orgogliosi”. 
          

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    Covid: Kompatscher, fra 12 e 19 anni vaccinato solo il 55%

    (ANSA) – BOLZANO, 07 DIC – “Solo poco più del 55 per cento
    dei giovani altoatesini fra i 12 ed i 19 anni è vaccinato,
    mentre nel resto del Paese si supera già il 70%”. Lo ha detto il
    presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher,
    ribadendo la serietà della situazione epidemiologica in Alto
    Adige.   
    “I ricoveri di pazienti Covid-19 – ha aggiunto – continuano
    ad aumentare e, anche se qualcuno guarisce e lascia la terapia
    intensiva, i numeri non scendono. C’è un movimento forte e
    questo preoccupa gli esperti dell’Azienda sanitaria”.   
    “L’indice Rt sta diminuendo – ha proseguito il presidente
    altoatesino – ma è ancora sopra 1 e finché non va sotto il
    numero delle infezioni non diminuisce”.   
    Di qui un nuovo appello alla vaccinazione. “È importante che
    riusciamo a convincere ancora più persone a farsi vaccinare o a
    prendere la terza dose – ha concluso Kompatscher – per questa
    ragione abbiamo promosso una campagna straordinaria nel fine
    settimana e speriamo che tanti non vaccinati si convincano”.   
    (ANSA).   

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    Meloni apre Atreju, occhi puntati sul Quirinale

    Atreju torna, sfida l’inverno e guarda inevitabilmente al Quirinale. La manifestazione di Fratelli d’Italia – organizzata in genere a settembre e lanciata nel 1997 su proposta anche di Giorgia Meloni, allora ventenne di Azione giovani – riprende dopo due anni di stop. Prima bloccata dal Covid, quest’anno dalla campagna elettorale per le amministrative di ottobre. Da oggi torna con un esperimento in versione natalizia, lungo una settimana. Cambia pure la location: è in piazza del Risorgimento, tra il Vaticano e le vie dello shopping del rione Prati a Roma. Ma come prevedibile, alla sua prima giornata è il risiko del Colle a rubare la scena.    Nonostante la premessa della leader di FdI (“Non credo che questo sia il luogo in cui parlare del Quirinale, è presto”, dice tagliando il nastro di Atreju), è lei stessa a rimarcare il suo desiderata: “Io cerco un capo dello Stato che faccia il capo dello Stato, che faccia rispettare la Costituzione e difenda la sovranità nazionale”. Subito dopo il tema si anima, complice un dibattito sul lavoro con due ministri e big della politica: il responsabile della Farnesina, Luigi Di Maio (per la prima volta ad Atreju) e quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti (che Meloni accoglie come “un habituè”). Sul palco c’è anche Antonio Tajani, numero due di Forza Italia. Ed è lui a lanciare la palla in campo: “Un governo di unità nazionale può andare avanti solo se guidato da una personalità di straordinaria forza, e Draghi è Draghi”, sentenzia portando al 2023 l’orizzonte del governo dell’attuale premier. Quindi, pur riconoscendogli il primato di “migliore candidato per il Quirinale”, chiude le porte a una sua successione a Sergio Mattarella: “Ritengo che per affrontare l’emergenza coronavirus serva Draghi a Palazzo Chigi”.    Non fa nomi, invece, Di Maio ma sposta la ‘contesa’ sulla Lega: “Temo molto di più che nel centrodestra ci sia una profonda spaccatura sul Quirinale, soprattutto a opera di Matteo Salvini, che in questo momento non so quanto possa essere affidabile”. E fa un omaggio alla padrona di casa: “Reputo più affidabile Giorgia Meloni”. In imbarazzo Giorgetti, seduto accanto che glissa sulla lealtà di Salvini (“Questa domanda non era prevista”, si limita a dire sorridendo) e invoca “responsabilità”, viste le “circostanze oggettive” che complicano la partita. “Questo è il momento del senso di responsabilità che significa meno dichiarazioni possibili e più riflessioni possibili”, spiega il ministro lasciando intendere che resta favorevole all’ipotesi di Draghi al Colle. Non la disdegna, implicitamente, nemmeno Romano Prodi che osserva: “Certamente il capo dello Stato ha meno poteri del presidente del Consiglio, ma ha 7 anni di fronte a sé”.    Al di là del prossimo presidente della Repubblica, ad Atreju si consuma l’inaspettata e incerta neo-sintonia tra il M5s e FI.    Ad aprire un varco è Silvio Berlusconi che sul numero speciale dei 35 anni di Milano Finanza sembra ‘riabilitare’ il voto di protesta dei 5S perché “nasceva dallo stesso disagio e dallo stesso fastidio per un certo tipo di politica per la quale è nata Forza Italia”. E aggiunge: “Hanno dato voce a un disagio reale che merita rispetto, attenzione e anche risposte”. Di Maio si limita a definire “significativa” la mano tesa dal Cavaliere sul reddito di cittadinanza, provvedimento bandiera dei 5S. Ma è Giuseppe Conte a spegnere ogni speranza, andando al sodo: “Apprezzo il cambio di rotta di Berlusconi sul Movimento, ma non sarà lui il candidato del M5s”. E il presidente del M5s conclude: “Per il capo dello Stato abbiamo altri obiettivi”.       

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    Conte, non mi candido alle suppletive

    “Ringrazio il PD e Letta per la disponibilità e la lealtà nella proposta” di candidatura per il seggio di Roma1 ma “dopo un nuovo supplemento di riflessione ho capito che in questa fase ho ancora molto da fare per il M5s.Non mi è possibile dedicarmi ad altro”. Così il leader M5s Giuseppe Conte in conferenza stampa.