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    Quirinale, Letta: 'Da noi nessun nome'. M5s: 'Draghi resti a palazzo Chigi'

    Primo vertice dei leader del centrosinistra sul Quirinale, con Letta e Speranza a casa di Conte per due ore. Alla fine nessun nome per “lasciare aperte tutte le opzioni”. “Ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni”, dice il segretario del Pd. “Aperti al confronto, nessun diritto di prelazione, serve un nome condiviso”. Il M5s conferma il no a Berlusconi, se il suo nome sarà in campo i Cinque Stelle diserteranno le prime tre votazioni. Il centrodestra aspetta le decisioni dell’ex premier, ma cresce la tensione.
    Il leader M5s Giuseppe Conte, il segretario dem Enrico Letta e il leader di Leu Roberto Speranza hanno condiviso lo stesso tweet al termine dell’incontro sul Quirinale, svoltosi nell’abitazione romana dell’ex premier: “Ottimo incontro. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno ha diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità”.Per il Quirinale il M5s spinge ancora per trovare un nome alternativo a quello di Mario Draghi, in modo da poter far rimanere il premier a Palazzo Chigi. Così fonti qualificate 5s dopo l’incontro Conte-Letta-Speranza. Per questo, si aggiunge, l’obiettivo resta di cercare un nome condiviso per garantire continuità al governo nella consapevolezza della “difficoltà di proseguire in un quadro di maggioranza di governo che senza Draghi difficilmente potrebbe reggere”. Ma soprattutto Conte, così come Letta e Speranza, si sarebbero confrontati sulla contrarietà della “stragrande maggioranza” dei loro gruppi alla soluzione Draghi al Colle.
    “Non poniamo assolutamente dei veti. Guardiamo soltanto all’interesse del Paese e facciamo valutazioni nell’interesse del Paese e dei cittadini italiani. In questo momento va garantita una continuità dell’azione di governo. Quindi nessun veto, noi non poniamo veti”, ha detto in serata il presidente del M5s Giuseppe Conte ai microfoni del Tg3 rispondendo ad una domanda sull’esistenza di un veto del Movimento al nome di Draghi per il Quirinale.”In attesa delle mosse del centrodestra è sempre più concreta l’idea di non presentarsi in aula alle prime tre votazioni per dare un segnale forte nel caso rimanga il nome di Berlusconi sul tavolo. “Continuità di governo”: è questa, spiegano fonti qualificate del M5s, la linea del Movimento espressa durante il vertice da Giuseppe Conte con gli altri due leader Letta e Speranza. Dal vertice trapela infatti che “non si sono fatti nomi” proprio per “lasciare aperte tutte le opzioni”. E anche che è “fondamentale restare compatti” anche perché “nessuno ha la maggioranza”. “Ottimo incontro con Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Lavoreremo insieme per dare al paese una o un presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto, nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità”. Così il leader del Pd Enrico Letta su twitter.”Non c’è alcuna intesa sui nomi perchè ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni”, ha detto Letta al termine del vertice.

    Ottimo incontro con @GiuseppeConteIT e @robersperanza. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui #tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della #responsabilità
    — Enrico Letta (@EnricoLetta) January 19, 2022

     
    “L’incontro è andato bene. Siamo pronti a un’azione forte, a un confronto anche ampio e condiviso. Ovviamente andranno rimosse dal tavolo candidature di parte come quella di Berlusconi”. Lo ha detto Giuseppe Conte dopo l’incontro con Letta e Speranza.  “Siamo pronti ad offrire al paese e a tutti i cittadini che aspettano un presidente o una presidente autorevole che possa rappresentare tutti”. “Avrete sicuramente delle proposte più avanti quando avremo il confronto anche con le altre forze”, ha aggiunto Conte.
    Un colloquio di circa un’ora tra il leader M5s Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è svolto alla Farnesina, a margine della cerimonia di intitolazione della sala dei trattati europei alla memoria di David Sassoli. La notizia del colloquio è stata anticipata sul sito del Foglio.
    “Il centrodestra e la maggioranza dei cittadini che rappresenta hanno pieno diritto di cittadinanza e dignità per proporre personalità, anche non necessariamente provenienti dal mondo della politica, capaci di ricoprire ruoli istituzionali apicali, almeno quanto il centrosinistra”. È quanto riferiscono fonti di Fratelli d’italia dopo la riunione dell’esecutivo che si è svolta nella sede del partito. 
    Durante l’esecutivo di Fratelli d’Italia la leader Giorgia Meloni ha ricordato “la disponibilità di FdI, già ribadita nel corso dei vertici di coalizione, a sostenere la candidatura di Silvio Berlusconi. Nel caso in cui la sua disponibilità venisse meno, FdI è pronta a formulare le sue proposte per concorrere a costruire una convergenza più ampia su personalità autorevoli nel campo culturale del centrodestra che hanno tutte le caratteristiche per ricoprire l’incarico”. 

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    Quirinale: Berlusconi resta a Milano, vertice del centrodestra in stand by

    Stand by nel centrodestra sul tema Quirinale. Silvio Berlusconi, a quanto si apprende da Fi, non verrà a Roma domani, giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il vertice della coalizione.
    Gli alleati non hanno ricevuto nessuna convocazione e la riunione, spiegano, potrebbe slittare al fine settimana anche se c’è chi nel centrodestra azzarda anche l’ipotesi che alla fine il vertice non si tenga affatto.
    L’ex premier, spiegano, ha deciso di restare ad Arcore dove anche oggi è stato impegnato in una serie di telefonate ai parlamentari per testare la lori disponibilità di fronte ad una sua candidatura ufficiale al Quirinale.   

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    Quirinale: I 1009 Grandi elettori, poli lontani da quota 505

    Con l’arrivo dei 58 elettori regionali, raggiunge 1009 il plenum dei Grandi elettori che da lunedì 24 eleggeranno il prossimo presidente della Repubblica. Il dato certo è entrambi i poli, centrodestra e centrosinistra, sono lontanissimi dalla maggioranza dei due terzi (673), richiesta nei primi 3 scrutini, ma anche lontani da quota 505 che è la maggioranza assoluta richiesta dal quarto voto.
    Il centrodestra ha sulla carta 452 grandi elettori, il centrosinistra, intesa come la somma Pd-M5s-Leu, ne ha 408 che diventano 463 se si aggiungono i 44 di Italia Viva e i 5 di Azione-Più Europa.
    Decisivi saranno quindi gli altri 94 grandi elettori provenienti dal gruppone del Misto o non iscritti ad alcuna componente. Elettori che non rispondono ad alcuna indicazione di partito ed è difficile darli per certi in un calcolo di maggioranze.
    Ecco la geografia dell’assemblea che deciderà il prossimo capo dello Stato:
    CENTRODESTRA: ha 452 elettori formati dai 212 della Lega, 134 di Fi, 5 dell’Udc, 63 di Fratelli d’Italia, 32 di Coraggio Italia-Cambiamo-Idea, 5 di Noi con l’Italia-Rinascimento, 1 di Diventerà Bellissima .
    CENTROSINISTRA:ha 463 voti formati da M5s che ha 236 elettori (ieri la senatrice Elvira Evangelista ha lasciato il gruppo ed è passata al Misto), dal Pd con 154, da Leu che conta 18 votanti, da Centro democratico con 6 eletti, da Italia Viva con 44 e da Azione-+Eu con 5.
    SENATORI A VITA: Per questa elezione del presidente della Repubblica sono 6: Giorgio Napolitano , Mario Monti, Liliana Segre, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia.
    MINORANZE LINGUISTICHE e AUTONOMIE: sono 12 grandi elettori.
    MAIE: Il gruppo dei parlamentari eletti all’estero è composto tra Camera e Senato da 9 elettori.
    GRUPPO MISTO E NON ISCRITTI: In questa legislatura il gruppo Misto di Camera e Senato è lievitato e mutato a secondo della nascita di nuove componenti: il gruppo più nutrito è la pattuglia ex M5s di Alternativa C’è che per le votazioni del Quirinale ha 16 grandi elettori, Italexit ha 3 elettori, FacciamoEco ha 5 esponenti, 1 del Partito Comunista e 1 di Potere al Popolo. Ci sono poi 41 grandi elettori, soprattutto ex M5s, che non sono iscritti a nessuna componente.   

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    Lega: addio Radio Padania, da domani c'è Radio Libera

    Dopo 25 anni dall’inizio delle trasmissioni la voce della Lega Nord Radio Padania Libera, poi diventata Rpl, da domani 20 gennaio si chiamerà Radio Libertà. A dirigere la radio che avrà come logo una R azzurro cielo, un simbolo del microfono rosso e la parola libertà in bianco sarà l’attuale direttore di Rpl Giulio Cainarca e sono confermati anche gli speaker.E venerdì, in trasmissione, ci sarà anche il segretario della Lega Matteo Salvini. 
    “Il nostro credo? Essere la voce di chi non è mainstream, perché per noi essere liberi vuol dire partecipare, come cantava Giorgio Gaber nel 1972”, spiega il direttore. “Anche se molti credono di poter ‘comunicare’ e ‘partecipare’ sui social – aggiunge -, noi siamo convinti che la radio sia ancora quel mezzo davvero in grado di parlare a tutti e dare spazio alle mille sfaccettature di un mondo complesso, nel quale non è mai tutto nero o tutto grigio”.
    La radio sarà accessibile sui canali 740 del digitale terrestre e sul nuovo 252 (dove ci potrete anche vedere con la smartTv), attraverso la radio digitale DAB, il sito www.radioliberta.net, e infine le nostre pagine Youtube e Facebook.

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    Quirinale, 'Il governo rimuova gli impedimenti del super green pass'

    Il governo dovrà “garantire ogni forma di collaborazione per permettere a tutti i 1.009 delegati di partecipare al voto, in raccordo con le altre istituzioni, il Presidente della Camera dei deputati e il Presidente del Senato della Repubblica, rimuovendo ogni forma di impedimento, se del caso anche attraverso un intervento di carattere normativo”. Lo prevedono due ordini del giorno approvati dall’Aula della Camera al Dl Green pass approvati quasi all’unanimità: 349 sì, 4 no e 20 astenuti (i deputati di Alternativa).

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    'Troppi i casi di femminicidio' Cartabia: 'E' una vera barbarie

    “Dobbiamo ancora perfezionare il recepimento, ed è necessario farlo il prima possibile, della direttiva sul whistleblowing, prezioso strumento di contrasto alla corruzione, in parte già presente nel nostro sistema grazie agli interventi normativi varati nel 2012 e nel 2017”. Lo ha detto la ministra Marta Cartabia in Aula al Senato, nella sua relazione sull’amministrazione della Giustizia, sottolineando che la corruzione richiede “attenzione” e richiamando le parole sul tema del capo dello Stato.”Abbiamo l’impegno di ridurre del 40% il tempo medio di durata dei procedimenti del civile; e del 25% per il penale entro un arco temporale di cinque anni. Questo è stato il punto di accordo dopo settimane di trattative con Bruxelles. Ad oggi, possiamo senza dubbio dire di aver conseguito – e invero superato – gli obiettivi previsti per il 31 dicembre 2021, che annoveravano l’approvazione delle leggi di delega in materia di processo civile e di processo penale; gli interventi in tema di insolvenza e l’avvio del reclutamento per l’Ufficio per il Processo”.”Sono certa che nelle prossime settimane potremo progredire nella scrittura anche di questo atteso capitolo di riforma, che il Pnrr ci impegna ad approvare entro il 2022. La Camera ha già calendarizzato la discussione in aula e quella scadenza dovrà essere rispettata.Per parte mia continuerò, come ho fatto nei mesi scorsi e come ben sanno tutti coloro con cui ho avuto interlocuzioni sul tema, a dare la mia massima disponibilità per accelerare il corso di questa riforma e per sollecitarne l’esame da parte dei competenti organi del Governo”.Lo ha detto la ministra della Giustizia al Senato parlando della riforma “fondamentale” del Csm.Il primo e più grave tra tutti i problemi delle carceri “continua ad essere il sovraffollamento: ad oggi su 50.832 posti regolamentari, di cui 47.418 effettivi, i detenuti sono 54.329, con una percentuale di sovraffollamento del 114%. È una condizione che esaspera i rapporti tra detenuti e rende assi più gravoso il lavoro degli operatori penitenziari, a partire da quello della polizia penitenziaria, troppo spesso vittima di aggressioni”, ha sottolineato la ministra della Giustizia.”Troppi i casi di violenza sulle donne, troppi i femminicidi, troppe le violenze sui bambini, troppi i drammi che originano in ambito domestico di cui abbiamo notizia quotidianamente. ‘Una vera barbarie’, ha giustamente detto qualcuno di voi”. E’ uno dei passaggi dell’intervento della ministra della Giustizia Marta Cartabia al Senato.

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    Ruby ter: processo Berlusconi rinviato al 16 febbraio

    I giudici del caso Ruby ter, dopo aver interloquito con la difesa di Silvio Berlusconi, hanno deciso di rinviare il processo al 16 febbraio, tra quasi un mese, dopo aver avuto rassicurazioni dal legale dell’ex premier, Federico Cecconi, che in due udienze, il 16 e il 23 febbraio, riuscirà a completare l’esame dei propri testimoni. A chiedere il rinvio era stata la difesa del Cavaliere, facendo riferimento alla situazione pandemica, che crea difficoltà nel citare i testi, e facendo presente anche che la prossima settimana sono previste le sedute per l’elezione del presidente della Repubblica.

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    Ruby ter: difesa Cav, rinvio processo per elezione Quirinale

    (ANSA) – MILANO, 19 GEN – La difesa di Silvio Berlusconi nel
    processo milanese sul caso Ruby ter ha chiesto ai giudici di
    valutare “l’opportunità” di rinviare l’udienza prevista per
    mercoledì prossimo, 26 gennaio, perché “il 25 iniziano le prime
    sedute per l’elezione del presidente della Repubblica e lo dico
    a prescindere del fatto che il dottor Berlusconi possa essere
    ufficialmente candidato, ma è una ragione di opportunità”.   
    Lo ha spiegato in aula l’avvocato Federico Cecconi. La difesa
    ha fatto presente che il processo potrebbe essere rinviato “a
    fine febbraio” anche per la “situazione pandemica in atto”.   
    (ANSA).