More stories

  • in

    Quirinale: il trasloco da casa Mattarella a Palermo

    A Palermo il trasloco del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Davanti alla sua casa di via Libertà al lavoro operai di un’impresa specializzata di Roma che sta caricando mobili e suppellettili su un loro camion per portarli nella nuova abitazione del Capo dello Stato nella Capitale.

  • in

    TEMPO REALE – Letta vedrà Salvini. Fdi propone Nordio

       Uno snodo importante nelle trattative per la scelta del futuro presidente della Repubblica potrebbe arrivare dall’incontro, in programma nel pomeriggio, tra il leader della Lega Matteo Salvini ed il segretario del Pd Enrico Letta. Nell’attesa le posizioni dei due schieramenti non cambiano.    Il centrosinistra al termine del vertice tra i leader conferma di votare scheda bianca con l’intento di preservare il nome di Andrea Riccardi “come profilo ideale”. Nessuna novità nemmeno nello schieramento avversario. Antonio Tajani chiede che non ci siano “veti sui candidati di centrodestra” e stoppa di nuovo l’ipotesi che Mario Draghi possa trasferirsi al Quirinale “il premier – mette in chiaro – è “l’unico garante di questo governo di unità nazionale”. Meno diretto Giuseppe Conte che però insiste sulla necessità di “preservare la continuità dell’azione di governo”.    A sparigliare un po’ è Giorgia Meloni che nel corso della riunione dei grandi elettori di Fdi propone di inserire Carlo Nordio nella rosa dei candidati del centrodestra: “Ho chiesto di allargare alle personalità che non hanno un trascorso politico e per questo abbiamo aggiunto il nome di Nordio, su cui ci pare difficile che si possano muovere obiezioni”.    E se anche il centrodestra voterà scheda bianca alla prima votazione in programma alle 15, Azione e +Europa scriveranno sulla scheda il nome del ministro della Giustizia Marta Cartabia perchè, spiegano all’unisono Carlo Calenda e Benedetto della Vedova, “ha tutte le caratteristiche immaginabili per essere il Presidente della Repubblica”.    Addio invece alle cosiddette “schede segnate” con la decisione del presidente della Camera Roberto Fico di leggere solo il cognome se inequivocabile. 

  • in

    >ANSA-TEMPO REALE/Quirinale: oggi prima chiama, sarà 'al buio'

    Si apre, e molte probabilmente si chiuderà, al buio la prima giornata per l’elezione del tredicesimo presidente della Repubblica. A partire dalle 15 a Montecitorio cominceranno a votare i grandi elettori, diventati 1008 dopo la morte, ieri sera, del deputato Fi Enzo Fasano. La prima elezione in era Covid richiede misure di prevenzione attente: si vota in 50 alla volta, massimo 200 persone in Aula e per i contagiati è previsto il voto drive in nel parcheggio di via della Missione.    Ma, nonostante i contatti frenetici e gli incontri previsti in mattinata, è stallo tra i partiti e l’indicazione della maggior parte dei gruppi per la prima chiama, che prevede i due terzi dei votanti, sarà di votare scheda bianca. Nel frattempo i leader cercheranno la via per uscire dall’impasse mentre di buon mattino il premier Mario Draghi è rientrato a Roma dopo un week end a Città della Pieve. Draghi al Colle “potrebbe garantire il percorso delle riforme; al contrario, se non venisse eletto, il suo ruolo di premier verrebbe indebolito”, sostiene il Financial Time alla vigilia del voto.
        C’è attesa in mattinata per l’incontro tra Enrico Letta e Matteo Salvini mentre alle 11 dovrebbe andare in scena un altro vertice fra Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza.    Hanno già deciso per la scheda bianca i grandi elettori di Iv e nella stessa direzione dovrebbe andare anche Fdi che riunisce i suoi alle 10.30. Alle 11 si riuniranno per decidere “quale proposta fare e quale atteggiamento assumere nelle prime votazioni” quelli di Azione e +Europa.
       Alla stessa ora il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa ha convocato i grandi elettori del suo partito e alle 13.15 Montecitorio si terrà l’assemblea dei grandi elettori di Forza Italia-Udc. Alle 14, poi, è in programma quella di Coraggio Italia.    

  • in

    Quirinale: Bloomberg e FT fanno il tifo per Draghi

    Nel giorno in cui si comincia a votare per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, molti giornali stranieri fanno il tifo per Mario Draghi. Ecco i principali:
    Financial Times – Mario Draghi alla presidenza della Repubblica potrebbe garantire il percorso delle riforme; al contrario, se non venisse eletto, il suo ruolo di premier verrebbe indebolito. Il Financial Times comincia così una lunga analisi dal titolo:  ‘Il dilemma Draghi: l’elezione presidenziale italiana rischia la turbolenza’. “Draghi ha presentato ai politici italiani un dilemma – scrive il quotidiano – se mantenere il più celebre tecnocrate del loro paese come primo ministro, permettendogli di andare avanti con un ambizioso programma di riforme finanziato dall’Ue, o elevarlo a capo di Stato, innescando potenzialmente una crisi paralizzante per un successore alla guida del governo”. “Dal suo arrivo al governo – ricorda il giornale della City – Draghi ha rivitalizzato la fiducia dei mercati e degli investitori grazie a una campagna vaccinale di successo e politiche di bilancio espansive per far accelerare la ripresa economica. Draghi ha disegnato un ambizioso programma di riforme strutturali per migliorare la traiettoria di crescita di lungo periodo dopo decenni di stagnazione”. “Ma un’elezione presidenziale divisiva che dovesse causare una crisi politica preoccuperebbe Bruxelles e i mercati finanziari – rileva l’FT – Dal Quirinale, Draghi potrebbe usare i suoi poteri e la sua autorevolezza per assicurarsi che i governi futuri mantengano le riforme sui binari giusti. Se la coalizione di governo dovesse decidere di non eleggerlo alla Presidenza della Repubblica il ruolo di Draghi ne uscirebbe scalfito”.
    Bloomberg – “Draghi è stato al governo per quasi un anno: ha guidato l’economia italiana a raggiungere un tasso di crescita del 6,3%, ha organizzato una delle campagne vaccinali di maggior successo d’Europa, ha avviato riforme per affrontare i problemi strutturali dell’Italia, come la burocrazia eccessiva e il sistema giudiziario lento. Draghi potrebbe ritenere che il modo migliore per preservare in futuro i risultati della sua azione di governo sia diventare Presidente della Repubblica, un ruolo che dura sette anni”. Così scrive Bloomberg. Per l’agenzia economica, “i presidenti italiani hanno molti più poteri di quello che sembra. Lo spread tra Bund e BTP per ora non si è mosso molto, probabilmente perché i mercati si aspettano che Draghi non lascerà la scena politica”. Ma lo slancio del governo Draghi, si osserva, “potrebbe rapidamente dissiparsi se gli succedesse un primo ministro meno efficace che non ha l’influenza dell’ex capo della Banca centrale europea in patria e all’estero. Ciò potrebbe mettere a repentaglio l’accesso del Paese a oltre 200 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti disponibili dal fondo di recupero della pandemia dell’Unione europea”. Per Bloomberg, il presidente del Consiglio “potrebbe scommettere sul fatto che le sue possibilità di cementare la sua eredità siano migliori se scambierà la carica di premier con la presidenza, che ha un mandato di 7 anni. Se terrà il suo attuale lavoro, rischia di essere trascinato nel pantano delle lotte intestine politiche, come successe a Mario Monti, un altro rispettato tecnocrate. E sebbene sia molto apprezzato per la sua eroica difesa dell’euro durante la crisi del debito europeo e vanti alti indici di approvazione, è improbabile che Draghi cerchi un mandato popolare alle elezioni nazionali che dovrebbero svolgersi entro giugno 2023”. 
    Les Echos – “Avrà fatto tutto il possibile per salvare l’euro, ma non necessariamente la sua patria”: così comincia un editoriale dedicato oggi dal quotidiano francese Les Echos alla corsa al Quirinale, con il titolo “L’Italia senza il suo garante”. “Glorificato per la sua azione alla guida della BCE – scrive Les Echos – Mario Draghi è pronto ad abbandonare con un anno di anticipo la presidenza del Consiglio italiano per quella, più simbolica in modo diverso, del paese. Per lui è il sogno di una vita, la consacrazione di un percorso senza errori che gli apre le porte del Quirinale, un palazzo in cui l’hanno preceduto una trentina di papi e Napoleone. Dietro la legittima aspirazione di un uomo di 74 anni, si nasconde tuttavia un immenso rammarico, quello di vedere un capitano abbandonare la sua nave in piena operazione di salvataggio. I suoi 11 mesi trascorsi al timone hanno prodotti risultati piuttosto spettacolari, in un paese che di recente ne ha conosciuti così pochi: l’Italia è ormai uno dei paesi meglio vaccinati del mondo, mostra una ripresa economica superiore a quella della Germania e della Francia. Ma tutto porta a credere che la fiducia dei mercati non sopravviverà alla probabile uscita del suo primo ministro. Lui solo sembrava in grado di riassorbire, o almeno far dimenticare quella montagna di debito, oltre il 150% del Pil – che minaccia la penisola. L’effetto Draghi sembra già svanire: il famoso ‘spread’, che da’ una buona indicazione sulla difficoltà di un paese a finanziarsi sui mercati, è tornato al suo livello di due anni fa”. Per Les Echos, “anche qualora Mario Draghi nominasse un governo tecnico per evitare elezioni anticipate, i partiti populisti ritroveranno il potere di nuocere che lui aveva saputo contenere. La speranza, ovviamente, è che Mario Draghi trasformi la funzione presidenziale per darle un ruolo più attivo, nei limiti della legge fondamentale”.
    Novaya Gazeta – Silvio non tornerà’ è l’unico titolo, del quotidiano liberale Novaya Gazeta, apparso finora sui media russi in merito all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Un articolo in cui si sottolineano a più riprese i legami di amicizia tra Silvio Berlusconi e il presidente russo Vladimir Putin. “‘L’amico di Putin’ – sottolinea il giornale – è, forse, il politico italiano più famoso in Russia. Silvio Berlusconi, dapprima inaspettatamente tornato alla grande politica, ha aspettato per mesi e all’ultimo momento si è rifiutato di partecipare alla corsa. Il suo principale rivale, il premier in carica Mario Draghi, è uno dei preferiti del centrosinistra, ma il suo passaggio da presidente del Consiglio a presidente potrebbe provocare una crisi nel governo. E ora la questione di chi si trasferirà nel palazzo presidenziale del Quirinale si fa solo più complicata”. Novaya Gazeta sottolinea che Berlusconi “è noto in Russia per la sua amicizia di lunga data con il presidente Vladimir Putin”. I due, si aggiunge nell’articolo, “sono in contatto dall’inizio degli anni 2000 e si fanno regolarmente gli auguri per le feste. Berlusconi chiama Putin ‘mio amico’, e anche il presidente russo sottolinea il carattere amichevole del loro rapporto”.
       

  • in

    Quirinale: con morte Fasano (FI) grandi elettori sono 1008

        Con la morte, ieri sera, del deputato FI Vincenzo Fasano scendono a 1008 i grandi elettori che da oggi alle 15 eleggerano il prossimo presidente della Repubblica.    Scende anche a 672 il quorum dei due terzi richiesto nelle prime tre votazioni mentre dalla quarta servirà la maggioranza semplice.    Adesso per tornare al plenum di 1009, va proclamato il primo dei non eletti, che partecipa subito al voto. 
        Fasano è morto ieri sera e ne avevano dato notizia, esprimendo il proprio cordoglio, diversi colleghi di partito, alla vigilia della prima votazione per il presidente della Repubblica. “Addio Enzo! Se ne è andato l’amico e compagno di tante battaglie”, scrive sui social il coordinatore nazionale di FI⁦ Anonio Tajani – Forza Italia piange Enzo Fasano, parlamentare e coordinatore di Salerno.Una preghiera lo accompagni”. “Sgomento” il senatore azzurro Maurizio Gasparri, per “la prematura scomparsa di un amico fraterno”. “Uomo leale ed onesto, dedito ad una politica fatta di incontro e di presenza, di pazienza e di amicizia, è stato sempre al mio fianco in ogni momento e in ogni scelta” aggiunge Gasparri, ricordando che Fasano, “impegnato negli enti locali di Salerno, è stato nel 1995 assessore alla Regione Campania e dal 2001 è stato eletto quattro volte in Parlamento. Attualmente deputato, per due legislature è stato eletto al Senato”.
       “Parlamentare di esperienza e grande protagonista della vita politica, istituzionale e culturale della Campania, ha sempre vissuto il suo impegno pubblico con autentica passione e profondo rigore. Tenace e volitivo, era da tutti apprezzato per la sua lealtà e per la sua propensione al dialogo e al confronto. Anche nella malattia, ha combattuto fino alla fine per gli ideali che gli avevano fatto scegliere la politica come missione di vita”, ha scritto in serata la presidente del Senato Elisabetta Casellati.   

  • in

    Quirinale: Conte, centrodestra non ceda a deliri di onnipotenza

        “Con chiarezza dobbiamo invitare le forze di centrodestra a non cedere a deliri di onnipotenza, cioè a pensare che questo è il momento di un presidente di centrodestra, o che ci sia un diritto di prelazione, perché sarebbero maggioranza del paese. Non è questo un discorso che ci farebbe andare avanti”. Lo ha detto a quanto riferito il presidente M5s Giuseppe Conte chiudendo l’assemblea con i grandi elettori M5s 
     “Stiamo dimostrando che siamo una comunità che discute, lo apprezzo. Ho visto interventi costruiti con autenticità di pensiero. Dobbiamo arrivare in questo clima e spirito alla soluzione migliore del Paese.Siamo consapevoli he stiamo portando una linea di azione, consapevoli dei nostri numeri. La nostra ostinazione ha dato un frutto: non c’è più il nome di Berlusconi. Ho detto che se siamo quelli del no veto ho detto anche che no ci devono essere preclusioni per proposte che arrivano dal centrodestra”.Lo ha detto, a quanto si apprende, il Presidente M5s Giuseppe Conte chiudendo l’assemblea con i grandi elettori 5s. “Stiamo andando nella giusta direzione, ma il cammino -ha aggiunto – è complesso; la stessa cosa che ci siamo detti stamattina con Letta e Speranza. Dobbiamo essere concentrati, senza porre veti e atteggiamenti negativi, ma siamo quelli che pongono i sì per i cittadini”.   

  • in

    Quirinale: il timing fino al primo voto, le riunioni che lo precedono

    L’appuntamento per i grandi elettori chiamati ad eleggere il presidente della Repubblica è domani, lunedì 24 gennaio, alle 15 alla Camera. La prima votazione sarà preceduta da una fitta serie di appuntamenti e riunioni politiche per definire strategie e mosse su cui ancora c’è grande incertezza. Alle 11 dovrebbe andare in scena un altro vertice fra Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza. I loro tre partiti di centrosinistra hanno scelto di riunire alla vigilia i loro grandi elettori. Nel pomeriggio lo hanno fatto prima Leu e poi il Pd, mentre il M5s ha organizzato una ‘plenaria’ serale, con il leader Giuseppe Conte e i capigruppo di Camera e Senato collegati dagli uffici di Montecitorio via zoom con gli altri partecipanti. Alla Camera è stato un pomeriggio di riunioni anche per il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha visto prima alcuni dirigenti, a partire dai capigruppo, poi governatori e delegati regionali del suo partito: la riunione allargata ai parlamentari è invece fissata per martedì. Matteo Renzi ha dato appuntamento per le ore 9 a parlamentari e delegati regionali di Italia viva. Più tardi, verso le 10.30, è in programma l’assemblea dei grandi elettori di Fratelli d’Italia. Alle ore 11 si riuniranno per decidere “quale proposta fare e quale atteggiamento assumere nelle prime votazioni” quelli di Azione e +Europa insieme agli organi dirigenti dei due partiti che, poco più di dieci giorni fa, hanno firmato un patto di federazione. Alla stessa ora il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa ha convocato i grandi elettori del suo partito e alle 13.15 a Montecitorio si terrà l’assemblea dei grandi elettori di Forza Italia-Udc. Alle ore 14, poi, è in programma quella di Coraggio Italia. Alle 15 è convocato il Parlamento in seduta comune, per il via alle operazioni per la prima votazione per il nuovo capo dello Stato.

  • in

    Quirinale, Salvini: pericoloso togliere Draghi da Chigi. Letta: mio profilo ideale è Riccardi

    “Togliere Draghi dalla presidenza del Consiglio sarebbe pericoloso”. Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini parlando fuori dalla Camera. Salvini spiega – parlando alla Camera – che il nome di Pier Ferdinando Casini non è una proposta del centrodestra. “Non ho visto Letta, io ero con i delegati regionali”. Così il leader della Lega ai cronisti al termine della riunione con il suo partito a Montecitorio, dove c’era pure una riunione del segretario del Pd. Sulla possibilità che domani la Lega voti scheda, ha aggiunto: “Decideremo domani, vedrò i capigruppo”. “Sarebbe pericoloso per l’Italia in un momento difficile reinventarsi un nuovo governo da capo, fermerebbe il Paese per giorni e giorni. La Lega non vuole questo”.”Il centrodestra ha il diritto e dovere di fare proposte senza che nessuno metta ‘no’ pregiudiziali senza sapere neanche di stiamo parlando. Donne e uomini di assoluto spessore ci sono, li faremo nelle prossime ore, non ci sarà un nome imposto e proposto, ce ne sono 2,3,4. Io spero che da sinistra non arrivino ‘no no no’, perchè l’Italia merita una scelta veloce e condivisa”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini ai cronisti davanti a Montecitorio. Poi ha ribadito: “Il centrodestra voterà compatto dall’inizio alla fine. Io incontrerò tutti e anzi rinnovo l’invito a tutti a incontrarci ma non puoi sederti dicendo che qualunque proposta farà la fine di Berlusconi”.Come si apprende dalla Lega, c’è stata una telefonata lunga e cordiale tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: il leader della Lega ha ribadito al Cavaliere il ringraziamento e la stima per quanto ha annunciato ieri. Salvini e Berlusconi si sono confrontati sulla situazione politica: si stanno vagliando proposte di alto profilo, donne e uomini, “sulla cui levatura difficilmente qualcuno potrà porre veti” assicura Salvini. “Berlusconi è sereno e sta bene” conclude Salvini.Il segretario del Pd Enrico Letta ha incontrato i ministri Dem Lorenzo Guerini, Andrea Orlando e Dario Franceschini prima dell’assemblea con i grandi elettori Pd.”Molto probabile domani scheda bianca, per dare un segno di disponibilità e apertura all’interlocuzione, pur nella durezza della nostra condanna di quanto avvenuto ieri nel centrodestra”. Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta, a quanto riferiscono fonti del Nazareno, in assemblea dei grandi elettori Dem.”Con i 5 stelle e Leu, insieme possiamo essere incisivi. E’ un rapporto positivo, costruttivo, che proseguirà in questi giorni. Insieme, oggi abbiamo deciso e comunicato un impegno a parlare con tutte le forze politiche. Un percorso per arrivare martedì o mercoledì a un nome condiviso da tutti”. Lo ha detto Enrico Letta, a quanto riferiscono fonti del Nazareno, aprendo l’assemblea dei grandi elettori Pd. “Il mio profilo ideale è Andrea Riccardi, per quello che rappresenta, per ciò che fa, per esperienza istituzionale. Non è un candidato di bandiera. È l’unico italiano che ha ottenuto il Premio Carlo Magno, maggiore riconoscimento europeo”, ha detto Letta.Vigilia del primo scrutinio per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica. Giornata frenetica per partiti e grandi elettori, con incontri pubblici e riservati. C’è tempo fino a giovedì per trovare il nome giusto, visto che nelle prime votazioni serve la maggioranza dei due terzi e dalla quarta basteranno 505 voti. 
    “Servono candidati di alto profilo, largamente condivisi e che siano in grado di rappresentare tutti gli italiani. Nelle prossime ore promuoveremo i confronti necessari per arrivare a un tavolo con tutti i gruppi parlamentari per indicare il nome condiviso”. Così la nota congiunta di Enrico letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza al termine della riunione tra Pd, M5s e Leu. “Nella riunione di domani mattina sarà concordato il comportamento per la prima votazione”. 
    È “molto probabile” che il centrosinistra vada verso la scheda bianca alla prima votazione. Lo affermano fonti di centrosinistra al termine del vertice alla Camera. La decisione sarà presa nel vertice di domani mattina.  “Finalmente ci si può confrontare sui nomi. L’identikit è quello indicato ormai da settimane: profilo non di parte, autorevole. Incontri che dovrebbero preludere a un tavolo tra tutte le forze politiche. Si ragiona su Andrea Riccardi come profilo di presidente ideale”. Lo affermano fonti del Nazareno sottolineando che è stato un “buon incontro” stamani tra Conte, Letta e Speranza, in un “clima positivo” e con “spirito unitario”.
    Letta oggi dovrebbe tornare a incontrare anche Matteo Renzi, mentre fonti Dem spiegano che vedrà Matteo Salvini appena possibile, così come gli altri leader del centrodestra. “Draghi ha salvato l’Italia, va bene a Palazzo Chigi, va bene al Colle, ma non può stare da entrambe le parti. Al Quirinale non si va contro i partiti. Penso che la candidatura di Draghi, ammesso che abbia una propria strategia, possa stare in piedi solo che abbia questo elemento politico. Al Quirinale ci vai soltanto con un’iniziativa politica”, dice Renzi, leader di Italia viva, a Mezz’ora in più. “La prima possibilità è che si vada su un presidente o una presidente che garantisca Draghi a Palazzo Chigi, perché di perderlo non possiamo permetterci. L’alternativa è una scelta politica”, aggiunge.
    Ieri a sparigliare le carte è arrivato il passo indietro di Silvio Berlusconi che rappresenta l’avvio di una partita che si gioca su un piano inclinato. Tenere insieme Quirinale e governo, questa la scommessa di Enrico Letta e anche di Giuseppe Conte, che solo garantendo il prosieguo della legislatura può tenere uniti i suoi gruppi parlamentari. “Affrontiamo questo difficile passaggio coi nostri alleati. Coi quali a partire da oggi, dopo la fine della candidatura di Berlusconi che aveva bloccato fino a ieri tutto, concorderemo nomi e proposte”, ha scritto su Twitter in mattinata il segretario del Pd.
    “Il Movimento 5 stelle ha un unico obiettivo e lo perseguirà fino alla fine: ha 235 voti di grandi elettori che mette a disposizione degli interessi degli italiani di avere un presidente autorevole che ci renda tutti orgogliosi di essere italiani e ben rappresentati. Continueremo a lavorare in questa direzione”. Così Giuseppe Conte prima della riunione con gli alleati dopo la quale si è dichiarato “molto soddisfatto” .  “Sono ottimista e lo sono ancor di più quando lavoro nell’interesse del Paese”, dice parlando con i cronisti al termine del vertice alla Camera di centrosinistra. “Non abbiamo parlato di nomi”, risponde a chi gli chiede dell’ipotesi Pier Ferdinando Casini. Salvini vi ha presentato la sua rosa di nomi? “Non abbiamo ancora parlato di nomi neanche con lui”, risponde. E’ caduto il veto M5s sul nome di Mario Draghi? “Noi facciamo proposte, non poniamo veti”.
    “Non si può partire dopo tutto questo stallo con un diritto di prelazione da parte del centrodestra. Serve una figura che possa rappresentare il Paese e non una marcatamente di parte”. Lo ha affermato la capogruppo di Leu al Senato, Loredana De Petris, arrivando alla Camera per la riunione del centrosinistra sul Quirinale. “Mario Draghi deve restare a palazzo Chigi? Valuteremo la soluzione migliore per il Paese nel corso della riunione del centrosinistra”, ha aggiunto De Petris, assieme al capogruppo del partito alla Camera, Federico Fornaro che, a chi gli domandava se c’è l’intenzione di proporre un nome di bandiera, ha risposto: “Si valuterà insieme. Oggettivamente Berlusconi era l’ostacolo maggiore sulla strada di un nome condiviso e votato dalla maggioranza”.
    Salvini oggi incontrerà i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo e successivamente i governatori e i delegati regionali della Lega. Le riunioni sono previste nel pomeriggio.
    “Dopo la straordinaria generosità di Silvio Berlusconi, il centrodestra è al lavoro nella certezza che – nell’interesse del Paese – da sinistra non ci saranno No o veti incrociati come avvenuto fino a ieri. Siamo pronti a proporre donne e uomini di altissimo profilo”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.