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    Seul fa decollare i jet per l’incursione aerea Cina-Russia (2)

    (ANSA) – PECHINO, 06 GIU – “I nostri militari hanno
    identificato gli aerei cinesi e russi prima del loro ingresso
    nella Kadiz e hanno schierato i caccia dell’aeronautica per
    condurre misure tattiche in preparazione contro potenziali
    situazioni accidentali”, ha aggiunto il Comando sudcoreano in
    una nota, precisando che i jet cinesi e russi sono entrati,
    rispettivamente, nella parte meridionale e orientale dell’area
    di identificazione di difesa aerea.   
    La prova di forza sino-russa, tra l’altro, è avvenuta dopo
    che i capi della Difesa di Usa, Corea del Sud, e Giappone hanno
    avuto il loro primo incontro in 4 anni a margine di lavori dello
    Shangri-La Dialogue, tenuto lo scorso fine settimana a
    Singapore: le parti hanno ribadito il loro impegno a rafforzare
    la cooperazione trilaterale in materia di sicurezza di fronte
    alle crescenti tensioni nell’Indo-Pacifico. (ANSA).   

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    Eurobarometro, il 61% degli italiani approva sostegno dell’Ue a Kiev

    Il 61% degli italiani vede con favore il supporto dell’Ue all’Ucraina. Il dato è evidenziato dal sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi dall’Eurocamera.
    Secondo la ricerca il 17% è molto soddisfatto e il 44% è a favore della strategia adottata da Bruxelles per supportare Kiev. Il 26% esprime invece contrarietà, il 9% è nettamente contrario mentre il 4% non si esprime, si legge nella ricerca.
    Se si guarda al dato europeo invece il sostegno all’Ucraina gode in Ue di un gradimento del 69%, con il dato più alto nei Paesi Bassi (90%), seguiti da Svezia, Finlandia e Irlanda all’87%.
    Sotto al 50% invece Slovacchia e Grecia dove rispettivamente il 51 ed in 49 % dei cittadini si dice contrario al sostegno europeo all’Ucraina.

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    Il cardinale Zuppi ricevuto dal presidente Zelensky a Kiev

    Il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha ricevuto il cardinale Matteo Zuppi a Kiev. Lo riferisce il quotidiano cattolico Avvenire sul suo sito. L’incontro è stato molto cordiale e, a quanto trapela, Zuppi e Zelensky hanno discusso su alcuni punti chiave per procedere nella direzione di una dialogo stabile e concreto.
    Zuppi, inviato di pace di papa Francesco in Ucraina, ieri ha ribadito il sostegno all’Ucraina e ha sottolineato che la guerra è un passo indietro che distrugge tutto e fa soffrire i bambini, in un incontro a Kiev con il commissario parlamentare ucraino per i diritti umani, Dmytro Lubinets, secondo quanto riportato dall’agenzia Ukrinform.
    “È inaccettabile che la violenza di questa guerra abbia colpito i bambini. Papa Francesco, parlando dell’Ucraina, ha usato un’espressione molto bella: ‘Le vostre lacrime sono le mie lacrime, il vostro dolore è il mio dolore’. E oggi dico che i vostri figli sono i nostri figli, posso parlare di questo perché tanti bambini sono venuti in Italia. […] È stato molto bello vedere l’ospitalità con cui gli italiani hanno accolto i bambini ucraini”, ha detto Zuppi.
    Il cardinale ha notato che i bambini italiani e ucraini nelle scuole hanno trovato rapidamente una lingua comune e sono diventati amici. “Naturalmente, la Chiesa farà tutto il possibile per proteggere la vita dei bambini”, ha affermato Zuppi.

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    Lula, ingiusto che in Amazzonia vivano i più poveri del pianeta

    (ANSA) – RIO DE JANEIRO, 06 GIU – “Per preservare
    l’Amazzonia, è necessario prendersi cura delle persone, della
    fauna e della foresta. Ma non possiamo permettere che gli esseri
    umani di questa regione continuino ad essere i poveri del
    pianeta”: lo ha detto il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula
    da Silva, a proposito della politica ambientale del suo governo.   
    “Vogliamo estrarre, condurre ricerche sulla ricchezza della
    nostra biodiversità per vedere se da quella riusciamo a dare da
    vivere alla nostra gente”, ha aggiunto Lula, citando i cosmetici
    e i medicinali tra i settori dell’industria che possono
    beneficiare di questo sfruttamento, secondo Agencia Estado.   
    Durante la presentazione di un nuovo piano contro la
    deforestazione, avvenuta ieri in occasione della Giornata
    mondiale dell’ambiente, il capo dello Stato ha rinnovato il suo
    appello ai “Paesi ricchi” affinché mantengano le loro promesse e
    aumentino i finanziamenti per combattere il disboscamento
    illegale in Amazzonia.   
    “Sospetto che i Paesi ricchi promettano ciò che non possono
    o non vogliono dare”, ha affermato Lula, che ha ribadito la sua
    promessa di azioni repressive contro la deforestazione e
    l’estrazione illegale. (ANSA).   

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    Rocca, ridaremo patrocinio al Pride se chiedono scusa

    (ANSA) – ROMA, 06 GIU – La Regione Lazio è pronta a ridare il
    patrocinio al Pride se Colamarino, presidente del Circolo Mario
    Mieli e portavoce del Roma Pride chiederà scusa: “Colamarino
    chieda scusa per la strumentalizzazione e la manipolazione, e
    immediatamente ridaremo il patrocinio. Ma non c’è spazio di
    mediazione per l’utero in affitto”, quindi cancellando la parte
    dedicata alla pratica dell’utero in affitto. Lo ha detto il
    presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a margine della
    conferenza internazionale “The forest factor” organizzata
    dall’Arma dei carabinieri presso la facoltà di Architettura
    all’università Roma Tre. (ANSA).   

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    Zangrillo, smart working prorogato solo per i fragili

    “Ho sempre sostenuto che il lavoro agile rappresenti un importante strumento e non vedo perché non possa essere in grado di funzionare anche nella Pa. Per evitare il racconto del lavoro agile come una sorta di semi-vacanza, serve però una vera e propria rivoluzione culturale, oltre che organizzativa, in grado di rendere lo smart working pienamente efficace, per non pregiudicare i servizi erogati a cittadini e imprese”. Lo dichiara al Messaggero il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, in merito alla scadenza il 30 giugno della proroga dello smart working per i dipendenti privati con figli under 14 e per i fragili.    “Nello specifico mi permetto solo di osservare che non siamo più in pandemia – aggiunge – per cui non credo ci sia più l’urgenza di intervenire sui genitori con figli under 14.    Auspico invece continui ad esserci la giusta attenzione nei confronti dei fragili”.    Rispetto alle norme su Corte dei Conti e scudo erariale, il ministro afferma: “Le polemiche mi sembrano una tempesta in un bicchier d’acqua, preferisco rispondere nel merito. Lo scudo erariale è stato introdotto nel 2020 da Conte e poi prorogato da Draghi. Non vedo per quale ragione si debba alzare un polverone su questa ulteriore proroga, finalizzata a mettere le nostre persone nelle condizioni di realizzare in un clima di fiducia, e in tempi molto stretti, i tanti progetti del Piano. Per quanto riguarda invece il controllo concomitante, sull’avanzamento del Piano vigila l’Ue e la norma non incide in alcun modo sulle prerogative della Corte. I controlli contabili ci saranno”.       

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    Johansson, ‘la visita di Meloni in Tunisia è cruciale’

    “Dobbiamo aumentare la cooperazione con la Tunisia, è un partner chiave, i numeri di partenze verso l’Italia non sono sostenibili, la visita di Giorgia Meloni oggi è cruciale perché l’Italia gioca un ruolo costruttivo nelle nostre relazioni con Tunisi, su questo la Commissione e Roma sono alleate nell’aumentare la cooperazione con questo Paese”. Lo ha detto la commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson durante un punto stampa. “Dopo la mia missione abbiamo visto un calo significativo di partenze dalla Tunisia ma è incerto se questo sia duraturo”.

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    La missione di Meloni, un compromesso fra Tunisia e Fmi

    Nelle ultime settimane è calato il numero di migranti arrivati in Italia dalla Tunisia e dopo l’invito del presidente Kais Saied la visita di Giorgia Meloni a Tunisi è stata organizzata in 48 ore: sono due segnali che generano ottimismo nel fronte italiano alla vigilia della missione della premier, una visita lampo in mattinata che ha un duplice obiettivo. Da una parte sbloccare gli aiuti europei (500 milioni di euro) e almeno alcune rate dei quasi 2 miliardi di dollari messi sul tavolo dal Fmi; dall’altra strappare da Saied un po’ di flessibilità sulle riforme che il Fondo monetario internazionale pone come condizione (la fine di alcuni sussidi su benzina e farina, il taglio della spesa per i dipendenti pubblici, per limitare il debito) e che il presidente tunisino rigetta come diktat inaccettabili.
    La visita è stata preceduta da un lavoro diplomatico che da mesi vede coinvolti la stessa premier e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Oggi la Tunisia è in difficoltà – ha spiegato la presidente del Consiglio -. Vive una situazione molto delicata perché rischia un default finanziario e chiaramente se va giù il governo tunisino vivremo uno scenario assolutamente preoccupante. Ed è su questo scenario che lavoriamo”. Dopo la telefonata di venerdì scorso, Meloni incontrerà Saied e poi Najla Bouden Ramadan (anche lei prima donna premier nel suo Paese): saranno affrontate le relazioni fra Italia e Tunisia (presto legate anche da un elettrodotto sottomarino di 200 chilometri), ma soprattutto si parlerà degli aiuti internazionali e del tema, decisamente intrecciato, dei flussi migratori. Questione su cui il presidente tunisino ha proposto una conferenza ad alto livello tra i Paesi interessati, fra Nord Africa, Sahel, Sahara e Mediterraneo.
    Da marzo il governo italiano denuncia l’allarme Tunisia con il timore di una catastrofe umanitaria, con 900mila potenziali rifugiati. “Il prossimo Consiglio Ue”, a fine giugno, “deve agire subito”, auspicava Meloni al G7: in Giappone ne ha parlato con il presidente francese Emmanuel Macron, con Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fmi, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Qualche giorno dopo, al vertice della Comunità politica europea, ha avuto anche un trilaterale con la stessa von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte, che sul dossier migranti ha una linea vicina a quella di Meloni, e non ha escluso la possibilità di un viaggio insieme in Africa.
    Così nasce questa missione italiana ( nota a tutte le cancellerie Ue), nuova tappa africana dopo Algeria e Libia. Un percorso anche legato Al Piano Mattei, che sarà presentato a ottobre. La gestione del dossier Tunisia può diventare emblematico. La premier è convinta che verso Tunisi in questo momento serva più pragmatismo che rigidità. L’obiettivo, spiegano fonti italiane, è non fare arenare il processo ma cercare un compromesso sulle riforme per ristrutturare l’economia. Vanno “calibrate alle esigenze sociali della popolazione”, ha detto Tajani, che in serata ha sentito il suo omologo tunisino Nabil Ammar e nei prossimi giorni a Washington incontrerà Georgieva. La speranza italiana è che da Tunisi arrivi un segnale rassicurante sulla volontà di un accordo equilibrato.
    Saied è a capo dell’unico Paese uscito dalle primavere arabe con una democrazia, però sempre più fragile. Ha risposto a muso duro a quelle cancellerie che hanno criticato l’arresto dello storico leader del partito islamico tunisino, Ennhadha Rached.
    Il tema dei diritti civili non è estraneo alle tensioni che hanno frenato i finanziamenti del Fmi. In Tunisia, dice Patrick Zaki a Repubblica, “è evidente una preoccupante deriva verso la dittatura”.