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    Quirinale: a Roma per l'elezione, il regalo di Natale della 12enne Giulia

    “Vorrei andare a Roma nei giorni dell’elezione del presidente della Repubblica”. È il singolare desiderio espresso per Natale da Giulia, una dodicenne di Genova, e i suoi genitori sono stati ben felici di accontentarla.
    “Salta qualche giorno di scuola ma ne vale la pena, la politica è la sua passione”, spiega la mamma, che da lunedì la accompagna da un ingresso all’altro di Montecitorio nella speranza di incrociare i suoi parlamentari preferiti.
    “Mi piace lo stile di Letta, di Orlando e di Serracchiani” racconta la ragazzina, piumino nero, cappellino e zainetto rosa, e nello smartphone una collezione di selfie, fra gli altri con Pierluigi Bersani, Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Mario Monti, Liliana Segre e Pier Ferdinando Casini.
    “Da grande voglio fare la politica – dice sicura Giulia -. Non sono assolutamente delusa dalla politica, anzi mi fa arrabbiare chi dice che fa tutto schifo”. “Devi studiare e impegnarti”, le ha raccomandato il dem Luigi Zanda.
    “Al Quirinale mi piacerebbe una fra Belloni e Cartabia. Un bis di Mattarella sarebbe ottimo ma non so se è possibile”, l’auspicio della ragazzina che domenica tornerà a casa: “Speriamo che eleggano prima il presidente”.   

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    Bonino: “Casellati? Io voto Cartabia”

    “Casellati per il Colle? Sono d’accordo con chi dice che questa rosa di tre è un paravento, quindi…”. È il parere della senatrice di +Europa Emma Bonino, che con ironia ha previsto per la terza votazione “una vittoria della cugina di bianca scheda”. “Sento parlare di conclavi a pane acqua e cicoria… È il metodo che è tutto sbagliato, non ci sono candidature pubbliche, manco ci si dovesse candidare a un ruolo infamante, non c’è un dibattito pubblico. La metodologia è carbonara, questo porta a degenerazioni insopportabili – ha aggiunto Bonino arrivando alla Camera-. È l’ora di una donna? Dopo tanti elogi improvvisamente non ce n’è.    Io voto Cartabia, può piacere o non piacere ma è una persona competente, soprattutto sui temi che mi stanno più a cuore, la costituzione, la malagiustizia, queste bazzecole”. 

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    Quirinale, in Transatlantico tornano gli ex a dare consigli

     Come nelle migliori tradizioni il Transatlantico torna a popolarsi anche di ex parlamentari, e tra essi alcuni che sono stati decisivi in alcuni passaggi della politica italiana, come Domenico Scilipoti o Nuccio Cusumano.    E’ consuetudine che nei passaggi politici importanti, come i voti di fiducia o le elezioni presidenziali, in Transatlantico si palesino anche ex parlamentari, spesso fermati dagli attuali per ascoltare i loro pareri. Oggi si sono visti alcuni ex che hanno visto diverse altre elezioni presidenziali come Angelo Sanza o Mario Tassone. Nel grande salone che precede l’ingresso in Aula, oggi si è visto anche Nuccio Cusumano, che il 24 gennaio 2008 in Senato lasciò l’Udeur tentando inutilmente di salvare il governo Prodi, venendo aggredito a suo di sputi dal suo compagno di partito Tommaso Barbato. A dispensare consigli ai grandi elettori del centrodestra anche Domenico Scilipoti, il “responsabile” per antonomasia, che salvò il governo Berlusconi nel dicembre 2010. Nei programmi di Scilipoti, illustrati a diversi parlamentari, un nuovo partito che riunisca le tre religioni abramitiche.    

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    Salvini: “Casellati? Non ha bisogno di essere candidata”

    “Casellati? È la seconda carica dello Stato, non ha bisogno di essere candidata…. Pera, Moratti e Nordio sono nomi all’altezza. Spero che Conte e Letta non si fermino ai no”. Lo dice Matteo Salvini prima di andare nei suoi uffici a Montecitorio. “Il mio tentativo è quello di dialogare” conclude il leader della Lega. “Casellati non fa parte di rose politiche, è lì, è la seconda carica dello Strato, è donna, è stata eletta dalla maggioranza dei senatori, non ha bisogno che la sponsorizzi io o altri. Se uno la chiama penso sia a disposizione”, ha aggiuntoSalvini. “Il nuovo premier non lo troviamo a Campo de Fiori…Stiamo lavorando già a un Presidente della Repubblica e io ho un’idea. Qualora Draghi lasciasse il governo avremmo settimane di confusione, sarebbe un problema per l’Italia, con la crisi economica, sanitaria…”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, arrivando alla Camera.
    “A parte che se perdo tre chili male non mi fa, ma il mio tentativo è dialogare, ma per farlo bisogna essere in due. Se mi siedo a un tavolo e mi dicono, ‘sono pronto a dialogare ma qualunque nome tu mi faccia è no’, allora si capisce che è un dialogo un po’ particolare. Noi dei nomi li abbiamo fatti. E ne potremmo farne altri dieci all’altezza, speriamo che ce ne sia uno di questi nomi che vada bene, dopo 30 anni uno non di sinistra”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini.

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    Linea Conte si rafforza,ma alta tensione su nomi

    Resta la tensione dentro il M5s sulla linea da seguire per l’elezione del Capo dello Stato dopo che il presidente ha aperto nella direzione del dialogo con il centrodestra per l’individuazione di un nome per il Colle, “autorevole” e che sbarri la strada di Draghi verso la Presidenza, in modo da assicurare la stabilità del governo “nell’interesse nazionale”. Se torna il sereno sul fronte del no ai veti incrociati, ora i 5 Stelle si interrogano sul possibile candidato che potrebbe uscire dal cilindro del confronto con Salvini e la sua coalizione. E il nome che più divide sarebbe quello della presidente del Senato, Casellati, un nome che potrebbe uscire dal fronte salviniano qualora sfumassero i nomi della sua rosa. Una parte del Movimento considera positivamente il fatto che sia una figura istituzionale, seconda carica dello Stato, rispondente cioè all’identikit tracciato dai 5 stelle per poter convergere su un nome di centrodestra. Ma è invece visto come il fumo negli occhi da un’altra parte del Movimento che ricorda la questione sorta attorno alla sua figura per i voli di stato e sulla questione dei vitalizi. “Come Movimento non la potremmo mai votare” è la previsione che azzarda qualcuno.    Intanto c’è chi guarda con speranza alla crescita dei voti per il presidente uscente Sergio Mattarella: “sono aumentare le schede su Mattarella e sicuramente lì dentro c’è qualcuno del Movimento” ,dice un parlamentare lamentandosi del fatto che i grandi elettori 5 Stelle venogno tenuti all’oscuro della trattativa vera. Come quella che si è riaperta con gli alleati di centro-sinistra smorzando gli attriti che si erano verificati dopo che erano filtrate notizie sulla cabina di regia che Conte aveva riunito ieri fino a tarda notte.    Un tavolo dove sarebbe andata in scena la contrapposizione di linea tra l’ex premier e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. La linea di Conte resta quella del dialogo aperto anche con il centrodestra per la ricerca di un nome condiviso dagli schieramenti, partendo dall’assunto della necessità di mantenere la continuità dell’azione di governo in un momento molto delicato per il paese. Per Di Maio, invece, proprio nell’ottica di una ampia convergenza tra le forze politiche era necessario non precludere alcuna strada, neppure quella che potrebbe portare il premier al Colle. Anche per evitare il rischio di isolare il Movimento nel caso in cui il punto di caduta dovesse essere sul nome di Draghi. Sullo sfondo restano i dubbi sulla linea del posizionamento politico dei 5s ora saldamente ancorato nel centrosinistra. La linea del dialogo con il centrodestra, rivendicata dall’ex premier, interroga alcuni sul rischio di mettere a repentaglio l’asse con i progressisti. Asse che tuttavia è stato rinsaldato nella nuova riunione tra Conte, Letta e Speranza dove, insieme, i tre leader hanno deciso di andare al confronto ad oltranza senza presentare una rosa da contrapporre all’altro schieramento proprio per agevolare una soluzione condivisa. “Giuseppe Conte rappresenta al meglio gli interessi degli italiani. Siamo con te, presidente!” esulta la vice di Conte Paola Taverna.

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    Le “spine” delle rose nelle tattiche dei leader

    Il metodo di ricorrere ad una rosa di nomi da sottoporre alla controparte per favorire il confronto ha una consolidata tradizione nella storia dell’elezione dei Presidenti della Repubblica. Il più delle volte non è da tale lista che esce il nome che alla fine sarà il candidato che si imporrà, per motivi diversi. In alcuni casi per i franchi tiratori che affondano le decisioni dei leader, in altri perché la stessa rosa proposta nasconde un retro pensiero e vuole preservare il vero candidato in “pectore” del proponente. 
    Il caso più recente non è di buon auspicio. Nel 2013, il 17 aprile, il segretario del Pd Pierluigi Bersani propose a Silvio Berlusconi una rosa di tre nomi, composta da Franco Marini, Giuliano Amato, Massimo D’Alema. Pur preferendo i secondi due il Cavaliere, su suggerimento di Gianni Letta, optò per il primo, nel timore che dopo una spaccatura del Pd nel voto, i Dem puntassero a Sergio Mattarella o Romano Prodi. Marini, il giorno dopo, fu affossato dai franchi tiratori e, come temeva Berlusconi, i Democrats lanciarono Prodi, impallinato anch’egli dagli ormai leggendari 101 il 19 aprile. Il puzzle si risolse con tutti i partiti i processione al Quirinale a chiedere a Napolitano il bis.
    Si ricorse alla rosa di nomi anche nel 1992, in una delle elezioni presidenziali più drammatiche della Storia della Repubblica, per l’attentato di Capaci contro Falcone, nel corso delle votazioni. Il segretario della Dc Arnaldo Forlani propose ai propri gruppi parlamentari una rosa di tre nomi, Andreotti, Martinazzoli, Scalfaro, destinati ad elidersi, tanto che il candidato scelto fu lo stesso Forlani. Questi fu però affossato, il 16 maggio, da 70 franchi tiratori del proprio partito. Dopo una ripetuta serie di sedute a suon di schede bianche lo stesso Forlani ritirò la propria candidatura. Nei giorni successivi furono gli altri partiti a proporre rose di candidati anche con nomi di esponenti Dc (Leopoldo Elia, Tina Anselmi ecc) senza che si giungesse a nulla. il 23 maggio, dopo la strage di Capaci, tutti i partiti dell’allora arco costituzionale si accordarono su una candidatura istituzionale, quella del presidente della Camera Oscar Luigi Scalfaro, che Marco Pannella aveva candidato sin dall’inizio. Lunedì 25 Scalfaro su eletto con 672 voti e 105 franchi tiratori.
    La rosa fu invece una sorta di cortina fumogena nel 1987, quando si giunse all’elezione di Francesco Cossiga. Il 16 giugno la segreteria della Dc decise di proporre agli alleati del quadripartito una rosa che ”Avanti” il giorno dopo pubblicò: Cossiga, Fanfani, Forlani, Zaccagnini, Andreotti, Colombo, Scalfaro, Elia. Gli altri giornali, invece, restringono a tre il numero dei ”papabili”, indicando Cossiga come favorito e Fanfani e Forlani. In realtà il segretario De Mita puntava a Cossiga e, lavorando di sponda anche con il Pci, riuscì a portare sull’allora presidente del Senato anche il Psi. Cossiga venne eletto al primo scrutinio il 25 giugno con 752 voti su 977. 
    Nel dicembre 1971, non ruscendo ad eleggere il presidente con i voti della maggioranza, la Dc contattò il Pci chiedendo che fosse Botteghe Oscure a fare una rosa di candidati Democristiani dai quali Piazza del Gesù avrebbe scelto il candidato. La trattativa si arenò e al 23 scrutinio salì al Quirinale Giovanni Leone al 23mo scrutinio con 518 voti sui 1008 grandi elettori.

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    Quirinale: il film della seconda giornata

    Seconda fumata nera, nuova pioggia di schede bianche.
    20.21 – Sono 527 le schede bianche al secondo scrutinio per l’elezione del capo dello Stato. Ieri erano state 672. Aumentano rispetto alla prima votazione invece i voti dispersi: salgono infatti a quota 125 contro gli 88 registrati ieri. Le schede nulle sono pari a 38.
    20.20 – Fumata nera nella seconda votazione del Parlamento in seduta comune integrato dai delegati delle regioni per eleggere il presidente della Repubblica. Nessuno, ha detto il presidente della Camera Roberto Fico proclamando il risultato dello spoglio, ha raggiunto il quorum previsto dalla Costituzione dei due terzi dei componenti del Collegio. Servirà una nuova votazione, la terza, prevista per domani a partire dalle 11.
    20.11 – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato con 39 voti il più votato insieme al giurista Maddalena (39 voti anche per lui) nella seconda votazione per il Quirinale finita con una nuova fumata nera.
    20.08 – “Oggi abbiamo deciso di non presentare una rosa di nomi. In questo modo acceleriamo il dialogo con il centrodestra con l’impegno di trovare nelle prossime ore una soluzione condivisa. L’Italia non ha tempo da perdere. Non è il momento del muro contro muro”. Così il Presidente M5s Giuseppe Conte.
    19.44 – “La proposta che facciamo è quella di chiuderci dentro una stanza e buttiamo via le chiavi, pane e acqua, fino a quando arriviamo a una soluzione, domani è il giorno chiave”. Lo ha detto Enrico Letta al termine del vertice di centrosinistra.
    19.40 – Si è concluso nell’Aula di Montecitorio lo spoglio delle schede della seconda votazione per il Presidente della Repubblica. Lo spoglio è durato un’ora. E’ ora un corso il conteggio dei voti.
    19.17 – “Non contrapponiamo una nostra rosa dei nomi” di candidati al Quirinale. È quanto scritto in un comunicato congiunto al termine della riunione Pd, M5S e Leu, alla Camera. “Prendiamo atto della terna formulata dal centrodestra che appare un passo in avanti, utile al dialogo. Pur rispettando le legittime scelte del centrodestra, non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione in questo momento necessario”, affermano Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza dopo il vertice di centrosinistra. “Riconfermiamo la nostra volontà di giungere ad una soluzione condivisa su un nome super partes e per questo non contrapponiamo una nostra rosa di nomi”.
    19.11 – Quirinale: seconda fumata nera, nuova pioggia schede bianche. Scrutinio ancora in corso alla Camera
    18.35 – Il metodo scelto dal centrodestra “non credo sia il più agevole ma credo sia giusto valutare le proposte come ha detto il nostro segretario Letta”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
    18.27 – Si è conclusa nell’Aula di Montecitorio la seconda votazione del Parlamento in seduta comune integrato dai delegati delle regioni per eleggere il presidente della Repubblica. Parte ora lo spoglio, che viene effettuato personalmente dal presidente della Camera Roberto Fico.
    18.12 – Finita nell’Aula di Montecitorio la chiama dei deputati per l’elezione del presidente della Repubblica. Parte ora la chiama dei delegati della regioni.
    17.50 – È iniziato nella sede del gruppo Pd alla Camera il vertice fra M5s, Pd e Leu. Presenti Giuseppe Conte, Enrico Letta, Roberto Speranza e i capigruppo di Camera e Senato delle tre forze politiche.
    17.14 – “Abbiamo affidato al timoniere una nave che è ancora in difficoltà ma non ci sono le condizioni per cambiare e il timoniere non può lasciare”. Lo afferma il presidente del M5s, Giuseppe Conte, rispondendo ad una domanda sulla candidatura di Mario Draghi per il Colle.
    16.57 – “Abbiamo intenzione di muoverci di comune accordo con gli alleati. Mi fido di Conte, senza nessun dubbio”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, conversando con i giornalisti in Transatlantico.
    16.46 – Quelli proposti dal centrodestra sono “nomi sicuramente di qualità e li valuteremo senza spirito pregiudiziale”. Lo ha detto Enrico Letta conversando con i giornalisti in Transatlantico.
    16.34 – “I nostri nomi sono Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio. Nessuno di loro ha una tessera di partito ma hanno ricoperto ruoli importanti”. Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini nel corso della conferenza stampa del centrodestra.
    16.24 – Letizia Moratti, Carlo Nordio, Marcello Pera. Sarebbero queste, a quanto si apprende, le candidature decise dal centrodestra nel corso del vertice con i leader della coalizione.
    16.09 – Si è conclusa nell’Aula della Camera la votazione dei senatori per l’elezione del presidente della Repubblica. Ora votano i deputati.
    15.54 – Secondo quanto si apprende, si è concluso il vertice del centrodestra con tutti i leader, che si è svolto negli uffici della Camera.
    15.28 – “Spero che la presidenza inizi a far votare due volte al giorno: c’è una crisi pensantissima in Ucraina, la crisi economica su energia e gas, regole assurde a scuola per la dad, almeno il Parlamento abbia la consapevolezza di quello che si sta giocando. Il mio è un appello a fare presto”. Lo dice Matteo Renzi, leader di Iv, parlando in transatlantico alla Camera.
    15.24 – “Ho sentito anche Draghi perché si parla di Quirinale ma oggi l’emergenza è il costo di luce e gas e la crisi tra Russia e Ucraina e mi auguro non ci siano venti di guerra, da questo punto di vista il presidente della Repubblica sarà fondamentale”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, parlando con i cronisti fuori da Montecitorio.
    Ore 15 – Al via nell’Aula di Montecitorio la seconda votazione del Parlamento seduta comune integrato dai delegati regionali per eleggere il presidente della Repubblica. Al banco della presidenza ci sono i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati. Il quorum richiesto è di due terzi dei componenti del Collegio.
    Ore 14.49 – Slitta alle 17.15 il vertice di M5s, Pd e Leu che era previsto alle 15: i leader dei tre partiti, a quanto si apprende, valuteranno di presentare una rosa di candidati per il Quirinale. La decisione sarà assunta anche alla luce dell’esito del vertice di centrodestra.
    Ore 14.45 – “Draghi è a Chigi e lavora bene a Chigi”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini a chi gli chiedeva se il premier sia nella rosa dei nomi proposti dal centrodestra per il Quirinale.
    Ore 13.46 –  In attesa che inizi il vertice del centrodestra, i leader della coalizione provano a definire una rosa dei nomi da presentate al resto dei partiti. L’idea è quella di arrivare ad una terna ed al momento i nomi sarebbero quello dell’attuale presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati dell’ex magistrato Carlo Nordio e dell’ex presidente di palazzo Madama Marcello Pera. 
    Ore 12.20 – “La Commissione europea ha tutto l’interesse affinché la situazione attuale” di stabilità in Italia “continui, perché vediamo che ci sono molte rassicurazioni e fiducia che i soldi” del Recovery fund “siano ben spesi”. Così il commissario europeo per il Bilancio, Johannes Hahn, soffermandosi sulla scelta del nuovo presidente della Repubblica in Italia nel corso di un’intervista a un gruppo ristretto di media internazionali tra cui l’ANSA. “Non ho dubbi che gli oltre mille grandi elettori incaricati siano pienamente consapevoli della posta in gioco”, ha aggiunto.
    Ore 11.14 –  “Il mio ruolo è proteggere Mario Draghi ed è assolutamente importante averlo nelle istituzioni del Paese”. Il segretario del Pd Enrico Letta, in un’intervista alla Cnbc, ha aggiunto di ritenere il premier ed ex presidente della Bce “un asset straordinario”. 
    Ore 10.55 – “Non poniamo veti su Mario Draghi visto che sosteniamo il suo governo, ma come abbiamo detto, la sua autorevolezza e capacità necessitano che resti a Palazzo Chigi e per la presidenza della Repubblica proponiamo nomi di area culturale del centrodestra e di area politica”. Così il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari entrando a Montecitorio per la riunione con gli altri parlamentari e con Matteo Salvini.
    Ore 10.30 – “Non è in corso alcuna trattativa tra il Senatore Matteo Salvini e il Presidente del Consiglio Mario Draghi a proposito di un presunto rimpasto. È infondato e irrispettoso per il senatore Salvini e per il Presidente Draghi immaginare che in questa fase – anziché discutere di temi reali come caro-energia, inflazione, scenari internazionali, opere pubbliche o Covid – siano impegnati a parlare di equilibri di governo. A proposito di Quirinale, il Senatore Salvini è al lavoro su alcuni nomi – donne e uomini – di altissimo profilo.Nessuna confusione né perdite di tempo: la Lega vuole essere garante di stabilità, responsabilità e concretezza”. E’ quanto si legge in una nota della Lega
    Ore 10.07 – “Il totonomi impazzirà in questi giorni, non aggiungerei altri elementi. Per esperienza i nomi che meno si fanno sono quelli che hanno più possibilità di essere eletti”. Così il presidente di Italia Viva Ettore Rosato in un’intervista a Il Piccolo. ” Candidato di Italia Viva ? Non c’è . L’elezione del capo dello Stato – aggiunge Rosato – non può essere la proposta di uno che piaccia più degli altri, ma è il punto di equilibrio tra oltre mille grandi elettori. Mai come stavolta dovrà essere una personalità capace di costruire un largo consenso”. 
    Ore 9.30 –  Pierferdinando Casini, uno tra i candidati alla presidenza della Repubblica più citati in questi giorni, esce dal riserbo dell’ultimo periodo con un post su Instagram: “La passione politica è la mia vita!!”, esclama l’ex presidente della Camera a commento di una sua foto quando, giovanissimo, guidava i giovani Democratici Cristiani. 
    Ore 9.04 – “Lo dico chiaro in vista delle votazioni di oggi, Italia viva non sosterrà candidati che non abbiano un chiarissimo pedigree filo atlantico e filo europeista. Chi ha orecchie per intendere intenda”. Lo ha detto il leader di Italia viva Matteo Renzi a Radio Leopolda.