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    Salvini incontra Giorgetti, la Lega stabile al governo

    Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha incontrato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, dopo il Cdm sulle nuove norme anti-Covid, disertato dagli esponenti leghisti, sottolineando la fedeltà all’esecutivo.
    “Ci mancherebbe altro!” ha risposto a chi gli chiedeva se il suo partito sia stabile al governo, aggiungendo: “Noi non abbiamo nessun interesse a chiedere rimodulazioni della squadra di governo’. 
    “La Lega- ha detto ancora Salvini –  è impegnata a trovare tutti i soldi e le norme possibili per salvare il lavoro dal nostro paese. Il ritorno alla normalità è un dovere. Per arrivarci non bisogna complicare la vita alla gente, e a scuola non bisogna complicarla alle mamme ed ai papà”. 
    “Qui bisogna trovare miliardi veri e rapidamente da girare sui conti correnti degli aziende e delle famiglie che non riescono a pagare le bollette”, sostiene. Riferendosi all’atteggiamento mantenuto ieri della lega in Consiglio dei ministri, Salvini sostiene che “sindaci e governatori chiedono le riaperture. I guariti oggi sono più al sicuro degli altri, lo dice la scienza. Imporre loro altre dosi e restrizioni e senza basi scientifiche. Io non sono d’accordo sul fatto che mamme e papà siano messi in difficoltà. I discorsi politici, invece, li lascio a Letta e Conte”. 

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    Oggi il giuramento, attesa per il discorso di Mattarella

    Il Consiglio dei ministri è stato sentito in merito all’intendimento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di confermare il Cons. Ugo Zampetti nell’incarico di Segretario generale della Presidenza della Repubblica. Lo si legge nella nota del Consiglio Che la sua rielezione abbia allora un senso, un’utilità immediata per il Paese. Sergio Mattarella non lo dirà mai in questi termini ma al Quirinale è questo il pensiero di fondo che si è metabolizzato in questi giorni, tra rielezione e giuramento. Riflessioni che hanno permesso a Sergio Mattarella di riflettere e sintetizzare, attraverso un’operazione di pulizia dalle tossine accumulate un po’ da tutti la settimana scorsa a causa delle tensioni per il voto. Una semplificazione che, com’è nel suo stile, lo conduce ai problemi reali del Paese, alle sue esigenze. Ecco perchè il presidente della Repubblica nel suo discorso riporterà al posto che merita la politica estera, il ruolo dell’Italia in Europa in un momento in cui venti di guerra si abbattono ai confini del Continente e le navi russe e della Nato si confrontano al largo della Sicilia. Parlerà anche della pandemia, ovviamente. L’emergenza che da due anni flagella il mondo e che uno degli obiettivi per il quale è nato il governo di Mario Draghi, insieme alla messa a terra del Pnrr. Il discorso, al quale lavora il presidente con lo staff, dovrebbe essere conciso e pragmatico. Non ci saranno “j’accuse” al Parlamento che anzi Mattarella ha già ringraziato per la “fiducia” concessagli. Troppo diversa è la situazione rispetto a quando il suo predecessore, Giorgio Napolitano, fu rieletto da un Parlamento disperato e al quale, durante il discorso di insediamento, “re Giorgio” dedicò parole di fuoco ricevendo un mare di applausi proprio da coloro che stava fustigando. Al contrario ci sarà una riflessione sul legame tra democrazia e parlamentarismo, sul necessario equilibrio tra diverse istituzioni. Il presidente volerà alto riflettendo sul rapporto tra diritti e democrazia che da sempre si incrociano nelle esternazioni del suo primo settennato, costruendo quel “fil rouge” mattarelliano che pianta le sue radici nel cattolicesimo progressista. Un’Italia forte e democratica non può che impegnare – e questo Mattarella lo ha spiegato più volte – la propria democrazia nella promozione dei diritti. Dentro e fuori il Paese. Ci sarà tanta Europa nel discorso alle Camere riunite che precederà il simbolico ritorno di Mattarella – no, non nella casa che aveva affittato per stare vicino a figli e nipoti – al palazzo del Quirinale. E’ finita l’era del sovranismo, delle pulsioni contro l’Eurocasta e degli attacchi al concetto stesso di Unione. Oggi è l’Europa del Recovery fund al centro della scena, un’Unione che deve rivedere il Patto di stabilità e non può perdere questo straordinario vento favorevole che silenzia – almeno per ora – i Paesi cosiddetti “frugali”. Ma al di là del Patto di stabilità che richiede tempi lunghi ed una presenza forte del governo di Roma, c’è la crisi Ucraina che non aspetta. Un tema ancora misteriosamente assente nel dibattito tra le forze politiche italiane, delle cui gravissime implicazioni il Quirinale è ben consapevole. Infine non mancherà la consueta iniezione di fiducia al Paese, un riconoscimento ai cittadini che hanno affrontato con responsabilità la pandemia. Altrettanta responsabilità servirà alla politica: solo ieri l’Istat ha certificato una crescita lusinghiera del Pil del 6.5% nel 2021. Non si può rallentare.

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    Più libertà per vaccinati, meno Dad e pass illimitato

    Niente più restrizioni per i vaccinati, anche in zona rossa, green pass con durata illimitata per chi ha completato il ciclo vaccinale ma anche per chi ha fatto solo due dosi di vaccino ed è guarito dal Covid, quarantena a scuola da 10 a 5 giorni e solo per i non vaccinati, Didattica a distanza che scatta da cinque casi in su per nidi, materne ed elementari, stranieri che potranno accedere ad alberghi e ristoranti anche se hanno solo il pass base.
    A distanza di un mese dall’ultimo decreto, il Governo rivoluziona nuovamente le regole anti Covid ma stavolta l’obiettivo, grazie alle vaccinazioni e sulla base dei dati che indicano da giorni il calo della curva dei contagi, è quello di garantire ancora maggiore libertà a chi ha seguito le indicazioni e si è vaccinato, semplificare le regole, ridurre le restrizioni e riaprire l’Italia nelle prossime settimane.
    Il decreto con le nuove norme entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dunque nelle prossime ore, in modo che sia operativo per lunedì 7 febbraio. “Siamo in una fase e in un tempo nuovo” sintetizza il ministro della Salute Roberto Speranza. Nulla cambia invece per il lavoro da remoto: “Sullo smart working restano vigenti i provvedimenti attuali, nessuna modifica dal Cdm”, precisa Speranza.    SCUOLA, CAMBIA TUTTO – l’intervento più importante, come era stato ampiamente annunciato, è quello sulla scuola, dove la babele di regole ha creato problemi e disagi a migliaia di famiglie e mandato nel caos il sistema scolastico anche se il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi rivendica, dati alla mano, ciò che è stato fatto finora, che ha consentito di avere “l’81,3% degli alunni, il 92% dei docenti e il 93,2% del personale tecnico amministrativo in presenza”. Ora però si cambia poiché, aggiunge, “stiamo marciando verso una nuova normalità”. Nella bozza si prevede di dimezzare la durata della Dad, che passa da 10 a 5 giorni in tutte le scuole di ogni ordine e grado e rimarrà solo per i non vaccinati, ad eccezione della fascia 0-6 anni, nella quale non è autorizzata la vaccinazione. La differenza, dunque, è che negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, tutti i bambini rimarranno a casa quando in classe ci sono 5 o più casi di positività al Covid e non più alla presenza di un caso come avviene oggi. Alle elementari, medie e superiori, invece, la didattica a distanza scatterà solo per i non vaccinati: alle primarie, così come per la fascia 0-6, dal quinto caso in su, alle secondarie dal secondo in poi. Chi resta in classe e ha più di sei anni dovrà utilizzare le mascherine FFp2 mentre a nidi e infanzia, dove per i bimbi non c’è obbligo di dispositivi di protezione, ad usare le Ffp2 saranno solo i docenti. Il decreto introduce un’ulteriore novità, i tamponi ‘fai da te’ per scuole dell’infanzia ed elementari. Fino a 4 casi, infatti, si rimane tutti in classe, ma se un bambino dovesse mostrare sintomi del virus, dovrà sottoporsi ad un tampone, molecolare, antigenico oppure “autosomministrato”. In caso quest’ultimo desse esito negativo, per rientrare in classe basterà l’autocertificazione. Chi, invece, va in quarantena, in ogni ordine e grado d’istruzione, per tornare a scuola dovrà fare un tampone antigenico o molecolare e non avrà bisogno del certificato medico.    NIENTE PIÙ DIVIETI PER VACCINATI – Un’altra misura che rivoluzionerà radicalmente le regole con cui gli italiani hanno vissuto per mesi è quella che modifica le restrizioni in zona rossa. Le fasce di colore rimarranno ma anche in quelle Regioni che dovessero finire in rosso non ci saranno più divieti per chi ha completato il ciclo vaccinale, come già avviene di fatto in zona gialla e arancione. Le restrizioni rimarranno invece per i no vax.    GREEN PASS SENZA LIMITI – Dopo aver ridotto la durata del certificato da 9 a 6 mesi – a differenza di quel che accade nel resto d’Europa – il governo torna sui suoi passi per risolvere un problema che si sarebbe posto a metà marzo quando migliaia di italiani, poiché hanno fatto il booster a metà settembre e non essendo autorizzata la quarta dose, si sarebbero veduti scadere il green pass e non avrebbero potuto accedere ad attività e servizi pur avendo rispettato le indicazioni del governo. La bozza del decreto prevede dunque che, per chi ha completato il ciclo vaccinale e anche per chi si è contagiato e è guarito dopo essersi vaccinato, il pass ha validità “senza necessità di ulteriori dosi di richiamo”. Dunque, illimitata. Per chi, invece, si è contagiato dopo la prima dose, il certificato varrà 6 mesi.    TURISTI IN HOTEL E RISTORANTI CON PASS BASE – Con il provvedimento si risolve anche un problema sollevato nei giorni scorsi dal mondo del turismo: fino ad oggi, infatti, gli stranieri potevano entrare in Italia con il pass base ma non alloggiare in hotel o mangiare al ristorante o accedere a tutte quelle attività per le quali è previsto il pass rafforzato, che all’estero non esiste. Dall’entrata in vigore del provvedimento, chi è vaccinato e guarito da meno di 6 mesi, potrà accedervi con il pass base. Chi invece ha un certificato di guarigione o vaccinale da più di sei mesi – compresi quelli ottenuti con Sputnik o con altri vaccini non autorizzati dall’Italia – dovrà mostrare l’esito negativo di un tampone effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 se molecolare. Tampone che non è obbligatorio se si è guariti dopo aver completato il ciclo di vaccinazione.

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    Centrodestra: Berlusconi, Fi è e sarà il perno della coalizione

     “Forza Italia è il partito che, con la sua fondazione, ha consentito la nascita del centrodestra.    È stato e continuerà ad essere il perno della coalizione che si contrappone alla sinistra. Il centrodestra che abbiamo come orizzonte strategico è saldamente ancorato ai valori del Ppe: europeista, atlantista, garantista, cattolico e liberale”. Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
    “Forza Italia è impegnata, insieme con le altre sigle di centro, per rafforzare l’area centrale di un centrodestra che è ancora oggi per i sondaggi la prima scelta degli italiani, la coalizione che governa la maggior parte delle Regioni e centinaia di Comuni”, ha affermato Berlusconi, al termine di una riunione con il coordinatore nazionale Antonio Tajani e con i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli.    

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    Conte chiede ai ministri 5s un 'patto per i cittadini'

     “Il Movimento 5 Stelle è stato chiaro: serve un patto per garantire risposte ai bisogni dei cittadini, non ad altri interessi. Come ripetiamo da tempo, è il momento di accelerare per sostenere la ripartenza e offrire soluzioni rapide ed efficaci alle urgenze del Paese”. Così il Presidente M5s Giuseppe Conte in un post in cui aggiunge: “I ministri 5 Stelle devono portare avanti questo impegno, questi fatti, queste parole. Sono quelle che si aspettano i cittadini, a cui noi tutti, ora più che mai, dobbiamo risposte e azioni concrete. Senza perdere tempo”.    

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    Pnrr: 45 target entro giugno, spending review per il calo delle tasse

    Fissare gli obiettivi di risparmio della spending review per gli anni 2023-2025, anche per finanziare una riforma fiscale o riforme della spesa pubblica pro-crescita, adottare un programma nazionale per la gestione dei rifiuti, ma anche riformare l’organizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale: sono alcuni dei 45 obiettivi che i diversi ministeri dovranno centrare entro giugno, per poter sbloccare la seconda rata dei fondi Recovery prima dell’estate.La maggior parte sono obiettivi ambientali, in capo al ministero della transizione ecologica, ma sono coinvolti tra gli altri anche Cultura, Mise, Mims, Istruzione, Mef, Interno.”Il Cdm di oggi ha fatto una puntuale ricognizione della situazione relativa ai principali obiettivi PNRR del primo semestre dell’anno”. Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi. Dei 45 obiettivi “previsti entro giugno 2022, tre risultano già conseguiti”.Il Consiglio dei ministri ha valutato positivamente lo stato di attuazione degli investimenti e delle riforme di competenza dei Ministeri coinvolti. Lo affermano fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che nell’ambito delle procedure di attuazione del Pnrr, al 31 gennaio 2022 le amministrazioni titolari di interventi hanno emanato 113 bandi e avvisi per un importo complessivo pari a circa 27,86 miliardi di euro. Ad oggi risultano aperti 48 bandi per un ammontare di risorse da assegnare pari a 23,17 miliardi.
    “Nel 2022 l’Italia deve conseguire complessivamente 100 obiettivi per il PNRR di cui 83 milestone e 17 target. Di questi 45 sono da conseguire entro il 30 giugno 2022, a cui è collegata una rata di rimborso di 24,13 miliardi, e 55 entro 31 dicembre 2022, per la quale è associata una rata di rimborso pari a 21,83 miliardi”. Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi al termine del Cdm. “Tutte le Amministrazioni centrali sono coinvolte” nel raggiungere “milestones e target del 2022”, precisano.

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    M5s: Grillo,non dissolvete il dono del padre in vanità personale

    “Una volta un padre venerabile (Ghandi) disse ai suoi “sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Così egli (l’Elevato) non volle essere un padre padrone, ma un padre che dà ai figli il dono più grande. Sicché rinunciò a sé per consentire il passaggio dall’impossibile al necessario. Non dissolvete il dono del padre nella vanità personale (figli miei)”. E’ l’appello all’unità che il fondatore M5s Beppe Grillo pubblica sul suo blog. “Il necessario è saper rinunciare a sè per il bene di tutti, che è anche poter parlare con la forza di una sola voce. Ma se non accettate ruoli e regole restano solo voci di vanità che si (e ci) dissolvono nel nulla”. 
    È scontro nel M5s anche sulla interpretazione del post di Beppe Grillo che nei panni dell’Elevato richiama la dirigenza del Movimento ad accettare “ruoli e regole” e a parlare con “una sola voce”. Se i “dimaiani” leggono le parole di Grillo come l’offerta di proporsi come mediatore, un po’ come fece Di Maio quando Grillo e Conte erano ai ferri corti, al contrario i “contiani” asseriscono che la lettura corretta del post sia quella di accettare che la “sola voce” del Movimento sia quella del suo leader e quindi di Giuseppe Conte. Anche lui sicuro di questa seconda lettura, tant’è che Conte ha messo un suo “like” al post di Grillo.

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    Chiesa: cardinale Marx, i preti dovrebbero potersi sposare

    L’arcivescovo di Monaco Reinhard Marx si è espresso a favore dell’abolizione del celibato per i preti nella chiesa cattolica. È quello che ha affermato in un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung in uscita domani. “Per alcuni preti sarebbe meglio se fossero sposati. Non solo per ragioni sessuali, ma anche perché la loro vita sarebbe migliore, se non fossero soli. Questa discussione va affrontata”, ha affermato.