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    Ucraina: Guerini, attacco gravissimo, risposta ferma

    (ANSA) – ROMA, 24 FEB – “L’aggressione all’Ucraina è un
    attacco gravissimo a uno stato sovrano e ai principi
    fondamentali del diritto internazionale. L’Italia condanna
    fermamente l’ingiustificabile decisione russa ed esprime
    sostegno e solidarietà all’Ucraina e al suo popolo. La comunità
    internazionale deve rispondere in maniera ferma e coesa. Ci
    stiamo confrontando coi nostri alleati e forniremo il nostro
    pieno supporto alle misure che insieme decideremo”. Così il
    ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sull’attacco delle
    truppe russe al territorio ucraino. (ANSA).   

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    Draghi:'Non prorogheremo lo stato di emergenza. Basta mascherine Ffp2 a scuola''

    “Il Governo è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese. Voglio annunciare che è intenzione del Governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo”. Lo ha detto il premier Mario Draghi al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.  “Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto – tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze” precisa il premier. “Il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto”. E con la fine dello stato di emergenza’stop al sistema dei colori’.
    Il premier Mario Draghi è arrivato al convento di Santa Maria Novella a Firenze per l’apertura dell’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ che riunisce vescovi e sindaci di più Stati da oggi a domenica. 
    In apertura dell’incontro Mediterraneo frontiera di pace, il card. Gualtiero Bassetti ha rivolto “un saluto particolare” al presidente del Consiglio Mario Draghi: “Lo ringrazio calorosamente della sua presenza e soprattutto dello sforzo che quotidianamente rivolge all’azione di Governo per l’Italia, in un periodo così difficile a causa della pandemia e della complessa opera di rilancio del Paese. Augurandomi che quest’azione sia sempre indirizzata verso il conseguimento del Bene comune, sono felice che il Presidente del Consiglio condivida con noi i motivi ideali che hanno animato quest’Incontro di dialogo e spiritualità”.
    L’incontro di oggi e quelli dei prossimi giorni sono un invito a sviluppare questa visione a partire dalle città, che sono sempre più il centro della vita della regione. A ragionare sui nostri diritti e sui nostri doveri come cittadini del Mediterraneo. A lavorare perché il Mediterraneo sia un laboratorio di pace, tolleranza, prosperità, al centro dell’Europa”. Lo ha detto il premier Mario Draghi alla cerimonia di apertura dell”Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo’. Secondo il premier “è significativo che l’incontro di oggi avvenga qui, a Firenze. Il Concilio di Firenze, che si chiuse nel 1439 ed ebbe in parte luogo proprio in questo convento, riuscì a riunire, seppur temporaneamente, la Chiesa di Occidente a quella di Oriente. Tra il 1958 e il 1964, sempre a Firenze si tennero i Colloqui mediterranei, voluti da Giorgio La Pira, instancabile difensore dei diritti inviolabili dell’uomo – ricorda -. I Colloqui mediterranei nascevano dalla convinzione che le nazioni che si affacciano sul mare avessero un ‘destino comune’; che il dialogo tra le religioni di Abramo – ebraismo, cristianesimo, Islam – fosse necessario per il mantenimento della pace; e che una comune cultura mediterranea potesse servire come base per un ‘ordine umano mediterraneo, fondato sulla giustizia e sulla felicità'”. “Tutti i giovani hanno la legittima aspirazione di realizzare a pieno il proprio potenziale. Tuttavia, si scontrano con un mercato del lavoro che li lascia spesso ai margini. Il tasso di disoccupazione giovanile nella regione è il più alto al mondo e in alcuni Paesi supera il 40% per le ragazze”. Lo ha detto il premier Mario Draghi alla cerimonia di apertura dell”Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo’. “Occuparsi del Mediterraneo, vuol dire prima di tutto occuparsi delle nuove generazioni. Investire nella scuola, nella formazione e creare le condizioni per investimenti e posti di lavoro”, ha aggiunto.”In momenti di crisi dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. La convivenza, la fratellanza, la tolleranza che celebriamo in questo incontro devono realizzarsi anche oltre i confini della regione in cui viviamo. Gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati”. Lo ha detto il premier Mario Draghi alla cerimonia di apertura dell”Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo’.
    Il premier Mario Draghi è appena arrivato al nuovo teatro del Maggio musicale fiorentino, ultima tappa del sua visita nel capoluogo toscano. Draghi visiterà il cantiere dei nuovi lavori nel teatro e poi prenderà parte a un incontro con le autorità locali e le categorie economiche all’interno del nuovo auditorium Zubin Metha

    LA DIRETTA
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    In precedenza il premier aveva visitato lo stabilimento all’Osmannoro, a Sesto Fiorentino (Firenze) della Salvatore Ferragamo. Ad accoglierlo nella sede della maison fiorentina Leonardo Ferragamo, presidente della Salvatore Ferragamo, con i fratelli Ferruccio e Giovanna Ferragamo, l’ad Marco Gobbetti, i sindaci di Firenze Dario Nardella e di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, il presidente della Toscana Eugenio Giani e il prefetto di Firenze Valerio Valenti. Draghi ha incontrando i lavoratori dell’azienda “li ha ringraziati per il lavoro che fanno, e per la realtà che rappresentano”. E’ quanto riferisce Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, che ha accolto Draghi insieme al sindaco metropolitano di Firenze, Dario Nardella, e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Draghi è stato accompagnato dai vertici della maison per una visita allo stabilimento, prima all’archivio che conserva i modelli storici realizzati dal fondatore, Salvatore Ferragamo, e poi nei reparti dove gli sono stati illustrati i passaggi principali per la realizzazione delle famose calzature. Successivamente, nel giardino interno dello stabilimento, ha incontrato i dipendenti.

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    Ucraina, Di Maio: 'Niente bilaterali se Russia non dà segnali'. La replica di Mosca

    “Condanniamo la decisione di Mosca di inviare nei territori delle due repubbliche separatiste un contingente di truppe con sedicenti funzioni di peace-keeping. È un gesto che rischia di esacerbare una situazione già molto tesa. Ricordo che si stima una presenza russa lungo i confini con l’Ucraina tra 170 e 190 mila unità”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio riferendo al Senato sulla crisi ucraina.
    “In conferenza stampa Putin ha affermato di riconoscere le pretese di Donetsk e Lugansk sul territorio di tutto il Donbass, ben oltre la componente russofona presente nella regione e quindi includendo zone attualmente sotto il controllo delle forze armate ucraine, chiedendo per giunta il riconoscimento dell’annessione illegale della Crimea. Questo duplice sviluppo rischia di aprire la strada ad un’operazione militare su larga scala della Russia in Ucraina”.
    “Malgrado la gravità del momento e gli ultimi sviluppi cui stiamo assistendo in queste ore, vogliamo continuare a concentrarci su ogni iniziativa diplomatica che possa scongiurare una guerra. Una soluzione che riteniamo ancora possibile, anche se con margini che si riducono di giorno in giorno”, ha detto il ministro.
    “Abbiamo ribadito il sostegno dell’Italia all’integrità e alla piena sovranità territoriale dell’Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti e rivolto un appello alle parti perché tornino al tavolo negoziale nei formati appropriati. Iniziative unilaterali allontanano il raggiungimento di condizioni di stabilità e sicurezza nella regione”.
    “In questa situazione che può cambiare rapidamente è importante mantenere lo stretto coordinamento già in atto con i partner dell’Unione Europea e con gli Alleati della Nato. Lo dimostrano, da ultimo, il Consiglio Affari Esteri straordinario dell’Unione e la riunione tra i Ministri degli Esteri dei Paesi G7, cui ho partecipato ieri a Parigi”.
    “Stamattina ci siamo coordinati con il Presidente Draghi circa i prossimi passi da compiere per favorire una soluzione diplomatica. Siamo impegnati al massimo nei canali multilaterali di dialogo. Riteniamo tuttavia che non possano esserci nuovi incontri  bilaterali con i vertici russi finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione, linea adottata nelle ultime ore anche dai nostri alleati e partner europei”, ha affermato  Di Maio.
    Polemica Mosca. Il ministero degli Esteri russo, secondo quanto riferiscono Tass e Interfax, ha definito come “una strana idea di diplomazia” la dichiarazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio nell’informativa al Senato, secondo cui non potranno esserci contatti bilaterali con Mosca fino a quando non ci saranno segnali di una de-escalation russa in Ucraina. “I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale”.
    Dopo l’intervento al Senato, il ministro ha svolto l’informativa anche alla Camera. “Anche Mosca  – ha affermato il responsabile della Farnesina – dipende fortemente dagli introiti dell’export di energia e l’Europa è, appunto, il suo miglior cliente”. 

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    Vaccini: Camera; governo pone fiducia sul decreto sull'obbligo. Protesta di Alt in Aula

    Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sul decreto legge relativo all’obbligo vaccinale per gli over 50. Lo ha annunciato all’Assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. 
    Avranno inizio domani dalle 8.45 nell’Aula della Camera le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo sul decreto legge in materia di obbligo vaccinale. La votazione avrà inizio alle 10.25. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, da cui non è emerso alcun accordo sulla tempistica della chiusura dell’esame del testo.
    Attacco del gruppo di Alt nei confronti del ministro del Rapporti col Parlamento Federico D’Incà nell’Aula della Camera mentre poneva la fiducia sul decreto legge relativo all’obbligo vaccinale. Mentre il ministro pronunciava la formula di rito ai banchi del governo, un gruppo di deputati di Alternativa gli si è fatto intorno ed ha cominciato a tirargli addosso dei fogli di carta, ricoprendolo. Sono intervenuti i commessi. La seduta, nel frattempo, stava comunque per essere sospesa per la convocazione della conferenza dei capigruppo.
    “Abbiamo occupato i banchi del governo – spiegano i deputati di Alternativa – perché siamo stanchi dell’abuso del ricorso alla questione di fiducia da parte dell’esecutivo. Vogliamo discutere in aula, con i tempi previsti dalla democrazia, questo decreto che riguarda il prolungamento dello stato d’emergenza e l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. Abbiamo provato in tutti i modi a chiedere al governo di non calpestare il Parlamento e l’unico modo che ci rimane per impedire che gli italiani vengano vessati senza la possibilità di tutelarne i diritti è quello di opporci fisicamente all’ennesima porcata dei peggiori”.   

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    Nella banya a Kiev, dove si esorcizza la guerra

    La ‘banya’ del mondo russo-ucraino è uno stato mentale. Un po’ come la dacia. Puoi provare a tradurlo, usare parole che rendano l’idea, ma sarà sempre un’approssimazione. Ci devi andare, per capire. In pratica è la sintesi perfetta tra la spa e il pub. È dove gli uomini abbassano la guardia. Un luogo per la mente e per il corpo, gli affanni restano fuori. Lo spettro della guerra, quasi. Perché le parole di Vladimir Putin sono sulla bocca di tutti, rimbalzano dentro ai telefonini anche se non vorresti, pure se sei nudo come mamma ti ha fatto.
     Ascolta “Nella banya a Kiev, dove si esorcizza la guerra (di Mattia Bernardo Bagnoli)” su Spreaker.

     “Certo che siamo preoccupati, non si parla d’altro. E guarda, la cosa che mi fa impazzire è che non capisco come sia possibile essere arrivati a questo punto, di nuovo, dopo il 2014. Ecco, siamo sempre nel Maidan”. Misha ha 35 anni, lavora per una grande compagnia informatica. Ha una moglie e una figlia. Alla banya Kurenevskie ci viene quando vuole trattarsi bene, è forse la più rinomata di Kiev, con una solida tradizione che affonda nei tempi sovietici. Il rito è semplice. Si entra, il cameriere ti assegna un posto, tipo panca del tram, ci si sveste lì, senza spogliatoi o altri ammennicoli, si poggiano i vestiti su un gruccia, telo intorno alla vita e berretto di feltro sul capo (per proteggerlo dalle alte temperature della sauna), poi si ordina. Tè, birra, vodka. Vanno forte i gamberi di fiume. Si beve, si mangia e naturalmente si parla. Ed è un attimo attaccare bottone.    “Putin vuole fare il duro. Ma per me non ha capito che il socialismo è finito, quell’epoca lì è finita. Non dico che il capitalismo vada tutto bene, questo no. Ma quella guerra l’abbiamo persa, il mondo è cambiato. E l’Ucraina è pronta a guardare al futuro, noi vogliamo costruirci un futuro nuovo. La Russia non so, mi pare di no. Che poi io con i russi non ho problemi, leggiamo gli stessi libri, sentiamo la stessa musica.    Ma se scoppia la guerra non ci parlo più con loro, giuro”. Misha gronda acqua, è appena tornato dalla pozza gelata e ha la pelle rossa. Alexander lo sente parlare e s’intromette. Ha un’altra età, ha 50 anni. È di Donetsk. La terra contesa. “L’Ucraina non è tutta uguale”, abbozza. “Giù da noi il 50% sta coi russi. Che poi… ormai sono tutti stanchi. L’economia è un disastro. Te lo dico io, quello che vuole la gente è la pace, qualsiasi pace”.    La stranezza però è che, a volte, per avere la pace ti tocca fare la guerra. “Io potrei andarmene, l’azienda mi ha anche offerto di andare in Polonia o in Turchia”, confida Misha. “Ma ho detto di no, sento che ora devo stare qui”. Un piano B comunque c’è. “Mia suocera vive a Ferrara, il suo compagno alleva cani. Si vive bene da voi. Se scoppia il finimondo mia moglie e mia figlia le mando in Italia”, dice ancora Misha. “Io no però, io resto a Kiev”. Serghei, il cameriere, approva. “E sennò noi come campiamo?”. Il nostro pezzo di banya ride. Altro giro di birra. Alexander lo stuzzica. “Con questi prezzi campate anche bene, mi sa”. Qui Serghei non ci sta. “Zuccone, non li leggi i giornali? Sta aumentando tutto”. E non solo in Ucraina, a dire il vero. L’inflazione ad ogni modo pare poca cosa, rispetto al resto. C’è un segreto, per vincere la partita? “Stare calmi, continuare le nostre vite”. Approvazione generale.    “Putin ha torto, se scoppia il panico facciamo il suo gioco”, sentenzia Misha. E via dentro la sauna, a sudare la paura.   

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    Salvini incontra Mattarella: 'Se dati Covid vanno bene, stop a restrizioni'

    Il leader della Lega, Matteo Salvini ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al Quirinale. Lo riferisce una nota della Lega, parlando di un incontro “cordiale” e spiegando che “Salvini ha espresso personalmente al presidente grande soddisfazione per la rielezione. Il leader della Lega aveva già avuto modo di complimentarsi telefonicamente con il capo dello Stato, subito dopo la riconferma, ma a causa del covid non era stato presente al discorso di insediamento”. 
    “Salvini ha espresso grande preoccupazione per le tensioni internazionali sottolineando la necessità di garantire la pace e gli interessi degli italiani”, dice la nota della Lega. Salvini si è augurato che, fa sapere la Lega, “con il miglioramento dei dati pandemici, possa finire lo stato di emergenza e di conseguenza le restrizioni”. Tra gli altri argomenti, Salvini ha espresso preoccupazione per crisi energetica e inflazione.   

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    Vaccini: gruppo Alt contro D'Incà, lancio dei fogli in Aula

     Attacco del gruppo di Alt nei confronti del ministro del Rapporti col Parlamento Federico D’Incà nell’Aula della Camera mentre poneva la fiducia sul decreto legge relativo all’obbligo vaccinale. Mentre il ministro pronunciava la formula di rito ai banchi del governo, un gruppo di deputati di Alternativa gli si è fatto intorno ed ha cominciato a tirargli addosso dei fogli di carta, ricoprendolo.    Sono intervenuti i commessi. La seduta, nel frattempo, stava comunque per essere sospesa per la convocazione della conferenza dei capigruppo.    

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    Elezioni: ok del Senato al ddl per risolvere contenziosi liste

    Via libera del Senato alla proposta di legge a prima firma del senatore del Pd Dario Parrini che “senza allungare i tempi decisionali consentirà di risolvere più equamente il contenzioso riguardante la presentazione di candidature, liste e simboli prima delle elezioni politiche”. Il testo fa sapere Parrini è stato approvato con 204 voti favorevoli ed 1 astenuto. “Sono contento – dice l’esponente Dem – che abbia raccolto un consenso unanime sia in commissione che in sede plenaria. E ovviamente spero che la Camera completi l’opera arrivando al più presto all’approvazione definitiva”.
    “Ancorché di natura prevalentemente tecnica – prosegue Parrini – è una novità importante sul piano dei principi. E lo è per più ragioni: perché finalmente, e per la prima volta, trova compiuta e organica attuazione legislativa un appello-monito contenuto in una sentenza della Corte Costituzionale, la n. 48 del 26 marzo 2021; perché si aumentano le garanzie per i cittadini e le forze politiche, colmando un vuoto di tutela giurisdizionale giustamente stigmatizzato dalla Consulta. Si tratta di una scelta seria”.